Alex Astrid's Blog - Posts Tagged "thriller"

RECENSIONE: Le verità di Numeesville

Sophie Park torna dopo dieci anni a Numeesville, cittadina canadese di provincia nella quale ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza.
Le autrici, fin dalle prime pagine, ci mettono a conoscenza di un’antica leggenda siksika che narra di tre sorelle che furono sempre inseparabili… finché una di loro sparì nel Black Lake, profondo e seducente lago poco fuori dal paese. La leggenda delle tre numees (sorelle, appunto) sembra inspiegabilmente legata alla realtà: Sophie, Claire e Beth, “sorelle” non di sangue ma per scelta, erano sempre state unite, indivisibili… finché Beth non sparì nel lago. Caso archiviato in breve come suicidio. Eppure la protagonista, Sophie, dieci anni dopo non è ancora convinta e, con un matrimonio fallito alle spalle, torna a Numeesville per scoprire finalmente la verità.

Il romanzo presenta un nutrito set di personaggi – più di una quindicina – che viene introdotto pian piano, senza forzature, attraverso una serie di incontri spontanei e naturali: Sophie passeggia per Numeesville e rivede così luoghi e persone del suo passato. Ogni personaggio ha il suo momento di adeguata introduzione: le autrici impiegano infatti una tecnica che sa molto di Agatha Christie, ovvero presentano una panoramica su tutta la variegata umanità che partecipa allo spettacolo – perché, come in ogni storia di mistero che si rispetti, tutti mettono in scena qualcosa, tutti nascondono, fingono, recitano.
Anche l’atmosfera che caratterizza il paese ricorda un po’ Agatha Christie o, ancora meglio, le cittadine sperdute de L’ispettore Barnaby, con pub, piccoli negozi, pettegolezzi, vecchie conoscenze e qualche rancore.

La natura gioca un ruolo vitale nelle vicende, non si limita a fare solo da sfondo bensì diventa protagonista a tutti gli effetti: il lago – che ha del sublime: inquieta e incanta al contempo, come nella miglior tradizione romantica –, il bosco, i suoi segreti, i luoghi d’infanzia, di sicurezza, di avventura, di pericolo… Sophie vive una relazione di simbiosi con la natura, quei luoghi sono il suo passato, la sua casa.
Anche per questo Sophie Park è un personaggio che ammalia, con l’evoluzione del suo carattere, la sua capacità di ritrovare stessa, superare i suoi demoni e riconquistare la sua libertà. Lei aveva bisogno di risolvere il mistero della morte di Beth, ne aveva bisogno come si ha bisogno di respirare: la sua vita non sarebbe andata avanti altrimenti.
Mi piacerebbe dirvi qualcosa di più dei personaggi, ma temo di cadere nello spoiler… perciò mi limito a riportarvi un nome (che vi invito a non dimenticare): Noah Jackson.

Vorrei fare i complimenti alle autrici, Simona Di Iorio e Ilaria Ferraro, per la maestria con cui hanno gestito gli intrecci, arricchendo la trama principale di alcune sottili sotto-trame, condendo il tutto con una buona dose di mistero, ansia e adrenalina.
Mi sento davvero di consigliare questo libro a tutti gli amanti del thriller e non solo: sono rimasta piacevolmente colpita da ogni aspetto di questo romanzo, dalla trama ai personaggi, dallo stile coinvolgente all’assenza di refusi (il testo è assolutamente curato!).
L’effetto droga è garantito: proverete un bisogno impellente di scoprire il colpevole.

Recensione pubblicata su VCUC: https://www.vuoiconoscereuncasino.it/...

Le verità di Numeesville
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on March 17, 2020 13:29 Tags: thriller

Dogma di Giuseppe Bertelé

Lorenzo, Ighi, Rico e Freccia erano poco più che bambini quando, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70, hanno conosciuto per la prima volta un pedofilo, el Bèlu, un uomo che aiutava sempre in chiesa e che aveva fissato le sue morbose attenzioni proprio su uno di loro, il più calmo e pacato: Ighi.

Quasi cinquant’anni dopo Lorenzo è Comandante dei carabinieri in un paese del lodigiano e si trova tra le mani un caso a dir poco sconvolgente, ovvero un’aggressione a Ludovico Benedetti, proprio el Bèlu maledetto della sua infanzia. L’aggressione è tutt’altro che casuale: il colpevole sapeva del lato oscuro della sua vittima e ha provveduto a marchiarlo per sempre tatuandogli la scritta “pedofilo” in fronte e a renderlo tetraplegico, con una precisissima incisione tra la seconda e la terza vertebra.
In breve tempo le forze dell’ordine si rendono conto che questa punizione non è e non sarà un caso isolato; il 23 di ogni mese, infatti, un altro pedofilo viene ridotto nelle stesse condizioni. Una sorta di castigo divino, così addirittura viene considerata da alcuni personaggi.
Il nostre aggressore seriale è metodico, preciso, spietato, non ha neppure un ripensamento, tanto da essere soprannominato Dogma; eppure attacco dopo attacco inizia a lasciare qualche indizio, sembra quasi che voglia essere catturato… Gli indizi per Lorenzo sono sconvolgenti: paiono tutti rimandare alla sua infanzia, al suo gruppo di amici, a loro quattro che proprio un 23 luglio promisero, con un patto di sangue, di proteggersi sempre a vicenda.
Buona parte del romanzo è narrata da Lorenzo e l’autore è piuttosto bravo nel farci seguire i suoi ragionamenti, i suoi dubbi. Altri capitoli hanno invece la voce dell’aggressore, che rimane senza nome fino alla fine; vediamo le sue azioni, sentiamo i suoi pensieri, lo comprendiamo… ma fatichiamo a dargli un volto. Fino alle ultime pagine, quando Lorenzo e l’aggressore si confrontano.

La trama è intrigante, lo sviluppo ben scritto.
Tema centrale è, ovviamente, la pedofilia, ma anche e soprattutto la linea sottile che separa il bene dal male, il giusto dallo sbagliato, il crimine dalla giustizia: Dogma agisce per punire delle azioni abominevoli che la legge non è stata in grado di impedire o quantomeno sanzionare adeguatamente, ciò nonostante per “fare giustizia” Dogma commette crimini atroci. In che modo è migliore delle sue vittime? Una società civile non si fonda proprio sul rispetto delle leggi? E se possiamo infrangere la legge “per fare del bene”, chi definisce i confini tra un’azione necessaria e la semplice vendetta personale?
Provare empatia nei confronti di Dogma credo sia facile – lo fanno anche i carabinieri del romanzo –, forse anche un po’ di approvazione ci verrebbe spontanea; dovremmo tuttavia ricordarci che la “giustizia” non si misura con l’empatia. Se una legge è sbagliata o inefficace, dovremmo cercare di migliorarla, non trasformarci in vendicatori mascherati.
Nella conversazione finale tra Dogma e Lorenzo si sente la maniacalità dell’aggressore, la sua ossessione, la sua devianza verso una strada di punizioni “guidate da una mano divina”; non si può, d’altra parte, compiere questi atti estremi senza avere in sé almeno un briciolo di follia…
Proprio per questo non sono d’accordo con la scelta finale di Lorenzo, che è e dovrebbe essere prima di tutto un tutore della legge. Non ho potuto evitare di confrontarlo con un detective di Law & Order: SVU, Elliot Stabler, che diceva sempre che avrebbe volentieri ucciso i pedofili… ma che alla fine non ne ha mai ucciso uno.

Ho trovato qualche dialogo un po’ scontato qua e là; molto pittoresche sono invece le descrizioni dei momenti d’infanzia dei quattro amici, ricordi intimi, attimi profondi, legami indissolubili che forgiano una persona.
Il principale difetto che ho riscontrato in questo libro è l’uso spropositato delle virgole, che molto spesso vengono inserite dove non servono, come per esempio tra soggetto e verbo.

Nell’insieme lettura promossa.
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on April 29, 2020 05:45 Tags: thriller