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Federico Caffè

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Federico Caffè



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Lezioni di politica economica

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La dignità del lavoro

4.40 avg rating — 5 ratings — published 2014 — 4 editions
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La solitudine del riformista

3.75 avg rating — 4 ratings — published 1990
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Contro gli incappucciati de...

really liked it 4.00 avg rating — 2 ratings — published 2013 — 3 editions
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Economisti moderni

it was amazing 5.00 avg rating — 1 rating — published 1973
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L'economia contemporanea. I...

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Teoria e problemi di politi...

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Saggi di politica economica...

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Politica economica: 2 Probl...

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“Così, il mondo imprenditoriale dovrebbe rendersi conto dell’aspetto anacronistico che assume, nei nostri tempi, la riaffermazione di una concezione assolutisticamente «monarchica» della gestione aziendale. Le autorità monetarie avrebbero pienezza di motivi per riflettere sul reale fondamento dell’arroganza intellettuale con la quale si atteggiano, sempre e ovunque, a depositari della saggezza economica; mentre, in realtà, non vi è settore, come quello creditizio-finanziario, in cui il comportamento asociale e antisociale abbia raggiunto vette più elevate di pubblico scandalo. Le unioni sindacali dovrebbero, a loro volta, riflettere su quanto giovi che l’autocritica che esse stesse debbono compiere sia in funzione di strumentali e specifiche esigenze politiche, e non di una convinta presa d’atto della frattura che anch’esse hanno contribuito a determinare nel mondo del lavoro, tra gli occupati protetti e i lavoratori allo sbando nelle zone sommerse della disoccupazione e delle attività precarie. Taccio del mondo accademico, la cui unilateralità nella denuncia delle responsabilità «univoche» delle unioni sindacali è profondamente mortificante. Spetterebbe, infatti, soprattutto agli intellettuali di combattere le tendenze superficiali a soffermare l’esame su un lato solo delle questioni, contraddicendo quella «interdipendenza» dei fenomeni che pure viene riaffermata di continuo con enfasi retorica. In questo campo, le responsabilità particolari degli statistici non sono né lievi, né poco numerose.”
Federico Caffè



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