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Gara a Squadre - II Edizione > Squadra del Serpente Giallo – Commenti

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message 1: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments yellowsnake

Topic per i commenti della squadra serpentosa ^^


message 2: by Anastasia (new)

Anastasia (universe_beats) | 870 comments Task 5.10.b (Emma): leggere un saggio filosofico di un autore il cui cognome inizia con la N, P oppure S
Cosa si prova ad essere un pipistrello? di Thomas Nagel.

Questo libro dal titolo così delizioso è un pamphlet il cui argomento ha origine da un dibattito interno alla filosofia della mente degli anni '70. E' possibile un criterio per rendere oggettiva la coscienza individuale? è sensata un'operazione del genere?
Nagel difende il carattere soggettivo della coscienza in risposta alla discutibile euforia riduzionista. I riduzionisti (corrente subordinata al fisicalismo) sostenevano che la coscienza potesse essere benissimo ridotta ad un fenomeno oggettivo, "scientifico", poiché è il risultato di un processo che coinvolge una molteplicità di fattori fisici, o meglio "neuropsichici".
Alla fine del saggio Nagel dimostrerà come risulta vana la pretesa di studiare il soggetto (inteso in senso filosofico ovviamente) con i parametri della scienza e più nello specifico con il metodo fisicalista.
Poniamo il fatto che l'organismo ha un'esperienza cosciente quando ad essere quell'organismo si prova qualcosa. Ciò fa dedurre che ogni animale allora è un'organismo cosciente, poiché niente, ad esempio, ci porta a negare che il pipistrello prova qualcosa nell'essere tale. Perché si sceglie proprio il pipistrello come esempio? Perché è effettivamente un animale per cui ad immaginare come sia la sua esperienza si è molto lontani dal "modo d'essere" umano. Ci è quasi alieno. Per quanto possiamo studiare il funzionamento del suo organismo (sappiamo che il pipistrello percepisce il mondo esterno attraverso il sonar, cioè il ritorno delle onde emesse da lui stesso che gli permette di avvertire le sue stesse grida, ma anche il carattere di ciò che lo circonda), non potremmo mai sapere con esattezza cosa si prova ad essere un pipistrello..perché non siamo pipistrelli!
Possiamo solo avvicinarci, ed esclusivamente con lo sforzo dell'immaginazione. L'immaginazione è insufficiente infatti, perché si limita a dirci cosa proveremmo noi ad essere un pipistrello. Mentre ciò che si cerca di stabilire è cosa prova un pipistrello ad essere un pipistrello! Inutile dire che a meno di tentare la via spirituale e sperare di reincarnaci in un pipistrello, non sapremo mai oggettivamente cosa prova.
Ritornando all'umano, lo stesso si ripete per un cieco dalla nascita a proposito di cosa si provi ad essere un essere umano vedente e viceversa. Per dimostrare che il problema è più vicino di quanto si creda: è insito nella nostra appartenenza alla stessa specie.
Anche se questo potrebbe disorientare, Nagel sostiene che sia possibile avvicinarci al comprendere l'esperienza dell'altro anche da un punto di vista unico come la coscienza del soggetto. Infatti per punto di vista unico in realtà si fa più riferimento al punto di vista di un "solo" tipo, comprensibile solo da suoi simili. Per dire: io ho un certo modo di sentire e vedere le cose, alcune persone non mi potrebbero mai capire poiché completamente diverse, mentre altre potrebbero avvicinarsi moltissimo a ciò che io sento effettivamente perché molto affini al mio modo di vivere l'esperienza umana.
Forse si sta cogliendo quale sarà la critica al fisicalismo.

"Il fulmine ha un carattere oggettivo che non si esaurisce nella sua manifestazione visiva, e può essere studiato da un marziano privo della vista. Per essere precisi: esso ha un carattere più oggettivo di quanto non si riveli nella sua manifestazione visiva.
[..] Nel caso dell'esperienza soggettiva, viceversa, il legame con un punto di vista particolare sembra molto più stretto. È difficile capire lì che cosa si potrebbe intendere per carattere oggettivo di un'esperienza soggettiva, a parte il modo in cui la coglie, dal suo particolare punto di vista, il soggetto che la coglie. Dopotutto, che cosa resterebbe di ciò che si prova a essere un pipistrello se si eliminasse il punto di vista del pipistrello? Ma se l'esperienza soggettiva non ha, in aggiunta al proprio carattere soggettivo, una natura oggettiva che possa essere colta da molti punti di vista diversi, come si può supporre che un marziano che investighi il mio cervello possa osservare dei processi fisici che sono i miei processi mentali (così come potrebbe osservare dei processi fisici che sono i fulmini), ma da un punto di vista diverso? E come, anzi, potrebbe osservarli da un altro punto di vista un fisiologo umano?"


Il fisicalismo quindi pretende di analizzare il soggetto deprivandolo delle sue caratteristiche peculiari. Ecco perché è una scienza inadatta e incompleta nell'indagare: la soluzione è abbandonare tale posizione e cercare una "scienza" (termine paradossale, pardon) che possa indagare la soggettività senza escluderla. Nagel non dà una risposta su quale possa essere, affidandosi allo sviluppo futuro della filosofia della mente.

Dovete scusarmi per il papiro, ma mi era necessario per poter dare un parere senza che altri leggessero senza sapere esattamente cosa difendo o meno, quindi passivamente. Mi scuso anche per la qualità della mia resa riassuntiva dell'articolo, al di là del mio stato mentale (se vi dico stanchezza so che ognuno di voi avrà una sua idea di stanchezza..ma ci intenderemmo comunque) è dovuta anche ad una certa difficoltà.
La lettura integrale del testo anche a dummies in filosofia è del tutto possibile, però: non vengono omessi dei fondamenti necessari per capire complessivamente l'articolo, se non chiaramente la distinzione oggetto/soggetto che comunque è abbastanza intuitiva per ognuno di noi. Il libro costa poco: 6 euri con lo sconto del 15%. E si legge nel giro di un'ora.
Non posso che stare dalla parte di Nagel, quoto del tutto una sua frase a proposito di questa presunzione che è il fisicalismo. Posto che non si possiede la chiave della verità inconfutabile su questa questione, poiché sfocia nella speculazione pura, allora " negare la realtà o la portata logica di ciò che non potremo mai descrivere o comprendere è la forma più rozza di dissonanza cognitiva". Chi è quel fesso che pretenderebbe di poter spiegare con rigore assoluto che cosa prova quel povero pipistrello nella sua personalissima vita?
D'altronde da sempre la scienza ha tentato di allargare i suoi poteri su ciò che le sfuggiva, ma poiché questa volta l'oggetto della sua indagine non si adatta ai suoi metodi, scivola via da essa. Chi ha studiato filosofia al liceo forse si ricorderà delle controversie e pretese del positivismo, che credeva di poter risolvere qualsiasi bisogno dell'essere umano con la scienza.
La storia successiva della filosofia ha dimostrato le sue scarse possibilità nell'intento ed ecco che viene dimostrata ancora la stessa cosa, anche se non si pretende più di spiegare il senso della vita con la scienza ma ci si restringe al campo della soggettività/oggettività.
E dire che i riduzionisti chiamano l'opposizione "misterica", parola che si accosta ad un carattere quasi superstizioso. Se non ci fosse davvero il mistero della vita, della soggettività in questo caso per cui le altre coscienze non mi sono mai del tutto accessibili, non ci sarebbe neanche una tradizione filosofica di secoli e secoli su tutte le domande che non trovano mai un'unica risposta valida. Ed è questo che rende affascinante "la soggettività" dell'esperienza umana: cercare e cercare risposte sapendo che non si conquisterà mai una verità, ma continuare per l'amore della ricerca.
Una volta che è posta la prima domanda, ecco che se ne produce un'altra e un'altra ancora..e in tutto questo la soggettività non diventa odiabile, ma anzi è ciò che sprona a pensare che chissà, nessuno mi dice che è sbagliato ciò che sto affermando, siamo in un campo democratico nel modo più assoluto. Ed è bello buttare la propria monetina.
Forse sto andando fuori tema, ma spero che quel "misterico" possa essere in realtà positivo e non negativo come termine.
Se non ci fosse mistero, perché fare filosofia?


message 3: by Rowizyx (last edited Nov 25, 2014 01:22PM) (new)

Rowizyx | 3198 comments Completato per la task 3.1a (Sibemolle) Un libro il cui titolo originale sia completamente diverso nella sua traduzione italiana L'ultimo degli uomini di Margaret Atwood.

È il secondo libro che leggo di quest'autrice e forse mi è piaciuto un po' meno del Racconto dell'Ancella, ma nonostante questo trovo che la Atwood abbia un grandissimo talento nel disegnare distopie devastanti. Non c'è niente di glamour, di desiderabile, nessun ragazzo del pane per cui spasimare: c'è la follia umana nella sua più cupa perdizione. Forse questo romanzo è un po' lento da ingranare, perché le condizioni che hanno creato lo scenario di Uomo delle Nevi vengono rivelate con molta parsimonia fino alla fine, ma una volta che è chiaro come si può solo provare un'immensa pena per il protagonista.


PS: ho internet sotto terra e al momento non riesco ad aprire il foglio di lavoro (sta lì a caricarsi dalle dieci di stamattina <____<), aggiorno domani che dovrei scendere in centro e trovare una linea cellulare degna del nome.

Cmq mi appunto qui: 3 punti di task più 1,5 di bonus pagine (303).


message 4: by Martina (new)

Martina | 511 comments Task 3.4b (Francesca S) Un romanzo di Italo Calvino Il visconte dimezzato

Dopo molti anni completo finalmente la trilogia dei nostri antenati ed è sempre un piacere leggere Calvino. Forse questo è il volume più debole dei tre ma ho apprezzato comunque i diversi livelli su cui è costruito. Può essere letto come la classica favola oppure si può analizzare ogni personaggio ognino dei quali è una critica di alcuni aspetti della società.


message 5: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Uh, io avevo un Topolino con la parodia del Visconte dimezzato che amavo tantissimo, Pippo prendeva una cannonata in testa e diventava due mini-Pippi che facevano morire dal ridere... Un modo buffo di innamorarsi di Calvino <3


message 6: by Martina (new)

Martina | 511 comments Stupende le parodie di topolino a casa ho un sacco di quei volumi come i promessi paperi ecc.. ogni tanto li rileggo e mi fanno sempre ridere!


message 7: by Francesca (new)

Francesca (flasshback) | 133 comments 3.19B di Lupurk
Libro il cui titolo sia formato da una sola parola


Una trappola. Finito il libro rimane nell'aria la sensazione che ci fosse una trappola. Una trappola in cui più ti divincoli, ti agiti, protesti e ti ribelli e più le catene si stringono, le pareti ti soffocano e ti manca il respiro. Perchè è così l'Oceania. Così è il 1984.
Winston e Julia trovano il modo di fuggire, di ribellarsi, con l'amore, prima carnale ma da cui sboccia un po' di sentimento. Quelle ore insieme nella stanza affittata rendono la vita più tollerabile.
O' Brien è una figura enigmatica, prima buono poi cattivo.

”L'Ignoranza è forza.”
Perchè più le persone sono ignoranti, più sono libere. Sembra un paradosso ma è così, perché l'ignoranza è quella “fetta di prosciutto” che ti mettono sugli occhi per non farti vedere la realtà. I prolet in questo senso sono nettamente più liberi dei membri del Partito, perché loro devono reprimere ogni loro istinto, ogni loro atto involontario o volontario che sia e che possa mettere alla luce qualche lotta interiore, qualche sentore di tutte quelle contraddizioni visibili a tutti e che tutti sembrano ignorare.
Dall'altro lato, l'ignoranza ti schiaccia, non puoi reagire perché non hai gli strumenti con cui reagire. Questo è uno dei principi dei totalitarismi: più il tuo popolo è ignorante, più il popolo è malleabile, sotto il tuo controllo.

Questo libro è sicuramente attuale, diventa una sorta di allarme in cui ti fa capire come la situazione possa degenerare a tal punto che è (quasi) impossibile sfuggirle. Se non grandi, enormi sforzi. Come un totalitarismo possa imparare dal passato e diventare peggiore.
Un libro che ti fa riflettere sulla realtà in cui vivi e sicuramente tra quelli da leggere almeno una volta nella vita.



Potrei fare qualcosa di meglio, ma mi servono giorni in cui riflettere, quindi per adesso lascio questo. In caso elaboro durante qualche lezione particolarmente noiosa


message 8: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Finito al volo Zona pericolosa: Un'avventura di Jack Reacher per la task 3.19b ma devo dire che non mi è piaciuto granchè. Mi è sembrato quasi... Una parodia di un thriller: i dialoghi sono spesso imbarazzanti, le lunghe liste di azioni anche peggio. E odio i protagonisti che rendono deficienti tutti gli altri personaggi: Sherlock Holmes può farlo, ma lui. Trovo molto inverosimile che una centrale intera di polizia non sappia fare 2+2, come molte delle deduzioni di Jack Reacher sono. Non so, qualche giorno fa mi è capitato di stroncare l'ultimo romanzo di Dan Brown e qualcuno mi diceva ch piace molto, secondo alcuni critici, perché molti lettori poco smaliziati non si rendono conto che è fatto apposta perché loro risolvano i misteri molto prima dei personaggi, come gratificazione... Questo mi ha dato un po' la stessa sensazione. Due stellette proprio perché almeno scivola bene.


message 9: by Francesca (new)

Francesca (flasshback) | 133 comments 5.7B di Martina
Un libro che ha ispirato una serie TV


Trono di spade di George R.R. Martin

Non è il solito fantasy di ambientazione medievale. Guardando il telefilm, lo immagini come il libro tutto sesso e spade. Non possono negare la loro presenza, ma è questo che lo rende più realistico. Niente di meno realistico di un fantasy in cui tutti i cavalieri e popolani sono dei grandi gentiluomini e aiutano tutte le donzelle, dalle serve alla regina. Qua viene descritto tutto, dallo stupro al gesto galante, senza che se ne censuri una parte, senza diventare crudele.

Un aspetto affascinante di questa serie è appunto che è diverso dagli altri. Oltre a quanto detto prima, è particolare la struttura dei capitoli. Ogni capitolo ha un protagonista diverso, il punto di vista si sposta non solo di miglia e miglia, ma anche di fazione. Appunto perché qui non c'è una netta distinzione tra il bene e il male.
Normalmente, in tutti i romanzi, c'è una netta distinzione tra bene e il male: nel Signore degli Anelli, il bene era Gandalf mentre il male era Sauron. Qua è diverso. Hai il punto di vista di tutte le fazioni, la casa Stark, la casa Lannister, la casa Baratheon solo per dire le principali. Decidi tu chi è il male e chi è il bene, come avviene anche nella vita reale.
Un tacito accordo tra scrittore e lettore è che il bene trionfa, “non avere paura, so che adori il personaggio X, tranquillo non te lo ucciderò, farò miracoli per salvarlo ma arriverà alla fine con la corona tra le mani”. In questo libro è un concetto inconcepibile. Un classico esempio sono le Nozze Rosse. Chiunque che conosca questo libro, capirà il concetto con questo esempio.
In breve a chi non conosce, ospitati dalla casa Frey, ben due personaggi principali e altrettanti secondari vengono uccisi. Non te lo aspetti fin dalle tre pagine prima, perché c'è il dovere divino di non arrecare danni agli ospiti e quindi la casa Frey va contro gli dei. Poi perché effettivamente la casa Stark, a cui appartenevano le due vittime, stava vincendo tutte le battaglie. (Ma non la guerra.)
Se ciò non dovesse bastare, basta girare tra foto di lettori che hanno segnato la morte di personaggi con un segnalibro per rendersi conto.

Non dico che lo adoro per questo. Anzi, lo ho odiato profondamente dopo le Nozze Rosse. L'ho odiato ogni volta che metteva in ballo la vita di Tyrion, di Daenerys o di Arya. Lo odio, ma tutto ciò lo rende reale, più vicino alle storie che puoi incontrare tutti i giorni. Non sempre il bene trionfa subito; dagli un po' di tempo e in caso non illuderti troppo.

Per quanto riguarda strettamente questo libro, il mio commento è solo questo: dov'è Danerys, Tyrion e Jon Snow? Solo citati, nient'altro e dovrò aspettare l'arrivo della prossima raccolta di volumi per saperlo.


message 10: by Rowizyx (last edited Nov 25, 2014 01:23PM) (new)

Rowizyx | 3198 comments Finito per la task 3.1b La scopa del sistema Comune di Scopa

Sicuramente è un libro che richiederebbe molta più riflessione di quella che gli sto dedicando in questo momento, le implicazioni filosofiche e il palco di personaggi grotteschi, asssurdi eccetera, e la chiusa, il finale aperto in una maniera unica... Sono rimasta molto impressionata da questo libro,e sono contenta di aver lasciato la prefazione di Bartezzaghi per ultima, com'è mia abitudine, perché preferisco confrontare le mie interpretazioni dopo la lettura, piuttosto che rischiare che si appoggino troppo a quella dell'autore. In maniera molto banale, mi sono affezionata molto a Lenore e credo che il finale per lei sia il migliore possibile, anche se in maniera sconcertante. In ogni caso, mi sorprende che abbia sorpreso la morte dell'autore. Ho letto solo questo per ora, ma temo che fosse... Molto prevedibile, sì.


message 11: by Heke (new)

Heke | 0 comments Task 5.9a Les Trois Mousquetaires

Un romanzo da leggere tutto d'un fiato, senza mai un momento piatto o di noia. Dalla prima all'ultima pagina si ha voglia di seguire le avventure di d'Artagnan e dei suoi amici, e di avventure ce ne sono a non finire: duelli, intrighi politici, intrighi amorosi, battaglie, scambi di persona... Un apprezzamento particolare al personaggio di Milady, uno dei cattivi più cattivi che io abbia mai incontrato!

E non me ne voglia Rowi, ma a me ha colpito più Aramis che Athos...


message 12: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Più Athos per me :3


message 13: by Anastasia (new)

Anastasia (universe_beats) | 870 comments 3.12a (*Giulia*) Un libro con almeno una di queste tematiche: incesto, stupro, bullismo, disordini alimentari.
Sharp Objects di Gillian Flynn.

A quanto pare le sono congeniali, perché Gillian Flynn parte da ambientazioni di soffocanti province con Sharp Objects e finisce con Gone Girl, ultimo libro in bibliografia, nello stesso circolo. Le circostanze che muovono Camille, reporter di un giornale di Chicago che non si calcola nessuno, da una città così attiva ad un paesino molto meno sfavillante come Wind Gap sono abbastanza macabre, come in fondo ci si aspetta dall'autrice. In quanto a reporter, la nostra protagonista sta subendo un declino troppo preoccupante per non porre un rimedio drastico con l'articolo che potrebbe rilanciarla e far guadagnare notorietà al suo giornale. Una bambina è stata rapita e uccisa, restituita alla strada sanguinante, senza vita e soprattutto..senza denti, tutti tolti a forza dal misterioso killer. La notizia è che a distanza di poco tempo un'altra bambina è scomparsa. Valore aggiunto di questa inchiesta: Camille non è una da fuori, la straniera di turno, indaga e colpisce da dentro, in qualità di ex-abitante della stessa cittadina. Peccato che Camille parta con morse allo stomaco, dal momento che avrebbe voluto non tornare. Una serie di motivi ad ogni capitolo la avvisano a caratteri grandi di andarsene dalla sua cittadina natale, i motivi per farlo..sono tanti e verranno svelati passo per passo, insieme alla risoluzione del caso.
Ciò che conta molto nel libro è il dramma personale di Camille, il suo quadro familiare: come affrontarlo dopo aver desiderato eluderlo e come infine superarlo, se è possibile davvero che accada. Di nuovo, i personaggi della Flynn (esclusi quelli di contorno, persone perfettamente normali che fanno appunto la tangibile differenza) sono intagliati nel sorriso sinistro e confidente della malcelata perversione. Presto se ne è intossicati: la provincia soffocante diventa una realtà angusta, ma ancora di più l'aria malsana crea un disagio psichico notevole, anche se mai comparabile a quello dei personaggi che agiscono nella storia. La sensazione di essere intrappolati, anche se non viene giocata nella maniera molto più amplificata e mordente di Gone Girl (con cui comunque Sharp Objects non può competere). Intrappolati forse perché là fuori non si ha idea del marcio che ci può essere in famiglia. Tutto deve essere regolare, là fuori.
Ritorna infatti quell'ossessiona per l'apparenza: Amma, Alan, Adora. Tre A in famiglia: quasi a voler significare che la necessità di essere le leader del gruppetto che anima la giovane Adora e poi la figlia Amma sia manifestata anche metaforicamente. Camille è l'intrusa, anzi, se Amma e Adora ostentano con un comportamento tirannico per le ragazze e provocante per gli uomini, Camille si nasconde. E lo fa perché sa che sotto i vestiti che la etichettano come individuo perfettamente presentabile si cela un passato molto scomodo. Tutte e tre le donne di famiglia conservano nonostante tutto, nonostante lo charme del presente e/o del passato, una sostanziale distanza dagli altri. Le abilità camaleontiche della piccola Amma ne sono la prova.
Scomoda è comunque tutta la situazione: la tensione cittadina per la seconda bambina scomparsa, i "chi è stato" verso cui Camille si relazione con gli altri compaesani, alla ricerca del colpevole e poi l'atmosfera pesante a casa. Così anche il lettore alla fine attende con ansia di poter tornare a Chicago, riemergere dalle profondità melmose del passato di Camille.
Insomma, a livello psicologico il libro è valido. Ciò che difetta è il mero congegno da thriller: i passi utili a svelare la soluzione del mistero sono intubili abbbastanza facilmente. E la Flynn non è una scrittrice di terza categoria in questo, perché con Gone Girl aveva dimostrato di saperci fare con i colpi di scena, oltre che i crescendo nella trama fino al finale, adottando soluzioni perversamente geniali.
Sharp Objects si presenta come interessante ma senza scalate, picchi né tratti distintivi se non dentature crudemente strappate e mai restituite (..!). Come thriller è standard e mi sento di dire che anche come dramma psicologico è valido ma non si erge fieramente sopra i tanti, infiniti romanzi sulla stessa linea.
Certamente vista la protagonista molto meno compromessa delle voci principali di Gone Girl, non si avverte la stessa tinta maligna e impietosa verso il lettore che avevo adorato e per cui, onestamente, sono tornata dalla stessa autrice ora. Sharp Objects si chiude più in se stesso, soffre, si copre i segni indelebili esattamente come Camille. Se in altri romanzi ciò può avere anche la funzione di rendere più potente il suo fascino, qui invece non ha la spinta notevole per cancellare l'idea di una linearità di fondo.


message 14: by Martina (new)

Martina | 511 comments 5.4b (Francesca S) Un libro che parli di viaggi.
La mia Africa di Karen Blixen

Più che un'autobiografia "la mia Africa" è una raccolta di memorie e aneddoti accaduti alla Blixen durante il suo soggiorno in Africa. Spesso alcuni episodi riempiono appena qualche pagina, non seguono un filo temporale e risulatano scollegati dagli altri rendendo la lettura lenta e lasciando un senso di collage mai approfondito.
Il libro rimane figlio dell'epoca colonialista in tutti i riferimenti ai natvi e nella superiorità della Blixen nei loro confronti, ma essendo una fotografia di quel periodo storico non poteva che essere così e l'autrice si dimostra profondamente amante di quella terra e affezionata alla sua servitù.
Sicuramente dimenticherò presto quasi tutti gli aneddoti raccontati ma quello che rimane dopo la lettura sono le stupende descrizioni del paesaggio delle colline del Ngong, dei fieri animali e delle usanze native.


message 15: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Task 3.4a (Francesca S) Un romanzo ambientato a Genova
A viso coperto di Riccardo Gazzaniga

Se sei di Genova, come me, sentir parlare di forze dell'ordine e manifestazioni è sempre difficile. Anche se sei troppo giovane per aver vissuto il G8, come me, quello è sempre lì, uno spettro che incombe e che non riusciamo a lasciarci alle spalle in qualche modo. È l'ansia che ti prende quando sei in coda a un corteo, entri in una delle gallerie cittadine e ti volti a guardare i carabinieri alle tue spalle, e i pensieri corrono, e ti chiedi chi fosse di loro in servizio quei giorni, ma soprattutto la notte della Diaz. Chi sarebbe pronto a rifarla da capo. Ti si stringe parecchio il culo, anche se lì non c'eri. È la rabbia e la vergogna che si prova a sentire un uomo piangere e ringraziare per essere stato maciullato a sufficienza da non poter essere dirottato su Bolzaneto. È la tristezza che io ho avvertito a un Salone del Libro, parlando con una ragazza un po' più grande sconosciuta, che a sentire che ero di Genova si è messa a tremare e con le lacrime agli occhi mi ha spiegato perché non ci sarebbe mai potuta tornare.

La questione a ogni partita calda, a ogni derby, a ogni corteo acceso torna in scena e si fa prepotente. O le occasioni in cui ti sembra che la tua città sia in mano a un drappello di delinquenti e nessuno abbia le palle per fare qualcosa. Tipo quella dannata amichevole con la Serbia o quel che era: per tutto il giorno si sono visti personaggi discutibili e molto ubriachi vagare in gruppetti inquietanti in città. A fare casino, imbrattare ovunque. Ricordo di essere uscita da una lezione in uni ed essere scappata via, perché col rimbombo in via Balbi sembrava arrivasse l'esercito del signore degli anelli. E li hanno lasciati entrare lo stesso allo stadio, ed è andata di culo che non abbiano tirato petardi sul settore dove c'era il club dei bambini.

La linea sottile su dove e quando intervenire è veramente molto, molto sottile. Sul come, ancora di più.

Ho voluto leggere questo romanzo perché mi interessava il punto di vista del poliziotto, e malgrado gli "abbellimenti" lirici e le storie lacrimevoli, specie nel finale, credo che il resoconto sia abbastanza onesto su entrambe le parti. Credo che la cosa che dia più fastidio sia vedere quanto alla fine le due frange più estreme dei due schieramenti siano terribilmente simili nel modo di pensare e intendere l'altra parte, i "nemici". Ho divorato la seconda metà, perché lo stile è incalzante e mi è piaciuto molto, anche se non so quanto sia merito dell'autore e quanto dello staff Einaudi che si è occupato di questo romanzo. Una prima opera interessante, in ogni caso.

La cosa che più apprezzo è che non cerca di dare soluzioni facili. Perché sarebbe davvero l'ipocrisia peggiore.


message 16: by Francesca (new)

Francesca (flasshback) | 133 comments 1.19A di Lupurk
Leggere un libro con meno di 150 pagine


Fattoria degli Animali di George Orwell

"Tutti gli animali sono uguali
ma alcuni animali sono più uguali degli altri"


Il libro viene pubblicato da George Orwell nel 1945. Viene attaccato fin da subito perchè è un'allegoria del totalitarismo sovietico, diventando quindi il ritratto di un'epoca. Ma rimane tutt'ora attuale.
George Orwell riesce a rappresentare un'intera sistema politico, una storia solamente attraverso una fattoria con degli animali. Con l'andare della storia, cominci già a capire come finirà ma non vuoi che accada. Personalmente ho trovato tanto del libro 1984 essendosi formato lo stesso totalitarismo. Il passato viene manipolato, manipolando il presente. Il nemico era primo uno e alleato l'altro, per poi invertire i ruoli e giustificare dicendo che era una menzogna. Abbiamo anche qui il grande nemico, dove il 1984 è Goldstein, qui è Palla di Neve.

Non posso dire altro che è un libro orribile. Non viene altro che questo aggettivo, ma non è orribile nel senso proprio. Nel senso che ti lascia con un finale estremamente "triste", ti lascia con l'amaro in bocca e un senso di ingiustizia. Sì, perchè alla fine i maiali erano liberatori per poi diventare loro stessi umani padroni e gli animali si sono liberati per poi diventare schiavi. Anche qui torna il tema dell'analfabetismo, perchè i maiali sono istruiti mentre gli altri animali non riescono a leggere e la maggior parte non ne trova l'utilità. Sono quindi estremamente malleabili, come si dimostra quando i maiali riescono a riadattare i sette comandamenti ai loro voleri, quando ingannano le pecore.

I SETTE COMANDAMENTI
1) Tutto ciò che va su due gambe è nemico.
2) Tutto ciò che va su quattro gambe o ha ali è amico.
3) Nessun animale vestirà abiti.
4) Nessun animale dormirà in un letto (con lenzuola).
5) Nessun animale berrà alcolici (in eccesso).
6) Nessun animale ucciderà un altro animale (senza motivo). .
7) Tutti gli animali sono uguali. (Ma alcuni animali sono più uguali degli altri.)





message 17: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments 1.11a di Anastasia
Leggi un libro dove la componente razionale e lucida sia sospesa: sogni, stati alterati

1Q84 Libro 3 di Haruki Murakami



Non so se il mondo alterato di questo romanzo sarebbe piaciuto a John Lennon, ma a me ha colpito tantissimo una volta di più come Murakami sappia mescolare il fantastico proprio della cultura giapponese e un senso letterario più occidentale. Questo romanzo non è fantasy, non è fantascienza, ma parla di un mondo simile al nostro ma diverso, in cui ci sono piccoli esseri capaci di influenzare le persone e di causare eventi, e ci sono alcune persone che sono in grado di percepirli. Di questa terza parte ho amato moltissimo lo "sfasamento temporale" nel momento in cui Fukaeri comincia a parlare della possibile erroneità del modo in cui gli uomini razionalizzano il tempo, i capitoli si sovrappongono, si sfasano, quasi si rincorrono. Anche l'inserimento del POV di Ushikawa non suona stonato, perché permette di fare da ponte ai due protagonisti in un certo senso. Senza la sua intromissione forse i due avrebbero continuato a mancarsi di poco per sempre, e il capitolo conclusivo del suo POV contribuisce a creare il bisogno di chiudere la vicenda rapidissimamente. Ho amato questo romanzo, e ho divorato la conclusione.


message 18: by Heke (last edited Oct 11, 2014 02:52PM) (new)

Heke | 0 comments Task 5.9b: Une femme à Dien Bien Phu

Voto: 2*

Si tratta dell'autobiografia di Geneviève de Galard, unica donna ad aver partecipato alla battaglia di Dien Bien Phu, che segnò la sconfitta della Francia e il suo ritiro dalla guerra d'Indocina.

Ho avuto diversi problemi con questo libro. Da un punto di vista stilistico l'ho trovato piuttosto piatto, scarno, un insieme di date e di liste di nomi, di dettagli inutili. Nell'insieme non mi ha trasmesso alcuna emozione, pur sapendo che si tratta di avvenimenti realmente accaduti.

Ma la parte più irritante è stata sicuramente il fatto di non condividere in niente e per niente i valori dell' "eroina". Aristocratica e proveniente da una famiglia di ufficiali militari, non smette mai di glorificare la patria, l'eroismo, la religione cattolica, la politica di destra - principalmente tutto quello che non sopporto.

E quando parla del "disinteresse totale della Francia che da grande paese ha partecipato alla guerra del Vietnam per portare la libertà e la fede a un popolo di oppressi" mi sono venuti un paio di conati di vomito...

Ho dato 2 stelline e non 1 semplicemente perché l'argomento mi interessa e in qualche modo mi ha fatto piacere saperne un po' di più... ma forse un lato di me cambierà idea e tra un paio di giorni tornerò indietro a cambiare per una sola stellina.


message 19: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Completato per la task 1.1a Un libro distopico

L'anno del diluvio, di Margaret Atwood



Secondo volume della trilogia di MaddAddam, forse mi è piaciuto perfino più del primo. Nel primo la disperazione e la lenta, tragica rivelazione di Uomo delle Nevi colpiscono e sconvolgono, qui sapendo già qual è stato il "diluvio" in questione la narrazione si è svolta al contrario, in un certo senso, e l'attenzione si è focalizzata più sui retroscena che nella messa a fuoco dell'universo distopico. Ammiro la Atwood per aver voluto introdurre il tema religioso e per averlo fatto in maniera comunque rispettosa e delicata, per quanto non risparmi nulla: le incoerenze interne di un gruppo antitecnologico e anti-medicina farmacologica ma i cui capi non si fanno problemi a ricorrere a entrambe, gli adepti per interesse che se ne vanno e mollano tutto per poi affiliarsi ad altri gruppi una volta finito il momento buono, gli integralismi... I Giardinieri per certi versi mi sembrano una forma credente di certi integralismi attuali vegan, forse un poco più assennati. Ora che il gruppetto dei superstiti si è ritrovato, sono curiosa da morire per sapere come si comporterà con i Figli di Crake e il mondo spopolato che si staglia di fronte a loro. Una lettura sempre più affascinante.


message 20: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Completato per la task 3.17b: Un libro scritto da un autore/autrice africano/a e ambientato in Africa

Lo sguardo del leone, di Maaza Mengiste


Ogni volta che leggo un libro, per quanto sia un romanzo, sulle tragedie della storia africana mi sento sempre più ignorante sulla materia. In parte mi dico che in fondo non ne posso niente, perché di Africa a scuola si parla fino al colonialismo, poi chissà, e sorprendentemente poi si salta a Mandela che come argomento piace. Il fronte africano della guerra fredda, i conflitti tribali, i regimi instaurati e lasciati a distruggere interi popoli in nome della rivoluzione...
L'autrice parla della rivoluzione che ha obbligato la sua famiglia a fuggire dall'Etiopia, dopo la morte di suoi tre zii. Per raccontarla, si affida a una famiglia "normale" e al modo in cui le diverse generazioni vivono e concepiscono l'Etiopia in fermento prima, ma destinata al baratro con l'insediamento del regime e l'inizio del periodo di Terrore.
Hailu, il capofamiglia, che non si lascia toccare dagli eventi finché non gli arriva una giovane donna in ospedale torturata e seviziata oltre l'indicibile, e per darle sollievo compie una scelta che gli cambierà la vita. Sara, moglie del figlio maggiore, imprigionata in una maternità colpevole per aver abortito i suoi primi bambini, che si scuote nel vedere gli orrori perpetuati a persone a lei vicine. Dawit, il figlio più giovane rivoluzionario, il giovane illuso e sognatore che a poco a poco deve confrontarsi con la realtà, con l'amore della sua vita che si vende al regime, con la necessità delle armi.
Una lettura molto forte e molto appassionante, ma mai morbosa. Soprattutto ho apprezzato che malgrado l'autrice inventi episodi per denunciare le violenze perpetuate su donne e bambini con crudeltà e divertimento dai soldati del regime, non ho avvertito un senso di pathos forzato. La storia è forte e terribilmente drammatica, e non ho percepito orpelli e inutilità stilistiche che avrebbero smorzato la forza di questa autrice.
Molto, molto interessante.


message 21: by Martina (new)

Martina | 511 comments 5.19a (Lupurk) Libro ambientato in un continente dove non siete mai stati
Occhio di gatto, di Margaret Atwood


Questo è solo il terzo libro che leggo della Atwood, ma è già diventata una dellde mie autrici preferite. La Atwood sceglie di raccontarci la storia di Elaine, pittrice di mezza età che tornata a Toronto, sua citta natale, per una mostra ricorda la sua infanzia e giovinezza. La parte che mi ha colpito di più è quella dell'infanzia della protagonista vittima di bullismo psicolagico da parte delle sue "migliori amiche"; la Atwood riesce a catapultarti a fianco della piccola Elaine ea coinvolgerti pienamente nelle sue vicessitudini.


message 22: by Rowizyx (last edited Oct 16, 2014 07:31AM) (new)

Rowizyx | 3198 comments 5.15a (Francesca) Romanzo con protagonista un fotografo
I ponti di Madison County di Robert James Waller


Libro sicuramente meno famoso dell'adattamento cinematografico, ma molto delicato e attento. Molto sagace la costruzione del romanzo, che suggestiona al punto di domandarsi per un attimo se davvero la base non sia reale (come purtroppo ha scoperto il Nat Geo, che si è trovata negli anni invasa di lettere che chiedevano notizie del lavoro di Robert :D), soprattutto per il tatto dimostrato dall'autore. Non sono una romanticona esagerata nelle mie letture ma una bella storia d'amore, ben narrata e con un finale non scontato è sempre apprezzabile :3


message 23: by Anastasia (last edited Oct 17, 2014 01:16PM) (new)

Anastasia (universe_beats) | 870 comments 5.13 (Rowizyx) Un romanzo che ha ispirato un musical.
Notre-Dame de Paris di Victor Hugo

Tutte le strade (almeno, di questo romanzo) portano a Notre-Dame. A Notre-Dame Quasimodo, un trovatello in pessime condizioni estetiche, trova un'anima caritatevole nell'arcidiacono Frollo che già impegnato in missioni umanitarie con il fratello Jehan, si fa carico volentieri di un altro pargolo da allevare. Nelle oscurità di Notre-Dame fra una boccetta e l'altra si verifica anche il fallimento dello stesso arcidiacono, che vede le sue mire educative completamente deluse e ancora le sue ossessioni, prima per la conoscenza, poi per aree più all'insegna dell'apparente "stregoneria" come l'alchimia, e poi l'ossessione delle ossessioni: Esmeralda, oggetto di lussuria smodata. Nonostante sia dislocata, anche lei presto si troverà ad essere coinvolta nella ragnatela che è Notre-Dame, insieme a tutti i personaggi secondari che la varcano sospinti da lei.
In un certo senso l'immagine di una ragnatela è molto efficace: tutti i personaggi sono interconnessi, ognuno domina e allo stesso tempo è dipendente nel suo destino individuale dalle azioni di un altro. A mio parere forse colui che domina maggiormente quello che sarà il vero intrigo di Notre-Dame è proprio Frollo (personaggio preferito), quello che più crede nella mano superiore del Fato (apparente contraddizione).
La parola greca che indica il concetto di fatalità è a grandi caratteri nella prima pagina della vicenda: il fatto che si sia scelto di usare una parola proprio del lessico greco d'altronde è il segno che chissà, forse quella che ci aspetta si anticipa una tragedia dalle stesse atmosfere ancora prima che se ne sappiano gli immolati (atmosfere che trovo sempre fascinose a loro modo). Ma non è vero che è completamente nello spirito greco, se volessimo: c'è una scena in cui Esmeralda è condotta ad una sua vera prima scelta all'interno del romanzo e lì si afferma il libero arbitrio. D'altronde questa fatalità è un'immagine che la parte oscura di Notre-Dame, Frollo, trasmette a riflesso, ma non si deve credere che non se ne possa fare a meno: in fondo è dietro la corazza del fato inesorabile che Frollo dispiega la sua discesa infernale, credendo di non poter fare nient'altro che decadere.
Decadere poi fondamentale per una frustrazione sessuale portata ai suoi estremi: d'altronde l'apparenza fisica che innesca molti amori a prima vista è un tema portante. Le sbandate dei personaggi non sono che da ricondursi ad amori che si sentono ben realizzati al solo soddisfare l'occhio: se non fosse stato così Frollo si sarebbe accorto che dietro Esmeralda e il suo amore per Phoebus si cela niente di più che un'adolescente che rintraccia il "figo" della situazione ed è incapace di vedere la sua personalità unidimensionale. Motivo per cui io personalmente ho trovato il personaggio di Esmeralda tedioso, non poi così meritevole di tante attenzioni che vadano oltre il motivo della sua bellezza. Un circolo vizioso senza uscita, in cui l'unico che ama genuinamente è Quasimodo, volto per eccelleza dell'equivocabilità delle apparenze. Un cesso epocale fuori, un'anima pura e splendente dentro. Mi è piaciuto enormemente il capitolo dedicato alla sua attività di campanaro, forse uno dei più lirici del romanzo. Decisamente meglio di altri capitoli piuttosto pesanti e destinati a non lasciar traccia come quello dedicato al Re. Non tutti i capitoli di digressioni rispetto all'intreccio sono stati difficili da mandare giù: alcuni, come quello dedicato al confronto stampa-architettura, non possono che essere fondamentali per capire alcune chiavi delle tante questioni affrontate nel romanzo. Inoltre non era così male da leggersi, un lato inaspettato sulla stampa.
Sempre mantenendosi sulla questione fondamentale delle apparenze, ho apprezzato che Hugo non tracci il solito ritratto moralistico del "poveri cristi, giudicati solo dall'apparenza", poiché la legge dell'occhio che vuole la sua parte (anzi, tutto il complesso) sembra davvero senza falle e imperante, quasi a suggerire che in questo universo letterario non possa esistere altro. Un corto circuito di stordimenti poco fondati sulle personalità corrispondenti. Mi aspettavo una delineazione più moralistica e invece mi ritrovo il tema che permea in maniera molto più radicata e profonda il romanzo e che alla fine non si dilegua, non si risolve perché da questo i personaggi non è che imparino molto. Forse noi lettori apprendiamo molto più di loro. D'altronde di nuovo Notre-Dame colpisce: giocando sull'architettura, non si gioca che su un'orchestra di costruzione estetica.
C'è dello spirito autenticamente romantico nel muovere le marionette di questo intrigo grazie all'amore, ma è proprio nel concetto così trasfigurato di amore che io riesco ad apprezzare questo suo lato. In conclusione: mi è piaciuto, specie dopo aver riflettuto al riguardo ed essermi posta due o tre domande su alcuni punti della storia. Forse se non l'avessi fatto a primo impatto non mi avrebbe colpita alla stessa maniera, perché l'emozione grezza post-lettura era molto più lieve dell'affollamento di pensieri successivo. Chissà se in realtà quell'emozione grezza e soprattutto lieve non rimanga comunque la sostanza alla fine della fiera. Lascerò tempo al tempo, perché devo dire che è difficile dire in quale misura mi sia piaciuto.

PS: La capretta Djali vince come medaglia per il personaggio più simpatico.


message 24: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Task 5.12a: leggere un libro letto da un personaggio famoso o presunto tale.



Il cardellino, di Donna Tartt


Ho amato da morire questo libro, forse anche più del primo che ho letto di questa autrice. Mi impressiona la capacità della Tartt di creare personaggi grigi in maniera irrecuperabile, eppure così disperatamente nel giusto per certi versi. Non è una questione di affetto: non mi sono affezionata al protagonista del primo romanzo (sto seriamente faticando a ricordarmi perfino il suo nome) e non mi sono affezionata particolarmente neanche a Theo, perché compie delle scelte ingiustificabili e in cui mi sarebbe difficile riconoscermi, in ogni caso. Tuttavia, pur nell'assurdità delle sue vicende, le riflessioni delle ultime dieci pagine sono così vere e autentiche che è difficile non commuoversi.

Che la Natura (intesa come Morte) vince sempre, ma questo non significa che dobbiamo inchinarci e prostrarci al suo cospetto. Che forse, anche se non siamo contenti di essere qui, è nostro compito immergerci comunque: entrarci, attraversare questa fogna, con gli occhi e il cuore ben aperti. E nel pieno del nostro morire, mentre ci eleviamo al di sopra dell'organico solo per tornare vergognosamente a sprofondarvi, è un onore e un privilegio amare ciò che la Morte non tocca.

Questa entra di sicuro nelle dieci citazioni della mia vita, perché è una delle riflessioni più toccanti che abbia mai letto parlando di arte. Una lettura immensa, sono fiera di non aver lasciato vincere il timore iniziale che ho provato nel vedere quanto sia massiccio questo libro e ad aver proseguito. Forse è sì un libro facilone, che piace a tutti perché, come qualche critico ha detto, è stato pensato come "il best seller per tutti", ma non è comunque incredibile trovare un linguaggio universale attraverso le parole come fa l'arte?

E mi fermo perché potrei sproloquiare per delle ore, ma devo ancora passare l'aspirapolvere. Mille stelline, perché cinque non sono lontanamente sufficienti!


message 25: by Francesca (new)

Francesca (flasshback) | 133 comments 1.16B di Giuseppe
Leggere un libro nel cui titolo ci sia la parola inverno


Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino

Un libro che racchiude tanti principi di libri. Perchè molte volte è l'inizio di un libro a conquistarci, a convincerci di continuare questo libro. Ci introduce in un mondo diverso, sempre nuovo e ci presenta nuovi personaggi, che ameremo e odieremo, con cui passeremo qualche ora. Ed è appunto per questo che il Lettore rimane disorientato quando i racconti vengono interrotti e mai continuati. Come un amico, che tanto aspettiamo e con cui passeremo una settimana, che dopo due ore parte e non lo vediamo più.


message 26: by Martina (new)

Martina | 511 comments 5.20b (Roberta) trovare un film famoso, scoprire che è stato tratto da un romanzo non altrettanto famoso e leggere il libro
Solaris
di Stanislaw Lem

Solaris è un distante e misterioso pianeta completamente ricoperto da un'"oceano" di plasma. Migliaia di studiosi hanno cercato di comprendere la natura di questo plasma che crea meravigliose strutture e che matiene stabile l'orbita del pianeta stesso. Questo plasma può essere classificato come essere vivente, e come si può entrare in contatto con qualcosa di così diverso dall'idea di essere vivente che è nella mente umana?
Al di là dell'oceano, delle creazioni F, delle precise e numerose descrizioni deller ricerche effettuate sul pianeto (lo scrittore ricostruisce tutta la storia degli studi solaristici), tutta la deriva sci-fi è solo un pretesto per parlare dell'uomo, del suo desiderio di scoperta ma soprattutto della ricerca di se stesso.
"Noi cerchiamo solo l'uomo. Non abbiamo bisogno di altri mondi, abbiamo bisogno di specchi. Non sappiamo che cosa farcene di altri mondi. Uno ci basta quello in cui sguazziamo. Vogliamo trovare il ritratto idealizzato del nostro mondo"

"L'uomo si è mosso per andare alla scoperta di altri mondi, di altre civiltà, senza aver perlustrato a fondo, dentro disè, i cortiletti, i camini, i pozzi, le porte sbarrate"


4 stelle e mezza, sono curiosa di guardare i due film tratti dal libro per vedere come sono riusciti a trasmettere i risvolti filosofici del libro.


message 27: by Francesca (new)

Francesca (flasshback) | 133 comments 1.4A di Francesca S.
Leggere un libro che parli di libri

Fahrenheit 451
di Ray Bradbury

Torna il tema dell'importanza della cultura. Una società che viene assoggettata al potere di un'elite solo con il potere dell'ignoranza, togliendo i libri e ogni possibile opinione personale. Assoggettandoli alla cultura di massa, fatta di distruzione e del parlare di se stessi.
La televisione ha un ruolo importante, in cui scorrono programmi di attualità e talk show. In cui gli spettatori si rendono partecipi comprando quell'apparecchio che modifica quell'allusione al pubblico neutro del presentatore a quello del nome dello spettatore stesso.
I libri sono un abominio in questa società e il solo possederne diviene un reato. Perchè i libri fanno riflettare e a volte ti rendono triste e depresso. Quindi sono un male.
E diviene un paradosso quando i vigili del fuoco appiccano incendi per distruggere i libri.
Anche qui c'è la distorsione della storia, in cui il passato viene costruito a favore dei potenti.
In opposizione a questa situazione, ci sono gruppi di intellettuali che decidono di vivere lontano dalla società per scappare delle forze dell'ordine e di far sopravvivere nella loro testa racconti e romanzi. Tutto in attesa del giorno in cui il regime terminerà e potranno tornare alla società per istruirla. Non importa quanto possa essere modificata, ma che rimanga il concetto.

Questo libro dimostra come la cultura alla fine riesca a resistere ai regimi totalitari e quanto sia importante per tutti anche a livello quotidiano, oggi che comunque la riteniamo scontata e sempre a portata di mano.


message 28: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments 5.1a (Sibemolle) Leggere il 4° romanzo di una serie. E' valido l'ordine indicato su goodreads. No fumetti.

Assassin's creed Revelations, di Oliver Bowden


Non c'è stata gran sorpresa avendo giocato con piacere e divertimento tutta la saga di Ezio Auditore, ma questo romanzo mi ha permesso di addentrarmi un poco meglio nella psicologia di questo personaggio che, ormai maturo, compie la sua ultima missione e si ritira lasciando il suo ruolo di Mentore degli Assassini. La cosa più sconcertante, nel gioco come nel romanzo, è vederlo lamentarsi dell'età, ma forse nel gioco è anche più sconvolgente, perché nell'episodio precedente aveva solo tre/quattro anni in meno, l'aspetto ancora di un ragazzino e improvvisamente... ti trovi a muovere un vecchio che si lagna che una volta gli era più facile scalare i muri. Gah.
Il romanzo è molto semplice, segue fedelmente la trama del gioco e spiega meglio alcuni meccanismi tra i personaggi che per mantenere alto il ritmo della vicenda magari sono stati sacrificati. Mi è piaciuta soprattutto la parte finale sulla vita *civile* di Ezio, l'addio a Leonardo e l'Assassina cinese in cerca di aiuto. Un bell'addio a un personaggio smargiasso ma che col tempo ho imparato ad amare.
E senza Desmond e le sue crisi da prima donna di mezzo, che gioia!


message 29: by Heke (new)

Heke | 0 comments Task 5.18b: L'homme qui tomba amoureux de la lune

Voto: 4*

Uno stile unico, originale, profondo, ingarbugliato, evocatore. La storia raccontata in questo romanzo è quella di "Cabane" un meticcio indiano bisessuale alla ricerca della propria identità. Ma quello che rende questo romanzo così speciale non sono certo le vicende, seppur drammatiche e indelebili, ma i personaggi, lo stile, l'atmosfera onirica. Ida Richelieu, Alma Hatch, Dellwood Barker, Dans-la-Cabane, più le pagine scorrono più si diventa un pezzo di tutti loro.
Lo stile mi ha ricordato sotto molti aspetti quello di John Irving, soprattutto nell'amore per il grottesco, il dettaglio, le scene crude. Ma con una grossa differenza: Spanbauer ha un modo tutto suo di evocare emozioni e sensazioni, abbinando parole che non dovrebbero essere lì, una di seguito all'altra, ma che proprio in quella combinazione ti fanno improvvisamente sentire l'emozione, più che fartela capire. Un po' come quello che è capace di fare solo la musica...


message 30: by Francesca (new)

Francesca (flasshback) | 133 comments 3.5B di Deborah
New Moon
di Stephanie Meyer

Il latte alle ginocchia è diventato burro.

Dico questo non nello spirito degli hater, dei cyberbulli. Lo scrivo da persona che ha amato alla follia questa serie per poi, un giorno, togliersi le coscie di prosciutto dagli occhi.
Bella, sappilo che ti odio. Ti odio dal profondo del cuore perché sei una ragazza ispida, stupida. In un certo insensibile perché anche il furetto della foto ha capito che usava Jacob per consolarsi dalla perdita di Edward. No, Jacob; anche tu sei una persona priva di personalità o più che altro stereotipata: il tipico ragazzo campagnolo che ohibò trova la prima ragazza e le dichiara amore. Naturalmente c'è l'amore per aggiustare le macchine e le moto (ma davvero?).
Poi Edward, caro ragazzo. Ma ti ascolti quando parli? Cioè perché, non so. Ma. HIOFagrevbio. Veramente ti ascolti? Cioè giuri eterno amore e il giorno dopo, senza un valido motivo la molli. E poi sì. Vieni a sapere che Bella si butta dallo scoglio, pensi che sia morta e invece di avere due notizie in più. La conferma. Vedere la cosa con i tuoi occhi "innamorosi" decidi di andare a farti uccidere. Ovvio... Certo, l'amore rende ciechi. Ma non tanto stupidi.
Ma torniamo a Bella, perché ragazza mia... il tuo messaggio nel libro è questo: Non sei degna di vivere se non hai un uomo al tuo fianco. Sei l'apotesi dei pensieri maschilisti, di donna debole e senza alcuna forza. Non dico che di essere indipendenti e di essere l'eroina del momento, ma, tesoro, un giorno la gente si stuferà di avere affianco una bambina che se le dici "buh" e "no, non viene" si lamenta e si mette a piangere battendo i pugni. Cioè smettila.
Ma questi sono alla fine i personaggi principali, ma sono ispidi anche gli altri. Non mi dilungo a parlarne perché mi salirebbe talmente il nazismo che spacco la tastiera.

Detto questo l'opera in generale è patetica, con dialoghi pieni di stereotipi e senza un minimo di originalità. Poi non posso perdonarti il paragono Edward-Bella con Romeo-Giulietta. Scusami? Shakespeare si sta rivoltando nella tomba e gli eredi piangono senza ritegno.

Non mi piace fare critiche avvelenate, piene di insulti e frasi sconnesse, ma è quello che penso dal profondo del cuore. E di critiche negative ne faccio poche perché cerco sempre di trovare l'aspetto positivo, seppure infimo, nella storia perché so quando la gente si impegni a scrivere le storie, lo riconosco.
Poi ragazzi, a rileggerlo, trovavo le analogie tra la saga di "Twilight" e quella di "50 sfumature di grigio".


message 31: by Rowizyx (last edited Oct 22, 2014 03:04AM) (new)

Rowizyx | 3198 comments 3.1a Un libro il cui titolo originale sia completamente diverso nella sua traduzione italiana

L'altro inizio (MaddAddam) di Margaret Atwood


È un commento a caldo e spoileroso, quindi attenzione

È un romanzo molto strano. Più degli altri due, che volendo sono strani forte. Soprattutto, è un romanzo che osa mettere in discussione il ruolo del libro conclusivo di una trilogia. Perché non c'è il grande scontro finale, non c'è risoluzione definitiva. Ci sono due speci umane diverse che tentano in un modo o nell'altro di collaborare tra loro. Non lascia ben presagire perché in un modo o nell'altro gli umani vecchio stile sono destinati a estinguersi, a diventare un'altra specie del gioco che facevano gli AdamiPazzi. E tuttavia i Craken sono stati toccati in qualche modo: (view spoiler)Quindi il progetto di Crake è modificato in qualche modo.

Il romanzo è strano soprattutto perché le azioni nel romanzo sono una piccola parte, rispetto alle storie. La memoria, il tema più importante di questo libro, le storie di Zeb, di Toby, di Oh Cazzo, che tra parentesi è il modo più tragicomico di usare un'imprecazione che abbia letto da un po'. I Craken che non scrivono ma hanno bisogno delle storie. (view spoiler)
I Craken dovrebbero vivere trent'anni, ignari di quello che è venuto prima e senza preoccupazioni su quello che sarà dopo (perché mai, se sarà uguale a quello che è adesso?), eppure avranno una memoria storica. E potenzialmente gli strumenti per ricominciare la storia umana da capo, perché la scrittura e l'importanza di tramandare le storie alle generazioni successive sono state la base di ogni civiltà.

Non è un commento molto sensato, mi rendo conto, ma mi è piaciuto leggere un romanzo distopico che si preoccupi *sul serio* di quello che sarà dopo. Negli ultimi anni il genere è diventato una roba young adult dove alla fine in qualche modo tutto va bene perché la storia d'amore si è coronata. E pazienza se il mondo intorno è nel caos. La Atwood le rende un contorno e un tema diverso: Toby che è evidentemente innamorata di Zeb e che è gelosa e insicura, Ren che attende una risoluzione per la sua tormentata passione per Jimmy... Ma questo mondo non offre molto spazio per l'amore, e le scelte non sono per niente scontate.

Una lettura davvero piacevole. Mi immagino l'autrice coi Craken nella testa che scrive i capitoli in cui Toby li zittisce e mi viene molto da ridere. Voglio arrivare anche io a essere così sagace alla sua età.


message 32: by Heke (last edited Oct 22, 2014 03:07PM) (new)

Heke | 0 comments Task 5.7a: Albert Einstein

Una biografia molto interessante che mi ha fatto scoprire molti aspetti della vita di Einstein che ignoravo completamente: aspetti sulle sue ricerche scientifiche ma anche, e soprattutto, sul suo lato umano. Anche il più grande genio è un essere umano con le sue zone d'ombra e i suoi errori, alcuni anche molto tragici.
Non ho amato particolarmente lo stile, che avrei preferito più neutro, e che invece si lascia andare in qualche volo lirico secondo me poco adatto ad una biografia.

Voto: 3*


message 33: by Francesca (new)

Francesca (flasshback) | 133 comments 1.5B di Deborah
Un libro nel cui titolo compaia la parola AMORE (qualsiasi lingua, singolare o plurale, libri di qualsiasi genere)

Gli amori difficili di Italo Calvino

Italo Calvino ci racconta le tante forme dell'amore: da quello passionale e senza freni a quello freddo e senza eccessive effusioni, da quello tra due fidanzati a quello coniugale. E racconta la parte iniziale, dell'innamoramento e del piacersi, ma anche il lasciarsi andare. Perché l'amore non è sempre uguale.

Personalmente mi piacciono questo tipo di libro, formato non solo da un racconto solo, ma formato da molti. Solo che questo non ha saputo catturarmi, forse perché li trovavo un po' estranei comunque.


message 34: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Task 1.3a (Paola) Un romanzo con protagonista un bambino/a (da 0 a 12 anni)

La Bomba di Todd Strasser


Cosa sarebbe successo se la crisi di Cuba non avesse trovato una risoluzione pacifica? Come l'avrebbe vissuta un bambino di undici anni?

Scott scende con la sua famiglia e la babysitter di colore nel rifugio antiatomico costruito dal padre (che nelle settimane precedenti viene deriso per questa operazione dai vicini di casa) al suono delle sirene, mentre tutto il quartiere tenta di riversarsi giù per la scala in un vano tentativo di salvarsi dall'esplosione. Il padre è obbligato a tenere gli altri fuori per salvare i propri cari, ma alcuni riescono a entrare. La madre di Scott rimane traumatizzata e non si riprenderà.

Ai lunghissimi giorni di "prigionia" sotto terra, si alternano momenti precedenti all'allarme atomico, che mostrano come un quartiere di provincia, e nello specifico Scott e i suoi amici, vivano la minaccia di una guerra nucleare.

Scott è un ragazzino comune, legato alla famiglia, ancora innocente, che sta cominciando a crescere e a pensare con la propria testa. È bellissimo il risveglio del piccolo adulto nei capitoli di scuola, grazie all'insegnante beatnik, risveglio che poi si realizza brutalmente nel rifugio, quando Scott assiste alle piccolezze umane e si rende conto di quanto si possa diventare simili alle bestie quando si teme per la propria vita.

Ho apprezzato moltissimo il modo in cui l'autore attinge ai propri ricordi d'infanzia, e al rifugio costruito da suo padre in previsione dell'ora X per raccontare dal punti di vista di un bambino l'orrore della possibile guerra atomica, e delle bassezze umane che si raggiungono in fretta in una situazione d'emergenza. Da un lato, le reazioni infantili alla minaccia di un conflitto simile, dall'altro gli adulti e la rapidità con cui perdono ogni autorità e senso mortale per la sopravvivenza. Un testo molto valido per spiegare a un pubblico di giovanissimi un periodo storico molto vicino ma che come ricorda l'autore non ci ha insegnato niente.

Mi è piaciuto moltissimo, credo renda molto bene l'angoscia di quel periodo e parli una lingua comprensibile per un pubblico di giovanissimi però onesto, soprattutto non buonista e non semplificato in maniera ridicola per un adolescente, come mi è capitato invece per un altro libro che ho letto di recente sempre per la biblioteca. Lo consiglio a tutti i ragazzi dell'età consigliata... E non solo a loro :)


message 35: by Martina (new)

Martina | 511 comments 5.3b (Paola) Un romanzo tratto da un videogioco o dal quale è stato tratto un videogioco
Assassin's Creed: Rinascimento di Oliver Bowden


Assassin's Creed: Rinascimento, é il primo capitolo delle avventure del famoso Ezio Auditore. Purtroppo lo stile narrativo del libro resta troppo legato alle dinamiche di missione/ricompensa del gioco, speravo che nella trasposizione letteraria il racconto sarebbe stato più fluido. Inoltre non aggiunge praticamente niente al videogioco stesso, mi sentirei di consigliarlo solo ad un fanatico della serie. In una cosa però è riuscitissimo, mi ha rimesso una gran voglia di giocare ad Assassin's creed!


message 36: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Anche perché il primo dei tre rinascimentali è il più bello in assoluto, anche come ambientazioni. La ricostruzione della Firenze rinascimentale, la precisione, la cura nei dettagli mi hanno veramente commosso <3


message 37: by Anastasia (last edited Oct 26, 2014 07:16AM) (new)

Anastasia (universe_beats) | 870 comments 1.12b (*Giulia*) un libro scelto da questa listopia
Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov

Non è andata. Il libro preferito di mia madre e non è andata: colpo basso. D'altronde a gusti letterari non riesco a simpatizzare troppo con le sue preferenze: a I tre moschettieri preferisco di gran lunga Il Conte di Montecristo, Hemingway nell'unica esperienza avuta finora è stato un tedio notevole ed ora questo.
Mi arrenderò all'evidenza che sull'universo letterario non posso percorrere le orme materne.
L'atmosfera era interessante: mi ha ricordato i vapori della cucina di una strega, forse per via del realismo che si confonde con elementi assolutamente magici. Un'impressione che però trova il suo tempo e alla fine si sbiadisce nell'indifferenza generale.
Forse non sono stata in grado di resettare la mia mente su quella che era l'impostazione inaspettata del romanzo: una serie di episodi e scene unite dal filo conduttore di Woland e le sue peripezie che seminano panico e follia a Mosca. Episodi che però mi passano sopra come niente.
Ho preso residenza nella medietà più neutrale: non l'ho odiato, ma la mia partecipazione emotiva era identica alla linea piatta del zero segni vitali. Voltavo pagina piena di particolari e le parole mi scivolavano addosso, così interi capitoli e intere parti del romanzo. In alcuni punti facevo persino fatica a ricordare il contenuto nel dettaglio di ciò che avevo letto poco prima, sapevo solo che non me importava più di tanto.
Mi viene in mente un capitolo di Essere e Tempo di Heidegger - il mio filosofo preferito - sugli umori, chiamati "tonalità emotive": dice che anche l'indifferenza, che sembrerebbe spoglia di emozioni reali, è un umore ben definito, caratterizzato dalla pesantezza. Allora io posso affermare che in effetti dopo 400 pagine di indifferenza mi sento pesante.


message 38: by Monica (new)

Monica Boscolo | 943 comments @ se ti può consolare neppure a me fa impazzire...io do la colpa che me lo hanno talmente imbottito di significati che ho perso il senso della storia e il piacere della lettura :)


message 39: by Auntie (new)

Auntie Pam | 1746 comments neppure a me ha fatto impazzire! O è stato sopravvalutato o io ho capito la metà di quello che c'era da capire!


message 40: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments A me manca, ma mi sa che continuerò a non approfondire la conoscenza...


message 41: by Heke (new)

Heke | 0 comments stessa cosa per me :( io l'ho addirittura lasciato a metà ed è una cosa che mi sarà successa due volte nella vita


message 42: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments *E si scoprirono un club di odiatrici di Bulgakov XDDD*


message 43: by Anastasia (new)

Anastasia (universe_beats) | 870 comments Wow: questo coro di supporto mi consola eccome!
@Heke: qual è l'altro libro abbandonato? :D


message 44: by Heke (new)

Heke | 0 comments @Anastasia: uhm... qualche anno fa ho abbandonato un libro di Eggers (che invece in generale trovo un autore eccezionale), ma proprio non mi prendeva. E poi sicuramente qualche altro libro in qua e in là, ma mai più di uno all'anno/ogni due anni, in genere riesco a farmi violenza e a finire comunque.

Ah, no, molti anni fa mi è successo anche di abbandonare Moby Dick, ma prima o poi lo leggerò, giuro!


message 45: by Monica (new)

Monica Boscolo | 943 comments Moby Dick è l'unico libro che ho venduto!!! Ho preferito venderlo e leggere tre libri in sostituzione per l'esame di letteratura angloamericana :))))


message 46: by Heke (new)

Heke | 0 comments Ti capisco!
Secondo me siamo talmente abituati a considerarla una storia avventurosa per ragazzi che quando dobbiamo affrontare le prime 150 pagine in cui sta ancora descrivendo la sua notte alla locanda sale la disperazione!


message 47: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Io ho abbandonato La Pianista della Jelinek. Troppo morboso.


message 48: by Martina (new)

Martina | 511 comments Io non sono mai riuscita a finire Cime tempestose e dire che mi mancavano una cinquantina di pagina alla fine. Cosa vi devo dire prorpio non riesco a cappire come si possa considerarla una delle più grandi storie d'amore, fra tutti quanti i personaggi non esce fuori un cervello...


message 49: by Rowizyx (new)

Rowizyx | 3198 comments Io sono ferma da secoli a pagina 25. Li voglio tutti morti in modo cruento e doloroso. Specie quel minchione di narratore, che affogherei volentieri in una torbiera.


message 50: by Monica (new)

Monica Boscolo | 943 comments Noooo...cime tempestose è uno dei miei libri preferiti ...lo rileggo ciclicamente...lasciatemeli vivere!!!!!


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