La crudeltà di una matrigna che maltratta la figliastra e ostacola la sua storia d'amore con il Tenente, facendolo sposare con l'inganno a una delle sue figlie, e dopo molte peripezie il lieto fine con la giusta punizione: questa la storia di Himegimi, costellata di imprevisti, lacrime copiosamente versate, missive romantiche, versi che scandiscono il passare del tempo mentre ritraggono lo stato d'animo dei protagonisti. Una Cenerentola ante litteram commovente, talvolta ironica, che ci offre uno spaccato della vita degli aristocratici di corte del Giappone intorno al X secolo.
Prima di parlare della trama, partirei dal titolo originale giapponese, ovvero Sumiyoshi Monogatari, traducibile come "Il racconto di Sumiyoshi". Ma cos'è un monogatari? Il termine monogatari ha un'etimologia incerta, "mono è traducibile come fatto, racconto, avvenimento, katari derva dal verbo kataru, ovvero raccontare a voce. La funzione del monogatari è quella di raccontare dei fatti che avevano un'origine legata alla trasmissione orale, successivamente messi per iscritto nei monogatari. Non esiste un autore preciso, poiché l'oralità lo impediva; ogni volta che la storia veniva raccontata, essa si arricchiva di nuovi dettagli. I racconti hanno lo scopo di insegnare qualcosa, per cui all'interno si può trovare una vera e propria morale.
Il Sumiyoshi monogatari è un esempio lampante di un genere denominato "mamako mono" 継子もの (ままこもの), ovvero storie di figliastre maltrattate. I più famosi sono due: Storia di Ochikubo e questo. Si pensa che entrambe le opere siano scritte da un autore maschio, in quanto le due opere erano state concepite come dei 'manuali' per l'educazione femminile.
L'opera racconta la storia di Himegimi, la figlia di una delle due mogli di un cancelliere. La madre di Himegimi morì quando lei era ancora piccola, e la relazione con la sua matrigna si complicò, in quanto lei ordiva continui complotti alle spalle della fanciulla in favore delle figlie. Un giorno un tenente nota la fanciulla; tuttavia la matrigna, con un inganno, lo costringe a sposare una delle sue figlie. Himegimi, dopo una serie di avvenimenti, decide di fuggire e di recarsi in un piccolo villaggio di pescatori nei pressi di Osaka, dal nome Sumiyoshi. Lì, inizia a lavorare come domestica nel palazzo del villaggio. Nel frattempo, il tenente vive un matrimonio infelice; però una notte ebbe un sogno premonitore, in cui la divinità Kannon (protettrice di Sumiyoshi), lo condusse al palazzo. Lì, l'uomo ritrova Himegimi e insieme tornano al suo luogo d'origine. I due si sposano e la matrigna viene umiliata e ridotta in miseria.
Questo monogatari è importante per capire i canoni estetici e la struttura della società dell'epoca. Himegimi è la protagonista maltrattata, che si distringue per l'incredibile bellezza, e l'innato talento poetico e musicale (ovvero il koto). E' presente l'elemento buddhista, in cui il male è sconfitto e il bene trionfa.
E' un libro molto breve e scorrevole. E' arricchito da una lunga -ma dovuta- introduzione; i termini giapponesi e le varie usante dell'epoca sono poi riportati nelle note a fine libro, e nelle ultime pagine è presente un breve glossario che fornisce delle esaustive definizioni per i termini più importanti. Trovo che sia un libro molto carino da leggere, mi sono piaciute particolarmente le poesia contenute all'interno (la relazione s sviluppa secondo le norme prestabilite, ovvero tramite uno scambio di poesie, erano queste a determinare come fosse una persona).
Un monogatari che ha per soggetto la "figliastra maltrattata", un tema molto frequente in quel periodo. L'autore è anonimo in quanto la storia ebbe una probabile origine orale, e solo in seguito fu trascritta da ignoti. Ne esistono per questo svariate versioni: di più brevi e più estese, arricchite da un numero maggiore di poesie; ma sostanzialmente la base della storia resta invariata. Himegimi è orfana di madre e costretta a vivere con la seconda moglie del padre e le sue due sorellastre. A differenza delle fiabe occidentali, le sorelle non spalleggiano l'arcigna madre, ma si rivelano sostenitrici della sorellastra maltrattata. Per il resto, l'andamento della storia non differisce molto da quello ormai noto delle nostre fiabe. La matrigna cerca di privilegiare le sue figlie e mettere in cattiva luce la povera Himegimi agli occhi del suo stesso padre. Tali saranno la congetture da costringere la poveretta ad un esilio volontario per fuggire alla vergogna, e alle chiacchiere della gente. Inevitabile il lieto fine, anche se più a lungo termine rispetto alle fiabe occidentali. La storia non si conclude infatti con l'incontro dei due amanti, ma si protrae fino al matrimonio, al concepimento dei figli e alla loro crescita; tutti questi anni devono trascorrere prima di poter assistere alla giuste sofferenze patite dalla matrigna nell'apprendere della felice vita trascorsa dalla sua odiata figliastra.
Se vi piacciono le fiabe, e soprattutto amate quelle dove l'amore è il motore propulsivo, questo fa per voi. Molte vibes della cenerentola a noi nota, anche se non ci sono influenze dirette in un senso o nell' altro: l'amore fra una giovane donna e un uomo di classe importante, ostacolato dalla matrigna che vuole far fare carriera maritale alle figlie a discapito della figliastra è infatti un topos presente in diverse parti del mondo. Mi è piaciuto molto vederlo elaborato nella cultura giapponese classica, che vorrei approfondire oltre la narrativa (quindi i consigli sono ben accetti), soprattutto perché immaginando l' evoluzione della storia ho potuto concentrarmi sui dettagli dell' ambientazione
E' l'equivalente di Cenerentola, ma è un racconto molto antico, di cui si è perso l'autore. La traduzione è curata da Carolina Negri docente dell'università di Venezia è molto accurata e dotata di molte note integrative per approfondire conoscenza della cultura giapponese. Raccomandato per ampliare le conoscenze della cultura nipponica.
È l’equivalente di Cenerentola, ma è un racconto molto antico di cui si è perso l’autore. Niente di eccezionale: è una fiaba che si tramanda nella cultura giapponese come, appunto, la “nostra” Cenerentola.
Il Giappone è sempre stato un paese con usi e costumi peculiari, ancora oggi spesso molto lontano dal nostro stile di vita. Una storia giapponese, quindi, ambientata per di più nell'epoca Heian (794-1185), ci catapulta in un mondo sconosciuto, per certi versi affascinante, in cui i personaggi comunicano in versi, esprimendo i propri sentimenti e desideri sotto forma di metafore e similitudini riguardanti la meravigliosa natura nipponica e le stagioni:
Anche con il passar del tempo, sempre ardente come le viscere del monte Fuji che continua a emanare il suo fumo sarà la passione nel mio cuore per voi. O ancora: Effimera più della rugiada che si posa su una campanula, evanescente come i vapori che si levano dalla terra è la mia esistenza.
La storia è molto semplice e comune: una ragazza molto bella, di cui è gelosa la matrigna, si innamora, ricambiata, di un uomo. Ma la matrigna riesce a fare in modo che lui sposi una delle sue figlie, e progetta un futuro degradante per la protagonista. Questa è così costretta a fuggire, ma viene ritrovata dall'uomo anche grazie ad un intervento divino, ed i due sono liberi di vivere il loro amore. Ne La principessa di Sumiyoshi è quindi presente il tema della figliastra maltrattata, un problema molto comune nella società dell'epoca, nella quale un uomo aveva più mogli in rivalità tra loro, e che probabilmente giustifica il successo che l'opera ebbe tra i lettori del tempo. A questo tema segue quello della fuga, una sorta di "purificazione" utile perchè la protagonista si trasformi da fanciulla in donna, ed infine il matrimonio, lieto fine per gli innamorati e punizione per la matrigna. Lo stile della storia è semplice, la trama è essenziale, mancano le lunghe descrizioni, le rievocazioni, i personaggi sono senza spessore e si muovono secondo modelli prestabiliti. Ciò, insieme all'uso di espressioni di cui l'uditorio conosceva bene il significato, fa pensare che l'opera sia anonima perchè in principio veniva trasmessa oralmente, e solo in seguito ne fu ricavato un testo scritto.
Ancient, Past, or Modern I hate any story that could be solved with a simple conversation. Because the story exists, doesn't mean the principles behind it make it any better or more readable. It's 'cinderella-like' but also not - because Himegimi had multiple opportunities to fix everything with a word. I guess it's a lot of the things I don't like in some other Classic Japanese lit in one condensed volume.
The rating is actually 2.5, and I think it's worth mentioning that I've read this tale in English, I just couldn't find a corresponding edition on the site.