Premio Strega Quotes

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Raffaele La Capria
“Quella, la vedi quella? Viviamo in una città che ti ferisce a morte o t'addormenta, o tutt'e due le cose insieme. «Ma che c'entra quella?» Racconta, racconta di più, incita l'occhio...”
Raffaele La Capria, Ferito a morte

“D'altra parte" declamava con enfasi Tilde, "la modernità è parente stretta della poesia, è dunque cosa per artisti e visionari, o al più per un ben nutrito nugolo di streghe".”
Simona Lo Iacono, Le streghe di Lenzavacche

Raffaele La Capria
“Gargiulo, scarpe bianche, cravatta bianca, camicia bianca, e quella faccia di levantino sopra, nera come una cozza.
«Tu conosci l'inglese, non è vero? Bravo, bravo, allora è inutile che lo traduco: sometìng old e sometìng niu, un po' di vecchio e un poco di nuovo, eh, quelli non li fai fessi, 'ste cose le sanno. Le dosi a discrezione personale, e là ti voglio. Ma mai, ma-i, tutto nuovo. E invece guarda a Gargiulo come si è combinato stamattina. Non sa che l'eleganza è tutta questione di dosaggio, come in politica. E si vede che ci ha pensato, il poveretto. Oggi sono pochi quelli che sanno portare il frac senza fare la figura di camerieri. Eh, 'ste cose tuo padre le sa.»”
Raffaele La Capria, Ferito a morte

“Non c'è nulla della realtà che sia banale e fine a se stesso. Non siamo tornati nella nostra città per nostalgia; non erano suggerite da nostalgia le nostre ricerche, non erano inutili i piccoli episodi, le modeste immagini, i colori, le voci, i volti; t'assicuro Stefano, che ci son più legami tra le cose, sia pur quelle banali, domestiche e di tutti i giorni e quelle che riguardano il cielo e la terra, di quanti non ce ne siano tra il grano e il pane.”
Guglielmo Petroni, La morte del fiume

“In quella dilatazione del tempo della giovinezza, quando ogni istante è un tergiversare del futuro, sognavo di andare a passo agile verso l'estate, di montare i motorini nelle strade grigie tra i pini d'Aleppo che scendevano al mare, esplorare i segreti della sabbia gialla o di certi ruderi abbandonati nelle insenature azzurre del porto, dove le donne un tempo si spogliavano e facevano il bagno; pregare assieme al tramonto sotto le nuvole d'argento che attraversano la cruna del cielo sul golfo di Taranto.”
Mario Desiati, Spatriati