Giulia > Giulia's Quotes

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  • #1
    “E mettiti in testa che la persona giusta non esiste. Esistono solo persone che sono più adatte."
    "Più adatte?"
    "Più adatte, più compatibili... Come dite voi? Quella giusta esiste solo all'inizio, quando non capisci niente perchè pensi solo a darti baci. (...)
    Sai, lavorando in treno ho capito un sacco di cose. Anzi, quasi tutto. Ho ascoltato discussioni, discorsi... ho visto gente senza biglietto ma con gli occhi pieni di amore. E poi li ho visti un po' di mesi dopo, con l'abbonamento in regola e che a malapena si parlavano.”
    Luca Bianchini, Io che amo solo te

  • #2
    “In amore fare tutto giusto è controproducente. Meglio sparire, a volte essere sfuggenti.”
    Luca Bianchini, Io che amo solo te

  • #3
    Nicolai Lilin
    “Per me, se esiste il paradiso, dev'esserci assolutamente una tavola imbandita come quella del locale di zia Katja. Non osavamo bere alcol davanti a lei, per non darle dispiacere. Così bevevamo kompot, una specie di composta di frutta, una macedonia di mele, pesche, prugne, albicocche e mirtilli rossi e neri fatta bollire a lungo in un grosso pentolone. Si preparava d'estate, e per il resto dell'anno veniva conservato in bottiglioni da tre litri con un collo largo circa dieci centimetri, chiuso ermeticamente. Si teneva in fresco nelle cantine, poi andava riscaldato prima di berlo.
    Ogni volta che zia Katja si allontanava, zio Kostič aggiungeva nei nostri bicchieri un po' di vodka facendoci l'occhiolino:
    - Fate bene a non farvi vedere da lei...- Noi buttavamo giù obbedienti il misto di vodka e kompot, e lui rideva delle facce che facevamo subito dopo.”
    Nicolai Lilin, Siberian Education: Growing Up in a Criminal Underworld

  • #4
    Jonas Jonasson
    “Ingmar riuscì ad intrecciarsi a tal punto col filo del telefono che per liberarsi strappó il cavo e tutto l'apparecchio dalla parete.”
    Jonas Jonasson, The Girl Who Saved The King Of Sweden

  • #5
    Henning Mankell
    “Wallander si avviò verso il distributore di bevande. Ma si rese conto di non averemonete.Un uomo anziano con due grucce uscì da una stanza muovendosi con grande fatica.Quando Wallander gli chiese se pote
    sse cambiargli un banconota, l‘uomo scosse il capo,
    mise la mano nella tasca della vestaglia e gli diede le monete necessarie per il caffè. Wallander rimase con la banconota tesa
    senza sapere cosa fare.

    ―Morirò fra poco‖ disse l‘uomo sorridendo. ―Più o
    meno fra due o tre settimane. Non
    so proprio cosa farmene dei soldi.‖

    L‘uomo si allontanò lentamente. Sembrava essere di ottimo umore.
    Wallander lo seguì con uno sguardo ammirato. Spinse il pulsante sbagliato e fucostretto a bere un cappuccino, cosa che non faceva mai.”
    Henning Mankell, One Step Behind

  • #6
    Andrea Gibson
    “Lately I've been thinking about who I want to love, and how I want to love, and why I want to love the way I want to love, and what I need to learn to love that way, and how I need to become to become the kind of love I want to be. And when I break it all down, when I whittle it into a single breath, it essentially comes out like this: before I die, I want to be somebody's favorite hiding place, the place they can put everything they need to survive, every secret, every solitude, every nervous prayer, and be absolutely certain I will keep it safe. I will keep it safe.”
    Andrea Gibson

  • #7
    Lyudmila Ulitskaya
    “Era sorprendente: in diciassette anni di vita Masha non aveva mai incontrato nessuno che assomigliasse ad Anna Veniaminovna, e ora all’improvviso risultava che ce n’era un mucchio così, intellettuali, vestiti in modo scialbo e povero, con molte letture alle spalle, colti, spiritosi! Quest’ultima qualità non l’avrebbe mai e poi mai sospettata, non aveva alcun rapporto né con le barzellette, né con le battute. E dopo una bella arguzia nessuno si torceva dalle risate, giusto un lieve sorrisetto.
    “Un maschio è una cosa stupenda, ma perché tenerselo a casa?” proprio sorridendo in quel modo Anna Veniaminovna poneva una domanda beffarda alla sua ex studentessa Zhenja, anche lei donna piuttosto anziana, alludendo alle complicate peripezie esistenziali dell’altre, che immediatamente le rispondeva: “Anna Veniaminovna, non vado mica dalla vicina a chiederle uno scaldino, il macinacaffè o il mixer, ne ho acquistati di miei. Perché mai dovrei prendere in prestito un maschio?”
    “Zhenja cara! Come puoi paragonare un maschio a uno scaldino? Lo scaldino scalda quando vuole lei, mentre il maschio scalda quando vuole lui!” ribatteva Anna Veniaminovna.
    E Masha si beava dei loro discorsi, magari neppure poi così divertenti […]”
    Ljudmila Ulickaja

  • #8
    Lyudmila Ulitskaya
    “Ampia e gialla è la luce della sera
    E tenera è di aprile la frescura,
    tu sei in ritardo ormai di molti anni,
    eppure di vederti sono lieta.”
    Ljudmila Ulickaja

  • #9
    Lyudmila Ulitskaya
    “[…] Poi ebbe luogo un lungo pranzo, con gelatina e biscotti per dessert, al termine del quale Nadja raccolse i piatti, li portò nel cucinotto all’esterno e disse a Zhenja: “Li lasciamo, che dici? Poi dopo cena lavo tutto insieme…”
    Zhenja fu d’accordo, anche lei non aveva un grande entusiasmo per il lavare le stoviglie nella bacinella unta di grasso, e si ritrò con piacere nella stanza piccola, dove trovava posto soltanto la sua branda e il comodino con i libri. Zhenja si distese, riflettè per un po’ sul modo in cui era di nuovo franata la sua disordinata vita personale, ma poi scacciò quel pensiero, in dieci anni ormai diventato seccante, e prese in mano un libro intelligente, non proprio pane per i suoi denti, ma necessario per chissà quali inconcepibili sensazioni… Inforcò gli occhiali, si munì di una matita fina per scrivere i punti interrogativi sui margini e… e immediatamente s’addormentò nel sottofondo della meravigliosa musica stratificata che viene eseguita in una casa di campagna quando piove: lo scroscio delle gocce contro le foglie, i colpi isolati sul vetro, le tenui onde sonore al minimo cambio di vento, lo schiocco delle gocce sulla superficie d’acqua scura nella botte e il suono staccato del rivolo che scorre lungo la grondaia.”
    Ljudmila Ulickaja

  • #10
    Vladimir Nabokov
    “Lolita credeva, con una sorta di celestiale fiducia, in tutte le réclame e i consigli che apparivano su “Movie Love” o “Screen Land” – lo Sterasil stermina i foruncoli, o “Niente camicia fuori dai jeans, ragazze: Jill dice che proprio non si deve!”. Se un cartello stradale diceva “VISITATE IL NOSTRO NEGOZIO DI REGALI” dovevamo visitarlo, dovevamo comprare le curiosità indiane, le bambole, la bigotteria di rame, le caramelle a forma di cactus. Le parole “novità e souvenir” l’ipnotizzavano con la loro cadenza anapestica. Se l’insegna di un caffè proclamava Bibite Ghiacciate, automaticamente Lo si eccitava, anche se le bibite erano ghiacciate dappertutto. Erano dedicate a lei, tutte quelle reclamé: la consumatrice ideale, soggetto e oggetto di ogni odioso manifesto.”
    Vladimir Nabokov, Lolita

  • #11
    Leonard Cohen
    “Brevman conosce una ragazza di nome Shell che si è fatta fare i buchi alle orecchie per mettersi lunghi orecchini di filigrana. I fiori si sono infettati e adesso lei ha una piccola cicatrice su ciascun lobo. Lui le ha scoperte sotto i capelli di lei.

    (…)

    I bambini mostrano le cicatrici come medaglie. Gli amanti le usano come segreti da svelare. Una cicatrice è quello che succede quando la parola si fa carne.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #12
    Leonard Cohen
    “Si strinsero le mani, si baciarono quando la luce fu abbastanza fioca, filtrando dorata attraverso i cespugli spinosi. Poi tornarono lentamente a casa, senza tenersi per mano, ma urtandosi a vicenda.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #13
    Leonard Cohen
    “Con grande cura sistemò una piattaforma di kleenex dentro ciascuna scarpa. Gli sollevava i talloni fino quasi ai bordi della scarpa. Fede scendere i pantaloni.
    Qualche piroetta sul pavimento e si convinse che poteva funzionare. Il panico si placò. Ancora una volta la scienza trionfava.
    (…)
    Ballo bene per una mezz’ora e poi i piedi cominciarono a dolergli. I kleenex si erano spostati sotto l’arco del piedi. Dopo altri due dischi sfrenati riusciva a malapena a camminare. Andò in bagno e cercò di raddrizzare i kleenex, ma si erano tutti schiacciati e appallottolati in una massa compatta. Pensò di toglierli del tutto, ma immaginò la sopresa e lo sguardo inorridito del resto della compagnia nel vederlo rimpicciolito.
    Infilò il piede nella scarpa solo a metà, collocò la palla tra il calcagno e la soletta interna, premette forte e annodò i lacci. Il dolore lo trafisse fino alle caviglie.
    Il “trenino” lo mise quasi fuori combattimento. Nel bel mezzo della fila, strizzato tra la ragazza che teneva per la vita e quella che si aggrappava a lui, con la musica forte e ripetitiva, tutti che cantilenavano uno-due, uno-due-tre, con i piedi che sfuggivano al suo controllo a causa del dolore, pensò: è così che deve essere l’inferno, un eterno “trenino” ballato con i piedi doloranti, dal quale non puoi uscire.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #14
    Leonard Cohen
    “Dopo un po', Tamara si addormentò. Era per evitare questo che aveva parlato. Il suo sonno gli sembrava una diserzione. Succedeva sempre quando lui si sentiva più sveglio. Era pronto a fare dichiarazioni immortali.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #15
    Leonard Cohen
    “La mano di lei era appoggiata sul suo braccio come neve su una foglia, pronta a scivolare via quando si fosse mosso.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #16
    Leonard Cohen
    “L'autostrada era vuota. Erano gli unici due in fuga e questa consapevolezza li rendeva più amici che mai. Bravman ne era inebriato. Diceva: "Krantz, di noi troveranno solo una striscia d'olio sul pavimento del garage, senza nemmeno i riflessi dell'arcobaleno". Ultimamente Krantz era molto silenzioso, ma Breavman era sicuro che pensasse le stesse cose.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #17
    Leonard Cohen
    “Si lasciarono davanti al tavolino di un caffè. Se conoscevi la proprietaria e ordinavi in francese potevi avere del vino nelle tazze da tè.
    Lui aveva sempre saputo che non la conosceva e che non sarebbe mai arrivato a conoscerla. Adorare un paio di cosce non è sufficiente. Non gli era mai importato sapere chi era Tamara, ma solo quello che rappresentava. Glielo confessò e parlarono per tre ore.
    "Mi dispiace, Tamara. Voglio toccare le persone come se fossi un mago, per cambiarle far loro del male, lasciare il mio marchio, farle diventare belle. Voglio essere l'ipnotizzatore che non corre il rischio di addormentarsi anche lui. Voglio baciare tenendo un occhio aperto. O forse l'ho fatto. Non voglio più farlo".”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #18
    Leonard Cohen
    “Non passarono molti anni che sua madre cominciò a esercitare gli inalienabili diritti della menopausa. Si mise a indossare in casa a qualsiasi ora una pelliccia e gli occhiali da sole. Prima vi alluse soltanto e poi affermò esplicitamente di aver sacrificato una carriera come pianista concertista. Quando le veniva chiesto per il bene di chi, lei si rifiutava di rispondere e abbassava il termostato.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #19
    Leonard Cohen
    “Miss McTavish era una laureata di Bryn Mawr del '21, alta e mascolina, ed era segretamente convinta di essere l'unica in America a capire veramente la poesia di Gerard Manley Hopkins.
    Era anche convinta che il mondo accademico non fosse degno del vero Hopkins ed era quindi riluttante a parlare delle proprie teorie. Lo stesso senso di superiorità la teneva lontana dalle universitá. Non desiderava prendere parte alla cospirazione accademica contro la Vita e l'Arte.
    Lo stesso senso di superiorità, unito a un naso grottesco, la teneva lontana dal matrimonio. Sapeva che l'uomo sufficientemente appassionato, ribelle e giocoso per un'intima relazione spirituale con lei non era disponibile per la vita domestica, essendosi con tutta probabilità giá consacrato al monastero oppure all'alpinismo.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #20
    Leonard Cohen
    “Si presero per mano e corsero giù per la collina. Le foglie secche si frantumavano sotto i piedi e loro cercarono i mucchi per calpestarle.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #21
    Leonard Cohen
    “Adesso devo andare".
    "Resta alzata tutta la notte con me! Andremo al mercato del pesce! Ci sono mostri grandi e nobili racchiusi nel ghiaccio. Ci sono delle tartarughe, tartarughe vive, per i ristoranti famosi. Ne salveremo una, scriveremo dei messaggi sul suo guscio e la metteremo in mare, Shell, come una conchiglia. Oppure andremo al mercato della verdura. Hanno delle reticelle rosse piene di cipolle che sembrano perle enormi. Oppure andremo nella Quarantaduesima Strada a vedere dieci film e compreremo un bollettino ciclostilato dei lavori che si possono trovare in Pakistan...".
    "Domani lavoro".
    "Questo non c'entra niente".
    "Ma adesso è meglio che vada".
    "So che in America questo è inaudito, ma ti accompagno a casa".
    "Abito nella Ventitreesima Strada".
    "Proprio quello che speravo. Sono più di cento isolati."
    Shell gli prese il braccio, lui strinse a sè la mano di lei con il gomito e divennero parte di un unico movimento, una specie di dolce animale siamese che poteva percorrere diecimila isolati.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #22
    Leonard Cohen
    “Se registri i loro fischi, Shell, e li ascolti al rallentatore si possono sentire le cose più straordinarie. Quello che il nudo orecchio sente come una sola nota, in realtà è fatta spesso di due o tre note cantate insieme. Un uccello riesce a cantare tre note contemporaneamente!".
    "Vorrei saper parlare in questo modo. Vorrei poter dire dodici cose insieme. Vorrei poter dire tutto quello che c'è da dire in una sola parola. Odio tutte le cose che possono accadere tra l'inizio di una frase e la sua fine".”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #23
    Leonard Cohen
    “Durante le due settimane in cui restó in città, vide Tamara quasi tutte le sere.
    Lei aveva lasciato lo psichiatra e aveva sposato l'Arte, che era meno esigente e costava meno.
    "Non raccontiamoci nessuna novità, Tamara".
    "Cos'è, pigrizia o amicizia?".
    "È amore!".
    Breavman finse uno svenimento teatrale.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #24
    Leonard Cohen
    “Nel sonno ognuno é figlio unico. Si giravano, cambiavano posizione, tiravano su una gamba, distendevano un gomito, si giravano di nuovo, cambiavano di nuovo posizione, una serie di granchi giganteschi, ognuno sulla sua personale spiaggia bianca.
    Tutta la loro ambizione, energia, velocità ed individualitá era avvolta e imballata come una serie di decorazioni natalizie fuori stagione. Ogni forma, decisa a ottenere il potere, la notte, così nitida e immobile, e il mondo fisico avrebbero aspettato immobili finché non fossero tutti ritornati.”
    Leonard Cohen, Beautiful Losers

  • #25
    Nick Hornby
    “…Perché vi siete lasciati?”
    “Oh… per tanti motivi. Non so proprio come spiegartelo.”
    Marcus non era meravigliato che non sapesse spiegare che cosa era successo. Aveva sentito più o meno tutta la discussione e non ne aveva capito una sola parola; sembrava che da qualche parte mancasse qualcosa. Quando lui e sua mamma discutevano, si riusciva a cogliere l’importante: troppo, troppo caro, troppo tardi, troppo piccolo, fa male ai denti, l’altro canale, compiti, frutta. Ma quando discutevano sua mamma e i suoi fidanzati, potevi stare ad ascoltare per ore senza riuscire comunque a cogliere il nocciolo, l’essenza, l’equivalente della frutta e dei compiti. Era come se gli fosse stato ordinato di litigare e loro saltassero fuori con la prima cosa che gli veniva in mente.”
    Nick Hornby

  • #26
    Ian McEwan
    “Come si erano conosciuti, e come mai due innamorati dell’era moderna si rivelano così timidi e ingenui? Pur reputandosi troppo evoluti per credere al destino, restava paradossale ai loro occhi il fatto che un incontro di quella portata potesse essersi verificato per caso, determinato da centinaia di contingenze e scelte indi significanti. L’eventualità che non succedesse affatto era un pensiero tanto terrificante quanto possibile.”
    Ian McEwan, On Chesil Beach

  • #27
    Ian McEwan
    “…Quando osò dirle che forse non riusciva a “cogliere” il punto del rock ‘n roll e quindi non si vedeva perché insistere, Florence dovette ammettere di non capire la necessità delle percussioni. Con brani così elementari, in larga misura semplici quattro tempi, che bisogno c’era di tutto quel battere e martellare? A che scopo, quando già c’era la chitarra ritmica, e spesso anche il pianoforte? Se ai musicisti serviva sentire il tempo, non potevano procurarsi un metronomo? A quel punto perché non inserire un batterista anche nell’Ennismore Quartet? Edward la baciò e le disse che era la persona più fuori moda di tutto l’Occidente.
    - Eppure mi ami, - fece lei.
    - No, perciò ti amo.”
    Ian McEwan, On Chesil Beach

  • #28
    Anaïs Nin
    “You have a right to experiment with your life. You will make mistakes. And they are right too. No, I think there was too rigid a pattern. You came out of an education and are supposed to know your vocation. Your vocation is fixed, and maybe ten years later you find you are not a teacher anymore or you're not a painter anymore. It may happen. It has happened. I mean Gauguin decided at a certain point he wasn't a banker anymore; he was a painter. And so he walked away from banking. I think we have a right to change course. But society is the one that keeps demanding that we fit in and not disturb things. They would like you to fit in right away so that things work now.”
    Anaïs Nin

  • #29
    Colleen Hoover
    “I got schooled this year.
    By everyone.
    By my little brother...
    by The Avett Brothers...
    by my mother, my best friend, my teacher, my father,
    and
    by
    a
    boy.
    a boy that I'm seriously, deeply, madly, incredibly, and undeniably in love with...

    I got so schooled this year.
    By a nine-year-old.
    He taught me that it's okay to live life
    a little backwards.
    And how to laugh
    At what you would think
    is un-laughable.

    I got schooled this year
    By a Band!
    They taught me how to find that feeling of feeling again.
    They taught me how to decide what to be
    And go be it.

    I got schooled this year.
    By a cancer patient.
    She taught me so much. She's still teaching me so much.
    She taught me to question.
    To never regret.
    She taught me to push my boundaries,
    Because that's what they're there for.
    She told me to find a balance between head and heart
    And then
    she taught me how...

    I got schooled this year
    By a Foster Kid
    She taught me to respect the hand that I was dealt.
    And to be grateful I was even dealt a hand.
    She taught me that family
    Doesn't have to be blood.
    Sometimes your family
    are your friends.

    I got schooled this year
    By my teacher
    He taught me
    That the points are not the point,
    The point is poetry...

    I got schooled this year
    By my father.
    He taught me that hero's aren't always invincible
    And that the magic
    is within me..

    I got schooled this year
    by
    a
    Boy.
    a boy that I'm seriously, deeply, madly, incredibly, and undeniably in love with.
    And he taught me the most important thing of all...
    To put the emphasis
    On life.”
    Colleen Hoover

  • #30
    Patricia Cornwell
    “Just as Jean-Baptiste can hear without ears, his father can become deaf at will.”
    Patricia Cornwell, Blow Fly



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