Per nove mesi, dal luglio 1888 all’aprile 1889, Klara Hitler, nata Pölzl, porta nel grembo colui che è destinato a diventare il più feroce dittatore di tutti i tempi, l’incarnazione del male assoluto. Régis Jauffret dà per la prima volta una voce e un’anima a questa donna quasi sconosciuta, e le fa raccontare la storia di quella gravidanza fatale. Nove mesi in cui emergono la violenza, la chiusura, la durezza, la soffocante religiosità, il gretto maschilismo del contesto familiare in cui nasce Adolf Jauffret racconta attraverso la letteratura quale coacervo di male e di crudele piccolezza umana e familiare darà vita all’uomo capace di concepire il nazismo e di creare Auschwitz. E lo fa inserendo nella narrazione un’ulteriore intuizione letteraria, perché ai fatti e ai giorni si aggiunge una sorta di fiume carsico di parole e di immagini che invadono la mente della madre e che lei trascrive benché le risultino quasi del tutto incomprensibili, e che sono trasmesse alla sua coscienza dalla creatura che ha nel ventre. Immagini e parole che prevedono e descrivono la ferocia e i crimini che quel feto, una volta diventato uomo, commetterà ai danni dell’intera umanità.Pochissimi autori sono stati capaci di esplorare l’indicibile dell’essere umano con la genialità narrativa e letteraria di Régis Jauffret. Soltanto lui avrebbe potuto compiere questo viaggio nell’abisso, con la consapevolezza che niente come la letteratura può scavare in profondità nell’animo perché nessun libro di storia, nessun saggio, nessuna analisi sociologica, politica o economica possiede il potere del romanzo.
Régis Jauffret is the author of numerous novels, including "Universe, Universe" (2003) for which he was awarded the "Prix Décember" and "Insane Asylum" (2005) for which he won the "Prix Femina". In 2007, his book "Microfictions" was awarded the "Prix France Culture / Telerama" and the grand prize of black humor Forneret Xavier.
Régis Jauffret est l’auteur de plusieurs romans, dont Histoire d’amour, Clémence Picot, Fragments de la vie des gens, Univers, univers, prix Décembre 2003, Asiles de fous, prix Femina 2005, Microfictions, prix France Culture-Télérama 2007, et Lacrimosa (2008). Il a également publié une pièce de théâtre, Les gouttes.
“1889” è il racconto di una gravidanza dal punto di vista della madre; una donna bigotta, maritata a suo zio e da lui costantemente abusata, deputata dal destino a custodire in sé e portare poi al mondo il più grande male della storia dell’umanità: Adolf Hitler. “1889” è romanzo difficile, a tratti doloroso e per menti solide, ma intenso, perforante e libero come solo le grandi opere sanno essere. Jauffret è uno dei più importanti scrittori del nostro tempo. Lo dicono i suoi libri, lo dirà la storia.
Hitler narrato da un punto di vista inedito, da sua madre durante il periodo di gravidanza. Ecco che quindi si parla più del contesto famigliare, di oppressione, fanatismo religioso e ossessione. Più si va avanti con la gestazione più il peso del feto si fa sentire sia fisicamente che mentalemtne, evocando immagini sempre più grottesche e folli, ma che saranno reali. Questo con una prosa perfetta, ispirata, sia appunto nel dipingere questi flash ma anche nello schiacciare realmente la protagonista sotto il peso delle parole e del linguaggio concludendo con pura letteratura la sua discesa nella follia.
Parlare dell'ambiente che ha dato i natali a Hitler non è sicuramente semplice, ma analizzarlo meticolosamente come ha fatto Jauffret dice la serietà del lavoro. Chiaramente è un romanzo, ma anche un testo difficile, sia per i contenuti che per gli esiti che quegli uomini hanno causato all'umanità. Non è detto che chi lo inizia, riesca ad arrivare alla fine, ci vuole stomaco.
1889 è il tentativo di analizzare il contesto storico e sociale in cui germogliò il carnefice del mondo: Adolf Hitler. L'ambiente desolato e squallido, la madre bigotta, il padre indifferente, crudele e avido.