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L'importanza di chiamarsi Ernesto
La Sfida dei desideri
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Gdl Febbraio - L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde
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message 1:
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Saturn
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rated it 5 stars
Feb 05, 2022 07:09AM
Ecco il gdl per questa lettura. Aspetto un altro lettore per iniziarlo in contemporanea ^^
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Io sto aspettando che torni disponibile in biblioteca... doveva rientrare il 3 ma ancora non è stato riconsegnato... speriamo non tardino troppo!
Finito nel weekend, aspetto le vostre letture che poi commentiamo questo gioiellino. Se vi capita di vedere anche il film, commentiamo anche quello v(T▽T)
Dopo due settimane che non rientrava dal prestito, mi sono arresa e sono andata a cercarlo in una biblioteca per me più scomoda, ma che almeno ce l'aveva disponibile (e queste due settimane di ritardo mi irritano anche in quanto bibliotecaria!!) Conto di iniziarlo tra pochi giorni!
Io lo sto leggendo, in inglese con un occasionale supporto della traduzione ^^Per ora direi: arguto, pungente, divertente. Sempre un po' irriverente.
Ragazzi che commedia! Geniale, arguta, divertente, è una pièce che fa scuola a tanta della Commedia che è venuta dopo. Punge, con eleganza, la buona società fatta di contraddizioni e ipocrisie.
Ho appena terminato il secondo atto. Divertentissimi i dialoghi fra Gwendolin e Cecily. Nella mia traduzione viene utilizzato il nome "Fedele"; a parte l'iniziale smarrimento, devo ammettere che con quel nome le battute sono maggiormente godibili. Battezzarsi con l'aspersione o con l'immersione? Ah, che dilemma!
Patty_pat wrote: "Ho appena terminato il secondo atto. Divertentissimi i dialoghi fra Gwendolin e Cecily. "E' vero! E' una delle parti più divertenti!! E anche un bell'affondo alle ipocrisie nelle relazioni sociali mondane 😂
L'ho iniziato e sono a buon punto del secondo atto... sono felice di essermi finalmente decisa a leggere questa commedia integralmente (ne avevo letti solo estratti al liceo) perché è veramente brillante, geniale, godibilissima! E direi che quasi ogni riga è un affondo alle ipocrisie nelle relazioni sociali mondane... Wilde sa essere di un pungente...!! Fantastico :D
Terminato!Ironia e sarcasmo veloci e immediati in una commedia frizzante e allegra. Leggerla è stato un piacere. Non inaspettato, perché l'ho vista rappresentata nel film del 2002 con Colin Firth e Rupert Everett nei panni di Jack Worthing e di Agernon Moncrief e mi fece sorridere parecchio.
Ambientato nell'Inghilterra contemporanea di Oscar Wilde, con la nobiltà inglese ipocrita e supponente. Entrambi i nostri protagonisti si sono inventati un “alter ego”, ovvero un fratello o un amico che millantano avere delle predisposizioni licenziose e distruttive che di quando in quando, richiede la loro presenza altrove. Il tutto per potersi fare i fatti loro, ovvero per divertirsi senza macchiare la loro onorabilità. Tra intrighi e bugie salta fuori l'importanza di chiamarsi Ernesto, il nome di uno degli alter ego, che in inglese ha il duplice significato (pronuncia uguale e scrittura quasi uguale) di nome proprio e di uomo onesto. I personaggi sono assolutamente fedeli a quelli che erano all'epoca i nobili e i borghesi benestanti. Forse per questa sua capacità di rappresentare i pregi ma soprattutto i difetti dell'epoca che Wilde venne osteggiato!
“Se non ci metti troppo, ti aspetterò tutta la vita.” Geniale!
Finito nel treno di ritorno dal lavoro, confermo l'impressione più che positiva... per me 5 stelle piene!Poi appena ho un momento di calma provo a scrivere un commento più articolato!
Tutto sommato non ho molto da aggiungere a quanto già detto: è una commedia brillante e geniale che non annoia mai, dalla prima all'ultima riga, e in cui nessuna battuta è meno riuscita delle altre, o fuori posto o fuori tono, e che con perfetto british humour non risparmia proprio nessun aspetto della società vittoriana, senza sconti. Leggerla è davvero un piacere, dall'inizio alla fine, e sono contenta di essere riuscita a farlo interamente in inglese: ho costantemente guardato anche alla traduzione semplicemente per essere sicura di non essermi persa alcun gioco di parole o battuta, e sono felice di constatare che solo in 4 o 5 casi mi ero effettivamente persa qualcosa :D Nella mia traduzione viene utilizzato il nome "Fedele"; a parte l'iniziale smarrimento, devo ammettere che con quel nome le battute sono maggiormente godibili.
Quando andavo alle medie e al liceo guardavo ogni domenica "Per un pugno di libri", e mi rimase molto impresso quando, durante la puntata dedicata proprio a questa commedia, Piero Dorfles disse che a suo avviso la giusta traduzione del titolo (e del nome del protagonista) in italiano sarebbe "L'importanza di chiamarsi Franco". Effettivamente, in questo modo di manterrebbe il gioco di parole e il doppio senso nome/aggettivo anche in italiano (perché "franco" ha varie sfumature in comune con l' "earnest" inglese). Anche Fedele rende bene però! In generale, questo è uno dei pochi casi in cui penso che possa aver senso tradurre anche un nome proprio, visto che gran parte della commedia si gioca proprio su quel punto.
“Se non ci metti troppo, ti aspetterò tutta la vita.”
Quando l'ho letta ho riso tantissimo 🤣
Però se dovessi scegliere una sola citazione "a rappresentanza" sceglierei la chiusa del primo atto:
JACK: Oh, that's nonsense, Algy. You never talk anything but nonsense.
ALGERNON: Nobody ever does.
Mi aggrego ai commenti entusiasti. Vengo da un paio d'anni in cui ho letto testi teatrali di Shakespeare (tragedie) e Pirandello, quindi sono ben lieta, dopo Goldoni a gennaio, di essermi concessa un altro testo leggero e divertente.La penna di Wilde è eccezionale, ogni battuta nascondeva, in maniera neanche troppo velata, una critica verso la società sul tempo, verso l'uomo e le sue abitudini in generale.
Si legge tutta d'un fiato, con il sorriso sulle labbra, quando non con risate di cuore. Grazie a chi l'ha proposto, anche perchè l'avevo in lista già dallo scorso anno.
✨Virè wrote: "Grazie a chi l'ha proposto, anche perchè l'avevo in lista già dallo scorso anno."Prego! Che poi l'ho pescato come consiglio dei classici, quindi...... 😁
A questo punto direi che abbiamo un gdl di successo 😎
Elisewin wrote: "Finito nel weekend, aspetto le vostre letture che poi commentiamo questo gioiellino. Se vi capita di vedere anche il film, commentiamo anche quello v(T▽T)"@Elisewin: mancherebbe il tuo commento per "ufficializzare" la tua partecipazione al GDL ;)
Oh vero! Chiedo scusa!!!!Non c'è molto da dire in realtà, questo è il mio testo preferito di Wilde. Molti evidenziano la critica alla società, ma a pensarci bene non è una vera e propria critica, pensando al fatto che era proprio a quella classe sociale che questo testo veniva presentato. La morale in realtà non c'è e il testo risulta essere praticamente 'vuoto', se non fosse per i meriti della lingua utilizzata e, ovviamente, per l'acume dello scrittore. E a pensarci bene, questo è proprio il suo punto di forza.
Se ci pensiamo è un po' come andare a vedere oggi uno spettacolo di Ricky Gervais, o di David Nihill o di Mike Feeney... in pratica ti sbattono in faccia i tuoi difetti e quelli della società in cui vivi, ma il tutto è molto divertente, la predica non te la fanno, così tu torni a casa allegro, certo di aver passato una bella serata mentre qualcuno usava le tue colpe e i tuoi difetti per farti ridere. Alla fine, funziona così XD
Il film anche io l'ho apprezzato molto! (tolto l'intramezzo musicale della serenata che mi è parsa ridicola)
Elisewin wrote: "Oh vero! Chiedo scusa!!!!Non c'è molto da dire in realtà, questo è il mio testo preferito di Wilde. Molti evidenziano la critica alla società, ma a pensarci bene non è una vera e propria critica, ..."
La satira è di per sé una forma di critica, solo che è divertente XD
Ti fa riflettere facendoti ridere; io credo che la risata "vuota" sia qualcosa di profondamente diverso, ha a che fare con le gag, è tutto un altro tipo di umorismo.
Anche in Ricky Gervais per esempio non c'è niente di "vuoto", anzi direi che è proprio l'opposto!
Saturn wrote: "La satira è di per sé una forma di critica, solo che è divertente XDTi fa riflettere facendoti ridere; io credo che la risata "vuota" sia qualcosa di profondamente diverso, ha a che fare con le gag, è tutto un altro tipo di umorismo.
Anche in Ricky Gervais per esempio non c'è niente di "vuoto", anzi direi che è proprio l'opposto!"
Sono d'accordo con te, ma non considero Wilde come uno scrittore di satira. Purtroppo (o per fortuna, non saprei) succede un po' a tutti di essere influenzati dai professori con cui si studia, e io non faccio eccezione. Guai a dire Wilde e satira nella stessa frase all'epoca v(T▽T) Comunque molti critici probabilmente sarebbero d'accordo con te, non ne dubito.
Sul fatto del 'vuoto' temo di essermi spiegata male. Il nulla da dire, l'assenza di una vera morale o di una vera e propria critica, l'assurdità dei personaggi, tutto questo è il punto di forza di questa commedia, non era una critica la mia. La chiave sta nello scambio di battute tra Jack e Algernon quando quest'ultimo dice che la sfortuna delle figlie sta nel diventare come le proprie madri mentre quella dei figli nel non farlo. Quando Jack gli risponde domandandogli se pensa di aver detto una cosa intelligente, Algernon risponde 'It is perfectly phrased!'. Questa in pratica diventa la chiave di lettura di molti altri aforismi paradossali (tipici e praticamente unici di Wilde) che, a ben vedere, hanno davvero poco senso. Non per nulla è stata definita un'opera di pura verbalità. Wilde ha usato Wit e nonsense per creare opere che ancora ci piacciono moltissimo. Spero di essermi spiegata meglio (^^ゞ
Detto questo, a parte il fatto che ho scoperto che c'è una trasposizione cinematografica del 1952 di cui non ricordavo nulla (qualcuno l'ha vista?), io per quanto adori questa commedia non l'ho mai vista rappresentata!! Spero di poterlo fare presto XD

