Un anno Fantastico edizione 2025/2026 - commenti ai libri letti > Likes and Comments

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message 1: by Ajeje (new)

Ajeje Brazov Buongiorno a tutte!
Apro questo discussione, che è dedicata unicamente ai commenti ai libri letti in quest'anno di sfida, sia i libri da indizio che quelli di squadra, per far sì che i vari commenti non vadano dispersi nei vari topic aperti, che sono tantissimi e che riuniamo tutti qui, pronti per essere a disposizione di chi ne abbia bisogno :)
Buone letture a tutte!


message 2: by Ajeje (new)

Ajeje Brazov LaCitty potresti inserirla come discussione principale?
Grazie :)


message 3: by LaCitty (last edited Jun 07, 2025 09:19AM) (new)

LaCitty Fissata! E ne approfitto per i commenti alle prime due letture

La storia di Antigone raccontata da Ali Smith

Ancora-vivi. Combattono. Muoiono. E alla fine di tutto scrivono orribili poesie su di sè

La cornacchia narratrice della storia giudica così gli uomini, gli "ancora-vivi" per lei che si ciba di cadaveri.
Per le cornacchie la storia di Antigone è una storia a lieto fine: una montagna di cadaveri da mangiare. Per l'umanità, invece, è una brutta storia per la stessa ragione.
Antigone privilegia l'etica al rispetto delle regole e per questo viene punita. Creonte è causa della tragedia, ma in ultimo sua stessa vittima nonostante gli ammonimenti degli anziani e del veggente Tiresia.
La versione di Ali Smith del mito ha degli indubbi punti di forza: dalla scelta della cornacchia come narratrice, al coro degli anziani che, come il coro greco, parla in rima, ad una certa ironia amara che aleggia lungo la storia.
L'unico aspetto che mi ha lasciata perplessa è l'uso da parte di Creonte di un linguaggio a tratti "giovanilistico". Va bene svecchiare la narrazione, ma un re che usa verbi come "piazzare" una statua o parlare di una "cosina" da aggiungere, suona strano da parte di un re proprio per il suo ruolo ufficiale.
Al di là della mia pignoleria personale, è una bellissima lettura consigliata non solo per i più piccoli, ma anche per chi, più grande, vuole apprezzare e conoscere il mito di Antigone.

Arianna
Credo che il problema di questo romanzo sia la scelta della protagonista, una protagonista ritratta in maniera abbastanza coerente con il mito e per questo dalla mentalità vecchia rispetto al XXI secolo.
Arianna è passiva, ingenua fino ad apparire sciocca, crede a tutto quello che le dicono gli uomini di cui si innamora ed appare incapace di un dubbio o di una riflessione critica. Non chiede niente, non vuole sapere nulla che possa turbare il suo tranquillo tran-tran sull'isola di Nasso con i suoi figli. Già, perché l'altro problema di Arianna è che non ha nessuna aspirazione se non di fare la mammina, aspirazione assolutamente valida, ma lontana da quello che cercano e/o possono fare le ragazze contemporanee. Insomma è un modello antico, che ha fatto il suo tempo e che la Saint non svecchia in nessun modo. Il suo rapporto con Teseo prima e Dioniso poi, sembra ammantato di una coercizione sotterranea che la porta a idealizzare entrambe le figure maschili fino al brusco "risveglio" che, nel caso della divinità, è marcato anche da un cambiamento nella descrizione della sua personalità repentino e gestito non nel migliore dei modi.
La sorella di Arianna, Fedra, appare più moderna, determinata, scaltra, eppure finisce anche lei per fare una fine molto antica e molto in linea con la sua storia mitologica.
Nel romanzo ci sono delle "invenzioni" della Saint come il destino finale di Arianna, ma complessivamente appaiono irrilevanti e anche un po' incoerenti con la scelta di una adesione pressoché pedissequa al mito.
Forse è meglio tralasciare questa lettura in favore di altro e, se si vuole conoscere la storia di Arianna, recuperare qualche buona antologia di miti.


message 4: by Ajeje (last edited Jun 08, 2025 12:30AM) (new)

Ajeje Brazov Complimenti LaCitty, addirittura già due letture terminate?
Io devo ancora incominciarne una eheheheh XP


message 5: by LaCitty (new)

LaCitty Grazie, uno era super veloce 😁


Hypatia 'Free Palestine, Stop Genocide' Commento anch'io la mia prima lettura:

Arianna

Retelling del mito di Arianna, figlia di Minosse di Creta, la quale divenne celebre per aver aiutato Teseo a uscire dal labirinto del Minotauro, tramite l'espediente della corda per segnare il percorso, diventata poi proverbiale (il filo di Arianna).

Partiamo come sempre mettendo le mani avanti e dicendo che io di mitologia greca so pochino: sto scoprendo qualcosa con l’aiuto dei retelling e di persone che ne sanno più di me che mi indirizzano sulla retta via.
Per il resto, sono come sempre ferma a C’era una volta Pollon.
Quindi non parlerò in questo commento di adesione o meno alla storia originaria, perché non ho idea di quali parti provengano da fonti dell’epoca e quali siano frutto della fantasia dell’autrice. Mi limiterò quindi a commentare il libro in se stesso.

Il mio giudizio generale è un po’ tiepido, anche se questo romanzo non ha solo aspetti negativi, ma anche positivi.

Tra i punti a favore, devo di sicuro mettere al primo posto lo stile di scrittura, che è molto curato, ma non pesante: il libro scorre bene e si legge senza fatica. Volendo, avrei potuto finirlo anche più in fretta.

Tra i punti a sfavore, invece, in primo piano purtroppo c’è la protagonista.
Arianna parte anche bene: sembra una ragazza intelligente, sensibile, coraggiosa. La nascita del Minotauro la spaventa, ma cerca comunque di scoprire la sua umanità, anche se inutilmente.
In più, dice a se stessa che se le sarà riservato un fato avverso come a sua madre, non si lascerà andare come lei, ma reagirà, anche con rabbia.
Tutti questi buoni propositi si vaporizzano in un istante appena incrocia lo sguardo di Teseo.
Un paio di occhi verdi e bon.
Tutto il resto sparisce, cervello in primis.
Da quel punto in poi, è una discesa inesorabile in cui sembra che Arianna si metta in competizione con se stessa per superarsi in stupidità a ogni passo che fa.

Per quel che riguarda gli altri personaggi, un po’ meglio la sorella minore Fedra, che per una breve parte del libro ha anche il suo punto di vista (la narrazione è fatta in prima persona da Arianna, ma alcuni capitoli nella seconda e nella terza parte sono raccontati in prima persona da Fedra), ma è una meteora che ci illude brevemente.

Su Teseo meglio che mi taccia, perché la parola più gentile che mi viene in mente nei suoi confronti è ‘stronzo’, quindi immaginatevi le altre, mentre Dioniso... beh, è una divinità olimpica, quindi non mi aspettavo nulla di diverso, anzi, in alcune parti, l’ho trovato un personaggio più positivo di quel che credessi.

L'ambientazione mi sembra ben fatta, con anche rimandi qua e là ad altri episodi della mitologia greca, e un particolare accento all’influenza che il volere degli dei ha sui mortali (nella maggior parte dei casi, un’influenza negativa: non si può certo dire che attirare su di sé lo sguardo di una divinità fosse un privilegio).

Per quanto io non abbia idea se sia fedele al mito originario (posso dire che ne dubito?), ho trovato il finale una buona chiusura del libro.

Principalmente però credo che questo libro non si sia rivelato all’altezza delle aspettative per un motivo: mi aspettavo che l’intento fosse di riscrivere la storia di Arianna (e, in misura minore, di Fedra) in chiave femminista, come ha fatto Madeline Miller con il bellissimo Circe, e credo proprio che l’autrice non sia riuscita a centrare l’obiettivo.
Un vero peccato, le premesse mi erano parse buone.


message 7: by Clyon87 (new)

Clyon87 LaCitty wrote: "Fissata! E ne approfitto per i commenti alle prime due letture

La storia di Antigone raccontata da Ali Smith

Ancora-vivi. Combattono. Muoiono. E alla fine di tutto scrivono orrib..."


Ed eccoli qua, i primi colpi di Excalibur! *o*'


message 8: by Marina (new)

Marina LaCitty wrote: "L'unico aspetto che mi ha lasciata perplessa è l'uso da parte di Creonte di un linguaggio a tratti "giovanilistico". Va bene svecchiare la narrazione, ma un re che usa verbi come "piazzare" una statua o parlare di una "cosina" da aggiungere, suona strano da parte di un re proprio per il suo ruolo ufficiale."

Chissà se è una resa del traduttore o se era così anche l'originale... Comunque, quello su Antigone mi sembra un libro molto interessante, non penso proprio che riuscirò a incastrarlo a breve ma magari ci faccio un pensierino per più in là.


message 9: by LaCitty (new)

LaCitty @Clyon 🤣🤣🤣
Vedremo se Excalibur reggerà sul lungo periodo o sarà un fuoco fatuo inizial😳🤪😁

@Marina, è una rilettura davvero ben fatta. Avevamo letto l'originale di Sofocle nella sfida dei classici non molto tempo fa e, lo ammetto, non mi aveva convinta del tutto, nel senso che alcuni nesso mi sembravano non sufficientemente esplicitati cosa che invece in La storia di Antigone raccontata da Ali Smith accade


message 10: by LaCitty (new)

LaCitty Inserisco il commento a Issunboshi: A Graphic Novel
"Io non sono un eroe"
"Forse è così, ma cambia qualcosa? Smetteresti di combattere per proteggere il mondo? Ti sacrificheresti meno per coloro a cui vuoi bene? Per opporti al male... per combattere per il bene di questo mondo... non devi essere un eroe, Issunboshi. Ma è così che lo diventerai


Issunboshi è un Pollicino in salsa giapponese e decisamente più eroico di quello nostrano. Spirito di una antica lancia, nasce come uomo in miniatura per salvare il mondo da un terribile Oni che si vuole impadronire del potere della lancia di cui lui è lo spirito.
Accompagnato da disegni molto belli che ricordano lo stile della Disney (del resto Lang ha lavorato per la casa di Topolino), con effetti speciali fatti dalla computer grafica, che rendono le immagini estremamente dinamiche e di impatto, è una storia semplice, che si legge rapidissimamente.
Forse si perde troppo in combattimenti a scapito di motivazioni e migliori nessi logici nella trama che, a volte, appare un po' affretata (per esempio l'addestramento di Issunboshi o la vittoria stessa sull'Oni che avviene quasi dal nulla), ma comunque di piacevole lettura


message 11: by Ajeje (new)

Ajeje Brazov Letto anch'io Issunboshi - voto *

Questa graphic novel: Issunboshi, riprende una storia del folklore giapponese ed aveva tutte le carte in tavola per appassionarmi, ma non è stato, assolutamente, così!!
La storia e i disegni sono palesemente un rifacimento disneyiano della storia. Non ho mai sopportato i cartoni animati Disney e questo, appena iniziata la lettura, mi ha ricordato subito Mulan, Oceania e roba simile. Poi la narrazione ed i dialoghi solo tremendamente americanizzati contemporanei, visto che la storia è ambientata nel Medioevo, mi pare una pessima trovata. Ma poi la retorica è all'ennesima potenza e mi è scoppiato il cervello :O
Pessimo!


message 12: by Eli (new)

Eli Aggiorno con le mie prime letture:

Weyward
E' un libro che fin dal suo incipit, ha catturato la mia attenzione e mi ha immersa nella storia delle 3 donne protagoniste: Altha, una giovane donna della prima metà del 1600, Violet, nata 3 secoli dopo e Kate, nostra contemporanea.
Si capisce subito che le unisce il filo della discendenza, ma anche il rapporto complesso e potente con la natura, che può a ragione essere individuata come ulteriore protagonista di questa storia, che scorre lenta ma al tempo stesso densa e ricca di svolte (non proprio dei colpi di scena sempre inaspettati, ma piacevoli sviluppi che rendono la trama accattivante e interessante).
Ho adorato le figure di Altha e Violet: forti, complesse, potenti. (view spoiler)
Il ruolo della natura (view spoiler) mi è piaciuto davvero molto, ha dato un ritmo di comunione lenta tra la trama e i personaggi, che imparano a sentire e interagire con essa in modo graduale, eppure seguendo un istinto antico e atavico.
Non è un libro privo di difetti, ho apprezzato moltissimo la prima parte, un po' meno quella finale, ma è stata una lettura molto piacevole, mi è piaciuto e lo promuovo.

La storia di Antigone raccontata da Ali Smith
Molto breve e scorrevole, mi è piaciuto e mi ha fatto venire voglia di recuperare il classico che l'ha ispirato (non ricordo nemmeno se al liceo lo avevo letto o solo messo a occupare spazio in libreria, fatto sta che è ancora lì a guardarmi dalla mensola!).
La storia è raccontata dal punto di vista di un corvo, per il quale i cadaveri sono cibo e quindi una tragedia è una storia perfettamente a lieto fine. Originale (il punto di vista) e piacevole lettura.

Issunboshi: A Graphic Novel
Ho una conoscenza molto limitata (direi quasi nulla) delle graphic novel e ancora meno conosco la mitologia giapponese, e forse è rilevante sottolineare queste premesse nell'esprimere il mio giudizio su questo libro, che mi è piaciuto, ma non troppo.
E' stata una lettura veloce e scorrevole, che mi ha permesso di affacciarmi ad un mondo affascinante che mi piacerebbe approfondire in futuro.
Quello che ho meno apprezzato di questo libro è che ci sono punti in cui sembra quasi ci sia un salto temporale (sicuramente logico), altri in cui succedono cose che non vengono spiegate. Più che frettoloso l'ho trovato carente.
Qualche bella frase da sottolineare, ma nel complesso resta un po' in superficie e non è così avvincente l'azione.
Per me raggiunge (o la manca di poco) la sufficienza.


message 13: by LaCitty (new)

LaCitty Finito anche Lancillotto del Lago valido per l'indizio fantasy

Piano piano sto recuperando i romanzi e le storie legate al ciclo arturiano. La lettura di questo Lancillotto del Lago è strettamente collegata a Il Libro del Graal. Giuseppe di Arimatea - Merlino - Perceval. Sebbene indipendenti tra loro, esistono degli ovvi riferimenti incrociati.
Questo romanzo si sofferma sull'infanzia e sulla giovinezza di Lancillotto: come ha preso il suo nome e soprattutto il suo soprannome, quel "del Lago" che dipende dalla dama che lo ha rapito e cresciuto, le sue prime avventure, come è entrato a fare parte dei cavalieri della tavola rotonda e l'innamoramento con Ginevra.
La seconda parte appare un po' episodica, con una serie di avventure narrate una dietro l'altra in modo abbastanza indipendente tra loro. Anche la tanto favoleggiata storia con la regina Ginevra qui è poco più che accennata e il libro si interrompe bruscamente con la separazione quasi casuale dei due amanti per ragioni di governo.
Complessivamente carino, ma mi sarei aspettata qualcosa di più


message 14: by Frasqua74 (new)

Frasqua74 Terminato anche io il
Retelling del mito di Arianna, che, con il mitico "Filo" guida Teseo all'uscita dal labirinto.
Ammetto la mia abissale ignoranza nell'essere all'oscuro dell'esistenza di Fedra, sorella di Arianna, che ha anche una parte non indifferente nella fuga della sorella da Creta. Ricordavo la fuga dal labirinto e stop.
Proseguendo la lettura, invece ho ricordato anche il significato della locuzione "piantare in asso", ed ho apprezzato alcune parti in cui viene sottolineata la condizione della donna all'epoca.

(view spoiler)

In conclusione, sono rimasta un po' delusa. Voto 2, ma salvo la fluidità della scrittura e i richiami a diversi miti citati.

Durante una visita ad un labirinto di lavanda fatta all'inizio della lettura del libro ho scoperto la differenza tra Dedalo e Labirinto che personalmente non conoscevo:
Un labirinto ha un percorso unico, anche se tortuoso, che conduce inesorabilmente al centro. Un "dedalo", invece, ha molteplici percorsi e bivi, dove ci si può perdere, e si può anche non arrivare alla meta.

Io, invece, non sapevo di essermi imbattuta in una verità riguardo all’essere donna: per quanto conducessimo una vita irreprensibile, le passioni e la bramosia degli uomini erano capaci di portarci alla rovina, e non c’era niente che potessimo fare.
...
il vero dono era osservarle lavorare e parlare senza costrizioni. Qui nessun uomo le sorvegliava, in questo spazio sacro alle donne e alle dee. Potevo guardare la vivacità illuminarne i giovani volti e sentire nelle trafelate, emozionate conversazioni l’eco di due sorelle che si erano amate l’un l’altra molti anni prima a Creta.
...
Magari avremo solo una vita umana, ma apparterrà a noi e a nessun altro.



Hypatia 'Free Palestine, Stop Genocide' Terminato libro di GdL ibrido, valido per l'indizio Fantasy:

Povere Creature!

Non avevo mai sentito parlare di questo libro, pubblicato nei primi anni Novanta, e forse non ne avrei mai sentito parlare se non ci fosse stata una trasposizione cinematografica nel 2023.
Non ho ancora visto il film, perché in genere preferisco prima leggere il libro. Comunque avevo una vaga idea di cosa parlasse.
Leggendo mi sono resa conto di come quest’idea fosse davvero molto vaga.

Povere creature! è un libro estremamente ricco di spunti di riflessione, con molte possibili interpretazioni e livelli di lettura, il tutto realizzato con una costruzione narrativa magistrale.

Il racconto nasce come una meta-narrazione in cui Alasdair Gray si propone non come autore del romanzo, ma come curatore di un manoscritto di epoca vittoriana, ritrovato per caso in archivi che stavano per essere distrutti.
La storia è arricchita da note di Gray stesso, che mescolano la realtà della Glasgow vittoriana con gli eventi del romanzo, e da illustrazioni attribuite a un incisore scozzese dell’epoca (eseguite in realtà ancora da Gray, che era un artista a tutto tondo).

Nascondendosi sotto il velo di un romanzo gotico, con un rimando in particolare al Frankenstein di Mary Shelley, il libro, attraverso personaggi eccessivamente grotteschi, ci presenta profonde riflessioni sulla società vittoriana, che però possono essere estrapolate per riferirsi all’epoca della pubblicazione, o anche alla nostra, perché sono ancora attuali: dalla disparità tra le varie classi sociali, alla mentalità imperialista dell’Occidente, fino alla condizione della donna.

La meta-narrazione è resa ancora più credibile dalla lettera che accompagna il manoscritto e che viene riportata integralmente alla fine, dando al lettore la possibilità di scegliere la versione della storia che preferisce, senza nulla togliere alla complessità del tutto e all’importanza dei temi trattati.

Un libro che mi ha sorpreso in positivo sotto molti aspetti, estremamente scorrevole da leggere, ma allo stesso tempo in grado di lasciare, una volta finito, un segno che credo proprio non sbiadirà a breve.


message 16: by Simona F. (new)

Simona F. 'Free Palestine, Stop Genocide' Ho finito la mia prima lettura in GdL: Nettle and Bone. Come uccidere un principe di T. Kingfisher.

Nettle and Bone è una storia di principesse e di fate madrine, di incantesimi e maledizioni, di fantasmi e di mercati dei goblin nascosti in una realtà parallela. Racconta una storia lineare e intrigante, nella quale la protagonista Marra è una principessa terzogenita senza ambizioni e completamente avulsa dalle dinamiche di corte. Un personaggio insignificante per buona parte della sua vita, almeno fino al momento in cui, con un gesto di estremo coraggio, parte da sola decisa ad aiutare sua sorella maggiore.


message 17: by Saturn (new)

Saturn Who Goes There? (La Cosa)

Finalmente ho letto questo grande classico! Questo horror fantascientifico è un racconto lungo che in poche pagine trasmette un'atmosfera inquietante e claustrofobica. Ho sentito tutto il peso di questo luogo angusto, un centro scientifico in Antartide, sin dalle primissime pagine. E poi La Cosa, inquietante e strana come solo un essere alieno potrebbe essere. Mi ha colpito molto che, all'inizio della storia, c'è una netta divisione di atteggiamento fra i personaggi - tantissimi, nonostante le poche pagine. Da un lato c'è un atteggiamento di repulsione e senso del pericolo, e nonostante sia apparentemente guidato da pregiudizi irrazionali, è facile immedesimarsi in questa paura atavica dell'ignoto. Dall'altro lato c'è un'attitudine razionale, guidata dallo stimolo della scoperta. Probabilmente una via di mezzo fra questi due comportamenti sarebbe la strada ottimale da seguire.
Ho trovato molto coinvolgente (view spoiler). Mi ha tenuto col fiato sospeso fino all'ultima riga, anche se mi aspettavo (view spoiler).


message 18: by Drilli (new)

Drilli Lascio i commenti alle prime due letture completate, due retelling mitologici (che, come si sa, sono una delle mie comfort zone ma anche un tema che mi rende iper-critica!).

In solitaria ho letto La morte di Penelope di Maria Grazia Ciani.

Ho apprezzato molto l'intento (e dunque la postfazione) perché trovo estremamente realistico pensare che Penelope, a un certo punto, si possa essere semplicemente stufata. Venti anni sono tanti, sono tantissimi, e lei con Ulisse in fondo c'è stata ben poco, prima che partisse (giusto "il tempo di fare un figlio"). Il suo atteggiamento in questo romanzo è estremamente umano.
I dialoghi con la nutrice e con Telemaco, i particolare, sono i punti in qui questa umanità si sente di più e con maggiore coinvolgimento e convinzione.

«Lui tornerà e sarà ancorai l Re. E io, dopo di lui, sarò re. Tornerà e saremo ancora una famiglia.»
«Non siamo mai stati una famiglia.»

«I ricordi impallidiscono. Mi sento svuotata di tutto e mutilata. Voglio rifare il mio bagaglio interiore e riappropriarmi della mia persona. Una seconda possibilità. Sono ancora in tempo.»
«Una seconda vita.»

Tuttavia, la realizzazione dell'idea non mi ha convinto a pieno.
In parte perché alcuni capitoli mi sapevano un po' di caro diario, tutto questo sospirare e vagheggiare e immaginare mi è parso più adolescenziale che da donna saggia e matura quale il Personaggio Penelope dovrebbe teoricamente essere (anche se, in effetti, quand'è che avrebbe dovuto raggiungere la maturità in amore, avendo avuto un unico amante, un'unica storia d'amore, e così poco tempo per farne esperienza?), e in parte perché, nel momento in cui si decide di scrivere una versione nuova, alternativa, diversa del mito (con tanto di finale drasticamente diverso)... a quel punto si poteva osare di più e fare anche accadere qualcosa tra i due, fosse solo qualche innocente dialogo in più, giusto per poter dire "ah, è per questo che a Penelope è piaciuto Antinoo, non semplicemente perché è bello, giovane, dotato di leadership e meno maleducato degli altri pretendenti". Perché non ci posso fare niente, l'idea di Penelope la saggia che s'invaghisce di un corpo e non di una mente non mi va giù... per quanto, torno a dire, in realtà sia perfettamente umano, comprensibile e plausibile, nella sua situazione.


In compagnia della mia squadra ho invece letto Arianna di Jennifer Saint.

Il mio parere finale su questo romanzo resta tiepido, perché ci sono cose che mi sono piaciute molto ma altre che non ho apprezzato.
Partiamo dalle note positive.
Prima di tutto, lo stile: curato, ricercato ma non pesante, scorrevole, proprio bello.
Poi, cosa per me molto importante coi retelling, l'approccio al mito: Jennifer Saint dimostra di essersi messa a studiare, prima di scrivere, perché pesca i vari episodi mitici che racconta da più fonti diverse, utilizzando anche quelle minori e meno note, e la sua innovazione sta più nel modo in cui mescola e collega i vari episodi che nell'aggiunta di materiale inedito (che comunque c'è, ma non altera lo spirito originale).
Anche i personaggi si mantengono fedeli alle loro controparti antiche, e sono nel complesso delle buonissime rappresentazioni di essi (mi è piaciuto soprattutto Dioniso).

Ma ecco che iniziano i primi "però" e i primi dubbi.
Perchè, valutando il romanzo in se stesso, ovvero tralasciando il suo rapporto con le fonti originali, non è poi questo gran romanzo.

I personaggi sono ben caratterizzati, ma non hanno alcuna evoluzione nel corso della trama. Arianna resta ingenua dall'inizio alla fine, Teseo resta uno spaccone arrogante dall'inizio alla fine, Dioniso è giustamente imprevedibile mentre Fedra, addirittura, fa passi indietro. Sono personaggi poco moderni, perché (giustamente) restano ancorati al loro contesto originario, ma che per questo risultano tutto sommato poco interessanti... almeno secondo me.
Anche la trama, poi, non ha un'evoluzione: l'autrice ha giustamente messo insieme episodi del mito che avevano tra loro dei collegamenti (per i rapporti tra i vari personaggi o altri aspetti), ma nel farlo, a mio avviso, non è riuscita a creare una trama unica che abbia un inizio, uno svolgimento e una fine; le quattro parti in cui si suddivide il romanzo restano tutto sommato slegate tra di loro, e non sono tutte e quattro ugualmente riuscite. In alcuni casi si creano nel lettore delle aspettative che poi vengono deluse per restare fedeli a quanto accade nei vari episodi del mito.
In particolare ho trovato il finale molto forzato (finale in cui l'autrice utilizza e mescola fonti decisamente poco note, aggiungendoci anche qualcosa di suo), così come estremamente forzato mi è parso il voler far rientrare nella trama anche i riti dionisiaci (materiale storico-folklorico-mitologico molto delicato al quale bisognerebbe sempre approcciarsi coi piedi di piombo, a mio avviso, ma questo è un altro discorso).

Per cui, come spesso mi accade quando leggo retelling mitologici, mi chiedo: qual è lo scopo che si è prefissata l'autrice nello scrivere questo romanzo?
Scrivere un retelling significa riproporre al lettore moderno una storia antica. Di solito, questo implica dare al mito una nuova chiave di lettura e/o rendere questa storia più appetibile e più accattivante per il lettore moderno, che tende a trovare difficili (a torto o a ragione) le fonti originali.
Se parliamo di appetibilità e fruibilità, credo che Jennifer Saint abbia raggiunto lo scopo: ha preso tutti i vari episodi del mito legati ad Arianna e altri ancora, senza alterarli troppo, e li ha messi insieme in un'unica opera, a cui ha dato una bella forma, soprattutto per quanto riguarda stile e ritmo.
Ma questo romanzo è anche accattivante per il lettore moderno? Non ne sono sicura, per i motivi di cui sopra: mancano un'evoluzione sia dei personaggi che della trama, e i personaggi in sè non sono moderni, non lasciano il segno.
Se poi lo scopo dell'autrice era dare una nuova chiave di lettura al romanzo... no, non l'ha fatto, o comunque non è riuscita a farlo trasparire. C'è chi lo presenta come riscrittura femminista... ma di femminismo ce ne ho visto ben poco. Se all'inizio del romanzo Arianna e Fedra possono sembrare donne intenzionate ad afferrare le redini del proprio destino, per evitare di finire come la madre e come tante altre donne di quei tempi che hanno dovuto pagare il prezzo della colpa di altri... il seguito del romanzo le riporta saldamente (e tristemente) "sui binari". L'unico messaggio che ho visto in questa storia è che con gli dei immortali è meglio non immischiarsi... ma non c'è certo nulla di nuovo, in questo.


message 19: by LaCitty (new)

LaCitty Letto anche Ombre del Male
Se mi fossi fermata al titolo, non avrei mai letto questo romanzo. "Ombre del male", maddaaaiiii, banale, ma vah!
Un gdl e ottimi commenti mi hanno incuriosita e così mi sono imbracata in questa avventura tra fantasy e horror in cui uno stimato professore universitario scopre che la moglie è dedita a pratiche di stregoneria per propiziare la sua carriera. E non solo lei! Tutto il genere femminile, ma soprattutto le mogli di alcuni colleghi che si scatenano nel momento in cui il professore ingiunge alla moglie di eliminare tutti gli incantesimi.
Chi dice che è dura la vita dell'accademico, non ha mai visitato l'università del professor Saylor, marinaio, destinato a navigare su acque infide e a lottare per l'anima di sua moglie. Lo farà a modo suo (view spoiler), in un crescendo di tensione, che fa correre brividi sulla schiena del lettore fino al finale.
Scritto benissimo, Leiber è una vera scoperta da approfondire in futuro


message 20: by Outis (new)

Outis Commento i due libri letti:

Demoni, mostri e prodigi. L'irrazionale e il fantastico nel mondo antico di Giorgio Ieranò
L’ho trovata una lettura molto interessante con ottimi spunti da approfondire ma anche ottimi spunti per autori. Io non scrivo né ho intenzione di farlo ma più volte mi sono chiesta perché nessuno avesse scritto un romanzo su determinati argomenti o personaggi perché io lo avrei letto volentieri! Solitamente siamo abituati a considerare il mondo greco come logico e razionale (il fantastico, la superstizione ci richiama più il medioevo) ma ovviamente è una semplificazione che non rende giustizia a nessuno dei due periodi. Per la maggior parte degli antichi greci il mondo pullulava di creature fantastiche e prodigi, dalle classiche ninfe, a mostri vari passando per fantasmi e uomini senza testa. Mi è piaciuto molto.

La palude dei fuochi erranti di Eraldo Baldini.
Avevo già letto e apprezzato altro dell’autore, ma questo libro mi ha deluso. I personaggi sono forse troppi per la lunghezza del libro e finiscono per essere monodimensionali, anche i temi sono troppi e il libro appare poco ispirato. Ci mette davvero molto ad ingranare e poi finisce in modo frettoloso.
Siamo nel 1630 in Romagna, la peste che ha colpito il nord Italia rischia di arrivare anche qui: il qui in questione è il tipico paesino lugubre, dimenticato da Dio e circondato da paludi, tipico dei libri di Baldini. L’ambientazione funzionerebbe anche. È la storia che mi sembra davvero un po’ buttata lì. Si poteva davvero fare di meglio.


message 21: by Debora (new)

Debora Lista “Uno per tutti, tutti per uno” Squadra fantasy

- Giugno-Luglio ----> dagli albori al Medioevo (fino al 1492 circa, anche ambientati in questo periodo): Arianna, di Jennifer Saint

Arianna è un retelling che narra diversi miti, si parte dall'isola di Creta per seguire le figlie del re Minosse, Arianna e Fedra.
L'ho trovato abbastanza dimenticabile, privo della potenza narrativa e della profondità di Circe per es.
L'autrice resta in bilico tra passato e modernità, attraverso Arianna racconta la condizione delle donne, ma ne fa un personaggio passivo e rassegnato con un finale di cui non ho trovato attestazioni (se non dopo aver letto la recensione di Drilli) e che non aggiunge nulla, anzi secondo me sottrae valore alla vicenda. La storia è piuttosto noiosa nella prima parte e decolla finalmente quando arriva il personaggio divino che stavo aspettando fin dall'inizio, ritratto in questo caso con efficacia cosa che non posso dire dei riti che lo riguardano. Mi vengono in mente altre narrazioni in cui è raccontato in modo più affascinante.
Lo stile per me è affettato, prolisso e soprattutto nella descrizione di Teseo o nei pensieri di Arianna a tratti imbarazzante.


message 22: by Saturn (new)

Saturn Per Jennifer Saint è stato un successone, eh!... 🤣


message 23: by Clyon87 (new)

Clyon87 Fritz Leiber: segnato ✅
Jennifer Saint: depennata ❌


Hypatia 'Free Palestine, Stop Genocide' Saturn wrote: "Per Jennifer Saint è stato un successone, eh!... 🤣"

Vero, però alla fine, su cinque persone che l'hanno letto, abbiamo dato due stelle (Frasqua, LaCitty e io) o addirittura tre stelle (Debora e Drilli): il vero successo sarebbe leggere tutte insieme un libro sul quale il giudizio unanime dovrebbe essere una stella senza appello.

Un peccato che io abbia già letto Fourth Wing, quello sarebbe stato un candidato perfetto per l'en plein. ​😝​


message 25: by Drilli (new)

Drilli @Outis: ma di Baldini hai letto Gotico Rurale? se sì, per caso l'hai letto nell'edizione del 2012 che aggiunge nuovi racconti?
No, perché sono curiosa di capire se il libro che hai letto tu è una versione estesa del racconto omonimo presente in Gotico rurale 2012 (e in quel caso non ha esteso abbastanza) oppure se hanno stampato a in edizione a sè quel racconto (per accaparrarsi più soldi). Perché leggendo il racconto avevo avuto le tue stesse impressioni, cioè che fosse una storia molto interessante ma non sviluppata abbastanza, perché chiusa in troppe poche pagine quando avrebne richiesto un romanzo ampio per essere sviluppata a pieno. E se quello che hai letto tu è già una versione estesa del racconto... delusione :(


message 26: by Drilli (new)

Drilli Per quanto riguarda Jennifer Saint sono indecisa se darle o meno una seconda possibilità con Elettra o Atalanta o il recentissimo Hera... la verità è che per giudicarla come autrice vorrei leggere storie che siano interamente farina del suo sacco e non retelling ma a quanto pare non ha scritto o pubblicato nient'altro (il che non è un grandissimo segno). Se le darò un'altra chance non sarà comunque quest'anno ma più in là!!


message 27: by Clyon87 (new)

Clyon87 Hypatia wrote: "Un peccato che io abbia già letto Fourth Wing, quello sarebbe stato un candidato perfetto per l'en plein. ​😝"

Questo mi ricorda...dov'è finita la lista dei flop??


message 28: by Saturn (new)

Saturn Hypatia wrote: "il vero successo sarebbe leggere tutte insieme un libro sul quale il giudizio unanime dovrebbe essere una stella senza appello"

Alla ricerca della ciofeca perfetta. :P


message 29: by Ajeje (new)

Ajeje Brazov Clyon87 wrote: "Hypatia wrote: "Un peccato che io abbia già letto Fourth Wing, quello sarebbe stato un candidato perfetto per l'en plein. ​😝"

Questo mi ricorda...dov'è finita la lista dei flop??"


Prima o poi arriva eh! XD


message 30: by Outis (new)

Outis Drilli wrote: "@Outis: ma di Baldini hai letto Gotico Rurale? se sì, per caso l'hai letto nell'edizione del 2012 che aggiunge nuovi racconti?
No, perché sono curiosa di capire se il libro che hai letto tu è una ..."


Sì, l'ho letto anni fa, non sono sicura al 100% ma credo di aver letto l'edizione originale, infatti non ricordo un racconto simile. Il libro non è brevissimo quindi sicuramente è partito da quel racconto e l'ha ampliato. Effettivamente mi dava l'impressione di un libro non omogeneo con parti diverse giustapposte, ora capisco il perché


message 31: by Marina (new)

Marina Commento anch'io la mia prima lettura, Demoni, mostri e prodigi. L'irrazionale e il fantastico nel mondo antico e concordo in tutto e per tutto con il commento di Outis.

In generale posso dire che, secondo me, con una conoscenza media della mitologia antica si riesce comunque a seguire e apprezzare questo libro. Io non ho fatto studi classici né a scuola né all'università, quindi la mia conoscenza della mitologia deriva tutta da letture fatte per conto mio ed è abbastanza di base. In ogni caso non ho avuto problemi a seguire Ieranò nei suoi meravigliosi excursus sui vari personaggi mitologici, dai demoni alle sirene, dai vampiri agli ibridi e tanti altri. L'ho letto in una settimana un po' faticosa dal punto di vista sia lavorativo che personale (avevo un'otite fortissima e la concentrazione ne ha risentito), quindi devo ammettere che la sera ho fatto un po' fatica a concentrarmi e avrei voluto leggere un romanzo scacciapensieri, ma l'ho trovato un libro molto interessante e ben articolato. Sono contenta di averlo letto.


message 32: by Rossella (new)

Rossella Romano Commento a Issunboshi: A Graphic Novel

Molto superficiale la storia, sui disegni concordo con Ajeje, i personaggi sono disneyiani e stonano un po' (ma l'autore ha lavorato su Oceania, ho letto, quindi non è una sorpresa), mentre sfondi ed effetti mi hanno convinta di più. La morale è semplice (view spoiler). Dato il bel prologo mi aspettavo di più, darei un cinque.


message 33: by Clyon87 (new)

Clyon87 Primo aggiornamento!

Weyward

COMMENTO DI UNA CLYON SENSIBILE E MODERATA
Weyward, strane, bizzarre, è il cognome di una stirpe di donne che sin dagli albori, sin da quando neppure si può immaginare che una donna non possa vivere in simbiosi con un uomo, vogliono vivere libere. Vogliono sentirsi legate solo alla terra, alla natura che sboccia, avvizzisce e rifiorisce; vogliono ascoltare il canto degli uccelli e i battiti delle ali dei piccoli insetti laboriosi intorno a loro. Un libro su tre donne che rivendicano a testa alta la loro indipendenza attraverso i secoli, a dispetto di tutti gli uomini che le vogliono soggiogate e vessate.

COMMENTO DI UNA CLYON ACIDA
Come ho detto sopra, bello, scritto bene, tre belle protagoniste, un buon intreccio MA…
(view spoiler)

Però capisco che il focus fosse quello di mostrare a cosa le donne sono andate incontro nel susseguirsi dei secoli per il solo fatto di essere donne, e condivido l’intento di far arrivare al pubblico il messaggio.


message 34: by Rossella (new)

Rossella Romano Clyon ho letto lo spoiler perché pensavo di aver intuito la direzione del tuo commento. È una cosa che non sopporto, davvero. Si riscrive la storia a senso unico facendo peggio di quello di cui ci si lamenta. Un po' di controsterzo, grazie, la narrativa sta andando in testacoda.


Hypatia 'Free Palestine, Stop Genocide' Commento a La storia di Antigone raccontata da Ali Smith (GdL Fantasy standard)

Non avevo mai letto, nè visto rappresentata, la tragedia di Sofocle e conoscevo solo superficialmente la storia di Antigone. L'ho trovata molto potente e ricca di significato, con il contrasto tra l'etica e la legge, e la punizione della sorte per chi causa il male.

Questa versione moderna e ironica è perfetta per avvicinare a questo genere sia i ragazzi che gli adulti come me che non hanno mai studiato approfonditamente la materia.

Menzione speciali per il coro degli anzianissimi Anziani, ma soprattutto per l'idea di scegliere come voce narrante una cornacchia, che osserva gli ancora-vivi e ne racconta le vicende dal suo punto di vista: un punto di vista per il quale la tragedia degli umani è la gioia di avere molto cibo a disposizione.

Avrei evitato volentieri alcuni modernismi nel linguaggio (uno dei personaggi a un certo punto dice 'okay'), ma nel complesso il mio giudizio è decisamente positivo: la lettura è stata piacevole e scorrevole, oltre che corredata da illustrazioni molto suggestive.


message 36: by Clyon87 (new)

Clyon87 Nettle and Bone. Come uccidere un principe

Mi è piaciuto molto! Mi ha divertita e meravigliata e ha una combriccola di protagonisti interessanti che vanno dall’essere inutili e impacciati a potenti e determinati, da timidi e delicati a forti e smarriti. Anche se non tutte le scene reggono bene il ritmo, mi ha fatta ridere più di una volta ed era da parecchio che non succedeva (questo mi fa pensare di star leggendo troppi pesanti i in questo ultimo periodo), quindi per me è stato un po’ una boccata di aria fresca.
La protagonista è indubbiamente un po’ troppo ingenua per i suoi trent’anni ma è genuina. Il mondo è poco più che abbozzato e neppure l'antagonista è troppo importante, una macchietta appena, ma quello che conta in questo romanzo non è evidentemente il worldbuilding o il rapporto antagonistico, bensì la componente relazionale e avventurosa.

Ci sono alcune trovate magiche che mi hanno riportata a quando da ragazzina masticavo pan di stelle e fantasy a colazione e restavo stupefatta dell’immaginazione degli autori (perché, diciamocelo, più c’è immaginazione più si viene etichettati con “per ragazzi”, come se mano mano che si avanza con l’età non si abbia più il diritto di godere di un po’ di sano stupore) con la mente che travalica ogni confine della razionalità.

Semplicemente bello.

P.S. Come abbia fatto Marra a risolvere i suoi compiti impossibili, comunque, nessuno mai lo saprà.
Ma vabbè.


message 37: by Clyon87 (new)

Clyon87 La cosa
L'ho finito e confermo quanto premesso nel gruppo dedicato, mi ha fatto mediamente schifo. Magari era l'edizione, non so, ma ho trovato gli interminabili dialoghi pesanti e spesso poco comprensibili, dovendo spesso tornare indietro a rileggere.
I protagonisti sono troppi e poco caratterizzati, e la totale mancanza di emozioni nei loro confronti da parte di tutti gli altri rende la storia abbastanza sterile e priva della tensione che mi avrebbe dato un racconto in cui si sente il peso di un'umanità spezzata.
L'idea di fondo è intrigante, ma è svolta in maniera spicciola e apatica.
Ricordo poco il film di Carpenter ma ne conservo comunque un'opinione migliore.


message 38: by Ajeje (new)

Ajeje Brazov Ahhhh mi ero dimenticato di postare qui il mio commento alla lettura di Lapvona - voto **

In copertina è raffigurato il quadro di Francisco de Zurbarán, L'Agnus Dei: un agnello con le zampe legate su sfondo nero. Esempio di pittura religiosa e spirituale del '600 spagnolo. C'entra qualcosa col libro? Abbastanza, ma il libro che ho appena letto è un miscuglio di molte situazioni, personaggi, difficilmente identificabili, anzi direi che il risultato finale è stato un bel minestrone rancido, come quando lo si lascia settimane alla calura estrema dell'estate più torrida mai esistita ed incomincia a prendere un colore verdastro con la superficie biancastra, tipica delle muffe e l'odore che emana è di putrescenza totale. Ecco, la lettura di quest'opera mi ha catapultato in un luogo dove la putrescenza, non solo fisica, ma anche e soprattutto mentale, la fa da padrone!
Se nelle prime 100 pagine, la lettura mi era risultata molto coinvolgente, con una scrittura molto evocativa e con una storia intrigante seppur inquietante e l'interesse verso tutto ciò era al limite della fascinazione, forse direi più curiosità, perchè gli avvenimenti sono davvero molto macabri.
Comunque le successive 100 pagine circa invece, si sono rivelate l'esatto opposto delle prime, con voler rendere le parti splatter volutamente ancora più estreme ed invece lasciare al caso alcune situazioni che alla fine, mi hanno reso la lettura a dir poco noiosa ed irritante.
Le ultime pagine: il finale, invece non l'ho proprio capito, se mai ci fosse qualche oscuro messaggio di fondo, io non l'ho colto. Quello che si è rivelato invece, è un finale che dà un'enfasi, magari solo velatamente, ma soprannaturale ad una storia di degrado dell'umanità dove non esistono ideali personali nè solidarietà, dove il prezzo della vita è a scapito di qualcuno che vede in quella precisa persona una minaccia, dove non vi è rispetto alcuno verso niente.
Le latrine dopo una finale di Champions League sono più pulite di questa storia! Ora vado a farmi, almeno, una mezza dozzina di docce :S


message 39: by Francesca (new)

Francesca   kikkatnt 'Free Palestine, Stop Genocide' Anch'io mi sono dimenticata di riportare qui i miei commenti. Faccio subito:

Issunboshi

La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: ma è un cartone della Disney?
La storia è troppo veloce e non si capisce molto di quello che succede.
Tipo: (view spoiler)
Mi sembra tutto raffazzonato e spudoratamente copiato da un cartone. Tra l'altro c'è un manga molto migliore che racconta come il protagonista venga scelto dalla spada millenaria per combattere gli Oni. Ed è Inuyasha, che, per quanto sia adolescenziale quando Issunoboshi, lo trovo mille volte migliore.
Peccato.

Vlad

Spulciando fra i titoli di questo autore, ho trovato diverse raccolte di racconti e tanti miscellanea che molto probabilmente parlano della sua terra (il Messico) e di rapporti umani.
Argomenti che ho trovato anche qui in questo mini libriccino di sole 100 pagine. Piccolo nel formato ma grande nei contenuti. La storia è uno stiracchiamento del famoso Dracula, con l'aggiunta di uno spaccato di vita sudamericana dei personaggi. Un romanzo gotico che a volte sfocia nel filosofico. Altre ancora ci porta per mano nelle vie calde e afose di una Città del Messico piena di vita - in forte contrasto con l'anima decadente, fredda e solitaria del Conte Vlad.
Sicuramente una rivisitazione atipica di uno dei più grandi romanzi dell'orrore, ma con uno stile lirico che lo rende unico nel suo genere.
Mi sono già appuntata Aura, scritto quasi 50 anni prima e portato sul grande schermo da nientepopodimeno ché Damiano Damiani!


message 40: by Eli (new)

Eli Anch'io ho letto Nettle and Bone. Come uccidere un principe e purtroppo devo registrarmi come voce fuori dal coro, perchè a me non è proprio piaciuto.
Peccato, perchè l'inizio è interessante e mi aveva incuriosita, ma purtroppo il seguito non ha rispettato le premesse e mi ha annoiata.
Non sono proprio entrata in sintonia con i personaggi nè con il registro usato, soprattutto quando i toni avrebbero dovuto essere ironici. Non mi sono sentita coinvolta nè incuriosita. I risvolti romace li ho trovati banali e mi hanno annoiata.
Riconosco la buona fantasia dell'autrice che fanno sì che gli sviluppi della trama, anche nel finale, siano interessanti e il buon potenziale di questo romanzo che però, a mio avviso, non è adeguatamente supportato nello svolgimento.


message 41: by Ajeje (last edited Jun 22, 2025 08:39AM) (new)

Ajeje Brazov Demoni, mostri e prodigi. L'irrazionale e il fantastico nel mondo antico - voto ****

Il libro che ho letto è un saggio molto agile ed accessibile a tutti. Avere una preparazione sulla mitologia greca e romana, principalmente, aiuterà maggiormente ad unire i vari puntini, ma averne solo accennata o per nulla, darà adito ad una lettura immersa nella meraviglia, perchè l'autore utilizza uno stile colloquiale che rende il tutto molto scorrevole e coinvolgente. Trattasi di un saggio non classico, perchè di note non ve ne sono ed i riferimenti letterari ci sono soltanto nell'ultima parte, per chi volesse ampliare le sue conoscenze e approfondire ciò che viene narrato.
Narrato, appunto perchè lo stile usato dall'autore è appunto come se stesse narrando storie!
Davvero molto interessante, se il tutto fosse stato corredato da illustrazioni, immagini ecc... sarebbe stato un libro da collezionare, almeno per me...


Hypatia 'Free Palestine, Stop Genocide' Gens Arcana

Anche al di fuori del mondo di Hyperversum, Cecilia Randall si conferma uno dei miei principali rapporti di amore-odio con uno scrittore (secondo soltanto al mio rapporto amore-odio con Leigh Bardugo).

Firenze, fine XV secolo: l’epoca di Lorenzo il Magnifico, per capirci.
La mia città del cuore all’apice del suo splendore.
Come faccio a non farmi attrarre da un’ambientazione del genere? Anche se in realtà quando ami così tanto qualcosa, il rischio di essere delusa è altissimo...

Avendo appunto già letto cinque su sei libri della saga di Hyperversum, potrei dire che, in quanto a ricostruzione storia, andavo abbastanza sul sicuro: Cecilia Randall è appassionata di storia e la sua capacità di ricreare l’atmosfera del tempo e del luogo in cui ambienta i suoi libri è davvero alta. Su questo punto, perciò, non ho nulla da ridire.

Gens Arcana parte con qualche capitolo che ci proietta nel tempo e nel luogo scelto, che ci propone una magia misteriosa e un inseguimento che sembra protrarsi da lungo tempo, catturando il lettore nel desiderio di proseguire per saperne di più.
Peccato che, dopo questo inizio fulminante, la prima parte del libro si impantani un po’ in spiegoni sul sistema magico e un meccanismo di fuga-inseguimento-battaglia che, a lungo andare, risulta un po’ ripetitivo. E qui ovviamente è partita la mia sfilza di recriminazioni contro Cecilia, esattamente come nella prima parte di Hyperversum.
Quando arriviamo circa a metà però si interrompe questa stasi e finalmente ci ritroviamo in un’avventura molto più intrigante, che si intreccia con la Storia vera e propria, senza però andarla a modificare o snaturare.
Da quel punto in poi è un crescendo, con solo una pecca nell’avere affrettato un po’ la risoluzione dell’ultimo inghippo, che avrebbe potuto avere più spazio riducendo la parte iniziale un po’ ripetitiva. Ho quindi ritirato un po’ delle mie rimostranze verso Cecilia – ma non tutte.

Il personaggio migliore, a mio parere, è Manente, mentre il protagonista Valiano mi ha, per la maggior parte del libro, ricordato Daniel di Hyperversum, e il paragone non vuole essere lusinghiero, perché me lo ha ricordato nel senso che entrambi sono ventenni che si comportano come se avessero dodici anni (perché Cecilia, perché?).
Valiano migliora un po’ nell’ultima parte del libro, complici anche un paio di scelte nella trama che lo fanno crescere. Una mi ha addolorato molto (ma la comprendo bene, nell’economia della storia), mentre la seconda è stata un’ottima scelta che Randall ha portato fino in fondo senza cambiare rotta e che ho davvero apprezzato.

Molto bello il sistema magico: originale e complesso, oltre che coerente dal punto di vista puramente tecnico di un sistema hard magic.
L’ho trovato anche molto ben integrato nello sfondo storico reale e, non so bene come dire, molto adeguato all’epoca e al luogo scelti come ambientazione.
Davvero affascinante.

Sulla scrittura, direi che ovviamente non ci troviamo davanti a una penna sopraffina, come potrebbe essere quella di Robin Hobb, ma nemmeno a una che non sa mettere due frasi sensate in fila, in non-stile Rebecca Yarros.
Diciamo che Randall fa il suo lavoro, senza troppi fronzoli, ma in modo abbastanza efficace. C’è qualche discorso un po’ forzato per spiegare al lettore dettagli di cui non è a conoscenza, ma lasciamo correre, è un difetto che si trova spesso nei libri e Randall non è certo la peggiore in questo. In più, come ho già detto, si rifà ampiamente con l’ambientazione storica e l’atmosfera che riesce a creare, quindi merita che qualcosa le si perdoni.

Nel complesso, un libro ben lontano dall’essere perfetto, ma i molti difetti sono anche controbilanciati da molti pregi, per cui sono parecchio curiosa di leggere il seguito, anche per scoprire se la mia altalena di amore-odio con Cecilia Randall continuerà.


message 43: by Acrasia (new)

Acrasia La Cosa. Inferno di Ghiaccio
Io ho letto questa edizione Urania che a quanto pare è molto diversa dall'edizione per Kindle della Delos Digital perchè nel gdl le opinioni di chi ha letto l'una o l'altra sono state molto divergenti :)
L'ho trovato alquanto tecnico e molto scientifico, vengono spiegati nel dettaglio sia i materiali che le procedure e confesso che a volte ho dovuto rileggere alcune parti più volte perchè mi sono persa.
Anche se le descrizioni del ghiaccio e dei colori che cambiano in base alla luce sono bellissime.
Una scrittura fredda e distaccata che racconta i fatti senza approfondire le emozioni dei personaggi, non ho percepito alcuna tensione nel racconto, quindi il mio giudizio è proprio tiepidino.


Hypatia 'Free Palestine, Stop Genocide' Tra un GdL e l'altro, ho anche letto un libro sola soletta:

Il canto di Penelope

Venendo dalla delusione del retelling di Arianna appena terminato, non posso dire di avere avuto grandi aspettative su questo libro. Il massimo che speravo era di non annoiarmi troppo e finirlo in fretta, considerando che è piuttosto breve.
Ma avevo sottovalutato la differenza tra la penna di un’Autrice come Margaret Aywood e quella di una semplice scrittrice come Jennifer Saint.

Questa riscrittura della storia di Penelope, narrata questa volta da lei stessa, e a posteriori, cioè quando è già morta e si trova da lungo tempo nell’Ade, non solo non mi ha annoiato, ma mi è piaciuta moltissimo.

Il modello di moglie perfetta, paziente e fedele, che attende per vent’anni il ritorno del marito, sfuggendo alle avance dei pretendenti con lo stratagemma della tela, è qui reso una vera donna e un personaggio a tutto tondo, con pensieri e debolezze, una donna che sa cosa vuol dire amare e provare pietà, sentimenti che si esprimono soprattutto nei confronti delle giovani ancelle che Odisseo, al suo ritorno, ucciderà barbaramente perché ree di non essere state fedeli al loro re.

Margaret Atwood dà voce anche a loro, attraverso il coro, rievocando la struttura della tragedia greca, e facendoci conoscere la loro storia di soprusi, perché, in quanto donne e schiave, il loro destino non poteva essere che quello di servire e lasciarsi stuprare.

Un affresco di donne antiche che ci mostra come, regine o schiave, tutte le donne erano in qualche modo violate dagli uomini, e le loro storie ci sono arrivate storpiate, prive della loro voce e, nemmeno a dirlo, raccontate da quegli stessi uomini che pensavano di possederle come oggetti.

Ecco cosa cerco per definire efficace e utile un retelling. L’Autrice scrive di avere preso in considerazione diverse versioni esistenti del mito, che a noi è noto in realtà solo attraverso un’unica versione, quella dell’Odissea di Omero, e di averle utilizzate per cucire una storia che non si discosta dai fatti che tutti conosciamo, ma ce li propone attraverso una nuova prospettiva, una nuova luce che ce li fa vedere in modo differente, ci fa riflettere sia sul passato che sul presente, e ci lascia il ritratto di una donna complessa che va la di là del ruolo che la storia le ha imposto.


message 45: by Simona F. (last edited Jun 25, 2025 05:02AM) (new)

Simona F. 'Free Palestine, Stop Genocide' Doppio aggiornamento per me.

Weyward di Emilia Hart
Nel 1600 la giovane Altha decide di scrivere un documento che raccolga gli insegnamenti trasmessi dalla madre, depositaria di un dono speciale che viene tramandato di madre in figlia.
In tempi più moderni, due donne trovano il manoscritto e apprendono il misterioso potere in esso contenuto.
Questo romanzo racconta tre figure femminili in tre epoche diverse ma tutte e tre vittime dall'ignoranza, della superstizione e della sopraffazione maschile.
Ho trovato il romanzo piacevole ma non entusiasmante e la causa, secondo me, è dovuta ad una non riuscita caratterizzazione delle protagoniste più moderne.

La Cosa di John W. Campbell Jr.
Una missione scientifica nel profondo antartico, il ritrovamento fortuito di un'astronave congelata nel ghiaccio, forse da millenni, e lo scongelamento di un essere alieno non morto sono gli elementi essenziali di questo breve romanzo. I personaggi, a parte il cuoco, sono tutti scienziati e sono descritti solo in base alle loro competenze o al loro ruolo. Nessun dettaglio caratteriale o di vita passata.
Si entra subito nel cuore della vicenda e la narrazione è velocissima, tutta costruita su dialoghi. Non sempre è chiaro se si tratti di dialoghi o di riflessioni personali ma l'effetto non cambia e la tensione si mantiene altissima dall'inizio alla fine.


message 46: by Ajeje (new)

Ajeje Brazov Finito La Cosa. Inferno di Ghiaccio - voto **

Il racconto lungo La cosa, racconta del ritrovamento di un essere al di fuori della concenzione umana, ben conservato all'interno dei ghiacci perenni dell'Antartide.
Avevo visto il film di Carpenter anni fa e mi era piaciuto discretamente, sicuramente non fra i migliori del regista americano, ma particolare e soprattutto d'atmosfera. Così mi ero ripromesso di provare a recuparare il libro da dove tutto è nato. Il presente libro fa parte delle prime opere della fantascienza moderna: nel 1938. Periodo d'oro della fantascienza. Sicuramente è un capostipite del genere, dove molti altri negli anni a seguire hanno preso spunto o anche scopiazzato, però a fine lettura mi viene da dire: no!
Principalmente non mi ha colpito la scrittura: non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, non avevo la benchè minima idea di chi fossero i protagonisti, perchè non vi è caratterizzazione alcuna, nei dialoghi non aveva importanza chi dicesse cosa, perchè tanto non li inquadravo minimamente. Fortunatamente avevo davanti agli occhi le scene del film e l'altmosfera cupa e gelida me li trasmettevano quelle immagini cinematografiche, ma non quelle letterarie del racconto. Mi sono annoiato infinitamente dall'inizio alla fine, anche se le pagine non arrivano nemmeno a 100, ci ho messo 3 giorni per finirlo. La storia è molto interessante, ma è narrata in un modo che non mi ha coinvolto mai!
Delusione!


message 47: by Acrasia (new)

Acrasia MI stavo dimenticando di commentare La storia di Antigone raccontata da Ali Smith - gdl ibrido

Con un linguaggio poco classico, che però in un racconto per ragazzi ci sta perchè non andava giustamente appesantito, ci viene raccontata la storia di Antigone in una versione illustrata, molto gradevole.
Avendo letto da poco la tragedia di Sofocle la ricordo ancora molto bene, soprattutto i dialoghi tra Creonte e il figlio e tra Creonte e Tiresia che mi avevano colpito molto positivamente in quanto seppur tragici li ho trovati in qualche modo irriverenti, qui invece non mi sono piaciuti per niente...
Sicuramente il fatto di far raccontare la storia ad una cornacchia è stata una bella trovata che mi ha fatto alzare un po' il voto finale.


message 48: by Acrasia (new)

Acrasia Ho letto anche La morte di Penelope di Maria Grazia Ciani che mi è piaciuto tantissimo!
In poche pagine c'è tutto lo struggimento di un amore destinato a fallire, il detto non detto per evitare di compromettersi, i pensieri che si trasformano in ossessione.
Penelope sa che deve affrontare il suo destino e se Ulisse non torna le toccherà sposare uno dei Proci, e allora perchè non prendere le redini della sorte e scegliere, anziché attendere passivamente?
Penelope è sola e da sola deve difendere il regno che le è stato affidato da Ulisse finché è lontano, sono vent'anni che lo aspetta e ora è stanca, stanca di essere legata all'idea di un uomo che magari è morto e che non tornerà più.
Penelope, il simbolo dell'eterna fedeltà, in questo romanzo sente vacillare la sua forza e si abbandona all'inevitabile.
La struttura costruita sui monologhi dei due protagonisti a mio parere è molto efficace per descrivere la vicinanza tra i due fatta di sguardi e piccoli gesti e nello stesso tempo il voler mantenere le distanze per non destare sospetti.


message 49: by Marina (new)

Marina Dimenticavo di commentare qui la mia lettura di Vlad.

Un'interessante riscrittura del capolavoro di Bram Stoker. Vlad il vampiro si trasferisce per l'occasione a Città del Messico e i nostri eroi si occupano di trovargli una casa adatta: finestre murate, vicina a una scarpata alla quale dovrà essere collegata da un tunnel. Inoltre, all'interno presenta numerose scanalature sul pavimento... Interessante anche la "figlia" di Vlad, una bambina di dieci anni, la stessa età di Magdalena, figlia dell'avvocato e dell'agente immobiliare che gli procurano la casa. La fine mi ha lasciato perplessa, (view spoiler)

Promosso con la sufficienza per delle scene molto intriganti, come ad esempio (view spoiler).


message 50: by Ajeje (new)

Ajeje Brazov Letto Vlad - voto *

Ennesima rivisitazione del mito del conte Vlad l'Impalatore, altrimenti detto conte Dracula. Qui però vi è un elemento nuovo: il luogo. Siamo a Città del Messico ai giorni nostri. Vlad cercherà dimora e bla bla bla...

I primi 3/4 del racconto sono una profusione inutile e tediosa di presentazione dei personaggi. Mi è parso di leggere il compitino che ci davano a scuola, quando dovevi imparare a descrivere ciò che vedevi e gli interpreti, soprattutto. Proprio una fredda elencazione di luoghi e tratti dei personaggi. Nulla di più noioso e soprattutto per nulla coinvolgente. Per fortuna nell'ultimo quarto, la storia prende una piega più interessante, vi sono alcune discrete rivelazioni e l'atmosfera si fa più cupa e tetra, anche se ci sono alcune scene troppo morbose che mi hanno allontanato subito dalla storia. Qualche momento di riflessione sociale, ma buttato lì come un sasso in un'oceano che si perde dopo poco.
La frase finale poi... lasciamo perdere va!!


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