Come è possibile la democrazia nel mondo arabo-musulmano, se metà della popolazione - quella femminile - è emarginata e oppressa? Per questo le donne che si battono per i loro diritti sono il fermento essenziale per far progredire la modernità in un Islam che cambia, e sostenere la loro lotta, secondo l'autrice, è il modo più efficace per "esportare la democrazia". Per questo Lilli Gruber ha deciso di andare alla scoperta del "femminismo islamico". Il suo viaggio parte dalla penisola arabica, culla dell'Islam ma anche dell'interpretazione del Corano, e la conduce in Egitto, Turchia, Marocco, Qatar.
Dietlinde Gruber nasce a Bolzano il 19 aprile del 1957 da una famiglia di imprenditori. Durante il fascismo la sorella della nonna materna era inviata al confino e il padre, Alfred, lavorava come insegnante clandestino nelle cosiddette "Katakomben - Schulen". Il percorso di studi di Lilli passa da Verona presso le Piccole Figlie di San Giuseppe, e presso il liceo linguistico Marcelline di Bolzano, proseguendo alla facoltà di Lingue e Letterature straniere dell'Università di Venezia. Conseguita la laurea torna in Alto Adige-Sudtirolo: sono questi gli anni di Alexander Langer e dell'impegno, che Lilli Gruber fa suo, per la nascita di una cultura del dialogo tra i diversi gruppi linguistici.
Parla italiano, tedesco, inglese e francese: svolge il praticantato giornalistico presso l'emittente tv Telebolzano, allora unica televisione privata dell'Alto Adige. Scrive per i quotidiani "L'Adige" e "Alto Adige". Diventa giornalista professionista nel 1982. Dopo due anni di collaborazione con la Rai in lingua tedesca, nel 1984 viene assunta al Tg3 Regionale del Trentino-Alto Adige; in seguito viene chiamata dal direttore del Tg2 Antonio Ghirelli a condurre il telegiornale della mezzasera e della Notte, nonchè inserita nella redazione di politica estera.
🎄 Lilli Gruber, vero nome Dietlinde Gruber, è una giornalista ed è stata anche in politica. Tra i suoi incarichi giornalistici ricordiamo TGR, TG1 e TG2, dal 2004 al 2008 è stata parlamentare europeo e dal 2008 ha il suo programma otto e mezzo su La7.
🎄 Ha scritto tanti libri, sulle sue esperienze di reportage in prima linea, molti sul mondo islamico in tutte le sue sfaccettature, alcuni biografici e ultimi ma non per importanza sulle donne e sul femminismo.
🎄 Essendo bi-culturale anche a livello religioso, ho sempre avuto molta curiosità sulle mie radici, ho quindi letto molto e fatto paragoni tra i miei due mondi, cercando anche scrittori e giornalisti che parlassero dei temi che mi erano più cari, tra questi c’è lei Lilli Gruber.
🎄 “La Sharia è soprattutto un sistema interpretativo destinato a guidare le decisioni di legislatori e giudici. Nei secoli, si sono stratificate pratiche, interpretazioni e usi molto spesso influenzati dai contesti storici in cui erano nati, e oggi non più applicabili. Un simile corpus legale, con così ampi margini di arbitrarietà e così stretti legami con la religione, è del tutto alieno dalla concezione moderna e democratica dei diritti dei cittadini, di entrambi i sessi.”
🎄 “Non c'è niente di più pericoloso della verità in un mondo che mente.”
🎄“La creatività è il mezzo più efficace per porre un freno alle mutilazioni dell'intelletto.”
🎄Durante il suo viaggio troviamo varie testimonianze e vari casi analizzati, dai paesi più estremisti come l’Arabia Saudita a quelli più moderni come Dubai, che tra l’altro si trova nella stessa penisola arabica. Ricordiamoci che dall’uscita di questo libro sono passati 13 anni e tante cose da allora sono cambiate alcune volte in meglio altre in peggio. Le Primavere arabe hanno sicuramente cambiato molti contesti e modi di vivere.
❓E voi cosa ne pensate della narrativa specialistica? Vi piacciono oppure no? Avete letto qualche libro di narrativa ambientata in Medio Oriente ultimamente? Vi aspetto nei commenti.
🎄 Questa è la sinossi: Shabara è nata in Inghilterra da una famiglia pakistana, si sente "inglese al cento per cento" e indossa il velo islamico solo quando va in moschea. Sua cugina Tiyaba lo tiene sempre: le hanno detto che nel giorno del giudizio il diavolo urinera sulle teste delle donne che non lo portano. Asmaa ha una cicatrice che non guarirà mai: a quattro anni, la mammana del suo villaggio egiziano le ha reciso il clitoride con un rasoio. La madre di Husnia si è sposata a nove anni ma a quattordici sua figlia, oggi docente universitaria nello Yemen, è riuscita a rifiutare il marito scelto per lei. Sono solo alcune delle voci che Lilli Gruber ha ascoltato lungo il suo viaggio nel mondo islamico, alla scoperta di un universo femminile che si batte con vigore per il riconoscimento dei propri diritti in una realtà maschilista e retrograda. Una lotta per il destino delle donne ma anche per l'avvento della democrazia e della modernità nei Paesi islamici, unico rimedio contro i mali dell'estremismo e del dispotismo.
"Ricordati che la mutilazione peggiore non è quella genitale, ma quella intellettuale. Il velo sul cervello è molto peggio del velo sui capelli."
L'intento della Gruber in questo libro è quello di dissipare gli stereotipi occidentali sulla condizione delle donne musulmane nei paesi arabi, e penso ci sia riuscita benissimo. Molte le tematiche affrontate: la segregazione e l'oppressione femminile, la poligamia, le mutilazioni genitali, l'hijab, l'istruzione, la separazione tra stato e religione, il rapporto tra Occidente e Islam. Per ognuna di esse vengono raccolte testimonianze di personalità diverse e dal background socio-economico più disparato (scrittrici, femministe, sceicchi, rappresentanti di governo, intellettuali, premi nobel, principesse, donne provenienti dalle aree rurali, giovani, anziane, etc). Il viaggio attraversa numerose regioni del mondo arabo: Egitto, Arabia Saudita, Qatar, Bahrein, Iraq, Turchia, e Marocco. Naturalmente, data la varietà di temi e situazioni presentate, sarebbe impossibile esplorare tutto in maniera approfondita; ma ritengo che l'autrice abbia svolto un ottimo lavoro nel rappresentare le istanze femminili di questa regione, che pur avendo molti punti in comune, non sono le stesse in ogni nazione musulmana. Bisogna inoltre tenere presente che il libro è del 2008, quindi tanti degli esempi riportati qui non sono più attuali oggi (per esempio, il divieto di guidare in Arabia Saudita). L'ho trovato comunque un buon punto di partenza per avere un quadro generale della questione femminile nei paesi islamici, da cui si può partire per approfondimenti personali.