Uno stacco rispetto ai settantaquattresimi Hunger Games.
E che stacco.
Se non avessi saputo di star leggendo Hunger Games, avrei pensato di trovarmi nella giungla primitiva.
Nulla traspare dell'antico splendore di Capitol City e dell'evento dei giochi.
C'è anche ben poco del mondo distopico che ci aveva conquistati nel 2008.
I personaggi, pur essendo quasi tutti di Capitol City, si mostrano ribelli senza però esserlo fino in fondo escludendo forse Seianus. Ed è difficile, guardando ai decimi Hunger Games, capire come sia possibile che Capitol City, così svogliata e poco interessata all'evento, quasi inorridita, abbia finito per esserne entusiasta al punto di aver creato tutto ciò che ruota intorno alla storia di Katniss e Peeta.
E vogliamo parlare di Coriolanus Snow? Il presidente che abbiamo conosciuto come ambivalente, misterioso, cinico e calcolatore e alla fine, non il peggiore della storia, si presenta come un adolescente/giustiziere alle prese con la sua prima cotta. Manca quel processo che porta Snow ad essere esattamente come l'abbiamo conosciuto.
Ammesso e non concesso che Lucy Gray sia o no l'antenata di Katniss, non si spiega come Snow sia arrivato dall'odiare gli Hunger Games ad usarli a suo piacimento.
Il punto è che l'universo di Hunger Games funzionava perché Capitol City era Capitol City.
Personalmente, la prossima volta vorrei un libro incentrato sui giochi di Haymitch, o di Finnick, o di Annie, oppure di Johanna (ve la immaginate Johanna che fa la finta tonta, l'ingenua che piange sempre e poi... BOOM! Si trasforma nella Johanna che abbiamo conosciuto ne "La Ragazza di Fuoco"), o di Wiress e Beetee. Insomma quelli dei vincitori delle generazioni vicine a Katniss.
In tutto questo, rimane un dubbio atroce: ma Aracne Crane è imparentata con Seneca Crane???
Uno stacco rispetto ai settantaquattresimi Hunger Games.
E che stacco.
Se non avessi saputo di star leggendo Hunger Games, avrei pensato di trovarmi nella giungla primitiva.
Nulla traspare dell'antico splendore di Capitol City e dell'evento dei giochi.
C'è anche ben poco del mondo distopico che ci aveva conquistati nel 2008.
I personaggi, pur essendo quasi tutti di Capitol City, si mostrano ribelli senza però esserlo fino in fondo escludendo forse Seianus. Ed è difficile, guardando ai decimi Hunger Games, capire come sia possibile che Capitol City, così svogliata e poco interessata all'evento, quasi inorridita, abbia finito per esserne entusiasta al punto di aver creato tutto ciò che ruota intorno alla storia di Katniss e Peeta.
E vogliamo parlare di Coriolanus Snow? Il presidente che abbiamo conosciuto come ambivalente, misterioso, cinico e calcolatore e alla fine, non il peggiore della storia, si presenta come un adolescente/giustiziere alle prese con la sua prima cotta. Manca quel processo che porta Snow ad essere esattamente come l'abbiamo conosciuto.
Ammesso e non concesso che Lucy Gray sia o no l'antenata di Katniss, non si spiega come Snow sia arrivato dall'odiare gli Hunger Games ad usarli a suo piacimento.
Il punto è che l'universo di Hunger Games funzionava perché Capitol City era Capitol City.
Personalmente, la prossima volta vorrei un libro incentrato sui giochi di Haymitch, o di Finnick, o di Annie, oppure di Johanna (ve la immaginate Johanna che fa la finta tonta, l'ingenua che piange sempre e poi... BOOM! Si trasforma nella Johanna che abbiamo conosciuto ne "La Ragazza di Fuoco"), o di Wiress e Beetee. Insomma quelli dei vincitori delle generazioni vicine a Katniss.
In tutto questo, rimane un dubbio atroce: ma Aracne Crane è imparentata con Seneca Crane???
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