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Fiori per Algernon
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Manuela Rotasperti (manu_pota) | 719 comments È un romanzo di fantascienza, un genere che solitamente non amo, ma che ha il pregio di toccare anche la sfera emotiva, di smuovere i sentimenti e di riuscire anche a commuovere. Il racconto è in prima persona ed assume la forma diaristica, il che avvicina molto il lettore al protagonista, rendendolo partecipe del suo mondo interiore e delle sue debolezze. Charlie si presenta in tutta la sua fragilità ed ingenuità, mostrando piena consapevolezza di essere inferiore agli altri e ricercandone continuamente l'approvazione: trasmette indubbiamente tanta tenerezza. Daniel Keyes è bravissimo a delineare l'evoluzione e l'accrescimento della sua intelligenza anche attraverso la scrittura, inizialmente ricca di errori ortografici, con poca punteggiatura, con dialoghi riportati in forma indiretta, per poi diventare impeccabile e sempre più complessa. La trama si arricchisce grazie anche ai salti temporali nel passato, tramite i ricordi di Charlie che riaffiorano e che lui racconta in terza persona, quasi a volersi estraniare da vicende troppo dolorose, che hanno ancora gravi ripercussioni nel suo presente. È un libro che fa riflettere parecchio su più temi. In primis la difficoltà di un genitore nell'accettare che il proprio figlio non sarà mai al pari degli altri e che, purtroppo, pretende da lui traguardi irraggiungibili, senza aiutarlo e privandolo di un affetto e di una comprensione per lui vitali. Altro tasto dolente sono la cattiveria e le derisioni di cattivo gusto nei confronti di chi li interpreta come gesti di amicizia, senza disporre dei mezzi per difendersi. C'è poi un dato che dà molto da pensare: l'intelligenza fine a se stessa che isola quanto, se non più, della fragilità, a dimostrazione che in assenza di sentimenti nulla possa funzionare. Ed ancora il fatto che spesso si dimentichi che ognuno di noi, indipendentemente da diversità, malattie o ,limitazioni, sia prima di tutto un essere umano. Una lettura veramente bella, assolutamente consigliata e che mi porta a fare un invito: quello di dar peso alle conseguenze di ogni gesto o parola pronunciata, vista la facilità con cui si può ferire, e quello di accogliere e valorizzare l'unicità di ciascuno, perché nessuna trasformazione contronatura potrà mai eguagliare la bellezza che già portiamo dentro, ognuno nel suo piccolo ed in forme diverse.


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