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Essere pienamente visti da qualcuno ed essere comunque amati è una situazione che rasenta il miracolo.

Le cose, così come sono, nessun mortale le ha mai viste, nonostante i loro nomi ci siano familiari e vengano pronunciati di continuo. Non possiamo vedere le cose come sono, perché siamo costretti per cause naturali a vedere le cose per come siamo fatti noi. Non riusciamo mai a liberarci di noi stessi.

Lo leggo sotto costrizione, sappiatelo.

Possiamo fare del nostro meglio per aiutare a cambiare le persone che amiamo, ma c'è un limite oltre il quale non possiamo andare. Possiamo soffrire per gli altri, ma non scegliere la via giusta al posto loro. C'è una linea tesa che non ci è permesso superare, o finiremmo per perdere tutto, anche noi stessi. Da quel confine in poi, ognuno si salva da solo.

È questo che dovrebbero insegnarci a scuola, come fidarci di chi ci vuole bene e allontanare chi ci fa del male. Il resto è meno importante.

È la ragione per cui siamo qui, no? Perché il dolore che si vede è la spia di quello che non si vede. Di ciò che se ne sta là sotto, nascosto. È con quello che è più difficile avere a che fare.

Se mi chiedete com’è fatta mia figlia io rispondo: boh? So com’è fatto il suo male, di quello conosco ogni aspetto, ogni anfratto.

Il dramma è solo che sono cresciuto, pa’. Che la menzogna è scoperta: tu non sei speciale, sei solo mio padre. Io non sono speciale, sono solo tuo figlio.

Ci fate credere di essere invincibili, e poi ci lasciate soli a scoprire che non era vero.

Se servono nove mesi perché nasca un bambino, basta un secondo perché muoia un figlio.

I'm ill, ok???

Magari l’idea stessa dell’ordine è un adattamento evolutivo, o roba simile. Individuiamo delle strutture dove non ci sono. Non lo so. Non mi sto spiegando molto bene. Ma quando lo sperimento, quel senso di bellezza mi fa credere in Dio. Che ci sia un significato dietro ogni cosa.

Un certo ordine nell’universo [...] A volte lo sento davvero. Ascoltando certa musica, o guardando opere d’arte. O giocando a scacchi [...]. È come se l’ordine fosse così profondo, e così bello, da farmi sentire che sotto c’è qualcosa. Altre volte invece penso che tutto sia solo caos, e sotto non ci sia niente.

"«Questo posto sarà anche il mio regno, ma tu sei il mio mondo, Rose. Io ti amo.»"

AAAAAAAAA

"E là sotto, fianco a fianco, c’erano re Alarik e il suo fedele capitano. Wren non riuscì a trattenersi. Non appena vide Tor, le sbocciò un sorriso sulle labbra.
Alarik le sorrise a sua volta.
Dietro di lei Marino si mise a sghignazzare. «Ne vedremo delle belle.»"

IMPAZZISCOOO

La vita è fatta così, e si può riassumere con due semplici parole: felicità e difficoltà. A volte convivono, altre no.

Voi credete di conoscere la mia storia
Ma come potete conoscerla
Se non l’ho ancora nemmeno scritta
Se non ho ancora avuto la possibilità di viverla
Come potete conoscere la mia storia
Se ancora non conoscete me

Era meglio essere invisibile. È sempre meglio essere invisibili. Le cose fanno meno male, se nessuno si accorge di te.

Se non dai una mano innanzitutto a te stessa... come puoi aiutare gli altri?

È come se non ricordassero com’è essere giovani
Hanno avuto una vita intera per nascondere le loro ferite
Ma le nostre sono ancora fresche, e sanguinanti

Tenendo conto delle critiche costanti, quanto può essere difficile fare un complimento ogni tanto ai propri figli? Una B a scuola è sempre un: «Vedi, quando ti applichi…», mai un: «So che era un compito difficile, ottimo lavoro!». Sembra quasi che ci vogliano sminuire in continuazione, rendendoci sempre più piccoli finché non resta soltanto la parte di noi che trovano accettabile.

Mi taglio perché non ce la faccio più. Questo è quanto. Il mondo diventa un oceano, l'oceano mi sommerge, il rumore dell'acqua è assordante, l'acqua m'inonda il cuore, il panico diventa gigantesco come lo spazio siderale. Ho bisogno di allentare la pressione, ho bisogno di farmi più male di quanto possa farmene il mondo. E poi così, dopo, posso prendermi cura di me.

E te ne serve veramente tanto, di tempo, e non per rimetterli insieme com'erano, ma per assemblarli in un modo nuovo, non necessariamente un modo migliore. Direi più in un modo che riesci a sopportare, finché non capisci per certo che questo pezzo va qui e quell'altro lì.

Io credo che il tuo dolore sia di un altro tipo. Forse il dolore di stare al mondo senza sapere come starci. [...] Tutti vivono quel momento, credo, il momento in cui succede qualcosa di così... cruciale, che il tuo stesso essere va in mille pezzi. E a quel punto ti devi fermare. Passi molto tempo a raccogliere i tuoi pezzi.

Sono stanca e arrabbiata con me. Per aver permesso a me stessa di diventare sempre più piccola con la speranza che lui mi notasse di più. Ma come fa qualcuno a notarti, se continui a rimpicciolirti?

Tutto quello che si rompe, comprese le persone, si può aggiustare.

Aggiungiamoci anche il viaggio all'estero con il tizio (Edimburgo, PER LA CRONACA) ed è fatta - sono proprio io!

Ah, e il fatto di essere nata a inizio giugno, pure. Il libro inizia quando è il suo compleanno... e anche il mio è domani!

La passione per libri e traduzioni, la voglia di evasione (Roma, Londra) e l'autenticità, le ripetizioni private, persino il karaoke. Chissà chi mi ricorda questa Ellen!

Dovrei finirlo, non trovo mai il momento giusto...