pianobi: Lettere da Vecchi e Nuovi Continenti discussion
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Memoria della memoria
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GdL Memoria della memoria di Stepanova - 3a tappa
il primo capitolo della terza tappa è bellissimo e inquietante. peccato non poter contestualizzare bene tutte le citazioni, non avendo (ahimè) letto Proust.e torna Mandelstam.
(ma Sarra è una variante di Sara?)
I commenti sono tiepidi, perchè non è facile seguire i pensieri della Stepanova nè comprenderli pienamente. Sicuramente andrò a riprendermi in mano Sebald e Mendel'stam!
Concordo con la forza del capitolo su Sebald e Mandel'štam.
Un po' più avanti c'è anche un intero capitolo dedicato a Vita? o Teatro? di Charlotte Salomon, che io ho scoperto proprio su questo gruppo tra le opere-mondo (non ricordo chi la propose). Insomma, non sono arrivato impreparato.
Un po' più avanti c'è anche un intero capitolo dedicato a Vita? o Teatro? di Charlotte Salomon, che io ho scoperto proprio su questo gruppo tra le opere-mondo (non ricordo chi la propose). Insomma, non sono arrivato impreparato.
Tittirossa wrote: "interessante il capitolo su Mandelstam ma non ci ho capito nulla (non lo conosco), che differenza c'è tra le prime opere e le ultime? perchè era considerato "strano"? qualcuno può illuminarmi pliiiis"
Perché era considerato strano stilisticamente? Perché era uno sperimentatore (in realtà in un'epoca in cui la Russia era piena di poeti sperimentali e innovatori). Ma il capitolo si riferisce più alla sua alterità in quanto ebreo.
Dopo i primi anni da poeta abbandonò per diversi anni la scrittura in versi per darsi perlopiù alla saggistica e alla narrativa breve. Il cambiamento radicale nella sua scrittura però avvenne mi pare all'inizio degli anni '30 (o forse fine '20), quando fece un viaggio nelle Repubbliche Caucasiche (un po' come me, recentemente), ne scrisse un compendio che si attirò le accuse di anti-sovietismo. Venne arrestato, tentò di suicidarsi, si trasferì nella periferica Voronež (in realtà non lontana da Mosca, ma periferica a livello culturale) da cui scrisse dei famosi quaderni il cui tono è diversissimo da tutto quello che aveva scritto prima: disilluso, malinconico fino all'estremo, senza spiragli di speranza.
Tra l'altro venne poi di nuovo arrestato un paio di volte, poi portato in un gulag dove è infine morto.
Perché era considerato strano stilisticamente? Perché era uno sperimentatore (in realtà in un'epoca in cui la Russia era piena di poeti sperimentali e innovatori). Ma il capitolo si riferisce più alla sua alterità in quanto ebreo.
Dopo i primi anni da poeta abbandonò per diversi anni la scrittura in versi per darsi perlopiù alla saggistica e alla narrativa breve. Il cambiamento radicale nella sua scrittura però avvenne mi pare all'inizio degli anni '30 (o forse fine '20), quando fece un viaggio nelle Repubbliche Caucasiche (un po' come me, recentemente), ne scrisse un compendio che si attirò le accuse di anti-sovietismo. Venne arrestato, tentò di suicidarsi, si trasferì nella periferica Voronež (in realtà non lontana da Mosca, ma periferica a livello culturale) da cui scrisse dei famosi quaderni il cui tono è diversissimo da tutto quello che aveva scritto prima: disilluso, malinconico fino all'estremo, senza spiragli di speranza.
Tra l'altro venne poi di nuovo arrestato un paio di volte, poi portato in un gulag dove è infine morto.
Non ho ancora letto i vs sicuramente interessanti interventi perché sono solo a inizio tappa, volevo solo citare Alessandro Barbero lo storico che ha tratto il titolo di un suo romanzo davvero bello ad un verso del poeta Mandelstam"Romanzo russo:
Fiutando i futuri supplizi"
Mi è piaciuto il capitolo dedicato a Charlotte Salomon, anzi direi che prediligo le parti dove parla di autori e memoria rispetto a quelle dove parla della sua famiglia
Elettra wrote: "I commenti sono tiepidi, perchè non è facile seguire i pensieri della Stepanova nè comprenderli pienamente. Sicuramente andrò a riprendermi in mano Sebald e Mendel'stam!"Già fatto 😉 carissima Elettra, sempre in sintonia 😊
Evi * wrote: "Non ho ancora letto i vs sicuramente interessanti interventi perché sono solo a inizio tappa, volevo solo citare Alessandro Barbero lo storico che ha tratto il titolo di un suo romanzo davvero bell..."In attesa di lettura…
Catoblepa wrote: "Tittirossa wrote: "interessante il capitolo su Mandelstam ma non ci ho capito nulla (non lo conosco), che differenza c'è tra le prime opere e le ultime? perchè era considerato "strano"? qualcuno pu..."Speranza contro speranza. Memorie 1, non vedo l’ora che esca il secondo volume….
Catoblepa wrote: "Tittirossa wrote: "interessante il capitolo su Mandelstam ma non ci ho capito nulla (non lo conosco), che differenza c'è tra le prime opere e le ultime? perchè era considerato "strano"? qualcuno pu..."
grazie Cato, in realtà qualcosina sapevo, dalle tue parole è emersa una bolla nelle memoria, l'anno scorso per #stregati ho letto il molto bello Bruciare da sola. Una notte di Nadja Mandel’štam con i suoi fantasmi
grazie Cato, in realtà qualcosina sapevo, dalle tue parole è emersa una bolla nelle memoria, l'anno scorso per #stregati ho letto il molto bello Bruciare da sola. Una notte di Nadja Mandel’štam con i suoi fantasmi
vecchiaphoebe wrote: "il primo capitolo della terza tappa è bellissimo e inquietante. peccato non poter contestualizzare bene tutte le citazioni, non avendo (ahimè) letto Proust.
e torna Mandelstam.
(ma Sarra è una var..."
Da una ricerca su google, sembra che Sarra sia una variante grafica di Sara/Sarah. Magari attestata in ambito russofono? slavo? forse Cato può dirci di più.
su Proust, ho presente il passaggio che cita, e in effetti il trattamento che riserva a Bloch (ebreo assimilato, ma nn del tutto, non quanto Swann) è un po' rude (lo mette costantemente in ridicolo, proprio per il suo essere ebreo, per la masnada di giovinette del nucleo famigliare, per l'affarismo del padre). Ho in wishlist Proust antiebreo di Piperno, dove quell'antiebreo dovrebbe esprimere quell'anelito all'assimilazione e a superare una cultura/religione millenaria con i suoi vincoli e le sue indicazioni.
inoltre, per tutti i Trelliniani, consiglio caldamente L'Affaire: Tutti gli uomini del caso Dreyfus, dove ebraismo, assimilazione, antigiudaismo, proust&co, vengono ampiamente e dettagliatamente sviscerati
e torna Mandelstam.
(ma Sarra è una var..."
Da una ricerca su google, sembra che Sarra sia una variante grafica di Sara/Sarah. Magari attestata in ambito russofono? slavo? forse Cato può dirci di più.
su Proust, ho presente il passaggio che cita, e in effetti il trattamento che riserva a Bloch (ebreo assimilato, ma nn del tutto, non quanto Swann) è un po' rude (lo mette costantemente in ridicolo, proprio per il suo essere ebreo, per la masnada di giovinette del nucleo famigliare, per l'affarismo del padre). Ho in wishlist Proust antiebreo di Piperno, dove quell'antiebreo dovrebbe esprimere quell'anelito all'assimilazione e a superare una cultura/religione millenaria con i suoi vincoli e le sue indicazioni.
inoltre, per tutti i Trelliniani, consiglio caldamente L'Affaire: Tutti gli uomini del caso Dreyfus, dove ebraismo, assimilazione, antigiudaismo, proust&co, vengono ampiamente e dettagliatamente sviscerati
Tittirossa wrote: "Da una ricerca su google, sembra che Sarra sia una variante grafica di Sara/Sarah. Magari attestata in ambito russofono? slavo? forse Cato può dirci di più.
"
Mai sentito un Sarra (tra l'altro in russo le doppie consonanti sono rare, quando compaiono sono più per questioni etimologiche, ma non vengono pronunciate come doppie). Dal libro si evince che è nome diffuso in ambito ebraico e quindi subito associato a tale origine, però è la prima volta che mi ci imbatto.
"
Mai sentito un Sarra (tra l'altro in russo le doppie consonanti sono rare, quando compaiono sono più per questioni etimologiche, ma non vengono pronunciate come doppie). Dal libro si evince che è nome diffuso in ambito ebraico e quindi subito associato a tale origine, però è la prima volta che mi ci imbatto.
qua dice che è una variante russa https://www.nostrofiglio.it/nomi/sara (più o meno ho trovato la stessa modalità su altri 20 siti, per cui presumo la matrice sia unica :-) )
Può essere, in generale non è un nome diffuso. Non mi sono mai imbattuto neanche in Sara o Sarka.
Catoblepa wrote: "Può essere, in generale non è un nome diffuso. Non mi sono mai imbattuto neanche in Sara o Sarka."
quando dici "non mi sono mai imbattuto" intendi personalmente o in letteratura?
Perchè la prima citazione di Sara/Sarra in Stepanova è relativa all'obbligo di unire il nome Sara/Israel in tutti i documenti degli ebrei con l'introduzione delle varie disposizioni razziali in Germania e nei territori occupati.
Non ho capito se la Sarra/Sara del libro si chiamasse così precedentemente o se per imposizione
quando dici "non mi sono mai imbattuto" intendi personalmente o in letteratura?
Perchè la prima citazione di Sara/Sarra in Stepanova è relativa all'obbligo di unire il nome Sara/Israel in tutti i documenti degli ebrei con l'introduzione delle varie disposizioni razziali in Germania e nei territori occupati.
Non ho capito se la Sarra/Sara del libro si chiamasse così precedentemente o se per imposizione
Tittirossa wrote: "
quando dici "non mi sono mai imbattuto" intendi personalmente o in letteratura?..."
Ambedue le cose. Di sicuro non personalmente, ma non ho ricordi neanche in letteratura o al cinema.
quando dici "non mi sono mai imbattuto" intendi personalmente o in letteratura?..."
Ambedue le cose. Di sicuro non personalmente, ma non ho ricordi neanche in letteratura o al cinema.
Tittirossa wrote: "vecchiaphoebe wrote: "il primo capitolo della terza tappa è bellissimo e inquietante. peccato non poter contestualizzare bene tutte le citazioni, non avendo (ahimè) letto Proust.e torna Mandelstam..."
Lo hai letto? Io ne avevo preso nota.
Tittirossa wrote: "ma il capitolo su Rembrandt?!!!!"Il capitolo su Rembrandt mi ha interessato perché mi ha dato modo di vedere la sua galleria di autoritratti anche se non ho ben capito dove l'autrice volesse andare a parare questo è il suo principale difetto parla, parla, narra, narra, propone, presenta ma il pensiero che sta di fondo alla sua narrazione continua a sfuggirmi, scivola via.
Molto teressante il contributo sulla fotografia di Francesca Woodman.
Di rilievo anche il tema "dell'appropriazione indebita dell'olocausto" da parte di chi non ne è stato testimone diretto o non è di origine ebraica o non ha avi morti nella shoa, come se vi fosse il diritto all'esclusiva o la stelletta da appuntarsi sulla giacchetta, sembra che una narrazione fatta da terzi risulti opportunistica, come a Sylvia Plath viene contestato, dice la Stepanova, il fatto di avere menzionato i nazisti e i forni nelle sue ultime poesie, niente di più sbagliato in questa critica perché non si è capito quanto l'esperienza dei forni avesse toccato la sua immaginazione di poetessa, che si è suicidata proprio infilando la testa in un forno a gas.
O come accaduto a Colum McCann irlandese cui venne criticato il fatto di scrivere in Apeirogon di una realtà - quella palestinese - che non gli apparteneva per stirpe o nascita.
Comunque non ho ancora terminato la terza tappa.
Evi * wrote: "Tittirossa wrote: "ma il capitolo su Rembrandt?!!!!"
Il capitolo su Rembrandt mi ha interessato perché mi ha dato modo di vedere la sua galleria di autoritratti anche se non ho ben capito dove l'a..."
hai fotografato la mia ansia :-)
sono andata a cercarmi la galleria di autoritratti, e nel mentre ho trovato diversi testi che la definiiscono "progetto" :-)
Il capitolo su Rembrandt mi ha interessato perché mi ha dato modo di vedere la sua galleria di autoritratti anche se non ho ben capito dove l'a..."
hai fotografato la mia ansia :-)
sono andata a cercarmi la galleria di autoritratti, e nel mentre ho trovato diversi testi che la definiiscono "progetto" :-)
A me ha anche ricordato la serie degli autoritratti di Egon Schiele particolarissimi che mettono davvero a disagio chi li osserva. Dovrei leggere forse con più attenzione o riprendere la parte in cui la Stepanova fa un paragone, sommario mi pare, tra la serie di autoritratti dei pittori e i selfie di cui le gallerie dei social di oggi sovrabbondano, autoritratti come selfie in epoca pre fotografia. Se non ho capito male il paragone regge.
Ogni volta che cita Nabokov e Sebald mi si aguzzano le antenne, grande desiderio di leggere Gli emigrati di Sebald, non mi ricordavo più se fosse ancora in vita ho guardato wiki e con grande rammarico visto che no non è più tra noi.
sono arrivata alla citazione si Silvia Plath, e ho messo a fuoco il dettaglio che mi impedisce di aderire al testo: la definisce "bionda". perché? che necessità nell'economia della frase, della narrazione?
non è l'unico aggettivo "giudicante", ne ho trovati altri che purtroppo non ho segnato. ma che mi tengono distante dall'autrice e dal testo
non è l'unico aggettivo "giudicante", ne ho trovati altri che purtroppo non ho segnato. ma che mi tengono distante dall'autrice e dal testo
inoltre, nella stessa pagina (194) non puoi usare -se non intenzionalmente- due logoratissimi prroverbi e un modo di dire: chiodo scaccia chiodo, il lupo perde il pelo ma non il vizio, calza a pennello.
(lo so, quando un autore inizia a irritarmi, non gli perdono più niente)
(lo so, quando un autore inizia a irritarmi, non gli perdono più niente)
Tittirossa wrote: "sono arrivata alla citazione si Silvia Plath, e ho messo a fuoco il dettaglio che mi impedisce di aderire al testo: la definisce "bionda". perché? che necessità nell'economia della frase, della nar..."Si ma credo che la Stepanova riporti una critica mossa da altri alla Plath ma non si capisce se anche lei vi aderisce.
Per quanto riguarda le poesie della "bionda" Sylvia Plath, (se mi permettete un piccolo O.T.) le ho lette tutte più o meno, belle ma secondo me troppo esibita la sua esperienza personale quasi un narcisismo nell'esporre le sue tragedie personali. Diversamente l'ho trovata molto più misurata e veramente efficace, vera, nel romanzo (autobiografico) La campana di vetro.
Secondo me ha perfettamente senso l'aggettivo bionda: Sylvia Plath appare quasi sempre in foto in b/n scurite, provate a fare una ricerca su google. Nell'immaginario di molti è mora o al massimo castana.
Oltre al fatto che, come dice Evi, lei non aderisce all'aggettivo, ma lo prende in maniera critica (cioè critica l'uso dell'aggettivo).
Oltre al fatto che, come dice Evi, lei non aderisce all'aggettivo, ma lo prende in maniera critica (cioè critica l'uso dell'aggettivo).
Catoblepa wrote: "Secondo me ha perfettamente senso l'aggettivo bionda: Sylvia Plath appare quasi sempre in foto in b/n scurite, provate a fare una ricerca su google. Nell'immaginario di molti è mora o al massimo ca..."
mah, io non mi sono mai posta il problema del colore dei capelli di Silvia Plath, in quel contesto l'ho letto in due accezioni bionda=svampita, bionda=nazista.
In entrambi i casi è un aggettivo di merito, accusatorio, inutile se non cicostanziato.
Stepanova in altri passaggi ha usato (e mi dispiace non aver sottolineato) parole così, in modo gratuito, in contesto in cui era accusatorio. Sembrano micro-dettagli, ma per il mio orecchio di lettrice danno la temperatura dello scritto. E stridono come unghie sulla lavagna (giusto per usare un modo di dire tritissimo come ha fatto 3 volte in una pagina).
mah, io non mi sono mai posta il problema del colore dei capelli di Silvia Plath, in quel contesto l'ho letto in due accezioni bionda=svampita, bionda=nazista.
In entrambi i casi è un aggettivo di merito, accusatorio, inutile se non cicostanziato.
Stepanova in altri passaggi ha usato (e mi dispiace non aver sottolineato) parole così, in modo gratuito, in contesto in cui era accusatorio. Sembrano micro-dettagli, ma per il mio orecchio di lettrice danno la temperatura dello scritto. E stridono come unghie sulla lavagna (giusto per usare un modo di dire tritissimo come ha fatto 3 volte in una pagina).
In Russia, dove un abbondante fetta della popolazione è bionda, l'associazione con l'essere svampita o nazista non esiste.
Catoblepa wrote: "In Russia, dove un abbondante fetta della popolazione è bionda, l'associazione con l'essere svampita o nazista non esiste."
a maggior ragione, perchè mettere un aggettivo senza senso? (e poi non credo che Stepanova non abbia gli strumenti culturali per associare la parola "bionda" a queste due immediati riferimenti).
E' un po' una costante di Stepanova, butta lì parole.
Pag. 156 "la presenza del terrore sembra quasi corroborante, trivella la realtà di cunicoli come un formicaio dandole un brivido molto speciale, la brezza di un fiume frizzante come limonata,....."
solo che a seguire ci sono i versi di Mandelstam .... e il confronto è impietoso.
quindi cosa vuoi fare: usare la prosa in modo poetico (al netto del fiume di limonata)? ibridare la scrittura ma in modo surrettizio, cioè senza svelare il tuo intento?
Mi ricorda un altro testo che mi aveva irritato in modo similare Trst di Trieste della Drndc, che aveva cercato di ibridare documentario+romanzo, pencolando tra le due sponde
a maggior ragione, perchè mettere un aggettivo senza senso? (e poi non credo che Stepanova non abbia gli strumenti culturali per associare la parola "bionda" a queste due immediati riferimenti).
E' un po' una costante di Stepanova, butta lì parole.
Pag. 156 "la presenza del terrore sembra quasi corroborante, trivella la realtà di cunicoli come un formicaio dandole un brivido molto speciale, la brezza di un fiume frizzante come limonata,....."
solo che a seguire ci sono i versi di Mandelstam .... e il confronto è impietoso.
quindi cosa vuoi fare: usare la prosa in modo poetico (al netto del fiume di limonata)? ibridare la scrittura ma in modo surrettizio, cioè senza svelare il tuo intento?
Mi ricorda un altro testo che mi aveva irritato in modo similare Trst di Trieste della Drndc, che aveva cercato di ibridare documentario+romanzo, pencolando tra le due sponde
@tittirossa, stai proprio avvelenata! :-Dalla seconda lettura, fino a questo momento confermo le sensazioni della volta precedente: qua e là vengo presa dalla sindrome del me vojo ammazza'. mi mancano un sacco di riferimenti - non ho letto mandelstam, né sebald, né achmatova, né millemila altri che cita; in alcuni punti mi sfugge dove voglia andare a parare, altri passaggi li devo rileggere e rileggere, poi all'improvviso arrivano due righe o due pagine che mi conquistano e mi riconciliano con questo libro.
Per addolcire un po' la @Titti, che la descrizione che Stepanova fa di questo quadro e quando dice che l'orecchio di Rembrandt "è la perla" è una parte bellissima: una perla, appunto.
Io sono indietrissimo, SOB! non riesco ad andare avanti, leggo solo a notte fonda e crollo.. x giunta mi mancano tutti i riferimenti come @flaminia. Per fortuna ci siete voi! anche se continuo a perdere terreno.Confermo che comunque la lettura non mi coinvolge, mi perdo tanto nella sonnolenza, ma ammetto che le riflessioni dal punto di vista filosofico siano di un certo interesse.
Anche io sono indietro. Ho la sensazione che giri a vuoto, mi sembra un diario di appunti, spesso interessanti, ma senza una tesi.
Parlo per Austerlitz di Sebald perché Gli emigrati non l'ho ancora letto ma credo che valga lo stesso anche per il secondo.Austerlitz è un esempio dI un genere letterario che va diffondendosi: il Fototesto, libro narrativo ma corredato da fotografie che sono vere spesso documenti storici che finiscono per creare un inganno, un sortilegio nel lettore che pur sapendo di leggere un libro di finzione (Austerlitz è un personaggio immaginario) pensa di essere dentro una storia vera.
Avevo approfondito questo aspetto del romanzo di Sebald grazie alla discussione di tesi di mia figlia che verteva proprio su alcuni fototesti in letteratura tra i quali citava oltre a Sebald anche Istanbul di Pamuk e romanzi di Filippo Tuena, fra quelli che io ricordo.
Beh, i romanzi di Tuena e Istanbul sono non-fiction, quindi l'uso credo sia un po' diverso. Forse una cosa più simile a quella di Sebald l'abbiamo vista recentemente nel romanzone di Tokarczuk (ovviamente non con foto, ma con mappe, miniature, dipinti).
Nessuno è rimasto colpito dal progetto "I am my family" di Rafael Goldchain ed è andato a cercare le foto sul suo sito? Interessante, bizzarro, affascinante!
https://rafael-goldchain.squarespace....
Un assaggio: il soggetto è sempre lui, ma i protagonisti sono i suoi antenati, veri o anche solo immaginati :-)


https://rafael-goldchain.squarespace....
Un assaggio: il soggetto è sempre lui, ma i protagonisti sono i suoi antenati, veri o anche solo immaginati :-)


Catoblepa wrote: "Beh, i romanzi di Tuena e Istanbul sono non-fiction, quindi l'uso credo sia un po' diverso. Forse una cosa più simile a quella di Sebald l'abbiamo vista recentemente nel romanzone di Tokarczuk (ovv..."Sì si è vero hai perfettamente ragione Tuena e Istanbul sono non fiction e quel fenomeno di straniamento è da attribuire solo ad Austerlitz. Anche se in Tuena (mi riferisco essenzialmente a Ultimo parallelo) potrebbe valere il procedimento di immedesimazione al contrario proprio per l'introduzione da parte dell'autore del personaggio "fantasma" o narratore ombra osservatore degli eventi o spirito del luogo.
È un fenomeno psicologico che accade quando uno scrittore rielabora fatti effettivamente accaduti in chiave più narrativa o romanzesca, un approccio che personalmente amo molto anche se viene sacrificata l'oggettività, ma se leggo un romanzo non mi attendo un saggio scientifico.
Se può interessare Giuseppe Carrara giovane professore dell'Università Statale di Milano è stato il suo relatore e a lui si deve una nuova attenzione del genere Fototesto
Storie a vista: Retorica e poetiche del fototesto
piperitapitta wrote: "Nessuno è rimasto colpito dal progetto "I am my family" di Rafael Goldchain ed è andato a cercare le foto sul suo sito? Interessante, bizzarro, affascinante!https://rafael-goldchain.squarespace.c..."
Ma è nella terza tappa?
Se sì non mi è pervenuto 😔😔
Evi * wrote: "piperitapitta wrote: "Nessuno è rimasto colpito dal progetto "I am my family" di Rafael Goldchain ed è andato a cercare le foto sul suo sito? Interessante, bizzarro, affascinante!
https://rafael-g..."
Sì, nel gran contenitore della terza tappa :-)
Un po' dispersiva, a mia avviso, o forse questo diende più dalla mia non competenza: come molti non ho letto Mandelstam (a proposito, @Titti, è menzionato anche in Adelaida!) e forse è una lacuna che mi dovrei affrettare a colmare in fretta), mentre ho letto sia Austerlitz che l'altro testo al quale fa riferimento, Storia naturale della distruzione (le conferenze sul bombardamento di Dresda e altre città tedesche), per dire che con Sebald, pur non avendo ancora letto Gli emigrati sono più a mio agio.
https://rafael-g..."
Sì, nel gran contenitore della terza tappa :-)
Un po' dispersiva, a mia avviso, o forse questo diende più dalla mia non competenza: come molti non ho letto Mandelstam (a proposito, @Titti, è menzionato anche in Adelaida!) e forse è una lacuna che mi dovrei affrettare a colmare in fretta), mentre ho letto sia Austerlitz che l'altro testo al quale fa riferimento, Storia naturale della distruzione (le conferenze sul bombardamento di Dresda e altre città tedesche), per dire che con Sebald, pur non avendo ancora letto Gli emigrati sono più a mio agio.
anch'io sono arrivata da quelle parti e confermo che ha colpito anche me: grazie delle foto, volevo cercarle mentre leggevo ma era notte fonda
@piper avevo visto le foto-finte ma non ho approfondito perché a occhio mi erano sembrate generate da una AI, e sinceramente le immagini generate da una AI (ma anche le fotoshoppate spinte) mi repellono. cioè, non ideologicamente (che pure....) ma esteticamente e visivamente.
inoltre, dopo anni di giochetti fotografici (me stesso fotografato tutti i giorni, mio figlio lo stesso giorno tutti gli anni, me contro un glicine,una rosa, etc.) ho una notevole repulsione verso la riproducibilità meccanica. e questo mi è sembrato un giochetto
inoltre, dopo anni di giochetti fotografici (me stesso fotografato tutti i giorni, mio figlio lo stesso giorno tutti gli anni, me contro un glicine,una rosa, etc.) ho una notevole repulsione verso la riproducibilità meccanica. e questo mi è sembrato un giochetto
Sono finalmente arrivata proprio a questa parte e il “progetto” Goldchain mi ha incuriosito e sono andata a cercare un po’ di immagini e informazioni (mi stupisco sempre un po’ della quantità di materiale che abbiamo a disposizione anche in termini di rapidità..) ma l’ho trovato anche molto bizzarro: che valore può avere questo tentativo di ricostruzione di un passato così “falso”? Quale illusione di continuità può dare? Questo non l’ho molto capito. Rembrandt molto piaciuto.
Il quarto capitolo mi ha stroncata, non conoscendo Sebald né Mandel’štam ci ho capito poco e l’ho trovato alquanto noioso. Mentre la parte su Francesca Woodman è molto bella, è una fotografa che ho molto amato e mi ha fatto piacere ritrovarla in queste pagine, che definirei sempre più una sorta di saggio narrativo.
bellissima terza tappa! finalmente sono riuscita a leggere senza troppe interruzioni e distrazioni (su un aereo, uno dei miei luoghi di lettura preferiti in assoluto).mi sono appassionata alle riflessioni su Rembrandt, Goldchain e Woodman
e poi non sapevo nulla del Beilis affair:
https://en.wikipedia.org/wiki/Menahem...
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3 tappa- 5 aprile – 72 pp
PARTE SECONDA
1. Il giudeo si nasconde p. 143
Non-capitolo. Sarra Ginzburg, 1905-1915 p. 155
2. Selfie e conseguenze p. 167
3. Goldchain somma, Woodman sottrae p. 179
4. Mandel’štam butta, Sebald raccoglie p. 196
Non-capitolo. Lëlja (Ol’ga) Gurevič, 1947 p. 213