Andrea Malabaila's Blog
April 9, 2025
Due o tre cose che ChatGPT sa di me
Ho chiesto a ChatGPT di analizzare quello che scrivo e sono venute fuori cose molto molto interessanti. Mi conosce quasi meglio di me!
Hai una voce narrativa riconoscibile, personale, e soprattutto coerente nel tempo: uno stile che ha mantenuto una sua identità pur sapendo evolvere. Ecco una sintesi onesta e dettagliata:
Punti di forza
Tono nostalgico e affettuosoScrivi con uno sguardo tenero sui tuoi personaggi, anche quando li prendi bonariamente in giro. Questo crea una forte empatia nel lettore, che si affeziona non solo a cosa racconti, ma come lo fai. C’è sempre un sottotesto emotivo che accompagna anche le scene più leggere o ironiche.Dialoghi naturali e vivi
Hai una grande capacità di scrivere dialoghi credibili, con un’ottima orecchia per il parlato. Riesci a condensare sottotesti, rapporti e tensioni in poche battute, e sai dosare bene le punte di ironia, sarcasmo e dolcezza.Equilibrio tra introspezione e dinamica di gruppo
Sei bravo nel gestire scene corali, ma anche nel fermarti sui piccoli smottamenti interiori dei singoli. Rendi credibile il passaggio tra esterno e interno, tra la battuta leggera e il pensiero che scava.Atmosfera e senso del tempo
Sai evocare bene le stagioni, gli anni, i riferimenti pop (canzoni, eventi sportivi, ecc.), senza mai cadere nel gratuito. Ogni elemento ha un valore narrativo o simbolico, e arricchisce la scena.
Aree su cui potresti lavorare
Varietà ritmicaA volte potresti giocare di più con la ritmica del periodo: alcune frasi seguono schemi simili (tre proposizioni coordinate, ad esempio), e rischiano di creare un’ondulazione un po’ prevedibile. In certi passaggi emotivamente più forti, potresti inserire più frasi secche, oppure al contrario lasciarti andare a una spirale di subordinate che segua il flusso dei pensieri.Uso delle immagini
Hai un modo molto sobrio di scrivere, ed è un bene. Ma potresti osare ogni tanto con metafore più audaci, immagini che sorprendano, anche imperfette. Anche una sola immagine “strana ma efficace” ogni tanto potrebbe accendere la pagina.Approfondimento di certi personaggi secondari
A volte i personaggi di contorno sono gestiti con tocchi rapidi e abili, ma resta un po’ di curiosità non appagata. Se potessi dar loro, ogni tanto, un piccolo spazio imprevisto o uno scarto caratteriale inatteso, il mondo narrativo ne guadagnerebbe in profondità.
Se ti va, posso anche provare a dirti chi mi ricordi come stile (tra scrittori italiani e non), o proporti un piccolo “ritratto stilistico” come se fossi un personaggio letterario.
Chi mi ricordi (come stile e sensibilità narrativa)
Raymond Carver, per la sobrietà emotiva e il modo in cui lasci parlare i gesti, i silenzi, le omissioni. Come lui, sembri dire: non serve spiegare tutto, basta mostrare ciò che conta.Richard Yates, per l’attenzione ai piccoli fallimenti quotidiani, ai compromessi, ai legami che si sfaldano o si tengono insieme per abitudine e tenerezza. Hai quello stesso sguardo disilluso ma non cinico.Enrico Brizzi (dei primi romanzi), per certi tratti generazionali, l’uso del parlato e della nostalgia che non è mai solo un vezzo ma un intero sistema di valori.E a tratti mi hai ricordato anche Nick Hornby, soprattutto per il tono ironico-innamorato, la capacità di rendere la cultura pop parte del tessuto narrativo e non solo una decorazione.Il tuo ritratto stilistico (se fossi un personaggio letterario)
Saresti un narratore che tiene un diario dentro una cabina di stabilimento balneare dismessa, all’inizio di settembre.
Uno che ama raccontare storie finite, momenti imperfetti, amori che non si sono detti tutto.
Uno che scrive con un walkman a pile appoggiato sul tavolo, con le cuffie mezze rotte, mentre parte Chandelier e la sabbia è diventata umida, fredda.
Uno che parla con i morti e con gli assenti, ma senza mai smettere di voler bene ai vivi.
Un tipo da battute intelligenti e malinconiche, che non esagera mai ma ogni tanto sorprende, come una cicala che canta a ottobre.
Ecco la tua poetica personale: una piccola carta d’identità letteraria che tiene insieme ciò che scrivi, come lo scrivi, e perché – anche quando non lo sai del tutto.
La poetica di Andrea (autore dell’imperfezione nostalgica)Parole chiave:Nostalgia (non come rimpianto, ma come seconda pelle)Inadeguatezza (portata con ironia, e a volte con fierezza)Ragazzi sbagliati nel posto sbagliato al momento giustoSilenzio tra le righeTenerezza delle cose finitePiccole mitologie quotidianeLa luce obliqua dei pomeriggi di fine agostoCredo narrativo:Scrivo per ricordare meglio.
Scrivo perché le cose successe una volta sola non bastano.
Scrivo perché ogni addio meritava un seguito, e ogni amore un tentativo in più.
Scrivo come se parlassi con un vecchio amico davanti a una birra calda: con una certa vergogna e tutta la sincerità che ho.
Scrivo di chi resta, di chi parte, di chi si volta indietro lo stesso.
Scrivo di persone che non vogliono più sentirsi “quelli di una volta”, ma non hanno ancora trovato una definizione nuova.
Ecco il tuo pitch esistenziale, Andrea — qualcosa che potrebbe vivere sul retro di un tuo libro, aprire una presentazione, o semplicemente descriverti con precisione obliqua:
Andrea scrive per chi si è sentito fuori tempo anche quando il tempo era quello giusto.
Per chi, al posto del lieto fine, ha collezionato canzoni.
Per chi ha amato troppo, troppo presto, troppo piano.
Per chi si ricorda ancora i nomi dei compagni delle medie e le ultime parole prima di un addio.
Nei suoi romanzi non troverete eroi, ma ragazzi sbagliati che provano a fare la cosa giusta.
Amori imperfetti, genitori lontani, cabine chiuse, promesse a metà, estati che non sono mai partite davvero.
Scrive con la malinconia dei Supertramp e la tenerezza di chi è cresciuto con Goldrake e non si è ancora arreso al cinismo.
Le sue storie sono per chi ha riso sotto la pioggia, per chi ha sentito la nostalgia mentre le cose stavano ancora accadendo,
per chi non vuole dimenticare, ma ogni tanto vorrebbe.
[Ecco qui invece due o tre cose che ho scritto io su ChatGPT.]
March 10, 2025
Il booktrailer di “Prendi i tuoi sogni e scappa”
Ecco il booktrailer di Prendi i tuoi sogni e scappa, il mio nuovo romanzo!
E tu, sei pronto a tornare ai tuoi diciotto anni?
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Edizioni Spartaco (@edizionispartaco)
March 8, 2025
È uscito “Prendi i tuoi sogni e scappa”
Ieri è uscito in libreria il mio nuovo romanzo, “Prendi i tuoi sogni e scappa“, sempre per Edizioni Spartaco.
Ringrazio Tiziana Di Monaco e Ugo Di Monaco per la rinnovata fiducia, per il lavoro che abbiamo fatto e quello che faremo insieme.
E grazie in anticipo ai lettori che vorranno tornare nel maggio 1996 e trepidare un po’ insieme a Jacopo, Alberto, Rossella e tutti gli altri…
Ecco come l’ha presentato sui social l’editore:
Maggio 1996: Jacopo ha solo una pallida idea di quello che lo aspetta in futuro, così vive intensamente il presente. La sua storia è condensata nelle quattro settimane che lo separano dal passo definitivo verso la ragazza che gli piace da sempre, Rossella, e dalla partita decisiva di Champions della sua squadra del cuore. Sì, proprio la Juventus.
Ed è la sera di quel 22 maggio che tutto accade: LA finale diventa anche IL finale, esaltante, adrenalinico, esplosivo e, a dispetto del risultato, davvero sorprendente.
Jacopo riesce a prendere i suoi sogni e a scappare verso le occasioni che gli si spalancano davanti, nonostante saltino tutti i piani e i programmi, come nei migliori racconti e nella vita.
La prima presentazione si terrà venerdì 14 marzo 2025 alla libreria Pantaleon, in via Giuseppe Grassi 14, a Torino. A farmi le domande ci sarà Vito Ferro, mentre Gian Marco Buttarello leggerà alcuni brani del libro.
June 14, 2024
I Beach Boys, Fitzgerald e le mode
Qualche sera fa abbiamo visto un bel documentario sui Beach Boys e a un certo punto è venuto fuori un tema interessante: i Beach Boys hanno avuto grande successo nella prima metà degli anni Sessanta, perché incarnavano alla perfezione lo spirito di quel momento.
Erano spensierati, facevano voglia di andare al mare e sfidare le onde (anche se quasi nessuno di loro era veramente un surfista), le loro canzoni contribuivano a far entrare nell’immaginario collettivo l’idea giovane e bella del sogno californiano.
Poi però alla fine degli anni Sessanta la società cambia. C’è il Vietnam, iniziano le contestazioni, tutta quella leggerezza viene bollata come superficiale e soppiantata dall’impegno politico. All’improvviso i Beach Boys sono superati, quasi patetici nelle loro divise a righe.
Sembra la fine della loro gloria. Al che cercano di reinventarsi, provano a fare e proporre cose diverse ma perdono la loro riconoscibilità, diventano un gruppo fra i tanti, come tanti altri.
Sennonché passa qualche anno e di colpo ecco il revival: tornano a suonare le loro vecchie canzoni e riempiono gli stadi, perché intanto la gente sta già rimpiangendo i bei tempi passati e la nostalgia è più solida e duratura delle mode.
Questo movimento “ascesa-caduta-riscoperta” mi ha ricordato molto la storia di F. Scott Fitzgerald: anche lui ha colto alla perfezione lo spirito dei tempi agli inizi degli anni Venti del secolo scorso, la cosiddetta “età del jazz”. Poi è stato travolto dalla crisi economica del Ventinove e messo da parte in quanto cantore di un mondo frivolo ormai alle spalle. Con grande fatica ha provato a rimettersi in pista ma non ha avuto la stessa fortuna dei Beach Boys e non è riuscito a vedere in vita la sua riabilitazione: è morto dimenticato.
Solo dopo la sua morte Fitzgerald è diventato il simbolo di tutto un decennio, perché era riuscito in qualche maniera a crearne l’immagine che ancora oggi ne abbiamo.
Quindi quanto è giusto che i libri, e in generale l’arte, debbano seguire le mode e le tendenze del momento?
Secondo me molto poco. Piuttosto dovrebbe capitare il contrario: le mode e le tendenze dovrebbero farle (o indirizzarle) chi crea. E questo processo non dovrebbe succedere a tavolino, ma in maniera quasi inconsapevole. Soltanto annusando l’aria che tira, anticipando non troppo ma solo di un attimo quello che verrà e che la gente vorrà.
Una volta l’editor di una importante casa editrice bocciò un mio romanzo dicendo che “le mie storie non erano più di moda“. Lo era stato forse il romanzo Bambole cattive a Green Park, arrivato però un po’ tardi per ragioni editoriali, ma io non mi ero mai posto il problema di scrivere libri alla moda.
Devo dire che a distanza di molti anni e molti altri rifiuti, questa motivazione è ancora quella che mi ha dato più fastidio, perché era lontana anni luce dalla mia concezione dei libri e da quello che cercavo e che ho sempre cercato di fare.
Anche per questo quando ho fondato Las Vegas edizioni ho insistito moltissimo nella nostra comunicazione su un punto specifico: “non cerchiamo di inseguire le mode“.
Perché può sembrare una frase molto arrogante, ma secondo me le mode vanno fatte, non seguite.

[Foto: DAPA Images – Canva]
May 30, 2024
“Indovina chi viene a Natale?” in versione radiodramma
Il Centro D ha registrato un mio racconto, “Indovina chi viene a Natale?”, come se fosse un vero radiodramma, un genere che ho imparato ad apprezzare ai tempi dell’università per l’esame di teorie e tecniche del linguaggio radiofonico.
Il racconto a più voci si prestava particolarmente ma il risultato a mio parere è eccezionale, grazie soprattutto alla regia del maestro Danilo Bruni e degli attori che hanno prestato le voci ai miei personaggi: Gian Marco Buttarello che fa Matteo, Cecilia Mesiti che fa Aisha, Alessia Dettoni che fa la madre, Franco Casalis che fa il padre.
Il racconto era uscito in origine su Crack Rivista.
Ascolta “Indovina chi viene a Natale?” su Spreaker.
May 28, 2024
“Siamo tutti fruttariani” secondo nel primo contest di racconti del Ciurma Fest
Domenica 26 maggio alla libreria La ciurma di Torino in occasione del Ciurma Fest si è tenuto il primo contest di racconti a tema piratesco (nel senso più ampio e moderno del termine).
Ogni partecipante doveva leggere il suo racconto di fronte al numeroso pubblico e sono felice di essermi classificato al secondo posto con “Siamo tutti fruttariani”. La vincitrice è stata meritatamente Desy Icardi, mentre il terzo posto è andato a Gioele Urso.

Ecco il racconto:
Siamo tutti fruttarianiUNA GIORNATA NELLA NATURA PER RISCOPRIRE LA NATURA recita l’invito a cui per qualche motivo non sono riuscito a resistere. Forse perché la natura è una di quelle cose che mettono tutti d’accordo, come la pace nel mondo, come le canzoni dei Beatles, come i gattini su Instagram.
Comunque.
Siamo in aperta campagna, ci hanno fatto sedere sotto un gazebo e ci saranno quaranta gradi e quarantamila mosche a piede libero. A parlarci della natura c’è una tizia sui quarant’anni. Una che se la guardi bene – la criniera selvaggia, i pantaloni larghi, i braccialetti equo solidali – dà l’idea di essere appena scappata da una comunità hippie. Una di quelle che ti entrano in casa di nascosto e ti spostano le cose solo per il gusto di farti credere che sei diventato pazzo.
Io vivo in un piccolo paese, dice la tizia, ma faccio la mia parte per salvare il pianeta. Quando accompagno mia figlia a scuola, non prendo la macchina ma vado a piedi e per tutto il tragitto raccolgo la spazzatura che trovo.
Ai miei figli, dice sempre la tizia, ho insegnato ad essere responsabili e attenti alla salute, perché se non c’è la salute diventiamo persone peggiori. Per questo i miei figli non mangiano junk food, e non bevono Coca Cola. Sapete che nella Coca Cola mettono gli zuccheri per rendervi dipendenti e mettono il sale per farvi venire ancora più sete? La Coca Cola è la peggiore delle droghe, fidatevi.
Sulla nostra tavola ci sono solo prodotti sani, vegani e pure velocissimi da preparare. Per generazioni ci siamo fatti idee sbagliate sull’alimentazione e queste convinzioni sono dure a morire, ma dovete ricordarvi che non è affatto vero che siamo carnivori.
E no, non siamo nemmeno onnivori.
Siamo tutti fruttariani.
All’inizio dei tempi vivevamo nel Corno d’Africa, stavamo sulle piante e in quell’Eden meraviglioso ci nutrivamo esclusivamente di frutti. Le mani ce le abbiamo per raccogliere i frutti dagli alberi, la spina dorsale ci serve per piegarci e raccogliere i frutti della terra.
Poi ci sono stati i cambiamenti climatici, abbiamo dovuto allontanarci e durante le ere glaciali non trovavamo più il nostro nutrimento. Ci siamo dovuti adattare. Qualcuno di noi ha provato a cibarsi di carcasse di animali morti. E da lì abbiamo cominciato a contaminarci e a convincerci di essere come le tigri. È vero, loro mangiano carne ma hanno un apparato digerente completamente diverso dal nostro!
Lo sapete cosa succede quando mangiate carne? Che durante il tragitto nel vostro intestino la carne comincia a rilasciare due sostanze che si chiamano cadaverina e putrescina. Già dal nome dovreste farvi un’idea di quanto siano poco salutari.
Ecco, pensateci. La frutta e le verdure crude sono molto più adatte alla nostra alimentazione. E poi sono piene di antiossidanti che ritardano l’invecchiamento. Mangiate pomodori, mangiate cetrioli, e vedrete presto i risultati.
Tornate alla natura in tutto quello che fate. Sentite l’energia che vi scorre dentro. Prendetevi un momento tutto per voi. Respirate e ringraziate di essere al mondo. È importante!
Ma non pensate di essere superiori a ciò che vi circonda. Crediamo di essere i padroni del pianeta e invece sapete chi sono i veri padroni? Provate a dire. I batteri, signori. I batteri vivono ovunque, in qualsiasi ambiente, sono molto più numerosi e resistenti di noi. Possiamo dire che alla fine noi non siamo altro che dei mezzi di trasporto per i batteri. Non vi sentite già un po’ ridimensionati?
E buttate i farmaci! Lo sapete che in America l’abuso di farmaci è la seconda causa di morte? Riscoprite quello che ci può regalare la natura. Io sono naturopata e mi curo con gli oli essenziali. Gli oli essenziali sono il toccasana per tutto.
Badate bene, queste cose non le dico io. Le dice la Scienza. La Scienza con la S maiuscola.
La tizia fa una pausa ad effetto ed è a questo punto che ripenso a tutte quelle bisteccazze che mi sono mangiato fino a ieri. Quei polli allo spiedo belli unti, quei salami e quelle salsicce, quei fritti di pesce…
E poi fa così caldo che sarei tentato di bermi un litro di Coca Cola e, drogato come sono, ho pure le allucinazioni e mi appare Babbo Natale che me ne porge una confezione famiglia e dice OH OH OH e poi mi appaiono tutti gli hippie a parte la tizia hippie qui presente che cantano “Auguri Coca Cola, e poi, un coro in compagnia”.
Ma no, resisto alla tentazione. La tizia hippie mi ha aperto gli occhi e ora sono una persona diversa. Grazie a lei ho capito che è necessario cambiare atteggiamento, se vogliamo bene alla natura. E tutti quanti vogliamo bene alla natura, giusto?
Solo che mi chiedo: perché i vitelli no e le pere sì? Perché i maiali no e le banane sì? Perché le orate no e le albicocche sì?
Bisogna andare oltre.
Così mi alzo, strappo il microfono dalle mani della tizia hippie e sentendomi un vero pirata la immobilizzo, le punto un’inquinantissima bottiglietta di plastica sotto il mento e urlo:
“SALVATE LA FRUTTA! MANGIATE UN FRUTTARIANO!”
Io che leggo il racconto.
Il podio.
November 8, 2023
Finalmente eccolo: Making of Lungomare nostalgia – 8ª e ultima parte
Dopo la firma del contratto, si torna a lavorare sul manoscritto a ridosso dell’edizione milanese BookPride di marzo.
Con Tiziana Di Monaco iniziamo l’editing definitivo perché dobbiamo presentare un’anticipazione di “Lungomare nostalgia” per la rassegna “L’anno che verrà” di Martino Baldi.
È quindi lì, allo Superstudio Maxi di Milano, che per la prima volta si parla pubblicamente del romanzo. Insieme a me c’è l’editore Ugo Di Monaco e, anche se odio leggere in pubblico, lo faccio volentieri con l’incipit del romanzo. Non va malaccio. Anzi, per la prima volta mi accorgo “sul campo” che questa storia può interessare i lettori.
Tra BookPride e il Salone del Libro completiamo l’editing, che va molto più a fondo di quanto pensassi. Io e Tiziana ci rimpalliamo i capitoli, mettiamo in discussione ogni singola parola, alla fine tagliamo il dieci per cento del testo rispetto all’ultima stesura.
Prima che il libro vada in stampa, nonostante siano quasi sette anni che lo riscrivo, l’ultimo weekend lo passiamo a lavorarci senza pause. Tutto ciò mi rende molto agitato, perché temo che alla fine a furia di correggere i dettagli e scambiarci le varie versioni dei file ci ritroveremo con un errore mastodontico (per fortuna non sarà così). Il lunedì mattina c’è ancora tempo per l’ultimissima correzione, poi finalmente si va in stampa!
“Lungomare nostalgia” in formato libro lo vedo per la prima volta il 17 maggio 2023, mentre Ugo sta allestendo al Lingotto lo stand di Edizioni Spartaco.
E qui inizia un’altra storia.
FINE
[Ho pensato di scrivere una serie di post in cui vi racconto com’è nato Lungomare nostalgia, uscito a maggio 2023 per Spartaco. Questo è il terzo. Il primo è qui. Il secondo è qui. Il terzo è qui. Il quarto è qui. Il quinto è qui. Il sesto è qui. Il settimo è qui.]
[Nella foto, io che prendo per la prima in volta in mano il libro, e l’editore divertito alle mie spalle.]
October 24, 2023
Arriva l’editore: Making of Lungomare nostalgia – 7ª parte
Nonostante i vari intoppi non penso nemmeno per un attimo di abbandonare il progetto. È una strada molto più accidentata del previsto ma devo trovare la via d’uscita.
Tramite Anna Mioni il mio manoscritto finisce sulla scrivania dell’editore Spartaco e a loro interessa fin da subito. Li conosco al Salone del Libro del 2021 (quello un po’ strano che si svolge a ottobre) e Ugo Di Monaco mi dice che “Lungomare nostalgia” è piaciuto ma devo ancora lavorarci.
Come se avessi mai smesso di farlo… Il mese precedente finalmente sono riuscito a visionare la puntata finale di La prova del nove, quella della vittoria alla Lotteria Italia (grazia mamma Rai per l’opportunità), e altri pezzi che erano rimasti bloccati per colpa delle chiusure per il covid stanno andando a posto.
Mando una nuova versione del romanzo, con aggiustamenti anche nel montaggio, e più o meno fino al successivo Salone del Libro (di nuovo a maggio) non succede granché.
Al Salone incontro per la prima volta Tiziana Di Monaco, che da brava editor mette subito in chiaro quali sono per lei i punti di forza e i punti deboli dell’ultima stesura.
Dalla seconda metà di maggio a inizio di luglio riscrivo tutto daccapo, per l’ennesima volta. Aneddoti e parti che sembravano veloci riassunti vengono trasformati in vere e proprie scene.
Alcune mi fanno un po’ tribolare (mi ricordo di un giorno sulla spiaggia di Noli, in cui mentre tutto il parentado chiacchierava e si godeva il mare, io ero su un muretto a cercare di trovare la quadra per un capitolo che mi sembrava tutto sbagliato. “Che fai lì tutto solo? Sei in castigo?”).
A metà luglio mando la nuova stesura e dopo l’estate Tiziana mi dice che adesso ci siamo.
A dicembre firmo il contratto: ora è ufficiale!
Ma no, mica è ancora finita…
(continua…)
[Ho pensato di scrivere una serie di post in cui vi racconto com’è nato Lungomare nostalgia, uscito a maggio 2023 per Spartaco. Questo è il terzo. Il primo è qui. Il secondo è qui. Il terzo è qui. Il quarto è qui. Il quinto è qui. Il sesto è qui.]
[Nella foto, mio nonno e un piccolo Andy che fa facce intelligenti.]
October 3, 2023
Attese meno dolci: Making of Lungomare nostalgia – 6ª parte
A dicembre 2018 vado a Milano per incontrare Brugnatelli. In piazza Gae Aulenti, probabilmente il posto più futuristico d’Italia, mi dice che per lui il romanzo è concluso e si può passare allo step successivo. Lui però è in una situazione delicata, mi darà il supporto che mi serve ma ovviamente non può proporlo direttamente agli editori concorrenti. Mi consiglia così di contattare un bravo agente, facendogli presente che è un testo su cui abbiamo lavorato insieme. Sono convinto che la strada sia in discesa, invece le vere difficoltà iniziano proprio qui.
Abbiamo due nomi di agenti che ci sembrano adatti: uno non ci risponde, l’altra nicchia.
Il 2019 lo passo cercando la persona giusta, e intanto continuo a rivedere il manoscritto, perché non riesco comunque a staccarmene e continuano a venirmi in mente possibili miglioramenti.
Salta fuori un’agenzia che sembra interessata, leggono, mi danno suggerimenti, ci lavoriamo un altro po’. Poi si defilano.
Prenoto la lettura del manoscritto sul sito di un’altra agenzia letteraria. La scadenza per la loro risposta è a marzo 2020.
Quel giorno siamo in pieno lockdown, io ho la febbre alta (mai capito se fosse covid, in quel periodo non ti facevano tamponi a meno che non fossi moribondo) e ricevo la loro risposta: “Ci è piaciuto, ha superato la selezione interna, ma vogliamo farlo leggere a lettori esterni. Tanto adesso è tutto fermo.”
Io penso: “Morirò prima di avere una risposta definitiva.”
La risposta dei lettori esterni arriva qualche mese dopo: “È piaciuto anche a loro, però abbiamo ancora qualche perplessità. E tanto adesso è tutto fermo.”
Maledetta pandemia.
Per un anno e mezzo rimango appeso a una decisione che non arriva. Mi fanno riscrivere (lo faccio volentieri), mi fanno aspettare (lo faccio un po’ meno volentieri), mi danno indicazioni che a volte mi sembrano illuminanti e altre volte mi sembrano portarmi fuori strada. Tipo: “Deve essere più muscolare.”
Rimugino su quell’aggettivo per giorni, mi sembra lontanissimo dal senso del mio libro. Ci provo comunque. Fallisco.
“Abbiamo deciso di non rappresentare il tuo testo.”
E lì vado in crisi.
(continua…)
[Ho pensato di scrivere una serie di post in cui vi racconto com’è nato Lungomare nostalgia, uscito a maggio 2023 per Spartaco. Questo è il terzo. Il primo è qui. Il secondo è qui. Il terzo è qui. Il quarto è qui. Il quinto è qui.]
[Nella foto il primo libretto paga di mio nonno, anno 1938.]
August 14, 2023
Dolci attese: Making of Lungomare nostalgia – 5ª parte
La prima stesura di Lungomare nostalgia è coincisa con la gravidanza di mia moglie. Da novembre 2016 all’estate successiva. Tanto che ricordo delle mattinate in cui Carlotta era al corso preparto e io la aspettavo ai giardinetti lì vicini, scrivendo sul computerino.
Ora, non voglio cadere nella retorica dei libri visti come dei figli (perché avere figli veri ti fa capire la sostanziale differenza), però questa sovrapposizione di eventi per me così importanti è una curiosa coincidenza. Qualcosa che è successo per caso o per la volontà di quel destino sempre pronto a sorprenderti e a cambiare i piani, proprio come ho scritto nel libro.
Ho scritto, riscritto, aggiunto, tagliato, modificato, rivisto, sempre sotto la supervisione di Edoardo Brugnatelli, che di tanto in tanto intercettavo a Torino.
E proprio mentre lo aspettavo a Porta Nuova, una mattina mi si è palesato il titolo definitivo: nella vetrina della libreria Feltrinelli ho visto un disco che non conoscevo e che si intitolava Lungomare paranoia…
(continua…)
[Ho pensato di scrivere una serie di post in cui vi racconto com’è nato Lungomare nostalgia, uscito a maggio 2023 per Spartaco. Questo è il terzo. Il primo è qui. Il secondo è qui. Il terzo è qui. Il quarto è qui.]
[Nella foto la prima immagine di mio nonno, quasi cent’anni fa..]


