Le poesie di "Alibi" sono poesie d'amore. Non importa che l'amore sia immaginario o reale, è l'amore ad essere raccontato. Un amore trattato e vissuto come un male, e insieme come la sola liberazione dal male. Sono poesie da album, ma un album visitato da una tristezza veggente di chiromante pazza, che interroga, cieca, le linee confuse e arruffate del suo destino, senza riuscire ad afferrarlo, perché quello che la tradisce e le manca sono proprio il cinismo, l'astuzia e il terra-terra del mestiere. Il protagonista di Alibi è sempre il futuro, la conoscenza, la divinazione, la spiegazione data a se stessa di un destino sempre più simile a una condanna e a un inferno, e se c'è qualcosa che non finisce di sorprendere, in questo album capovolto e mostruoso, è che la pitonessa che si arrovella sulle fatture e i filtri, e fa versi simili alle cantilene e ai sortilegi che accompagnano la magia, non smette per questo di essere una ragazza sognatrice che vuole l'amore e aspetta la felicità. In appendice: "Quaderno inedito di Narciso".
Tu eri il paggio favorito alla corte d'Oriente, tu eri l'astro gemello figlio di Leda, eri il piú bel marinaio sulla nave fenicia, eri Alessandro il glorioso nella sua tenda regale. Tu eri l'incarcerato a cui si fan servi gli sbirri. Eri il compagno prode, la grazia del campo, su cui piange come una madre il nemico che gli chiude gli occhi. Tu eri la dogaressa che scioglie al sole i capelli purpurei, sull'alto terrazzo, fra duomi e stendardi. Eri la prima ballerina del lago dei cigni, eri Briseide, la schiava dal volto di rose. Tu eri la santa che cantava, nascosta nel coro, con una dolce voce di contralto. Eri la principessa cinese dal piede infantile: il Figlio del Cielo la vide, e s'innamorò. […] Tu sei la fiaba estrema. O fiore di giacinto cento corimbi d’un unico solitario fiore! […] Il tuo cuore che batte è tutto il tempo. Tu sei la notte nera.
Perché una raccolta così breve ed esile merita cinque stelle? Perché tra queste pagine ci sono gli amori e i dolori di Morante, c'è la sua vanità, la sua fantasia che non sembra mai distaccata dalla realtà, c'è il cuore di una scrittrice ricordata solo per i suoi lavori in prosa e che dovrebbe essere respirata a pieno. Molto toccante già la premessa che l'autrice compie, in cui invita il lettore a non essere troppo severo con la sua poesia, in quanto luogo di "riposo e divertimento" in anni, come sappiamo, ben difficili che ha vissuto. Una poesia libera, liberatoria, che lascia sulla pelle la stessa sensazione di quando si fa passare il vento tra le dita. Se volete conoscere di più di questa autrice, lasciatevi trasportare dalla Poesia, in quanto non inganna mai, riesce sempre a mettere a nudo l'anima e la bravura di chi la pratica.
Solo chi ama conosce. Povero chi non ama! Come a sguardi inconsacrati le ostie sante, comuni e spoglie sono per lui le mille vite. Solo a chi ama il Diverso accende i suoi splendori e gli si apre la casa dei due misteri: il mistero doloroso e il mistero gaudioso. Io t'amo. Beato l'istante che mi sono innamorata di te.
Conoscevo Elsa Morante quale autrice di romanzi. Tanto per citare i primi due che mi vengono più immediatamente alla mente de "L'isola di Arturo" e del monumentale "La storia". Oggi poi, durante una delle mie scorribande per la mia Sondrio, ho fatto una tappa in una delle librerie della mia cittadina e qui, nell'angolino della libreria espressamente dedicato a custodire i testi di poesia ecco spuntare questo piccolo e prezioso volumetto, "Alibi" ne è il titolo, che contiene alcune poesie uscite dalla penna della Grande Narratrice e qui raccolte ed offerte al pubblico. Nella premessa già troviamo una nota che pare andare controcorrente. Elsa Morante si scusa, sì avete letto bene si scusa, con i lettori "per l'esiguo valore e peso di queste pagine". Aggiunge poi di essersi dedicata alla stesura di questi versi per amore della musica. E di nuovo, oggi,ritrovo questo parallelo tra poesia e musica ritrovato in un altro testo che, può darsi, commenterò in futuro. Mi sento comunque di consigliare molto caldamente la lettura di queste poesie di Elsa Morante alcune delle quali "risalgono agli antichi tempi della sua prima giovinezza", poesie pubblicate "nella speranza di rendere, a chi le leggerà, un poco di quel riposo, e riposo, che lei ne ha tratto nel comporli." Speranza assolutamente non caduta nel vuoto, ve lo garantisco!
Tre selle e mezzo Alibi di Elsa Morante (Einaudi) è una raccolta di poesie toccante e malinconica. Sono sincera, quando ho chiesto al mio gruppo di lettura L’isola di Morante: “Vorreste leggere le poesie di Elsa?” mi aspettavo un “no, grazie. Ritorniamo per i romanzi” e invece le mie compagne di viaggio si sono buttate senza indugi pur non amando la poesia o temendola. Ho vissuto questo momento quindi con grande orgoglio e ancora una volta sono grata per quello che i social sono stati in grado di donarmi.
Ho amato Alibi per diversi motivi: e ho potuto ritrovare l’Elsa dei romanzi ma ho scoperto qualcosa in più di lei. Morante non è solamente la scrittrice da romanzi fiume ma sa essere incisiva, ricca e commovente anche con una manciata di parole.
Alcune poesie sono strettamente legate alle sue opere in prosa e questo mi ha fatto sorridere, alcune sono favole, altre nascono da sofferenze realmente provate.
Mi ero ripromessa di leggera una poesia ogni sera e invece in un manciata di ore le ho diversate e, come sempre faccio, le ho lette e rilette.
Alibi è stata per me una vera e propria scoperta e non è avvenuta per caso. Proprio in questi mesi mi sto immergendo sempre più in Poesia non ti temo ed è stato bello coniugare L’isola di Morante con questo progetto. RECENSIONE COMPLETA: www.lalettricecontrocorrente.it
Io t'amo. Beato l'istante che mi sono innamorata di te.
Elsa Morante è conosciuta dai più come autrice di romanzi di grande successo. In questo libro, riproposto da Einaudi, viene fuori la vena poetica dell'autrice, anche se le poesie contenute in questo libriccino sono definite da lei stessa "nient'altro che un divertimento, o gioco". Questo libretto di neanche 90 pagine, (di cui non conoscevo l'esistenza e che mi è stato consigliato qui su GR) raccoglie molte poesie antecedenti ai suoi romanzi più famosi, Menzogna e sortilegio e L'isola di Arturo, più altre inedite, scritte in un lasso di tempo che va dal 1941 (nel bel mezzo del Secondo Conflitto Mondiale) al 1957, con uno stile molto musicale, quasi estatico. Dopo aver letto Alibi, dovrò cercare di recuperare anche i romanzi a cui queste poesie hanno fatto da apripista o da conclusione, per poter godere appieno della bellezza delle sue parole.
La mia colpa: non saper comunicare con gli altri, non capirli, non amarli abbastanza. La mia colpa: non essere mai amata. La mia colpa: non avere amici; non essere felice.
Alibi di Elsa Morante è un libro per certi versi molto complesso da incasellare. La critica testuale di Morante stessa lo ha sempre relegato ai margini della sua produzione, lì dove invece Garboli precisa ne costituisce in realtà un nodo centrale: basti pensare che i personaggi che affollano i romanzi dell’autrice sono sviluppi testuali di questi componimenti che ne costituiscono dunque l’incunabolo e forse, direi anche, la “poiesis” Morantiana sopratutto se si osserva la centralità della figura di Narciso.
I componenti seguono lassi temporali differenti e le forme metriche sono completamente sfaldate: il verso libero gioca per l’intera partita e non troppo spesso viene alleggerito mediante strumenti tecnici: qualche rima (m’è dolce compagnia/ […]confidenza mia), diminutivi (bestiola; anatretto; Saruzza), perifrasi (giovane siciliana) e aggiungerei anche delle grandi notazioni cromatiche (la vasca iridescente; rossi giorni, notti violacee). L’effetto fonico oltre che visivo, è quello di lunghe storie tese a rappresentare realtà vissute e trasposte in verità immaginifiche: un gran vento d’Amore multiforme sembra aver scompigliato i componimenti, trascinati con furia nel tragico, che in pura acme, diviene stato di grazia, per bocca di una voce innocente e fanciullesca (perfino i tuoi amanti, perfino le mie lagrime).
E Morante stessa sembra essere vittima profonda di Amore (un vago ricordo di lirica arcaica greca “tu distratto voli altrove” che sembra riprendere Saffo in fr.130) basti pensare a cosa accade a livello semantico, quasi tutti i componimenti di Alibi mostrano notazioni di potere (padrona, signora, despota, imperiosa, regali ecc. ) e l’io lirico ne rimane sempre vittima persino nelle strutture gerarchiche imposteci per natura: grazie ad Eros tutto è rovesciato persino per la gatta Minna in rapporto allo stato umano con Elsa stessa (ma so che un’altra padrona, o me, per lei fa uguale/ […] ma so che la mia morte non potrebbe sfiorarla).
Se il retaggio poetico e culturale di Morante in Alibi prende respiro, trova sicuramente la sua degna realizzazione in Narciso, lì dove quasi sulle orme degli amatissimi Saba e Penna, che sul narcisismo hanno intessuto i propri componimenti, si svolge maestosa la sua solitudine (cfr in Penna “Mi nasconde la notte e il dolce vento”) che è specchio, riflesso amato e odiato e che rivelatosi infranto impone a Narciso-Elsa di giacere sulla rena secca e spoglia. Oro su Oro.
"Minna la siamese" e "Avventura" le mie preferite. La Morante aveva una personalità narcisista, come ha evidenziato anche la critica e come lei stessa non ha mancato di rivelare, con la poesia titolata "Narciso". Al di là di questo suo personale lato caratteriale, che mi allontana dall'autrice, non si possono negare le sue predisposizioni artistiche in senso lato, andando ad inglobare, tra queste, anche la poesia. Morante poeta: bella (ma non inaspettata) scoperta!