Marco Spelgatti's Blog
October 17, 2018
Estratto da “La contessa”
Con l'approvazione del Megadirettore di GonZo Editore, lascio qui sotto un piccolo estratto del romanzo. In questo modo chi non avesse letto il libro avrà la possibilità di farsi un’idea di cosa stia succedendo a Matthias in queste giornate.
"Non so per quanto tempo ho corso. Arrancato. Sono fradicio di neve, le mani trasformate in ghiaccio, un’unghia maciullata e sanguinante ha lasciato sottili tracce rosse per mezza capanna.Scrivo per non impazzire, perché una parte di me vorrebbe infilare la testa nella brace della stufa, o seppellirsi sotto la neve e la terra fino a soffocare, o...Prendo un respiro. I nervi sono spine, e ogni scricchiolio, ogni rumore potrebbe uccidermi. Le mie poche cose sono volate a terra dopo l’ultimo gocciolare della neve dal tetto.
Prendo un respiro, ricomincio da capo.
Sono rientrato non so quante ore fa. Avevo deciso di forzarmi nel superare la paura del buio, e di godermi la neve notturna sotto un cielo invisibile, aiutato da una torcia improvvisata. Una sensazione positiva, bella mi ha preso sin dai primi passi, era qualcosa di magico. Confortato dall’orgoglio, mi sono goduto la sensazione di libertà a pieni polmoni. Ho cominciato a riflettere su quanto il nostro cervello brami la novità, su quanto la ripetitività sia deleteria. Un movimento di vitalità e di gioia mi ha accompagnato durante il passeggiare. Pian piano il timoroso rumore di fondo che il buio lasciava nella mia testa è andato dissolvendosi, e ho deciso di puntare verso l’inizio della valle, essendo questa vicina e abbastanza esposta alla luce della luna. Il candore omogeneo della neve rendeva tutto più definito e meno imprevedibile. Sereno, ho raggiunto l’inizio del rigagnolo. La visione è stata bellissima, un mischiarsi di neve e di pietre luccicanti al riflesso della mia debole fiamma. In particolare, le fosse di pietra rossastra sembravano bere dalla luce della fiaccola, trasformando il percorso del fiumiciattolo non più in un fiume di fuoco come l’altra volta, ma in un percorso illuminato da ipnotiche rosse candele. In alcuni punti il rigagnolo andava ghiacciandosi, riflettendo in modo scomposto il biancore che lo circondava. Il fondo valle era ben nascosto, ma verso sinistra si poteva intravedere qualche luce del villaggio, qualcuno che forse ammirava come me quella notte. Mi son seduto su di una pietra gelida ma asciutta, e ho lasciato andare la mente verso uno spazio privo di riflessioni, di timori, in un vuoto. Devo essere rimasto molto in quello stato, perché mi sono riscosso solo quando la luce della fiaccola ha iniziato a scemare. Con i piedi bagnati e gelidi, mi son riavviato verso casa. Ero contento, perché ero riuscito a superare un poco il timore che la notte della fuga mi aveva cucito addosso. Ho rifatto lo stesso percorso al contrario, arrampicandomi sulle stesse rocce in modo da poter rifare la strada fino alla capanna e non perdermi. Quando il mio sguardo è emerso da sopra la roccia fino all’altezza del prato innevato, per poco non sono caduto all’indietro. Ben nette le mie impronte arrivavano in quella direzione, e altrettanto netto si stagliava al loro fianco un procedere di zoccoli, le tracce di un cavallo."
(il romanzo lo trovate qui: https://www.gonzoeshack.com/product/l...)
"Non so per quanto tempo ho corso. Arrancato. Sono fradicio di neve, le mani trasformate in ghiaccio, un’unghia maciullata e sanguinante ha lasciato sottili tracce rosse per mezza capanna.Scrivo per non impazzire, perché una parte di me vorrebbe infilare la testa nella brace della stufa, o seppellirsi sotto la neve e la terra fino a soffocare, o...Prendo un respiro. I nervi sono spine, e ogni scricchiolio, ogni rumore potrebbe uccidermi. Le mie poche cose sono volate a terra dopo l’ultimo gocciolare della neve dal tetto.
Prendo un respiro, ricomincio da capo.
Sono rientrato non so quante ore fa. Avevo deciso di forzarmi nel superare la paura del buio, e di godermi la neve notturna sotto un cielo invisibile, aiutato da una torcia improvvisata. Una sensazione positiva, bella mi ha preso sin dai primi passi, era qualcosa di magico. Confortato dall’orgoglio, mi sono goduto la sensazione di libertà a pieni polmoni. Ho cominciato a riflettere su quanto il nostro cervello brami la novità, su quanto la ripetitività sia deleteria. Un movimento di vitalità e di gioia mi ha accompagnato durante il passeggiare. Pian piano il timoroso rumore di fondo che il buio lasciava nella mia testa è andato dissolvendosi, e ho deciso di puntare verso l’inizio della valle, essendo questa vicina e abbastanza esposta alla luce della luna. Il candore omogeneo della neve rendeva tutto più definito e meno imprevedibile. Sereno, ho raggiunto l’inizio del rigagnolo. La visione è stata bellissima, un mischiarsi di neve e di pietre luccicanti al riflesso della mia debole fiamma. In particolare, le fosse di pietra rossastra sembravano bere dalla luce della fiaccola, trasformando il percorso del fiumiciattolo non più in un fiume di fuoco come l’altra volta, ma in un percorso illuminato da ipnotiche rosse candele. In alcuni punti il rigagnolo andava ghiacciandosi, riflettendo in modo scomposto il biancore che lo circondava. Il fondo valle era ben nascosto, ma verso sinistra si poteva intravedere qualche luce del villaggio, qualcuno che forse ammirava come me quella notte. Mi son seduto su di una pietra gelida ma asciutta, e ho lasciato andare la mente verso uno spazio privo di riflessioni, di timori, in un vuoto. Devo essere rimasto molto in quello stato, perché mi sono riscosso solo quando la luce della fiaccola ha iniziato a scemare. Con i piedi bagnati e gelidi, mi son riavviato verso casa. Ero contento, perché ero riuscito a superare un poco il timore che la notte della fuga mi aveva cucito addosso. Ho rifatto lo stesso percorso al contrario, arrampicandomi sulle stesse rocce in modo da poter rifare la strada fino alla capanna e non perdermi. Quando il mio sguardo è emerso da sopra la roccia fino all’altezza del prato innevato, per poco non sono caduto all’indietro. Ben nette le mie impronte arrivavano in quella direzione, e altrettanto netto si stagliava al loro fianco un procedere di zoccoli, le tracce di un cavallo."
(il romanzo lo trovate qui: https://www.gonzoeshack.com/product/l...)
Published on October 17, 2018 07:42
October 4, 2018
Cominciare, o no?
Una parte di me pensa che sia una cosa pretenziosa. Però. Però non è che la vita offra sempre molte soddisfazioni, e visto che questa è una cosa piccola e grossa, ci provo. Ci provo perché finalmente qualcuno mi ha pubblicato. Non ho dovuto pagare per farlo, o pregare: c'è stato un atto di fiducia, un riconoscimento al valore, mettiamola così. Riconoscimento che viene da parte di persone magnifiche. E' una cosa che non ci accade molto spesso, no? :)
E poi lo faccio perché voglio che sia un'inizio. Fatto un passo, ora c'è da camminare. Perché voglio che ci siano altre storie da condividere, libri da scrivere, volumi da scambiare. In questi quattro anni di Goodreads ho scoperto tantissimi titoli, e sicuramente alcuni di questi hanno influenzato La contessa. A questo giro vorrei farmi un po' scoprire, un po' influenzare qualcun altro.
Se avete voglia di darmi fiducia: https://www.gonzoeshack.com/product/l... La contessa
E per ogni domanda, sono qui.
E poi lo faccio perché voglio che sia un'inizio. Fatto un passo, ora c'è da camminare. Perché voglio che ci siano altre storie da condividere, libri da scrivere, volumi da scambiare. In questi quattro anni di Goodreads ho scoperto tantissimi titoli, e sicuramente alcuni di questi hanno influenzato La contessa. A questo giro vorrei farmi un po' scoprire, un po' influenzare qualcun altro.
Se avete voglia di darmi fiducia: https://www.gonzoeshack.com/product/l... La contessa
E per ogni domanda, sono qui.
Published on October 04, 2018 05:53


