Abc’s
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(group member since Aug 05, 2017)
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from the Reading Challenges group.
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Per me va bene finire qui. Grazie Anna per aver proposto e condotto questa sfida. Mi è piaciuta molto e soprattutto mi sono divertita un sacco a spremermi le meningi per trovare gli agganci giusti.Vero che verrà riproposta anche l'anno prossimo? 🙏🏻
Libro n.24L'amore in caso di emergenza
Una grande noia questo libro, un susseguirsi di paturnie che in periodo natalizio ho proprio mal sopportato.
Libro 21Si dà il caso che
Un po' scialbo questo fumetto. Parla del cuore diviso in due di chi si trasferisce all'estero per lavoro.
Mi è mancato del tutto il coinvolgimento emotivo. A mio parere la storia non si sviluppa e non conclude niente.
Quando chiudi questo libro ti chiedi il motivo per cui sarebbe da leggere e non trovi risposta...
Libro n.15 Il disagio della seraIl disagio del lettore!
Non mi è proprio piaciuto per le situazioni troppo estreme che vi sono descritte.
Quando si cerca di colpire il lettore a suon di scabrosità io prendo le distanze. Trovo che sia una strada troppo facile per attirare l'attenzione e far parlare del proprio libro.
Provo l'aggancio con Il disagio della sera per analogia mezzanotte/sera, entrambi momenti della giornata.
Libro n.9 Ragazzo sott'acquaChe bella questa storia tanto tenera e tanto profonda allo stesso tempo!
A raccontarla è Cymbeline, un bambino di nove anni che non ha mai imparato a nuotare. Non perché non ci sia riuscito, ma perché la sua mamma, per chissà quale motivo, non vuole portarlo in piscina e inventa sempre qualche scusa.
Però un giorno accade che la classe di Cymbeline viene iscritta a un corso di nuoto e il nostro piccolo eroe si vanta di saper nuotare benissimo, ma, alla prova dei fatti, rimedia una ben misera figura. E ad amplificarla c'è poi la scenata che sua mamma fa davanti a tutti quando scopre l'accaduto. Come se le cose non fossero già abbastanza brutte, succede che il giorno dopo la mamma viene ricoverata e Cymbeline non si capacita di ciò che sta accadendo.
L'adozione del punto di vista del bambino si rivela una scelta vincente perché riusciamo a immedesimarci nelle situazioni che vive e a provare le sue stesse emozioni. A volte si sorride, altre proviamo angoscia e frustrazione nel non riuscire a capire certi comportamenti degli adulti.
Il romanzo è costruito quasi come un giallo in cui il mistero da risolvere è cosa fa star male la mamma di Cymbeline.
Lo stile di Adam Baron è molto fresco, immediato, adatto ad un pubblico giovane. Ma allo stesso tempo rivela, nella semplicità, una profondità di sentimenti e riflessioni che non ti aspetteresti.
Per un pubblico young, ma anche meno young.
Libro n.30Il quaderno dell'amore perduto
Gli do tre stelline perché comunque non è un brutto romanzo, si lascia leggere e la storia scorre. Però l'ho trovato un po' ingenuo. Mi è sembrato che ci fossero troppe coincidenze per essere credibile.
I personaggi non mi hanno particolarmente colpita, a partire dalla protagonista.
Sarò insensibile, ma la storia d'amore ambientata nel passato non mi ha mai catturata, anzi mi è sembrata insipida.
Mi ha interessata di più la vicenda di Justine e le sue indagini su quanto accaduto alla sua famiglia.
Nel complesso credo che mi dimenticherò presto di questo libro.
Libro n.27Curare i bambini è la mia medicina
Un libro biografia in cui Franca Fossati Bellani racconta i suoi anni trascorsi da pioniera dell'oncologia pediatrica a Milano.
Ogni capitolo inizia con la storia di uno dei piccoli pazienti di cui si è occupata, a volte con successo, altre purtroppo no. Dopodiché prosegue con la sua storia professionale e con qualche breve accenno a quella personale.
Emerge il ritratto di una donna determinata, animata da un grande amore e dedizione per la sua professione.
Più di una volta ribadisce il concetto per cui è necessario guardare al malato nella sua interezza di persona e non solo di paziente. La dottoressa Fossati Bellani ha sempre avuto una grande sensibilità nel rapportarsi sia coi suoi piccoli pazienti che con le loro famiglie, dimostrando, oltre a grandi competenze cliniche, anche una spiccata sensibilità e disponibilità all'ascolto.
Un segreto ben custoditoMi sembrava una così bella saga, ma, arrivata al terzo volume, mi sono decisamente stancata e ho deciso di mollare il colpo.
La narrazione somiglia più a una favoletta per bambini che a un romanzo destinato a un pubblico adulto. I personaggi sono decisamente troppo piatti per i miei gusti. C'è una separazione troppo evidente tra buoni e cattivi, senza possibilità di cambiamenti di "squadra".
No, caro Archer non sono interessata alle future vicende della famiglia Clifton.
Commento libro n.22Gli affamati
Feroce è il primo aggettivo che mi viene in mente per descrivere questo romanzo.
I protagonisti sono due fratelli rimasti soli dopo la morte del padre violento e l'abbandono da parte della madre. La loro quotidianità è fatta di privazioni, mancanza di prospettive, solitudine e tanto tanto dolore. Le cicatrici di questi due giovanissimi ragazzi sono talmente profonde da non permettere loro di progettare un futuro diverso. Sono rimasti impantanati in un punto non ben precisato tra passato e presente. Tutto ciò che resta è il rapporto che hanno fra loro, anche se è un rapporto fatto di incomunicabilità.
Paolo vede crescere giorno dopo giorno la sua rabbia, rabbia che esplode in modo feroce e viene riversata verso vittime innocenti e prive di difese. Leggendo le atrocità che riesce a mettere in atto mi sono un po' resa conto di quali possono essere i meccanismi psicologici alla base di certi comportamenti assurdamente violenti di certi adolescenti.
E poi c'è Antonio, verso il quale è impossibile non provare un'immensa tenerezza. Antonio affronta la vita con paura, con un grande senso di inadeguatezza che lo fa sentire sempre fuori posto, sempre da meno rispetto agli altri. Questo fa sì che non riesca nemmeno a riconoscere la vera amicizia che Italo gli dimostra e, per questo motivo, diventa per lui impossibile farsi aiutare.
Pensare che questo libro sia soltanto un esordio, tra l'altro di un autore giovanissimo, fa ben sperare. Credo proprio che Matteo Insolia sia da tenere d'occhio perché ci regalerà ancora delle grandi perle. A questo aggiungerei anche che il ridotto numero di pagine di questo libro dimostra ancora una volta che per arrivare al cuore del lettore non è necessario profondersi in milioni di parole, basta essere incisivi e diretti e in poche pagine si riescono a trasmettere grandi emozioni.
Libro n.16Ohio
Ho un giudizio molto controverso rispetto a questo libro.
Narra una storia, anzi una serie di storie, emotivamente provanti. Storiacce che sono molto lontane dall'idea idilliaca di America che certi film ci proiettano. Qui si parla della realtà delle provincie, luoghi in cui c'è poco e niente, tutti si conoscono, vivono vite sostanzialmente mediocri e le prospettive per i giovani sono estremamente limitate.
Delle esperienze che segneranno le vite dei quattro protagonisti non ci viene risparmiato nulla, nemmeno gli aspetti più tragici e orripilanti.
Ogni capitolo narra di un diverso personaggio, di cui conosciamo la storia attraverso continui salti temporali tra presente e passato Storie individuali che si intrecciano inevitabilmente con la Storia americana post 2001. E qui arriviamo a ciò che poco mi è piaciuto di questo libro, cioè lo stile. Trovo che sia troppo complicato seguire le vicende narrate in quanto non solo ci si deve districare attraverso i vari punti di vista, ma anche attraverso le differenti sequenze temporali. Senza contare la prolissità che appesantisce ulteriormente la lettura.
Quindi la mia valutazione si colloca su un intermedio 2 e mezzo.
