Manifesto del Terzo paesaggio è il primo libro tradotto in italiano di uno tra i più noti paesaggisti europei. Con l’espressione “Terzo paesaggio”, Gilles Clément indica tutti i “luoghi abbandonati dall’uomo”: i parchi e le riserve naturali, le grandi aree disabitate del pianeta, ma anche spazi più piccoli e diffusi, quasi invisibili: le aree industriali dismesse dove crescono rovi e sterpaglie; le erbacce al centro di un’aiuola spartitraffico… Sono spazi diversi per forma, dimensione e statuto, accomunati solo dall’assenza di ogni attività umana, ma che presi nel loro insieme sono fondamentali per la conservazione della diversità biologica. Questo piccolo libro ne mostra i meccanismi evolutivi, le connessioni reciproche, l’importanza per il futuro del pianeta. È un’opera di grande densità teorica, che apre un campo di riflessione anche ad implicazioni politiche. “Terzo paesaggio” rinvia a “Terzo stato”, al pamphlet di Seyès del: “Cos’è il Terzo stato? – Tutto. Cosa ha fatto finora? – Niente. Cosa aspira a diventare? – Qualcosa”.
Gilles Clément is a French gardener, garden designer, botanist, entomologist and writer. He has gained attention for his design of public parks in France, such as Parc André-Citroën. In 1998, he was the recipient of France's National Landscape Prize.
He is not to be confused with the space biologist Dr. Gilles Clément.
O meu primeiro livro em italiano :) ´il paesaggio é ciò che si vede dopo aver smesso di osservalo' Molto interessante, il concetto di terzo paesaggio di Gilles Clement si riferisca allo spaccio che l'uomo non controlla e il modo como Clement scrive sfida nostra comprensione di ciò che il paesaggio é e può essere. Fa riflettere sul rapporto tra natura e uomo.
Este es libro propone algo refrescante para el pasajismo y el urbanismo, me parece de suma importancia lo que el autor plantea y el tener este entendimiento a la hora de tomar desiciones que impacten a la ciudad, puede llevarnos a descubrir terrenos positivos para todas las especies no solo los humanos, y transformar nuestra visión urbana.
Voilà un texte qui porte à réfléchir. Ce manifeste s’oppose totalement aux valeurs de notre société qui prône l'exploitation à tout prix de toutes parcelles de terre monnayable. Que vive une vision plus poétique et philosophique de l’aménagement du territoire !
Una lettura fondamentale per guardare con occhi diversi e nuovi alcuni spazi delle nostre città che fino a qualche minuto prima ci potevano sembrare vuoti, derelitti o morti.
Interesantísimo como tractatus; como manifiesto no sé, un imperativo al que es difícil no adscribirse, pero sin pasos de acción. Igual está bien, y Clément ha escrito más, así que voy a ver.
Ecco un libro che meriterebbe ampia diffusione. Non c’è nessuno racconto, nessuna storia. Frasi semplici che si articolano tra loro quasi fossero postulati di un teorema, così man mano che li si comprende si va avanti e si giunge al concetto. • La natura intorno a noi si svela nella sua potenza, nella sua forza, nella sua vera energia ecosostenibile. Non sarà più possibile guardare il paesaggio senza pensare ai “residui” e al “giardino planetario”. Quei luoghi che ci sconvolgono perché abbandonati, ci appariranno scrigni da proteggere. • E allora ve lo chiedo quasi fosse un favore personale: se il vostro cuore è verde recuperatelo quanto prima. Vi assicuro che dopo non sarete più gli stessi, perché i paesaggi intorno cambieranno, le prospettive muteranno. • Chi non ha voce aveva bisogno di un Manifesto, ora sta a noi raccoglierlo.
Creo que aunque innovador e inspirador, no puedo ponerlo por los cielos, es una cosa cuca, no es un manifiesto al uso, creo que se queda a medio gas. Si os parece tan esencial creo que es porque os veis influenciados por las otras obras del autor
Un libro parecchio inutile: una serie di enunciati e proclami riuniti in una raccolta chiamata "manifesto" per spiegarvi l'ovvio: in tutti i centri abitati esistono zone dismesse e piccole aree abbandonate o non sfruttate nelle quali la natura prolifera in maniera spontanea, l'autore denomina tali spazi "terzo paesaggio", possono essere bordi di strade, spazi tra i palazzi o interi campi per lungo tempo non coltivati, comunque zone verdi in cui l'uomo non interviene. Si, va bene, e quindi? Quindi grande rivelazione da parte dell'autore: questi spazi sono molto diversi e biologicamente più interessanti da quelli in cui l'uomo interviene direttamente. Ma và?? Clément, ma và a ciapà ì ratt, come dicono dalle mie parti.