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“Tutto comincia e finisce nel grembo d’Amore: i primi peccatori dell’Inferno e gli ultimi del Purgatorio sono malati o guariti d’amore, e in Paradiso c’è il cielo di Venere, e nel corso del lungo viaggio, nei canti centrali, nel diciottesimo del Purgatorio, si parla ancora d’amore. Fino all’ultimo verso del grande poema, che pronuncia per l’ultima volta la parola magica. L’amore è l’inizio e la fine, l’Inferno e il Paradiso, il male e la terapia. L’amore ci salva e ci danna, ci uccide e ricrea, è passione morbosa o alata accensione, un viscerale sprofondamento o la levitazione che ci indìa...”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“Insomma l'amore, come dice Avicenna, e Cavalcanti in Donna me prega, è una pulsione dell'anima sensitiva, un accidens, che non dà tregua all'innamorato e lo induce a cercare ossessivamente la corresponsione. In quanto passione dell'anima sensitiva, s'insedia in noi senza chiederci il permesso: semplicemente accidit, succede. Ma non si limita a succedere, si trasforma anche in passione travolgente e fatale perché "non condona l'amare all'amata", non sa essere disinteressato, e trasforma l'innamorato ossessivo in un potenziale killer, come Paolo che non frenando il proprio impeto condanna sé e Francesca a un destino di morte (un accidente che sovente è fero, crudele, dice Cavalcanti in Donna me prega). L'unica possibilità per uscire da questa trappola mortale (in un'epoca di impunità e delitti d'onore) è "condonare l'amare all'amata": è ciò che ha fatto Dante a partire da Donne ch'avete intelletto d'amore; è ciò che ripete possibile nel XVIII del Purgatorio: si può distinguere tra amori che possono essere vissuti e rei amori, amori che fanno male. Questi ultimi sono a rigore accidenti come tutti gli altri: non si può fare a meno di provarli, ma si può fare a meno di viverli; il libero arbitrio vige anche in amore, occupa la soglia dell'assenso, dice sì o no, non alla passione che se accidit accidit, ma alla possibilità di tradurla in atto. È questa la luce (della coscienza, della ragione) che tace nell'inferno dell'amore.”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
― Di retro al sol: Scritti danteschi
“Gli attori italiani del dopoguerra avevano un modo di recitarlo che non si applicava a nessun altro poeta, solo all'autore della Commedia. Si doveva atteggiare la faccia a dannati michelangioleschi, descrivere con le mani gesti ampi e solenni, e scandire i versi col tono più innaturale che si fosse in grado di produrre, dilatando e incupendo le vocali e trascinando il più a lungo possibile le nasali o le fricative. L'unico altro personaggio cui Vittorio Gassman abbia prestato l'intonazione dantesca era Brancaleone da Norcia, ed è singolare che l'esatta impostazione che rendeva comico quest'ultimo rendesse in quegli stessi anni credibilissimo Dante. Si vede che era così che lo volevamo: sovrumano, innaturale, sublime e soprattutto lontano. Poi è arrivato Benigni a recitarlo come si usa recitare Pascoli, una rivoluzione culturale di cui si sono accorti in pochi, tra gli osanna a priori, le critiche accademiche e l'atteggiamento di gran lunga prevalente del "ben venga Benigni" (come dire: qualche strafalcione nell'esegesi, lasciamo perdere la recitazione, ah Carmelo Bene, ma, se milioni di persone tramite lui si accostano a Dante, tanto di cappello! Qualcuno si è spinto oltre: avessimo avuto al liceo un insegnante di lettere così!). Nessuno si è accorto che la vera rivoluzione di Benigni è stata proprio quella di riportare Dante sulla terra, quasi a sbeffeggiare il mastodonte romantico di piazza Santa Croce (il significante, non il significato) sotto il quale la rappresentazione avveniva.”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
― Di retro al sol: Scritti danteschi
“10. l'Amor che move il sole e l'altre stelle (Paradiso XXXIII 146) L'ultimo verso della Divina Commedia è famosissimo. L'amore, veniamo a sapere, è l'energia cosmica che muove stelle e pianeti e si sprigiona direttamente dal Motore Immobile. È per mettersi in perfetta sintonia con esso che Dante ha fatto il viaggio. Ora che lo ha condotto a termine, i suoi desideri hanno imparato finalmente ad armonizzarsi con quelli di Dio.”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
― Di retro al sol: Scritti danteschi
“In quell’occasione tuttavia, sempre sovrappensiero, aveva fatto esattamente il contrario del solito: dal Ponte Vecchio s’era messo a guardare l’Arno verso Rubaconte e per un attimo, quando se n’era accorto, ne era rimasto turbato. Lo interpretò come un presagio sinistro, come una preoccupante inversione di tendenza, il segno dell’insinuarsi subdolo, nell’anima già adulta, d’una pericolosa attitudine alla nostalgia...”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“«Mente» e «umìle» e più di mille sporte
piene di «spirti» e 'l vostro andar sognando
mi fan considerar che, d'altra sorte,
non si pò trar ragion di voi rimando. Non so chi 'l vi fa fare, o vita o morte,
ché, per lo vostro andar filosofando,
avete stanco qualunqu'è 'l più forte
ch'ode vostro bel dire imaginando. Ancor pare a ciascuno molto grave
vostro parlare in terzo con altrui
e 'n quarto ragionando con voi stessi; ver' quel de l'uom ogni pondo è soave:
cangiar donque maniera fa per voi;
se non ch'i' porrò dir: «Ben sète dessi!».”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
piene di «spirti» e 'l vostro andar sognando
mi fan considerar che, d'altra sorte,
non si pò trar ragion di voi rimando. Non so chi 'l vi fa fare, o vita o morte,
ché, per lo vostro andar filosofando,
avete stanco qualunqu'è 'l più forte
ch'ode vostro bel dire imaginando. Ancor pare a ciascuno molto grave
vostro parlare in terzo con altrui
e 'n quarto ragionando con voi stessi; ver' quel de l'uom ogni pondo è soave:
cangiar donque maniera fa per voi;
se non ch'i' porrò dir: «Ben sète dessi!».”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
“Ho immaginato molto, ma non ho inventato nulla. La canzone Ben aggia l’amoroso e dolce core, risposta per le rime a Donne ch’avete intelletto d’amore di Dante, è nel codice Vaticano latino 3793, anonima, attribuita a un non meglio identificato “Amico di Dante”.”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“a tutte mie virtù fu posto un freno subitamente, sì ch'io caddi in terra, per una luce che nel cuor percosse: e se 'l libro [della memoria] non erra, lo spirito maggior tremò sì forte, che parve ben che morte per lui in questo mondo giunta fosse.”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
― Di retro al sol: Scritti danteschi
“l'idea dell'amore salvifico per Beatrice fa la sua prima apparizione nella canzone Avegna ched el m'aggia più per tempo con la quale Cino si dà a consolare l'amico per la morte dell'amata: Ella parla di voi con li beati,
e dice loro: «Mentre ched io fui
nel mondo, ricevei onor da lui,
laudando me ne' suo' detti laudati».
E priega Dio, lo signor verace,
che vi conforti sì come vi piace.”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
e dice loro: «Mentre ched io fui
nel mondo, ricevei onor da lui,
laudando me ne' suo' detti laudati».
E priega Dio, lo signor verace,
che vi conforti sì come vi piace.”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
“«Malacoda!». Ogni tanto provava a chiamare il suo cavallo, nella speranza infondata che prima o poi capisse i suoi ordini e li eseguisse, da quel corsiero ben addestrato che non era. Ma c’era poco da lamentarsi, era stato lui a educarlo male, non ci aveva perso troppo tempo quando era il caso di farlo, quando era ancora un puledro a Pagnolle: ormai era troppo tardi. Gli aveva dato quel nome da spiritello balzano che ben gli si addiceva: testardo come un mulo, disubbidiente come un cataro, altero come un ghibellino e dispettoso come un diavolaccio da mistero buffo.”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“Per lei, persino in Paradiso, quasi si dimentica di Dio, e rischia di accontentarsi anche lì di quel surrogato del divino che è l’amore di questo mondo...”
― Il libro segreto di Dante
― Il libro segreto di Dante
“Ogni volta che scendo alla marina, e chiudo gli occhi, e ascolto la foga dell’onda e il rimorso della risacca, penso che lei sia lì, sciolta nell’intelletto universale degli averroisti, dove il pensiero di tutti noi si rifonderà alla fine del tempo, come nel Po i suoi affluenti e tutti insieme nel mare, in un’angoscia comune, indifferente, senza nome...».”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“Con quell’orizzontale amor-amato-amar, al centro esatto di un verticale e vertiginoso amor-amor-amor, convoglia su di sé tutta l’attenzione del lettore come le bizze di un bambino egocentrico.”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“Dov'era Amore (o l'Es, parafrasando Freud), là sarà l'io (o l'anima razionale, o il libero arbitrio); è esattamente su questo punto che Dante prende le distanze dalle gru guinizzelliane e dalle parole di Francesca, e s'innalza al proprio paradiso in cui ragione e talento, disio e velle sincronizzano i propri moti come ingranaggi di un ordigno celeste, affidandosi al solo Amore con la maiuscola, alla sola ipostasi, che d'altra parte non è più un'ipostasi perché gode di esistenza reale: l'energia cosmica, la potenza divina che move il sole e l'altre stelle.”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
― Di retro al sol: Scritti danteschi
“Adesso lo sappiamo che è nel mesencefalo, non nel cuore, che avviene tutto. Eppure continuiamo a regalarci oggetti a forma di cuore, non di mesencefalo, per san Valentino, e a disegnare cuori trafitti dalle frecce di Cupido, con la scritta: “TVB, ti vooooglio bene, I ♥ you”. Lo facciamo perché loro pensavano che l’amore fosse una passione dell’anima sensitiva, e Aristotele dice che l’anima sensitiva ha sede nel cuore: tutto qui. Con l’anima sensitiva identificavano più o meno le facoltà della psiche che noi attribuiamo al sistema limbico e alle zone del cervello che coordinano la percezione, con l’anima razionale alcune delle facoltà superiori della neocorteccia”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“«Malacoda!». Il giorno dopo dovette inseguirlo per tutto il perimetro della staccionata, quel cavallo maledetto che pareva non volesse andar più via. Dovette montarlo in corsa, col rischio di cadere e di spezzarsi la schiena. Poi, una volta montato, Malacoda si fermò, e non ci fu più verso di farlo andare. Quando bisognava tornare in città faceva sempre le bizze. Mai vista una distanza più abissale tra la volontà di un cavaliere e i desideri del suo cavallo. E poi gli occorsero ancora molti anni, nella palestra d’Amore, per armonizzare le decisioni della mente con i capricci del suo cuore.”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“Amor sì dolce mi si fa sentire
che s’io allora non perdessi ardire
farei parlando innamorar la gente. Dante Alighieri, Vita nova, 10 (XIX) 16”
― Il romanzo perduto di Dante
che s’io allora non perdessi ardire
farei parlando innamorar la gente. Dante Alighieri, Vita nova, 10 (XIX) 16”
― Il romanzo perduto di Dante
“[...] amor che a nullo amato amar perdona porco cane lo scriverò sui muri e sulle metropolitane [...]. Jovanotti, Serenata rap È diventato uno dei versi più celebri della letteratura italiana di tutti i tempi, il più gettonato dai cantautori, il più struggente anche delle nostre serenate rap, e certo è un verso fatto apposta per imprimersi nella memoria come uno scioglilingua. Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi a vita ci spense [...].”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“l'innamoramento, come dice lo stesso Avicenna in un suo trattato specifico sull'amore100, consiste dunque in una sorta di ammutinamento dell'immaginazione, che si arroga i compiti della ragione (come un servo quelli del padrone) illudendo l'innamorato di poter conseguire autonomamente la perfectio umana (che per Aristotele è invece razionale e contemplativa), mentre lo spinge ossessivamente a cercarla nella direzione opposta, nella mercede da parte dell'amata e nell'unione fisica con lei: l'oggetto d'amore, insomma, mentre provoca nell'intelletto - attraverso la contemplazione della bellezza - un surrogato dell'ebbrezza contemplativa, produce poi semplicemente nell'amante (cito - non conoscendo l'arabo - dalla traduzione inglese del trattato avicenniano) the urge to embrace it, to kiss it and for conjugal union with it. Insomma lo induce ad anelare alla bellezza, che è oggetto puro di contemplazione, non with an intellectual consideration (la consideratio è appunto la "contemplazione pura"), ma with animal desire.”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
― Di retro al sol: Scritti danteschi
“prese il poema e cominciò a rileggere il ventesimo canto del Paradiso, per capire cosa stava dicendo Giovanni del mistero che vi si svela. Ah, certo, il dubbio apparente di suo padre: i problemi di teodicea,”
― Il libro segreto di Dante
― Il libro segreto di Dante
“La storia, poi, tu sai già come andrà a finire, ed è quasi inutile che io te la racconti. Ma c’era un segreto tra loro, che lui scoprì troppo tardi. Era lì, nel fascicolo più malridotto del libro della memoria. E forse tutto doveva compiersi perché il libro si ricomponesse, perché l’ordine delle sue pagine si ristabilisse com’era prima che la memoria diventasse tale. Evidentemente tutto doveva accadere. La vita di lei, la sua stessa vita, forse non appartenevano a loro due, ma a noi. Questo non so come spiegartelo. Ci appartiene quel libro, quel poema di cento canti scaturito dal loro amore. Ci appartiene come questo giorno che strappiamo all’albero dei giorni per farlo nostro.”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“Donne ch’avete intelletto d’amore resterà sempre, per Dante, tra le sue composizioni giovanili, la preferita. Con essa lui fa cominciare il suo dolce stil novo. Lo dice nella Vita nova, lo ripete nella Commedia, e la cita anche nel De vulgari eloquentia. Dove, tra i migliori poeti toscani del suo tempo, insieme a Guido e a Cino da Pistoia, continua a far figurare questo Lapo, senza che se ne comprenda la ragione. Per fortuna ci sono ancora degli spazi in cui è lecita l’immaginazione, e allora approfittiamone: Lapo era Beatrice. Con quello stile un po’ rétro di chi desidera e ha paura, con l’amante poeta vuol far bella figura e ci prova come può...”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“Vorrei tentare una lettura di questo tipo del Veltro e del DVX, e avvalermi, su questa strada, di un singolare indizio, che mi si è rivelato per caso alla rilettura di un bel libro di Guglielmo Gorni sul primo canto dell'Inferno, ove si constatava tra l'altro il fatto che i nomi delle tre fiere che vi compaiono (Lonza, Leone, Lupa) iniziano tutti e tre per elle, e lo si interpretava con l'evocazione della natura trina di Lucifero, parodia infera della Trinità celeste, nonché con la supposizione che le tre bestie siano in realtà una sola, mutevole come Proteo l'informe, unica manifestazione luciferina in tre successive metamorfosi”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
― Di retro al sol: Scritti danteschi
“Ne conclude insomma che le parole possono provocare a volte gli stessi effetti dei farmaci, avere delle conseguenze biochimiche importanti, agire sul corpo... È solo per questo forse che ti piacciono i libri, se sono ancora quelli che possono far bene all’anima.”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“Il fine dell'opera, dichiarato nella lettera a Cangrande della Scala, è piuttosto ambizioso, lo ammetto, e sarebbe addirittura velleitario se l'opera in questione non fosse proprio la Divina Commedia. Dante ha scritto questo libro immenso per farci felici, ecco tutto, per strapparci alla nostra infelicitàe condurci alla felicità terrena attraverso la parola: per insegnarci un uso della lingua che ci renda migliori, perché forse intuiva già allora che non si può essere felici se si parla male, se si frequenta un lessico sbagliato, e in qualche modo sapeva che i limiti del nostro linguaggio, come all'incirca avrebbe detto Wittgenstein molto tempo dopo, esprimono quelli del nostro mondo.”
― Di retro al sol: Scritti danteschi
― Di retro al sol: Scritti danteschi
“[...] amor che a nullo amato amar perdona porco cane lo scriverò sui muri e sulle metropolitane [...]. Jovanotti, Serenata”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“E fu solo dopo altro tempo che lui riuscì a riprendere tra le mani quei fogli del Risâla fîl-ishq di Avicenna, a sedersi a un tavolo, a ricominciarne la lettura. «Ogni ente determinato da un piano divino tende, per natura, alla propria perfezione, per esempio a un dato bene intravisto nella realtà, il quale fluisce però in ultima istanza dalla realtà del Puro Bene, mentre per natura ogni ente rifugge dal suo specifico male, per esempio dalla materialità e dal non-essere, perché ogni male deriva in definitiva dall’attaccamento alla materia e al non-essere. Quindi è necessario che ogni ente determinato da un piano provvidenziale possegga un desiderio naturale e un amore congenito, e ne segue di necessità che in tali enti l’Amore sia il fondamento della loro stessa esistenza».”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“Questo, a distanza di anni, Dante avrebbe capito dell’amore terreno. Come al solito, lui che sapeva dipingere, riassumerà tutto in un’immagine. Bisogna spostarsi, per trovarla, nel purgatorio dell’amore: la cornice è di nuovo quella dei lussuriosi, le anime intrappolate nell’amore carnale, che tuttavia, a differenza di quelle dell’Inferno, hanno saputo uscirne, ovvero non hanno smarrito del tutto, per amore, la via. Perché l’amore ci danna o ci salva... Dante cammina, davanti a lui c’è Virgilio, la ragione. Da una parte ha le fiamme in cui ardono i poeti che popolano questa cornice, dall’altra il baratro. Da una parte c’è l’eccesso di passione, dall’altra il vuoto d’amore. Da una parte il pericolo di bruciarsi, dall’altra quello di precipitare... Bisogna camminarci in mezzo: è questa – ci dice – la via. Poco oltre, varcato un fuoco che non brucia, immagina di rivedere, dopo anni, Beatrice. A disbramarsi la decenne sete. Come sia accaduto, non sa dirlo neanche lui che sa dire tutto. L’amore per monna Bice avrebbe potuto benissimo essere la sua dannazione. Invece fu la sua salvezza.”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“Fu così che si costruì una lingua con la quale avrebbe anche potuto, prima o poi, conversare con lei sospeso sui pianeti, tra le stelle dello Zodiaco.”
― Il romanzo perduto di Dante
― Il romanzo perduto di Dante
“«Felice?», chiese Terino arricciando il naso semiabbrustolito. «C’è ancora qualcuno che crede alla felicità? Cos’è mai la felicità?». Giovanni non ci pensò un secondo: «Desiderare i desideri di un altro...», rispose.”
― Il libro segreto di Dante
― Il libro segreto di Dante




