Milano, anni Settanta. In cella, a San Vittore, un ragazzo poco più che ventenne muove i primi passi nel mondo del crimine. La dura realtà del carcere e le sue leggi spietate lo plasmano, trasformandolo in colui che tutti, con timore e rispetto, impareranno a chiamare Hurricane. All'uscita dall'università del Quarto Raggio, viene assorbito con facilità nei meandri e negli intrighi della Milano di pericolose bande criminali: bische clandestine, partite di eroina, rapimenti e giochi di potere fra i boss che tengono la città sotto scacco a colpi di calibro 9. Una nuova complessa indagine impegna Enrico Radeschi, giornalista di nera e hacker, che, in sella alla sua inseparabile Vespa gialla del '74, dovrà vedersela con omicidi e sparatorie tra la Bassa Padana e la Milano nera di ieri e di oggi, affrontando con coraggio e sagacia un criminale spietato e senza scrupoli, considerato il nemico pubblico numero uno.
Paolo Roversi è nato il 29 marzo 1975 a Suzzara (Mantova). Scrittore, giornalista, sceneggiatore e podcaster, vive a Milano. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore di soggetti per il cinema e per serie televisive, spettacoli teatrali e cortometraggi. Ha scritto undici romanzi e i suoi libri sono tradotti in Francia, Spagna, Germania, Polonia, Serbia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacchia e Stati Uniti. Ha vinto diversi premi letterari tra cui il Premio Selezione Bancarella 2015 col romanzo Solo il tempo di morire (Marsilio) È fondatore e direttore del NebbiaGialla Suzzara Noir Festival e del portale MilanoNera. Il suo sito è www.paoloroversi.me Twitter e Instagram: @paoloroversi
Bello, mi è piaciuto molto questo libro che spazia tra passato e presente con grande intelligenza per creare una storia che mi ha avvinto e appassionato. Un ingiusto arresto e la vita di un giovane ragazzo viene sconvolta dalla durezza della vita carceraria che, un po’ alla volta, lo cambia per sempre fino a trasformarlo in un crudele e spietato delinquente conosciuto nella Milano criminale col soprannome di Hurricane, il nemico pubblico numero uno secondo la polizia. Enrico Radeschi è in vacanza forzata a Capo di Ponte Emilia quando viene uccisa una ragazza. Un’indagine che vedrà coinvolti sia il suo assistente Diego Fuster e il vicequestore Loris Sebastiani e che si rivelerà molto pericolosa e insidiosa con risvolti del tutto imprevisti e sconvolgenti. Lo scrittore è stato molto abile nel raccontarci l’evoluzione criminale di Hurricane intersecandola tra passato e presente fino allo sconvolgente finale che segnerà di certo indelebilmente anche i prossimi libri. Uno dei migliori, se non proprio il migliore, della serie sinora scritta.
Un giallo carico di tensione, dove il racconto si alterna tra presente e passato. L'originalità del libro sta nel far raccontare la storia in prima persona dall'assassino, un ragazzo finito in carcere per errore e che per sopravvivere diventa un criminale, una narrazione intima e all'inizio anche penosa. Questi capitoli si alternano con la descrizione del racconto che vede come protagonista Radeschi, scritto nel modo più distante, impersonale della terza persona, ma con la consueta presenza di episodi vivaci. La lettura scorre veloce, forse tra i migliori della serie.
Quattro stelle e mezzo
Anch'io mi sentivo diverso. La rabbia che provavo si era affievolita. Come smorzata. Desideravo solo vivere tranquillo. Col fiume, gli animali, la campagna. Uomini e animali insieme. Cani, gatti, galline, uccelli a banchettare dove scuotevo le briciole di pane. Con loro avevo raggiunto una sorta di armonia: ero diventato l'uomo della pianura.
Bello tornare ogni tanto nella "bassa" di Radeschi che è poi la mia "bassa", mischiata al caos di Milano. Mi è piaciuto parecchia la scelta del cambio di registro, l'utilizzo della prima persona per raccontare Hurricane e raccontarsi come una sorta di diario e la terza per Radeschi e la sua combricola. Scorre via bene, intrattiene ed è inutile girarci intorno, mi ricorda tanto casa.
Molto crudo, violento, a tratti cattivo; e tutto sommato, sono pochi quelli che si salvano dalla cattiveria in questo romanzo. Chi con gli atti, chi con la parola, chi con il cinismo. Forse, tutto un po’ forzato.
Deludente.Citati tutti i malavitosi milanesi degli anni '70-'80:Vallenzasca, Epaminonda, Turatello e costruita una storia abborracciata e raffazzonata.