"Per noi la jolanda è un oggetto d'uso. Ci basta che funzioni bene e fine. Per i maschi, invece, il walter è come l' uno status symbol. Allora ecco che inventano la pomata che lo fa risvegliare di da spinacio a zucchina in un nanosecondo. E per te maschio che soffri di caduta libera, che hai il walter che fa bungee-jumping, c'è la calamita che te lo tira su come il ponte levatoio dei castelli. Senti anche il sradadadadan... E poi c'avete sfrantecato con 'sta storia del vostro lato femminile. Non ne possiamo più di vedere uomini che si depilano, tutti Ponzi Depilati. I maschi di oggi son tutti senza peli come pesche noci. Ormai se trovi un pelo addosso a tuo marito è perché è di un'altra donna. Tanto le carte in tavola non noi donne siamo la spuma dello champagne mentre voi maschi non siete altro che il fondo sabbioso del barbera. A voi appena vedete una jolanda vi si accende un neon nel cervello che lampeggia, gnoc-ca gnoc-ca gnoc-ca, come le luci di emergenza. Certo, anche noi donne abbiamo i nostri sporchi trucchi. Tipo il Verginity soap, un sapone che serve a ricostruire la verginità. Se prima della insaponata la vostra jolanda era una autostrada a quattro corsie, dopo diventa una mulattiera. Se prima era una saccoccia da grembiule, dopo diventa un'asola. Se prima era una nave scuola, dopo diventa una gondola." Parlare di walter e jolanda è un modo per parlare del mondo. Luciana Littizzetto lo ha capito prima di tutti. Nelle sue irresistibili pagine i nostri organi genitali diventano qualcosa di superiore, quasi lo yin e lo yan, i due assi cartesiani dell'universo. E come per magia la comicità si allarga e diventa satira.
Figura di spicco della comicità italiana, è anche attrice, scrittrice e speaker radiofonica. Dopo il diploma in pianoforte al conservatorio e la laurea in lettere, ha insegnato lettere e educazione musicale. Nel contempo, ha seguito i corsi di recitazione dell’Istituto d’arte e spettacolo sotto la guida di Arnoldo Foà e ha poi iniziato l’attività di doppiatrice, attrice e autrice di spettacoli di cabaret. Nel 1991 vinse il festival di cabaret Bravograzie e l’anno successivo entrò a far parte del cast del programma di Rai3 Avanzi; nello stesso anno l’attrice comica è stata fra gli ospiti fissi della trasmissione di Bisio e Athina Cenci Cielito lindo andata in onda su Rai3 (in cui presentava il personaggio di Sabrina). Dal gennaio del 1995 ha partecipato con Oreste de Fornari e Gloria de Antoni a Letti gemelli e anche a Tv cumprà con Ivo Garrani e Michele Mirabella; nel 1997 alla trasmissione di Italia1 Facciamo cabaret e poi a Ciro, il figlio di Target. Nel 1997 è avvenuto anche il suo debutto cinematografico con il film di Davide Ferrario Tutti giù per terra tratto da un romanzo di Giuseppe Culicchia. Nello stesso anno ha interpretato anche Tre uomini e una gamba, nel 1999 E allora mambo, nel 2001 Ravanello pallido (di cui è stata anche sceneggiatrice). In televisione, dopo alcune apparizioni come ospite, è diventata inviata speciale di Mai dire gol in occasione dei Mondiali di calcio 98 e con l’inizio della stagione 1998-99 ha fatto parte integrante dello show fino al 2000, anno in cui è diventata ospite fissa del programma di Rai2 Quelli che il calcio… nell’ultima stagione condotta da Fabio Fazio. Dopo aver fatto parte del cast di Mai dire domenica, dal 2005 diventa la presenza domenicale del programma di Rai3 Che tempo che fa, condotto da Fabio Fazio, il quale la vorrà accanto anche in Quello che (non) ho (La7-2012) e nei Festival di Sanremo del 2013 e 2014. Numerose sono anche le sue trasmissioni radiofoniche: l’hit parade radiofonica con Chiambretti, Single su Radio2 nel 1997, Titanic(a) ancora su Radio2. Attualmente su Radio DeeJay, insieme a Vic, conduce La Bomba.
Era da anni che non leggevo qualcosa della Littizzetto. Ho conosciuto i suoi lavori quando ero alle superiori e mi hanno fatto ridere, ma non sono andata avanti e quando all'epoca un amico mi disse che secondo lui la Litti stava calando non ci avevo dato peso. Forse perchè all'epoca leggevo meno e tutto mi sorprendeva. Ma questo libro proprio non mi ha preso. Si', ci sono dei passaggi simpatici, però per certi aspetti non mi sono trovata. Ad esempio, alcune situazioni calcano una comicità forzata e pensieri troppo espliciti ed intransigenti su alcuni temi come quello del crocifisso sulle aule, per dirne uno. Va bene farmi ridere, ma non calcare la mano e non farmi passare per comicità un giudizio definitivo e tuo personale. Come la notizia di Victoria Beckam quando voleva vivere nel castello sforzesco o di un tipo col pene gigante. Sì, carino, ma bastano tre righe. Ovviamente i grandi protagonisti sono il "walter", sinonimo dell'apparato genitale maschile,il sesso e un pò la politica e l'attualità anche se di pochi anni fà. Ora posso confermare che o sono invecchiata io o che leggo troppo o che la Litti ha perso smalto.
Sebbene anche questo libro sia figlio dei suoi anni - è stato pubblicato nel 2010 e gli anni si sentono specialmente quando si parla di politica nazionale e internazionale - I dolori del giovane Walter porta di sicuro una ventata di freschezza in più rispetto a La principessa sul pisello che sì, mi aveva fatta sorridere, ma di fatto non mi aveva colpita più di tanto.
Questo volume contiene sempre i "monologhi" della Littizzetto su vari argomenti - sesso, politica, attualità, giovani, vecchi, celebrità e gente comune - ma ci sono stati dei momenti in cui ho riso davvero forte, tanto da avere quasi le lacrime agli occhi.
È molto semplice: per apprezzare questo libro, deve piacere la Littizzetto. Si tratta di una lettura veloce, divertente e leggera; lei d'altronde è simpaticissima, e ogni battuta -- che piaccia o meno -- ha sempre una punta di sarcasmo (e un fondo di verità). Nonostante il libro si legga tutto d'un fiato, può risultare stucchevole. Meglio sarebbe leggerlo su un periodo più lungo, quando viene voglia di farsi una risata.
Sembra che questo sia il periodo in cui molti autori che non mi hanno mai deluso in qualche tendono a farlo per la prima volta. Dopo Lorenz anche la mia adorata Littizzetto segue a ruota questa tendenza. Mi spiego meglio: un'autrice come la Littizzetto, dotata di intelligenza e sagacia ben sopra la norma, non può (secondo me) permettersi di adagiarsi sugli allori e di "accontentarsi" del minimo sindacale e, purtroppo, questo libro lo è; chiariamo, non è che non ci siano spunti divertenti o punzecchiature più che gradevoli, ma nella media il sorriso è a malapena accennato e, soprattutto, c'è l'impressione di uscite che a volte sfiorano un qualunquismo che di solito non le appartiene affatto. Poi può anche essere che i miei gusti stiano cambiando è che ciò che prima mi faceva sbellicare ora mi lasci freddino, ma onestamente non penso sia questo il caso. Peccato, ci contavo proprio.
Della Littizzetto "scrittrice" avevo letto in precedenza Sola come un gambo di sedano, che mi era sì piaciuto ma non così tanto da affrontare anche gli altri suoi libri: questo mi è stato consigliato in un gruppo di lettura aNobiiano e volentieri l'ho accettato. Lettura leggera e divertente, ma non brilla in modo particolare. Lucianina, come la chiama Fabio Fazio, in televisione dà il meglio di sé: arguta, tagliente, irriverente. Adoro le sue metafore, semplici eppure di grande effetto. Sulla carta invece non rende: un testo per la televisione è tutt'altra cosa di un brano da leggere e proprio questo è il grande neo dei libri della Litti.
Esilarante, divertente e spassosissimmo! La Littizzetto esamina argomenti un po' spinosi e li ripropone in una versione meno angosciante ma decisamente più godibile. A volere raccogliere qualche citazione si dovrebbe ritrascrivere l'intero libro visto che l'autrice ne spara una dietro l'altra e sono una meglio dell'altra. I libri della Littizzetto sono facili da leggere, composti da capitoli di massimo due facciate e di argomenti scollegati tra di loro; in ogni caso sono sempre una scelta vincente.
Luciana Littizzeto is not a writer, she's a comedian. And this book is a collection of her well-known monologues about every aspect of life, from the old "men vs. women" to Italian politics through every kind of strange event. Some of these monologues are really very funny, I had tears in my eyes from laughing. Others only had me smiling... Which is still a lot. But, if you cannot stand four-letters words and partially coarse language, then stay away from this book.
Sinceramente mi aspettavo di meglio... ho riso violentemente tre o quattro volte e sorriso una trentina, ma su duecento pagine mi sembra poco. Lo so, la matematica non è il modo giusto per valutare un libro, ma tant'è... lei è simpatica e dolceamara, ma se la vedi rende di più... e poi, mi è parso lo abbiano riletto poco, potevano curare di più il testo.
L'ho letto in treno tornando a Milano e, devo dire, mi ha preso meno degli altri. La verità è che avevo già sentito molte di queste riflessioni, se non tutte, alla radio. Per il resto è la solita Littizzetto: ironica, divertente, intelligente.
Per noi la jolanda è un oggetto d'uso. Ci basta che funzioni bene e fine. Per i maschi, invece, il walter è come l'automobile: uno status symbol...e non ne possiamo più dei maschi che si depilano. Ormai se vedi un pelo sul tuo boy, è perchè è di un'altra donna... :-D
Sempre acuta e irriverente anche se un po' meno graffiante del solito. Dalla saga della verdura, la Lucianina Nazionale ha perso un poco del suo smalto ma non di certo la sua verve. Resta comunque un libro da leggere!