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Una vita intera > Robert Seethaler

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message 1: by Lia (last edited Mar 17, 2015 03:55AM) (new)

Lia | 120 comments Mod
Robert Seethaler è nato a Vienna nel 1966. Autore e sceneggiatore, nel 2007 il suo romanzo d’esordio è stato premiato con il prestigioso premio del Buddenbrookhaus. Ha ricevuto numerose borse di studio, tra cui la Alfred Döblin dalla Academy of Arts, e il film tratto dalla sua sceneggiatura (Die zweite Frau) ha ricevuto un importante riconoscimento al Festival del Cinema di Monaco di Baviera nel 2009.
Neri Pozza


message 2: by Paola (new)

Paola Rinaldi | 9 comments Seethaler ha scritto di recente anche Der Trafikant, storia del giovane Franz che deve fare i conti con l'Anschluß e il tragico cambiamento della Vienna in cui era finito a lavorare come aiuto tabaccaio, una città il cui volto si avvizzisce in seguito all'antisemitismo che fa scomparire tanti cittadini e clienti anche della tabaccheria di Franz, come il Professor Freud. Il romanzo, che in italiano porta il titolo "Il tabaccaio di Vienna ", è stato pubblicato a gennaio da Rizzoli


message 3: by Paola (new)

Paola Rinaldi | 9 comments intervista che io personalmente ho trovato degna del romanzo http://www.rbb-online.de/buecherundmo...


message 4: by Lia (new)

Lia | 120 comments Mod
Paola wrote: "intervista che io personalmente ho trovato degna del romanzo http://www.rbb-online.de/buecherundmo..."

Grazie! :-)


message 5: by Paola (new)

Paola Rinaldi | 9 comments Grazie a te Lia!


message 6: by Virelle (new)

Virelle | 12 comments La vita di questo "semplice" montanaro austriaco è al contrario complicata, sia sul piano personale che storico. Tra i diversi e faticosi lavori che svolge, benché claudicante, c'è lo stare appeso in alto, perfino in Caucaso, durante le guerre di Hitler; in vecchiaia sarà guida alpina, un (quasi) riposo per lui.
Delle vicende di settanta anni ricchi di eventi drammatici, ma anche di innovazioni che modificano e in parte stravolgono il suo abitat, Andreas è partecipe secondo la propria natura. Quanto al percorso esistenziale, egli è orfano, bambino maltrattato, marito e poi vedovo. Condizioni vissute, tranne la breve stagione dell'unione felice con Marie, nel silenzio di chi è “geneticamente” predisposto all'accettazione del proprio destino di povertà e sventura, ma sa trarre gradimento e conforto dalla natura in cui è immerso.
L'autore dice del suo protagonista, già anziano, che “si sentiva come un bambino che osserva gli adulti fare cose incomprensibili: tutto era, in qualche modo interessante, ma nulla sembrava riguardarlo personalmente”.
Concordo (dopo tutto “a metà del libro deve provvedere il lettore”) solo in parte. Il suo è un problema di incomprensione “tecnica” di quanto accade, più di estraneità agli eventi. Quando per esempio Andreas vede in televisione Grace Kelly e, anni dopo, lo sbarco sulla luna, prova emozioni forti: di ammirazione per la bellezza, di appartenenza all'umanità per la straordinaria impresa compiuta. Sulle azioni e i pensieri dei personaggi domina peraltro, sempre, la montagna, con la sua meravigliosa immensità, durezza, regola imprescrittibile.
Lo spunto dell'opera non è nuovo, vari scrittori hanno scelto ambientazioni naturali suggestive e storie di gente “antica”. L'elogio principale va alla scrittura di Seethaler: evocativa e metaforica, riesce a tenere la presa sul lettore a onta di una struttura narrativa che di solito non ne è capace. Il brevissimo romanzo vuole infatti essere una descrizione, intervallata da scarni dialoghi, di ciò che il protagonista fa, e soprattutto pensa. Ottima, va rimarcato, la traduzione di Riccardo Cravero.
La mia riserva nel gradimento si riferisce alla “relazione” tra l'autore e il personaggio, non del tutto riuscita. Semplificando, non è facile dare voce convincente a soggetti tanto lontani, per infinite ragioni, dalla visione del mondo di chi li descrive rimanendo invisibili. Seethaler, più che raccontare di Andreas, parla per lui, gli fa svolgere, pur usando la terza persona, una sorta di monologo.
E il lettore avverte la sua presenza, recepisce un messaggio che continua a rammentargli la fiction e più o meno suona così: “Ora ti mostro con elegante perizia come il montanaro Andreas si percepiva nella tale situazione”.


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