Ask the Author: Marco Freccero

“"Avete delle domande a proposito dei miei racconti? Basta chiedere!".” Marco Freccero

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Marco Freccero Ciao Carlo,

tutto parte da un'immagine. La seguo. Per me la scrittura ha a che fare con... l'archeologia: si tratta di portare alla luce un reperto (una vita, una storia), e cerco di farlo al meglio delle mie possibilità. Il mio lavoro consiste quindi nel portare alla luce quella storia dimenticata, ignorata, sepolta sotto strati e strati di indifferenza.
Marco Freccero Come gestisco, o risolvo, il blocco dello scrittore?
Scrivendo.
Qualcuno potrebbe osservare che se scrivo allora non ho il blocco dello scrittore.
In realtà si tratta di "tattica".

Se arrivi a un certo punto della storia (oppure: la storia proprio non parte): tu scrivi. Qualunque cosa. La lista della spesa. Quello che vedi dalla finestra, oppure ciò che hai sulla scrivania.
Se la strada per tornare a casa è bloccata, non aspetti che arrivi l'impresa a liberarla (tanto ci vorranno dei mesi).
Cerchi un'altra strada.

Scrivere, scrivere comunque, scrivere un'altra cosa o altre cose, permette di aggirare l'ostacolo. Garantisce alla mente un nuovo "viaggio", una via di fuga da una situazione chiusa e forse persino tossica. Offri ai tuoi neuroni la possibilità di una fuga dalla prigione del blocco dello scrittore. Perché è inutile sbattere la testa contro il muro e cercare di continuare, se non riesci a progredire.

Prenditi una pausa. Scrivi una lista, descrivi la stanza.

E ricorda anche quello che diceva il grande Raymond Chandler: "Quando non sai come andare avanti con una storia, fai entrare un uomo con la pistola spianata. Funziona sempre".


Marco Freccero Non lo conosco.

Ma non amo questa moda di "erede di Carver", o "erede di Yates", o "erede di Bukowski". Se è vero che ogni essere umano è unico, allora non ci sono mai eredi. Nemmeno un figlio è davvero "erede", tranne che dei beni materiali, ovviamente!

Se parliamo poi di scrittura al massimo ci sono delle influenze, una particolare visione delle cose che è affine a quella di questo o quell'altro autore. Ma nient'altro. Si tratta di una semplificazione che una certa critica pigra rifila a determinati autori. Con la complicità di uffici di marketing con scarsa fantasia.
Marco Freccero Domanda da 1 milione di euro.

Bisognerebbe avere innanzitutto un blog, e scegliere con cura poche reti sociali sulle quali stare per "rafforzare" il proprio marchio. Non avere fretta.
Ricordati che se vuoi pubblicare devi conquistare potenziali lettori, non altri autori come te (male non fa, ma non è esattamente lo scopo di chi scrive che vuole invece lettori).
Con "conquistare lettori" intendo che devi evitare i post su come vendere 100 copie in 7 settimane, come scrivere un romanzo in 10 settimane, come scegliere la copertina migliore, quale servizio di self-publishing... Eccetera eccetera. Per quale ragione? Perché se scrivi hai bisogno di LETTORI che non sono affatto interessati a questi argomenti; se li affronterai sul tuo blog avrai invece l'interesse di altri scrittori come te (e a mio parere è un errore di strategia).
Ma come attiro i lettori sulle mie opere grazie al blog? Premesso che devono essere in buon italiano, che occorre tempo per crearsi un pubblico fedele (e con tempo intendo: anni), la risposta è: SAPERLO!
Di sicuro non lo attiri spiegando che Scrivener è meglio di Word (ed è così, però avrai solo l'interesse di altri scrittori: a me che sono lettore, che importa quale programma usi per le tue storie?). Probabilmente il "segreto" è proporre contenuti capaci di attirare l'attenzione dei potenziali lettori. Scrivere brevi racconti da pubblicare sul proprio blog. Spiegare il retroscena di quel racconto. Parlare del modo di lavorare dei propri scrittori preferiti; il loro punto di vista su certe questioni.
A grandi linee, il mio pensiero. Poi su ciascuno di questi miei punti di vista ci sarebbe da dire ancora parecchio.
Marco Freccero Ciao!
Mi sono accorto solo ora della domanda, mi dispiace.

Non ho letto "Stoner", non ancora, ma credo che quest'anno sarà una delle mie letture.
Posso dire che cosa affascina me nel leggere la storia delle persone normali (temo che buona parte dei lettori NON apprezzi affatto questo tipo di storie). Si tratta di esistenze che per il fatto di non essere straordinarie, sono emarginate, sono considerate meno interessanti.
Quello che si vede ovunque sono solo coloro che fanno qualcosa di eccezionale. Questa società, come tutte quelle che ci sono state prime, e le prossime, detesta cordialmente tutto quello che è ordinario, non è abituata a credere che vi sia qualcosa di buono e bello in una vita semplice. "Tirare avanti" è da perdenti. Io credo invece che queste persone abbiano una forza e una dignità che li rende comunque meritevoli di essere celebrati e ricordati. E io ci provo...
Marco Freccero Sempre ansia, paura e preoccupazione. Ma quello succede anche quando premi sul tasto "Pubblica". D'un tratto, tutto è puro orrore, i dialoghi sono ridicoli, l'intreccio (ma c'è l'intreccio? O è solo un caravanserraglio?) inesistente. Però speri...

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