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La sfida dell'Alfabeto
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Alfabeto di Giulia - 2023
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Tanti i classici da leggere che non basta una vita!
Per la lettera X ho girovagato tra le vostre liste e raccolto spunti

Comunque lo scoprirò leggendolo, buone letture :-D

Buona lettura!


Comunque lo scoprirò leggendolo, buone letture :-D"
Riguardo Lu Xin, non ne ho idea. A questo punto credo proprio di averlo pescato dalla tua lista!

Buona lettura!"
Orgoglio e pregiudizio nel mio cuore

Mi auguro proprio di finire nel tuo gruppo!


Buone letture!

Nonostante il titolo non lasci adito a false speranze, fino a metà romanzo mi sono ripetuta: “Adesso qualcuno si deciderà finalmente a chiamare i servizi sociali. È impensabile che nessuno intervenga. Se non i vicini ficcanaso, sicuramente gli insegnanti delle ragazze. Oppure un giustizialista che prenda finalmente a randellate la madre, con tutta la mia approvazione.”
Poi ho capito che nessuno si sarebbe mosso, perché questo romanzo sarebbe diventato tutt’altra cosa.
Così invece è perfetto: una fiaba nera in cui i principi non riescono a scalare la torre soffocata dai rovi e le principesse imprigionate, sospese nel tempo e nello spazio, purtroppo soccombono ai deliri da manicomio della strega cattiva (altro che Malefica, Grimilde e Gothel).
Nonostante il tema, è un romanzo dalle tinte colorate; due in particolare: la sconfinata premura dei ragazzi (gli unici che tentano di buttare un salvagente in mezzo alla cecità degli adulti) e l’ironia calibrata in misura perfetta.
Benedetto il momento in cui su Eugenides è calato il sacro fuoco della scrittura.
Cinque stelle comete.

Mi cospargo la testa di cenere per il mio commento così grossolano, essendo al cospetto di un premio Nobel.
Si legge bene, grazie a una scrittura poetica e allo stesso tempo carnale, ma in totale sincerità non mi ha lasciato molto, forse per la totale mancanza di empatia nei confronti dei personaggi: tranne donna Noemi, le altre sorelle sono figure piuttosto sbiadite; il fedele Efix sarebbe da prendere a sberle per la sua cieca (e inspiegabile) solerzia; per non parlare di quel buono a nulla di Giacinto. Romanzo amaro.

Opera gigantesca, spaventosa, inclassificabile. Il romanzo ripercorre le tappe fondamentali del declino del Reich durante la seconda guerra mondiale dal punto di vista di un ufficiale delle SS. Non ci ho trovato l’abominio riscontratovi da altri lettori: le testimonianze dei deportati sopravvissuti alla Shoah sono sideralmente più agghiaccianti. Qui l’abominio è tutto nella testa di Aue.
La narrazione è decisamente sapiente, minuziosa, distaccata, le cose vengono chiamate con il loro nome. Fino all’incommentabile delirio finale.
Tante ore spese in una lettura intermittente: respingente e ipnotica.

Non c’è niente da fare: i personaggi letterari senza mezze misure, ruvidi e indecifrabili sono una delizia per me. Il rapporto tra la domestica-tuttofare Emerenc, che incarna le suddette caratteristiche, e la signora presso cui presta servizio è atipico, un’altalena di invadenza e allontanamenti, di affetto e livore, di fiducia e devastanti sensi di colpa. Ma l’aspetto più straordinario in questo romanzo è la partecipazione emotiva che richiede: ci risucchia con tutte le scarpe imponendoci di provare ora empatia ora irritazione. Solo alla fine il lettore riesce a tirare il fiato. Davvero bello.

Un romanzo particolare questo, un lungo monologo della protagonista che racconta a un medico gli eventi salienti della propria vita. Il titolo del libro allude all’esatto contrario di ciò che biologicamente e “storicamente” è la protagonista, essendo donna e tedesca; e, allo stesso tempo, ciò a cui tende, il suo essere e desidero più profondo. La prosa è estremamente densa, pluricircolare, figurata e allo stesso tempo estremamente materica.

Mi duole ammetterlo, ma non mi ha suscitato lo stesso trasporto provato nella lettura di Spillover.
È un saggio con i canini spuntati: si parla naturalmente di grandi predatori ma sempre in relazione a piccole comunità umane specifiche che vivono o hanno vissuto a contatto con essi. L’autore indugia lungamente sulla storia di dette comunità o addirittura sulle vicende personali di singoli individui, e intanto i predatori se ne stanno all’ombra quando invece dovrebbero essere sempre i protagonisti della pagina. Chiaro che le due cose vanno di pari passo, ma mi aspettavo un taglio più naturalistico e meno antropologico.

Patinato, scintillante, farabutto Gatsby. E inconsistente, disillusa Daisy. Nella bruma sonnolenta delle vostre magioni, croce e delizia dei mitici ruggenti anni Venti, al suono degli squillanti tromboni jazz, ho maturato profonda pena per voi, anime irrimediabilmente infelici sotto lo chiffon e le paillettes.
Travolgente.

Vitaliano Brancati patrimonio dell’umanità.
Dopo IL BELL’ ANTONIO, torno a riassaporare la penna acuta e ironica di questo scrittore che si diverte a raccontare il maschio siciliano, con le sue idiosincrasie, le sue ataviche abitudini e il spirito pratico. E intorno lo starnazzare ammirato di femmine cieche di fronte a maschi serafici e perdigiorno. In entrambi i romanzi ciò è funzionale alla derisione del machismo fascista. Ma non c’è niente di pesante né pedante. È uno spasso leggerlo.

Non c’è la benché minima retorica nel mio commento, solo la banale verità: una delle letture migliori fatte quest’anno.
Non si legge per la storia, che ha comunque un suo certo fascino, ma per la scrittura, elegante, sobria, avvolgente; per i personaggi (l’inappuntabile Mr. Stevens e la determinata Miss Kenton). E soprattutto per il senso profondo che lo permea, sempre più manifesto con il passare delle pagine, quando si crea uno strappo interiore tra il senso del dovere (che è anche il senso della vita di Mr. Stevens) e la necessità umana di vivere.

Scorrono le pagine e si pensa: “Possibile capitino tutte a lui, a Jude?”
Ma le pagine si susseguono, una dietro l’altra, senza che si riesca a razionalizzare cosa allora ci spinga a non mollarlo (in effetti motivi per ritenerlo inverosimile in alcuni passi ci sono, eccome). Anzi, si va avanti, avvinti come l’edera al traliccio.
L’ho letto di pancia, senza star lì a spaccare il capello in quattro e mi è piaciuto tantissimo. Bello.

Pronti per la fine del mondo? I protagonisti di questo romanzo si industriano in ogni modo per affrontare l’apocalisse e garantirsi la sopravvivenza, comunque garantita loro dalla profezia di un avo.
Terzo romanzo di Shirley Jackson che leggo e debbo dire che, nonostante alcuni richiami ai tanto cari temi gotici, qui siamo lontani dalle sulfuree atmosfere di Hill House: prevale uno humor accattivante, decisamente brillante.
Books mentioned in this topic
La meridiana (other topics)Una vita come tante (other topics)
Quel che resta del giorno (other topics)
Don Giovanni in Sicilia (other topics)
Il grande Gatsby (other topics)
More...
✔️B. Vitaliano Brancati, Don Giovanni in Sicilia - p. 133: 1LL + 2NC = 3
C. Mircea Cartarescu, Abbacinante. L'ala sinistra
✔️ D. Grazia Deledda, Canne al vento - p. 192: 1LL + 2NC = 3
✔️ E. Jeffrey Eugenides, Le vergini suicide - p. 206 : 1LL + 2NC = 3
✔️F. Francis Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby - p. 145: 1LL + 2NC = 3
G. Ivan Goncharov, Oblomov
H. Nino Haratischwili, L'ottava vita
✔️ I. Kazuo Ishiguro, Quel che resta del giorno - p. 280: 1LL + 2NC = 3
✔️ J. Shirley Jackson, La meridiana - p. 251: 1LL + 2NC = 3
K. Anatoly Kuznetsov, Babij Jar
✔️ L. Jonathan Littell, Le benevole - p. 955: 1LL + 4P + 2NC = 7
M. Larry McMurtry, Lonesome Dove
N. Vladimir Nabokov, Lolita
O. Joyce Carol Oates, Blonde
P. Ann Patchett, La casa olandese
✔️Q. David Quammen, Alla ricerca del predatore alfa: Il mangiatore di uomini nelle giungle della storia e della mente - p. 602: 1LL + 2P + 1S + 2NC = 6
R. Philip Roth, La macchia umana
✔️ S. Magda Szabo, La porta - p. 263: 1LL + 2NC = 3
T. Olga Tokarczuk, Guida il tuo carro sulle ossa dei morti
U. Ludmila Ultiskaya, Una storia russa
✔️ V. Katharina Volckmer, Un cazzo ebreo - p.110: 1LL + 2NC = 3
W. Edith Wharton, Ethan Frome
X. Xun Lu, La vera storia di Ah Q
✔️ Y. Hanya Yanagihara, Una vita come tante - pp. 1104: 1LL + 7P + 2NC = 10
Z. Emile Zola, Nana
Tot. 47 punti