La Guerra Gotica

by Procopius, Elio Bartolini (Editor)

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Genres: History

724 pages, Paperback

First published June 12, 2015

About the author

Procopius of Caesarea was born in the latter years of the fifth century at Caesarea in Palestine. He originated from the land-owning provincial upper class and, like Zosimus, became a civil servant. As early as A.D. 527, before the emperor Justin's death, Procopius became counsellor, assessor, and secretary to Belisarius, whose fortunes and campaigns he followed for the next twelve or fifteen years. Small wonder he became very knowledgeable of military affairs through this service. He has long been respected as a historian of the emperor Justinian’s wars, and is reckoned the greatest of the later Greek historians. Procopius was finally raised to the dignity of an illustrius, and died not earlier than A.D. 562.

Reviews

[Tex-49 · Rating 4 out of 5]

Opera molto dettagliata relativamente agli scontri bellici, un po' meno per quanto riguarda gli scenari, con usi e costumi, dell'Italia del 500 d.C. quando si svolse la guerra gotica, che vide come protagonisti, da un lato Belisario e Narsete, dall'altro Vitige, Totila ed altri.
Guerra durata circa vent'anni e costituita da scontri e assedi sparsi in tutta l'Italia; è interessante perché apre una finestra su quel che succedeva a quei tempi; specialmente in quanto mostra che, in tutto questo, mancano proprio gli italiani e i romani autentici, perché da un lato abbiamo greci, armeni, anatolici, unni e germani e dall'altro ostrogoti, germani etc. etc. con frequenti scambi di casacche.

[Marmott79 · Rating 2 out of 5]

Alzo le mani.
Alzo le mani e mi arrendo a due terzi: questa opera va al di là della mia passione medievale, al di là della mia pazienza e richiede decisamente troppo tempo, tempo che non voglio rubare ad altre letture.
Immaginate seicento pagine di scontri, battaglie, arringhe alle truppe, assedi, peste e carestia che si alternano e ripetono nello stesso tono narrativo, a ogni pagina pare di leggere quella precedente e quella prima ancora e prima ancora.
Pochissime purtroppo le digressioni geografiche ed etniche che potrebbero risvegliare l'interesse, se non altro per aiutare il lettore curioso a conoscere meglio l'Italia del sesto secolo. Il cuore sobbalza quando vengono citati Franchi e Longobardi ma dura troppo poco e torna la noia.
Peccato, resto delusa e annoiata dalle ennemila profusioni di stima e dedizione nei confronti di Belisario cosciente soprattutto del fatto che anni dopo l'autore, inviperito per essere stato da lui sedotto e abbandonato, sfogherà tutta la sua delusione nelle Carte Segrete, ovvero il rapporto di tutte le bassezze di Giustiniano, Belisario e le loro rispettive consorti da postribolo.
Alla prossima Proco'!