Raffaele La Capria
Born
in Napoli
October 03, 1922
Died
June 26, 2022
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Ferito a morte
14 editions
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published
1961
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La lezione del canarino
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published
2007
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Capri and No Longer Capri (Nation Books)
11 editions
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published
1991
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La neve del Vesuvio
4 editions
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published
1988
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Un giorno d'impazienza
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L'amorosa inchiesta
2 editions
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published
2006
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Colapesce
by
4 editions
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published
2011
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L'estro quotidiano
2 editions
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published
2005
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L'armonia perduta (Napoli, #2)
4 editions
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published
1986
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Esercizi superficiali
2 editions
—
published
2012
—
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“Quella, la vedi quella? Viviamo in una città che ti ferisce a morte o t'addormenta, o tutt'e due le cose insieme. «Ma che c'entra quella?» Racconta, racconta di più, incita l'occhio...”
― Ferito a morte
― Ferito a morte
“Gargiulo, scarpe bianche, cravatta bianca, camicia bianca, e quella faccia di levantino sopra, nera come una cozza.
«Tu conosci l'inglese, non è vero? Bravo, bravo, allora è inutile che lo traduco: sometìng old e sometìng niu, un po' di vecchio e un poco di nuovo, eh, quelli non li fai fessi, 'ste cose le sanno. Le dosi a discrezione personale, e là ti voglio. Ma mai, ma-i, tutto nuovo. E invece guarda a Gargiulo come si è combinato stamattina. Non sa che l'eleganza è tutta questione di dosaggio, come in politica. E si vede che ci ha pensato, il poveretto. Oggi sono pochi quelli che sanno portare il frac senza fare la figura di camerieri. Eh, 'ste cose tuo padre le sa.»”
― Ferito a morte
«Tu conosci l'inglese, non è vero? Bravo, bravo, allora è inutile che lo traduco: sometìng old e sometìng niu, un po' di vecchio e un poco di nuovo, eh, quelli non li fai fessi, 'ste cose le sanno. Le dosi a discrezione personale, e là ti voglio. Ma mai, ma-i, tutto nuovo. E invece guarda a Gargiulo come si è combinato stamattina. Non sa che l'eleganza è tutta questione di dosaggio, come in politica. E si vede che ci ha pensato, il poveretto. Oggi sono pochi quelli che sanno portare il frac senza fare la figura di camerieri. Eh, 'ste cose tuo padre le sa.»”
― Ferito a morte
“Il mio nome, Maaàssimo!, la voce lontana di Glauco, quei giorni più brevi di un nome gridato sul mare, Maaàssimo!, ed io ancora nello stesso inespicabile mare – invade ancora i sogni, ondulante, onnipresente, non potevo uscire, un modo di essere io stesso mare, attraversato dal mare, l'euforia ti prende alla testa come champagne a mezzogiorno da Middleton, bollicine, poi l'azoto, così succede, no, l'anidride carbonica, passa nel sangue, sei avvertito, vecchi arnesi da desperados della Marina Militare, a ossigeno, senti un leggero malditesta e muori senza avere il tempo di, in una specie di euforia, perció attento alla manopola, NON GIRARE LA MANOPOLA! [...] E poi abolito il sopra e il sotto, la mano sulla manopola, deciditi una buona volta stupido, non lo saprà mai, sprofondato per sempre nel buio mare... MAAASSIMO!”
― Ferito a morte
― Ferito a morte
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