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Modernità liquida
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GdL Saggistica Maggio-Giugno 2017 - Modernità liquida
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Complicato. Vorrei sapere da chi lo ha proposto perché lo ha proposto, e da chi lo ha votato perché lo ha votato. Leggere Bauman senza sapere nulla di Sociologia, è quanto meno assurdo.
Io so poco o niente di sociologia, l'ho iniziato e sebbene sia innegabilmente complesso lo trovo molto interessante e comunque alla portata di tutti, per ora non mi sono imbattuta nemmeno in un passaggio che mi sia risultato del tutto incomprensibile anche se di sicuro chi è del settore capirà di più e meglio di me.
In realtà non usa strumenti concettuali complicati... io lo lessi tanti anni fa e lo trovai abbastanza scorrevole. Mi chiedo anzi il senso di leggerlo nel 2017...
Leggere ovvio sì, si legge. Scorre, i concetti non sono (quasi) mai troppo complicati o troppo inaccessibili, ma senza la giusta chiave, ossia almeno un minimo di infarinatura di Sociologia, rimane una singola lettura. Per capirne tutto l'ampio significato, occorre aprire tutte le porte con le dovute chiavi.Come un pesto senza pinoli; sicuramente è buono, ma gli manca qualcosa...
Società liquida viene indicata la società post-moderna, quindi direi tutt'ora valida. Poi di Sociologia purtroppo non so nulla...
http://espresso.repubblica.it/opinion...
>>Nei suoi ultimi lavori, Bauman ha inteso spiegare la postmodernità usando le metafore di modernità liquida e solida. Nei suoi libri sostiene che l'incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In particolare, egli lega tra loro concetti quali il consumismo e la creazione di rifiuti umani, la globalizzazione e l'industria della paura, lo smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusa, e così via.<<Preso da Wikipedia, pagina sull'autore.
Direi che è attuale... :-/
Non è questione di attualità... Sono concetti ormai assimilati e pacifici, in questo senso dicevo...
Lu wrote: "Complicato. Vorrei sapere da chi lo ha proposto perché lo ha proposto, e da chi lo ha votato perché lo ha votato. Leggere Bauman senza sapere nulla di Sociologia, è quanto meno assurdo."Devo essere sincera, io nel sondaggio ho votato l'altro titolo proprio intimorita dal fatto che non so nulla di sociologia, però trovo anche che non sia una materia così inaccessibile, e che quindi il saggio si possa apprezzare, anche se non appieno negli aspetti più profondi.
Lo leggerò tra la fine del mese e l'inizio di giugno, periodo in cui sarò meno impegnata rispetto ad adesso e potrò dunque rifletterci con più attenzione.
Io l'ho finito e francamente confermo l'impressione che sia un'opera molto interessante e alla portata di tutti, infatti l'ho letto tutto di un fiato. L'ultima parte l'ho trovata un pochino più complessa.Nell'insieme l'impressione è stata quella di leggere in una forma chiara ed elegante impressioni e idee che nella mia testa erano vaghe. Leggerei volentieri anche altro di Bauman perché questa analisi della modernità mi ha davvero molto interessata.
Io lo inizio nei primi giorni di Giugno. Visto che sono stata messa in causa in quanto ho proposto la lettura, io rispondo in modo semplice: mi dispiace, ma i concetti cardine di Bauman non li conosco molto bene, e siccome è scomparso quest'anno mi sono resa conto che avrei voluto colmare questa lacuna. Se tanti altri lo hanno votato, probabilmente non sono la sola.
Ho un'infarinatura di sociologia per modo di dire, ovvero ho letto parzialmente un manuale per diletto personale.
Però non l'ho giudicato un problema perché ho sempre visto Bauman come un sociologo in voga, letto da molti e molto popolare, non mi sembrava uno studioso di impostazione troppo specialistica o accademica e mi pare che questo sia stato confermato.
Inoltre - questa è la mia opinione - ritengo che per riflettere attraverso un saggio sociologico non sia così necessario avere dietro la storia della sociologia nel suo arco completo per rendere quella lettura sensata. Che non si possa cogliere la sfumatura interna allo sviluppo della sociologia è indubbio, ma credo che il suo valore principale, specialmente per chi non è del settore e si avvicina da curioso (come noi), sia che contenga riflessioni interessanti per il nostro tempo e naturalmente accessibili, comprensibili. Inserirlo troppo in una discussione interna alla storia della sociologia mi sembra riduttivo (lo comprendo in un senso accademico o specialistico, ma non è questo il luogo), rispetto al semplice interesse che può scaturire dal contenuto delle sue riflessioni..
Poi credo che possa essere, per i più soddisfatti, un trampolino di lancio per ulteriori letture e approfondimenti sulla sociologia.. Penso al fatto che a molti è capitato di leggere un saggio filosofico, ad esempio, e poi appassionarsi della materia :)
L'importante, credo, è che si possa capire e avere una sua discreta autonomia (non dico completa), e se Je, ad esempio, lo ha compreso e lo ha trovato utile per la sua riflessione personale vuol dire che questo è garantito.
L'ho cominciato ieri sera e per il momento ho letto la prefazione e quasi finito il primo capitolo sull'emancipazione. Sono d'accordo con quanti di voi lo hanno definito complicato: non tanto per i contenuti che, bene o male, a 17 anni di distanza sono ormai abbastanza chiari a tutti, quanto per lo stile di Bauman. Le idee sono senza dubbio molto interessanti, e mi trovo d'accordo con tante teorie, però Bauman ha uno stile molto ellittico e procede nei suoi ragionamenti senza spiegarli in maniera ordinata e logica. Leggere quanto scrive sembra leggere qualche appunto scritto qua e là e messo assieme con qualche frase di collegamento.
Sono arrivato circa al 20 %; sto trovando abbastanza chiari e condivisibili i messaggi dell’autore: si parla di emancipazione e rapporto tra società ed individuo, ma, a fronte di una libertà (in apparenza) mai goduta in passato, appare sempre più difficile diventare padroni del proprio destino e compiere le scelte realmente desiderate.Per quel che riguarda il potere pubblico, poi:
Le sole due cose utili e desiderabili che ci si può attendere dal “potere pubblico” sono il rispetto dei “diritti umani” e la possibilità di farlo in santa pace.
Certamente tante citazioni (anche Woody Allen, non solo sociologi) mi giungono nuove, non essendo un addetto ai lavori, ma sto trovando comunque ben comprensibile il filo del discorso.
io sono all'inizio, ho letto solo due capitoli, e per ora concordo con Marianna nel definirlo complicato.Non difficile, perchè i contenuti sono piuttosto chiari, ma proprio complicato per il modo con cui Bauman sceglie di esporre questi contenuti.
Ad esempio trovo che la lettura venga appesantita dai troppi nomi citati, quasi uno in ogni pagina!
Mi rendo conto però che è un problema mio, perchè essendo ignorante in sociologia per me sono tutti illustri sconosciuti che mi creano confusione in testa xD
Ho fatto fatica a tirare le somme della lettura, tante erano le cose descritte nel saggio e tantissime le citazioni (troppe?).Di seguito il link alle mie riflessioni, ricche, inevitabilmente, di citazioni al testo:
https://www.goodreads.com/review/show...
Gaetano, anch'io sto evidenziando tanto, arrivo a fare grigie intere schermate del kindle :) per quanto è interessante.
Purtroppo sto avendo un po' di deficit dell'attenzione, sto andando troppo piano, anche perché sto entrando in un campo per me completamente nuovo e pieno di autori e citazioni che non sono in grado di cogliere (a meno di stare con Wikipedia in una mano e Bauman nell'altra).
Sono alla prima parte e il passaggio dall'importanza della società all'importanza dell'individuo mi ha colpita come una verità: noi siamo davvero il nostro unico orizzonte e ci aspettiamo che il ruolo della collettività/politica/società sia quello di venirci incontro. Non dovrebbe essere il contrario? Non sarebbe più giusto per tutti se fosse l'individuo a mettersi a servizio, non dico del mondo, ma almeno, del proprio gruppo di appartenenza?
Purtroppo sto avendo un po' di deficit dell'attenzione, sto andando troppo piano, anche perché sto entrando in un campo per me completamente nuovo e pieno di autori e citazioni che non sono in grado di cogliere (a meno di stare con Wikipedia in una mano e Bauman nell'altra).
Sono alla prima parte e il passaggio dall'importanza della società all'importanza dell'individuo mi ha colpita come una verità: noi siamo davvero il nostro unico orizzonte e ci aspettiamo che il ruolo della collettività/politica/società sia quello di venirci incontro. Non dovrebbe essere il contrario? Non sarebbe più giusto per tutti se fosse l'individuo a mettersi a servizio, non dico del mondo, ma almeno, del proprio gruppo di appartenenza?
Nazzarena wrote: "...mi ha colpita come una verità: noi siamo davvero il nostro unico orizzonte e ci aspettiamo che il ruolo della collettività/politica/società sia quello di venirci incontro..."È una condizione derivante, il più delle volte, da una scarsa cultura. Averne non significa riconoscere la piccolezza, la quasi nullità del singolo, ma non averne porta, nella maggior parte dei casi, a farci credere, e pretendere, di essere vittime di un mondo cattivo e quindi in pieno diritto di avere solo... diritti. Nessun dovere, la colpa, la responsabilità, sono sempre di altri. Io mi rifiuto di vedere oltre il mio naso, di cambiare prospettiva, punto di vista, perché la vittima sono io. Quindi ho solo diritti, nessun dovere. Non sono io a dover dire facciamo qualcosa per gli altri, per tutti noi; sono gli altri che devono mutare, muoversi, sentirsi in colpa, stare zitti, santificarmi, cercarmi, perché io sono la povera vittima del crudele sistema.
Questo deriva dall'egoismo, dalla scarsa cultura, della nulla coscienza globale.
Nazzarena wrote: "Non dovrebbe essere il contrario? Non sarebbe più giusto per tutti se fosse l'individuo a mettersi a servizio, non dico del mondo, ma almeno, del proprio gruppo di appartenenza? ..."
Questa è, da sempre, una delle mie linee guida.
Il pianeta sul quale viviamo, la società dove siamo nati e dove trascorriamo la nostra esistenza, il continente che ci ospita, sono la nostra casa. Una casa globale, dove si muovono e respirano miliardi di esseri diversi. Occorre creare rispetto reciproco, coesistenza civile, interazione educata. Nessuno è migliore né peggiore. Il passato è passato, non è una scusante. Pretendere di avere diritti più di altri perché si è ricchi, biondi, con tre capezzoli, glabri, religiosi, atei, di sinistra, anarchici, poveri, mio zio, tua sorella, alpha centauri, ex Fiat, mannaggia gli zingari e quant'altro, è, è stato e sarà il primo dei grandi ostacoli. Non conta quale sia la mia credenza in fatto di indossare scarpe verdi o mangiare germogli di tarassaco, conta il mio impatto sulla casa in cui abito e che condivido con miliardi di altri animali, a due tre quattro cinque sessanta zampe.
Se io nel mio piccolo posso fare qualcosa per la società, per la grande casa di tutti, la faccio senza pretendere di essere migliore né peggiore, senza sentirmi vittima né carnefice o nel giusto perché tu sei cattivo e io una vittima. Vittima di cosa? Di scarsa cultura, di non volersi sforzare, di non voler abbandonare il comodo cantuccio dal quale guardo, mi lamento, pretendo, indico.
La società per essere moderna deve andare avanti; per farlo, le è d'obbligo non rallentare per il singolo, né per il gruppetto, ma procedere senza sensi di colpa, sempre e comunque. Il singolo non conta relativamente granché, ma il singolo deve muoversi per mantenere attiva la società che procede.
Leggo i vostri commenti che trovo interessanti di per sé, anche senza aver letto il libro (sto leggendo sempre di meno, perché la mia vista sta peggiorando, e in attesa dell'intervento che farò l'anno prossimo sperando che sia risolutivo, devo centellinare le mie letture).
io forse ho scelto il periodo sbagliato per questo saggio, ma non riesco a proseguire... sto entrando nel blocco del lettore a causa sua e sto seriamente pensando di abbandonarlo, benché sia una cosa che mi da sempre fastidio fare.Niente da dire sui concetti che esprime, ma proprio non mi prende...
Sono alla parte sul consumismo. Mamma mia, che roba triste... ti ripeti che non sei così, tu non sei così, tu sei diverso... e poi ti viene il dubbio che forse invece no.
Concordo con Lilirose: niente da dire sui concetti che esprime. Sto evidenziando un bel po' di robe illuminanti. Ma mi permetto, nel miopiccolo infinitesimo, di criticare lo stile, che mi appare confusionario; trovo che i concetti siano affastellati l'uno sull'altro senza una chiara linea espositiva.
Per carità, limite mio: è la prima volta che leggo di sociologia e magari nel loro campo è normale, ho l'impressione che questo sia un testo per esperti del settore e non di divulgazione per niubbi come me (e poi mi sembra mescoli osservazione e teoria, ci sono momenti in cui rischio di perdermi).
Concordo con Lilirose: niente da dire sui concetti che esprime. Sto evidenziando un bel po' di robe illuminanti. Ma mi permetto, nel mio
Per carità, limite mio: è la prima volta che leggo di sociologia e magari nel loro campo è normale, ho l'impressione che questo sia un testo per esperti del settore e non di divulgazione per niubbi come me (e poi mi sembra mescoli osservazione e teoria, ci sono momenti in cui rischio di perdermi).
ecco brava sei riuscita a centrare perfettamente il problema, cosa che io non ero riuscita a fare.Mi da l'impressione che sia un testo universitario più che un saggio divulgativo. Troppi nomi, troppe nozioni date per scontate (il discorso di Giosuè???)
Ho sempre la sensazione di perdermi dei pezzi, come se andasse studiato più che letto.
Nazzarena wrote: "Lilirose wrote: "come se andasse studiato più che letto"This ^"
Esatto. È un testo per gli addetti ai lavori, per coloro che non hanno le chiavi del mestiere resta un titolo così, senza troppe pretese, da leggere senza approfondire. Però le chiavi ci sono eccome, non vederle fa perdere tutto il perché al titolo.
Alcuni concetti sono ben capibili e assimilabili, cosa che da l'impressione di aver capito l'opera, ma c'è molto di più e questo più viene svelato a chi possiede le dovute e giuste chiavi.
Comunque ho dato tre stelline e questa è la mia opinione.
Non ce l'ho fatta... messo in pausa al 51% per fiondarmi sul GdL narrativa. Non escludo ripresa a fine mese o, in ritardissimo, a inizio luglio.
L'ho letto tutto fino in fondo... l'ho subito come una tortura e non mi ha lasciato nulla se non un'analisi socio-filosofica dei tempi moderni che condivido solo in parte.
In corso la selezione di titoli per il prossimo GdL. Se volete proporre qualcosa c'è ancora spazio:https://www.goodreads.com/topic/show/...
Mancano ancora due titoli per il GdL Saggistica Luglio-Agosto:https://www.goodreads.com/topic/show/...
Paola Opi wrote: "L'ho letto tutto fino in fondo... l'ho subito come una tortura e non mi ha lasciato nulla se non un'analisi socio-filosofica dei tempi moderni che condivido solo in parte."ecco, tortura mi pare un termine azzeccato per questo libro :D
Finito due o tre giorni fa, inutile che vi dica che confermo tutte le critiche che gli stavo muovendo.
Arrivata alla fine mi confermo sempre di più nell'ipotesi che sia un testo per addetti ai lavori e basta. Non sarà un caso se quasi nessuno di noi qui nel gruppo lo ha particolarmente apprezzato!
Aperte le selezioni per il titolo di saggistica, con un'importante novità!https://www.goodreads.com/topic/show/...
Aperto il sondaggio per il bimestre settembre-ottobre 2017. Tema: il turismo.
https://www.goodreads.com/poll/show/1...



L'autore è il filosofo e sociologo polacco di origine ebraica, recentemente scomparso, Zygmunt Bauman (1925-2017), che ha coniato il termine "società liquida" per indicare la fluidità, la mutevolezza e l'inconsistenza delle strutture sociali e dell'esistenza individuale in età postmoderna.
Vi ricordo infine le semplici "non-regole" dei nostri GdL:
Per partecipare ai Gruppi di Lettura non è necessario "iscriversi" da nessuna parte.
I nostri GdL sono un po' atipici: non ci sono scalette di lettura, né step da rispettare, semplicemente si legge insieme lo stesso libro durante l'arco di 2 mesi, ognuno con il proprio ritmo (e con il tempo che ha a disposizione). Chi vuole commenta in corso di lettura, altri preferiscono farlo a lettura terminata: il pericolo "spoiler" esiste più che altro per la narrativa, per i saggi gli spoiler non dovrebbero costituire un problema. Inoltre i topics rimangono "aperti", in modo che anche altri utenti (che magari si sono aggiunti al Gruppo in seguito) possano lasciare i loro commenti sulla lettura, anche a mesi di distanza dal termine del GdL.
Buona lettura!