"Questo non è un libro, è stato detto, ma una azione: l'ultima azione di 112 condannati a morte i quali conclusero la loro parte di lotta nei seicento giorni della Resistenza italiana comunicando ai famigliari o ai compagni una estrema notizia di sé, un addio, un mandato, un sigillo ideale. Ed è un'azione che ne apre un'altra, che si trasferisce dai morenti ai superstiti, con la sua eccezionale elevatezza morale, con il suo complesso significato politico e storico, col peso stesso, grave, dolente, delle sue sofferenze umane. Meditate, queste lettere non possono non essere comprese nel loro infinito valore, e comprese, non possono non chiarire i nostri giudizi e migliorare i nostri animi". Franco Antonicelli
Il Vangelo laico e civile della Repubblica nata dalla lotta partigiana. Una lettura difficile e dura. Difficile, gli occhi spesso si velano di lacrime, e dura, perche' la rabbia sale e soffoca. Rabbia per le infamie del passato e per le nefandezze che questa nostra Repubblica deve oggi sopportare. Ma forse, in fin dei conti, e' solo amara frustrazione per la nostra inadeguatezza al confronto di questi eroi (mai parola fu altrove piu' abusata e svilita) e del loro esempio.
“Quando il tuo corpo non sarà più, il tuo spirito sarà ancora più vivo nel ricordo di chi resta. Fa' che possa essere sempre di esempio.”
Una lettura che ti frantuma il cuore in tanti piccoli pezzi. Ma è quantomai necessario farla. Leggetelo e custodite dentro di voi la memoria che ci hanno lasciato. È nostro dovere non dimenticare.
"Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un'idea" (Parole che Guglielmo Jervis scrisse con la punta di uno spillo, sulla copertina di una Bibbia ritrovata nei pressi del luogo ove fu fucilato da un plotone tedesco nella notte tra il 5 e il 6 agosto 1944)
Ci ho messo quasi dieci mesi a finire questo libro, sia perchè volevo dedicargli la giusta attenzione, sia perchè è una delle cose più difficili, pesanti e dolorose che abbia mai letto. Commentarlo è impossibile e sarebbe anche inopportuno, però ci sono alcune frasi che vorrei trascrivere perchè meritano di esistere in un posto in più.
«Amate la libertà e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli».
«L'Italia tutta verrà liberata e terminerà per voi questo lungo periodo di lotta cospiratoria che tanto ha assottigliato le vostre file. E allora sarà per voi la vita, l'aria, la luce, il sole, la gioia di aver combattuto e vinto, e l'esultanza della libertà raggiunta. Siate felici».
«Mamma, so morire, sono sereno perchè innocente del motivo che muoio, vai a testa alta e dì pure che il tuo bambino non ha tremato».
«La mia coscienza è pulita, non mi hanno accusato che di aver indossato la divisa dei partigiani. Forse ho anche pianto. Ora non piango più».
«Desidero che la mia stanza rimanga com'è. Io verrò spesso».
«Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care».
"Papà, mamma, W.G. e tutti i miei cari, quanto mi dispiace il lasciarvi, il non vedervi più. No! Non voglio morire. Il cuore mi batte come se dovesse scoppiare.. Mi vedo là contro il muro... Poi cadere... Sono morto. Mi sembra d'impazzire. A volte il cervello si calma. Perché sono qui? Perché domattina mi fucileranno? Per la libertà!"
Una delle mie opere teatrali preferite, Vita di Galileo di Brecht, riporta una delle mie citazioni altrettanto preferite, la celeberrima sventurata la terra che ha bisogno di eroi.
Ho voluto leggere questa raccolta di ultime lettere, annotazioni, scritte sui muri, precisamente in concomitanza con il 25 aprile: per rispetto, umiltà, ammirazione, che dir si voglia, commentare mi pare un atto così piccolo, quasi meschino.
Si tratta di piccoli frammenti di vite enormi, nella loro stragrande giovinezza: uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rinunciare a se stessi per ideali più alti: sono pagine di disarmante bellezza, disarmante tragicità, di chi trova la forza di salutare per sempre i propri cari, in punto di morte, senza rimorsi. Accanto ai sublimi ideali, il candore ineguagliabile di chi si aggrappa un'ultima volta agli affetti più intimi. E che dolore straziante.
Ho letto un bellissimo commento qui su GR che descrive questa raccolta come "il Vangelo laico e civile della Repubblica nata dalla lotta partigiana". E' così: se ogni vita è sacra, queste vite lo sono ancora di più. Anche se non so più se per cosa siamo diventati oggi ce li meriteremmo questi eroi.
A riconoscenza imperitura, a memoria perenne.
(Scritto su di un biglietto ritrovato nel portafogli di Nello Orsini)
I Tedeschi per ordine dei Fascisti mi hanno impiccato. Baci addio mamma
Toccante e ispiratrice raccolta epistolare di alcuni partigiani prima della loro morte, che ognuno dovrebbe almeno leggere una volta per capire cosa sia davvero stato quel movimento storico, e levarsi dalla testa gli stereotipi imposti dalla accomodata narrativa comune, e soprattutto dai governi di "centrodestra" (ma non liberali come lo era una fetta del CLN) degli ultimi trent'anni.
La maggioranza delle persone sono umili lavoratori legati al PCI e PSI, ma spuntano pure ufficiali, alpini, chierici, ingegneri, intellettuali, pure di altre formazioni politiche, ma tutti raccolti dagli ideali di libertà, giustizia e Patria (contro chi occupa illegalmente un paese con la forza), oltre che sorprendentemente, pure di Fede.
A riprova che i mass media abbiano anche peggiorato le facoltà delle popolazione generale, alcune lettere di persone con la terza media sembrano essere scritte da letterati, per profondità e chiarezza, non sfigurando nel confronto coi loro colleghi più "studiati".
Un libro del genere non si può commentare. Lettere, le ultime parole, di uomini che, consapevoli di star andando incontro alla morte, rivolgono alle mamme, alle spose, alle fidanzate, agli amici e ai familiari tutti. Uomini alcuni, giovani tanti (alcuni poco più che ragazzini) che forti del loro ideale di Libertà vanno a testa alta incontro alla morte. Traspare tenerezza, dolore, ma anche tanto coraggio e fierezza. Alcune mi hanno fatto sorridere per la loro dolcezza, altre mi hanno profondamente commossa. Noi possiamo soltanto inchinarci di fronte a questi uomini.
La cosa che mi ha colpito di più, di tutte queste testimonianze scritte dai condannati a morte della Resistenza italiana, di diversa estrazione sociale e spesso ragazzi e ragazze molto giovani, è la serenità che si muove tra le loro parole fino a trasformarsi in mancanza di paura. Si avverte una consapevolezza priva di rassegnazione, una dignità umana che nella maggior parte di loro riesce ad annullare anche l'odio verso i propri carnefici, un superamento. Dedicano i loro pensieri all'Italia che resterà e soprattutto ai familiari, li consolano quando invece dovrebbero essere proprio loro ad essere consolati - sono lettere, a volte semplici appunti, piene di baci ai genitori, agli amici, ai figli, a chiunque, un piccolo gesto capace di trasmettere molto.
Sono testimonianze dignitose che vivono e si compiono nella loro semplicità, quasi leggerezza, e che se lacrime portano sul volto di chi legge, sono paradossalmente lacrime di speranza.
non è un libro a cui mi sento di dare un voto perché si tratta di lettere intime scritte negli ultimi istanti di vita ma è una lettura che tutti dovremmo fare, specialmente nel clima che stiamo vivendo adesso
Qui non c'è da commentare, c'è soltanto da cavarsi il cappello e stare in silenzio. Sono ultime parole, sono sacre.Questo è un libro che deve restare per sempre. Un libro che va letto, e poi riletto, e riletto ai figli e ai nipoti perché erché imparino e capiscano. C'è amarezza in queste pagine, ma è l'amarezza di un lettore che pensa a come siamo ridotti. Dei partigiani qui uccisi traspare il coraggio, ma anche, talvolta, la paura e la grande umanità. Tutti salutano la madre, il padre, la moglie o i figli chi ne ha. Qualcuno scrive ai compagni, agli amici, li invita ad andare avanti nel nome dell'Italia libera. Chi chiede vendetta, chi perdona. Tutti vanno incontro alla morte a testa alta, consapevoli che il loro sacrificio si compie nel nome di un bene più grande, quello della Libertà. Spicca, con mia grande tenerezza, il giovanissimo di cui non ricordo il nome ma che, in punto di morte, non ha avuto il cuore di dire ai suoi genitori che stavano per fucilarlo. Spicca Josef, con la sua straziante lettera alla fidanzata e le sue righe di diario. Spiccano tutti, per un verso o per l'altro. Voci di uomini e ragazzi, molti adolescenti o poco più, che al loro ideale hanno consacrato la vita. (I soli, dice Fenoglio, che possano considerarsi veri partigiani.) Sono voci di uomini diversi, con esperienze diverse, di ceti sociali differenti: sono tutti uniti nel nome dell'ideale, quell'ideale che supera la morte e che, speravano, sarebbe passato alle generazioni successive. Hanno lottato per la felicità e il futuro di tutti, DI NOI. Una raccolta di eccezionale valore, che scava dentro, che rimesta i visceri. A fine lettura ci si chiede se ancora esista qualcuno che sarebbe in grado di compiere un tale sacrificio. Ci si guarda attorno in quest'Italia desolata e ci si chiede per che cosa hanno combattuto queste persone. Per che cosa sono morte. Se mai si tornerà a risorgere. E bisogna aver fiducia, sì, come la avevano loro. E Resistere, sempre. Cito, a memoria, il passo che mi è rimasto più impresso e che considero un vero testamento. Sono le parole di un partigiano diciottenne, Giordano Cavestro:
"Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care. La mia giovinezza è spezzata, ma sono sicuro che servirà da esempio. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà."
P.S. Su Wikipedia ci sono pagine dedicate ad alcuni di loro, qualcuna con foto. Andate a vederle mentre leggete, guardateli negli occhi.
Mi hanno accompagnato in questa lettura il senso di intromissione, il rammarico e la gratitudine. Ho letto il cuore di questi partigiani e partigiane mentre aspettavano la morte, senza avere nessun tipo di permesso. Quante mamme incoraggiate, quanti amori persi, quanti ideali.
"Amatevi l'un l'altro, miei cari, amate vostra madre e fate in modo che il vostro amore compensi la mia mancanza. Amate lo studio e il lavoro. Una vita onesta è il migliore ornamento di chi vive. Dell'amore per l'umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la libertà e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli.Siate umili e disdegnate l'orgoglio; questa fu la religione che seguii nella vita."
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Si può davvero valutare un libro di questo tipo? Le toccanti parole di donne e di uomini (a volte davvero giovanissim*) che hanno perso la vita per l'Italia mi hanno davvero commossa. Leggere le loro ultime lettere è stato doloroso, ma è anche essenziale; non dobbiamo mai dimenticare tutte le persone che sono state assassinate nel tentativo di trasformare l'Italia in un Paese libero, democratico e unito. Il nostro privilegio è immenso.
Una raccolta di lettere che testimonia la crudeltà della guerra. Genitori e figli che scrivono ai propri cari nelle ultime ore della loro vita e che hanno come unica colpa l'aver scelto di resistere e di compattere per la propria libertà. Una testimonianza dura, commovente e che bisognerebbe leggere perché (a quanto sembra) ancora non abbiamo ben chiari gli effetti delle guerre.
"Seguitiamo a chiamare Resistenza il movimento di liberazione in Italia, ma non dimentichiamo mai che non è stata una resistenza, ma è stato un attacco, una iniziativa, una innovazione ideale, non un tentativo di conservare qualche cosa. Il dato fondamentale non è la lotta contro lo straniero, è la lotta contro il fascismo, e il tedesco è combattuto quasi unicamente perché incarnazione ultima del fascismo suo alleato e complice."
Ho riletto con piacere questo libro, perché ogni volta mi fa rendere conto di quanto sia importante ricordare chi ha lottato per creare l'Italia libera e democratica, quella che, purtroppo, stiamo piano piano dimenticando.
Consiglio veramente a tutti di leggere le lettere di questi giovani che fanno riflettere. Fanno riflettere per molti motivi tra cui quello che tutti questi giovani, e dico veramente TUTTI, sono andati incontro alla morte consapevoli di star facendo la cosa giusta e che quindi potevano morire "sereni", poiché sapevano che l'Italia doveva essere liberata e grazie al loro sacrificio, in qualche modo, ci sarebbero riusciti. E infatti è stato proprio così.
Dovremmo prendere esempio da loro e ricordarci che la libertà è sempre da difendere, e se qualcuno cerca di togliercela, allora bisogna lottare per riaverla a ogni costo, non solo per noi, ma anche per chi verrà dopo, per fargli trovare un futuro migliore, proprio come hanno fatto loro.
L'unico dispiacere che provo per queste persone e che reputo ingiusto, è che solo alcuni hanno ricevuto una medaglia al valore militare, quando tutti avrebbero dovuto averla, perché tutti hanno contribuito a creare l'Italia libera dal fascismo e nazismo, e quindi tutti meriterebbero il giusto riconoscimento.
Ribadisco il mio consiglio a leggere questo romanzo, a trovare tra le righe di questi giovani uomini e donne la vera essenza dell'essere patrioti, che non significa essere di mentalità chiusa e di difendere il proprio paese verso altri "nemici", ma significa semplicemente tutelare il proprio paese e fare in modo che esso rimanga libero e sempre aperto a nuovi diritti e a una democrazia fatta di eguaglianza e di accettazione.
"May my blood serve to rebuild the Italian unity". "Do not cry for me, do not call me 'poor man'. I die for having served an ideal". (Rough translations of some quotes, sadly there is no English version, to my knowledge) Yesterday in Italy we celebrated the Anniversary of Italy's Liberation, which is our national holiday that commemorates the victory of the Italian resistance movement against Nazi Germany and the Italian Social Republic. How can this book be commented on? None of my words can express how I feel every year, after every re-reading. These are the correspondences from all the heroes who died for all of us who nowadays can say that we are free from that sad and unfortunate stain on our history. In these words, we can perceive the love for the ones left behind, sadness, sorrow, the love for an ideal that went beyond the individual's lives; lots of them were so young, dying in order to pursue the final purpose to have a democratic and free Italy. I myself too am here today thanks to all of them. And yet it is important to remember and to resist, even today since some people did not learn from history. Yesterday, tomorrow, and forever, always anti-nazi and anti-fascist. This book needs to transcend the decades, in order to understand what and who we are and how we become the population we are today.
Leggere questo libro è stato molto difficile, motivo per cui ho avuto anche bisogno di tanto tempo, per poterlo apprezzare e per leggerlo con la giusta cura. Perché non si tratta di un semplice romanzo, è una vera e propria testimonianza storica tratta da una delle realtà più fragili ma imponenti della storia e della vita umana.
Partigiani, persone realmente esistite, che avevano una vita, una famiglia, una casa capiscono che stanno per morire e lo scrivono, lo raccontano con una forza incredibile e una speranza senza pari. In queste lettere non c'è morte, c'è si la paura, la rabbia contro i fascisti, ma mai si perde la speranza.
Fose questo lo rende una delle più grandi testimonianze storiche del fascismo e della Resistenza Italiana, il ricordare come, nonostante la dittatura, la guerra, la morte, tutti, giovani e vecchi, continuano a sperare in un Italia libera, nuovamente politica, nuovamente democratica e forse soprattutto oggi più che mai bisogna ricordare questi sacrifici e l'ideale di un'Italia nuova.
Non c'è molto che io possa commentare, dare un voto mi pare quasi "sbagliato" perché non si può quantificare l'importanza di questo libro. Questo libro dovrebbe essere nella casa di qualsiasi italian*, per davvero capire che se siamo un paese democratico (anche se in uno stato pietoso) lo dobbiamo a queste persone. Persone qualunque, uomini e donne che hanno preso una scelta sapendo che andavano incontro a torture, prigionia e condanna a morte. Le lettere sono tutte strazianti, da chi invoca la vendetta a chi chiede scusa alla mamma, da chi sa che sta arrivando un futuro migliore a chi chiede ai figli e figlie di ricordarsi di loro e studiare. È stata una lettura che ho fatto con tranquillità perché ogni lettera è importante e va letta con serietà e attenzione 🌹❤️
Io ho letto pochissime lettere, abbandonato subito, non è un libro da leggere, è da avere come testimonianza, come una cornice con un ritaglio di giornale in cui è presente un evento storico da ricordare, li in bella vista da sbirciare al momento opportuno e su cui riflettere, le lettere erano troppo strazianti, una centrifuga di paura, senso di colpa ed un pizzico di orgoglio per la causa, riconosco il valore del lavoro fatto in questa raccolta ma troppo lacerante da leggere e sentire, ma anche noioso per la ripetitività delle cose dette in un momento personale e storico in cui non si poteva dire molto altro.
Cari compagni, ora tocca a noi. Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia. Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare piú vittime possibile. Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è cosí bella, che ha un sole cosí caldo, le mamme cosí buone e le ragazze cosí care. La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio. Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.
Anche se ogni lettera è stata scritta per un singolo autore, una sintesi biografica che raduna gli ultimi momenti, simboleggia facendo di riferimento, l'epitaffio di tanti altri, perlopiù ragazzi, nella giusta età temeraria in cui loro difendono i propri ideali al costo della vita. Lo sfondo dona un senso più profondo a questa lotta per la libertà. Nelle loro parole, rassegnazione a un destino inevitabile, pero accettato con apparente serenità, consapevoli che poteva succedere, queste parole rappresentano i momenti di questa attesa.
"Possa il mio sangue servire per ricostruire l'unità italiana" Franco Balbis, fucilato il 5 aprile 1944. Non ci sono parole per descrivere questo libro. È un'opera che ti fa pensare, ragionare sull'ideale di libertà e giustizia assente durante gli anni del fascismo e della guerra. Alcune lettere fanno anche piangere per il carico emotivo. Consiglio questo libro vivamente a tutti. Tutti dovrebbero leggere questo libro almeno una volta per capire da dove sia nata la Repubblica Italiana e i suoi ideali.
Già solo al pensiero che questa sarà semplicemente una recensione e non sarà mai all’altezza di quello che ho letto mi fa sentire inadeguata e fuori luogo. È una lettura cruda che bagna gli occhi ed è difficile riprendersi. Ragazzi e ragazze appena consapevoli delle loro idee vedono che la loro vita - ancora tutta da vivere - inizia a sgretolarsi velocemente per un sistema governativo che ancora oggi in Italia fa capolino per non farsi dimenticare del tutto. Forse non meritiamo queste memorie se è questo il rispetto che crediamo si meriti.
Una raccolta da leggere con sacrale rispetto. Una lettura che addolora e innalza, che fortifica e rinnova la necessaria lotta al fascismo in ogni sua forma.
"Una idea è una idea e nessuno la rompe. A morte il fascismo e viva la libertà dei popoli." (Luigi Ciol, di anni 19)
incredible book! won’t spend many words on it because it literally speaks for itself but i just think it’s such a great testimony of the past and if more people were to read it they could reflect on how history repeats itself constantly