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Molto carino fino ad ora.

Prima parte molto interessante e ricco di spunti di riflessione. Non succede quasi niente, ma non è uno di QUEI libri e va bene così.

Molto bello ma non mi puoi fare un primo capitolo in cui mi rompi il cazzo tu ed il bacio della buonanotte.

Molto bello!
Il Bene è appeso ad un filo e senza l'aiuto reciproco siamo niente. Il Male è solitario e potentissimo, ma soccombe sempre.

Subito accattivante, ma un po' "ingenuo" nel modo di scrivere. E fazioso, un po' come i documentari che ti vogliono convincere.

Si, Baricco, sai scrivere bene con arzigogoli e tempistiche quasi da film ma...
1) non mi ripetere i periodi che sembri pigro e
2) vai da qualche parte con tutto sto girotondo di cazzi che ci mostri? E perché ci butti sempre na mezza scopata senza senso qua e là? Paura che mi cala l'attenzione?
Oh, ed i concetti che ritornano in tutti i tuoi libri ma che non approfondisci mai?
E le pagine lasciate in bianco?

Davvero bei momenti di narrazione, molto meglio di quelli nella prima metà del libro; ancora sto difetto di contestualizzare un evento con una vicenda personale, ripetendo cose che già sappiamo: "sono diventato un junkie, sono finito in prigione...". Non si può avere una rivelazione ad ogni capitolo. In fondo sono davvero solo le scuse filosofiche di un junkie.

Capitolo 34 finalmente si sciolgono un po'dei fili narrativi che comunque si capivano già da prima. Tecnica super usata di ammazzare qualcuno subito dopo aver fatto una rivelazione importante ai fini della trama, ma gestita malissimo.

Allora: capitoli interessanti e a tratti commoventi. Avrei omesso gli onnipresenti versi di chiusa finali per lasciare al lettore il tempo di digerire l'accaduto, ma che ci vogliamo fare: l'editore glieli ha approvati quindi fanno parte del suo stile.

Ogni capitolo si chiude con una riflessione e...la scena dei drogati non ha alcun senso. Perché il protagonista ci spiega ogni VOLTA chi lui pensa di essere (è uno scrittore, ma è anche un junkie, ma è anche un fuggitivo...)? Pensa che siamo rincoglioniti?

Madonna che palle, raccontare la cronaca della storia di Karla come fosse una favoletta. E la chiusura filosofica di ogni capitolo? Sto incominciando ad odiarlo.

Oh mio dio che rottura di coglioni: ci sono momenti che non vanno semplicemente da nessuna parte, come il meeting filosofico di Kaderbhai con Lin e gli altri; molto meglio quando ci sono azioni e dialoghi, anche se il tutto è intervallato o da povere descrizioni o da elucubrazioni del protagonista sulla vita, segno narrativo che non riesce a rendere tutto quello che vuole dire in azione dei personaggi.

Che palle sto nono capitolo, tutto per fargli conoscere il suo Padrino.

Prima parte:
Il punto di partenza (Lin sono ed in fuga) e quello di arrivo sono molto diversi e rendono bene la complessità di un personaggio come Lin. L'unica cosa che non mi piace è che la sua prima persona ci narra un po' troppo, dicendoci anche che cosa pensare di lui. Alcune riflessioni sono soliloqui un po' troppo fantasiosi e annoiano parecchio. Una lettura abbastanza mediocre, considerando.