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Carlo Fruttero Carlo Fruttero > Quotes

 

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“Il commissario andò a sedersi dietro la scrivania, al suo posto. I suoi affanni, le sue oscillazioni private alla ricerca di un 'savoir vivre' d'occasione, cadevano davanti a quel fermo suggerimento, a generazioni e generazioni di donne abituate a esprimere e ricevere condoglianze in un certo modo, a far lucidare l'argenteria in certi giorni, a mandare i figli in certe scuole, a contenere le spese di casa entro certi limiti. Aveva ragione lei, naturalmente: se c'era un'etichetta, una regola, una procedura, era proprio nei momenti di crisi che bisognava seguirla. Ecco a cosa serviva, la tradizione.”
Carlo Fruttero & Franco Lucentini, La donna della domenica
“Altre città regalavano al primo venuto splendori e incantamenti, esaltanti proiezioni verso il passato o l'avvenire, febbrili pulsazioni, squisiti stimoli e diversivi; altre ancora offrivano riparo, consolazione, convivialità immediate. Ma per chi, come lui, preferiva vivere senza montarsi la testa, Torino, doveva riconoscerlo, era tagliata e squadrata su misura. A nessuno, qui, era consentito farsi illusioni: ci si ritrovava sempre, secondo la feroce immagine dei nativi, 'al pian dii babi', al livello di rospi. Si ripeté più volte la frase, con una specie di acre compiacimento: sapere, e mai dimenticare, di essere 'al pian di babii'; nient'altro, in fondo, pretendeva da te la città, che poi, una volta fatta la burbera tara del creato, stabilito il peso netto tuo e dell'universo, ti spalancava, se volevi profittarne, i suoi infiniti, deliranti spacchi prospettici.”
Carlo Fruttero & Franco Lucentini, La donna della domenica
“Het getto van Venetië bracht hij later zelf ter sprake. Hij vertelde me dat het woord “getto”, dat mettertijd aan alle andere joodse wijken werd gegeven, daarvandaan kwam, vanwege een ijzergieterij die er stond, een zogeheten ghèto.

De Minnaar Zonder Verblijfplaats”
Fruttero & Lucentini
“Il commissario, che era sempre stato, per indole e per mestiere, un amico delle semplificazioni, sapeva però molto bene che per arrivarci (e ci si arrivava sempre prima o poi) bisognava sudare sangue. Nessuno te le regalava le formule di due parole che risolvevano tutto; te le dovevi guadagnare sul campo.”
Carlo Fruttero & Franco Lucentini, La donna della domenica
“Allora non solo io, pensa, ma tutti, che lo sappiano o no.
Tutti pateticamente, inestricabilmente prigionieri di questo confuso
doppiofondo, di questo repertorio dozzinale dove ciò che ci è accaduto è presto
indistinguibile da ciò che abbiamo soltanto sognato, immaginato, imitato,
desiderato, copiato, fuggevolmente, erraticamente percepito da quando siamo
nati.
Una ininterrotta rimasticatura, un immane doppiaggio.
E sempre stato così, si chiede mentre lo scuote un secondo sternuto, nei secoli
dei secoli? Che percentuale di autenticità, si mette febbrilmente a calcolare,
avranno avuto i longobardi, i franchi? Del 77%? Del 90%? E i Comuni,
l'Umanesimo, il Rinascimento, le pestilenze, gli assedi, le carestie, Violante
di Baviera, Duccio di Buoninsegna? Tutti reali, tutti genuini come le cipolle
di Paolino? Tutti macrobiotici? Vai a sapere, rinuncia soverchiato.
Vai a vederci chiaro in questa esponenziale folla di mezze ombre, di semi-vivi,
di tremule comparse, di impacciate controfigure che forse da tempo immemorabile
popolano la Nobile Contrada della Terra.
Prevaricatori tutti, falsificatori tutti, io per primo.”
Fruttero & Lucentini, Il palio delle contrade morte
“La vita era fatta così: greve, goffa, penosamente naturale, cominciava a divertirti solo quando s'alzava da terra per tendere all'Arte; ma non ti dava mai un senso così acuto di inanità come quando, bene o male, riusciva a raggiungerla... Era naturale, del resto. Il bel dipinto, la bella poesia, la sinfonia sublime, finivano lì. Invece la vita, per forza, continuava. Non avevi ancora finito di applaudire, che già dovevi chiederti: "E adesso?".”
Carlo Fruttero & Franco Lucentini, La donna della domenica
“Ne pas trainer au lit.”
Carlo Fruttero & Franco Lucentini, La donna della domenica
“Per questo le aveva regalato quella moneta: come una specie di portafortuna per tutti e due. Gliel'aveva regalata - riflette Mr. Silvera mentre il campanile suona l'una e mezzo - come una di quelle monete che si gettano nelle fontane di lontani paesi, di lontane città, con la speranza di tornare. Ma l'aveva anche avvertita che era falsa.”
Carlo Fruttero, L'amante senza fissa dimora
tags: amore
“Nessuno, del resto, si accorgeva mai di niente, nemmeno delle cose più ovvie. I suoi amici Maurizio e Joan trovavano bellissimo il loro bambino mongoloide e lo imponevano a tutti i visitatori; sua cugina Nini viveva in un ricco sottotetto a Parigi, dipingendo quadri di eccezionale inanità e credendosi vittima di una macchinazione internazionale di mercanti d'arte; il più volpino degli avvocati di suo padre, Della Valle, si ostinava a giocare a golf da otto anni senza fare il minimo progresso. Tutti ciechi, tutti inconsapevoli, attraversavano a testa alta e vuota la loro vita senza specchi.”
Carlo Fruttero & Franco Lucentini, La donna della domenica
“No, non c'erano scorciatoie, niente era mai veramente a portata di mano. Ma con un rintocco d'indulgenza - il primo della sua lunga vita nella polizia - capì che questo, appunto, era ciò che rifiutavano disperatamente i criminali di tutte le razze, ladri, rapinatori, prostitute, drogate, falsari, ricattatori, dinamitardi, assassini. Era duro da mandar giù, il grigio ordine delle cose, il passo a piedi piatti della realtà.”
Carlo Fruttero & Franco Lucentini, La donna della domenica

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