Ciao a te, Giovanni Silvani
Gianni l’avrebbe fatta molto breve. Gli piaceva molto dilungarsi in aneddoti e storie sportive, amava veder riconosciute le sue imprese e quelle della sua società, ma tendeva a rifuggire le cerimonie ufficiali, i discorsi formali, il doversi parlare addosso in giacca e cravatta.
E del resto che cosa possiamo dirci oggi che non ci siamo già detti in quasi sessant’anni di G.S. Hockey Pordenone, Gianni? Abbiamo passato la vita assieme. Come una famiglia, per sessant’anni abbiamo fatto progetti, abbiamo gioito (e quanto abbiamo gioito!), abbiamo allevato ragazzini, abbiamo litigato (spesso), abbiamo tenuto duro. E poi abbiamo ricominciato, più e più volte da capo. Conto almeno dieci generazioni di ragazze e ragazzi che hanno messo i pattini ai piedi e afferrato una stecca, da quando ti sei messo in testa questa cosa dell’hockey, Gianni. Dieci generazioni, alcune delle quali mettono in fila nonno, papà e nipote.
E quanti nipotini oggi in pista, Gianni. A te importava soprattutto vederli grandi e possibilmente forti, lo svezzamento hockeistico lo lasciavi volentieri ad altri. Alla festa di Natale – tu non avevi potuto essere con noi – avresti dovuto vederli, ho fatto giusto in tempo a raccontartelo l’ultima volta che ci siamo visti. Un palazzetto che brulicava di ragazze e ragazzi di tutte le età, felici, divertiti, innamorati dello sport di cui tu ci hai fatto innamorare tutti quanti. Quella pista brulicante, il fermento che viviamo ogni settimana, per cinque giorni alla settimana, ecco, quello credo sia il più bel monumento che ti potremo mai dedicare. L’hockey che continua, lo sport che sopravvive al suo patriarca, il sogno di tornare grandi che si rinnova di anno in anno, di gruppo dirigente in gruppo dirigente.
La tua visione, il tuo sogno sono sempre stati più grandi e hanno alimentato le visioni e i sogni di centinaia e centinaia di persone. Altro che squadra di provincia: tu eri un dirigente di rango internazionale, e non è un caso che per almeno un paio di decenni tu sia stato davvero uno dei personaggi più potenti nell’hockey pista italiano, e non solo italiano. Lo stanno riconoscendo in tanti in queste ore. Eri uno di quegli uomini che, nel dubbio, preme l’acceleratore a tavoletta, piuttosto che tirare il freno. E nella scorribanda gioiosa, entusiasta e visionaria che è stata la tua vita hai trascinato un po’ tutti noi.
C’è solo una parola che manca nella vicenda del GS Hockey, ed è grazie. “Grazie Gianni” l’avremo detto un milione di volte, figurati. Il grazie distratto, frettoloso, circostanziato, di tutti i giorni. Pendeva invece la celebrazione compiuta della tua vicenda sportiva, il riconoscimento collettivo della longevità delle tue idee, l’apprezzamento pubblico per la generosità che hai dimostrato con le ultime tue decisioni da presidente.
Per questo, anche con la scusa dell’ottantesimo compleanno, ti stavamo preparando una sorpresa per l’inizio del campionato. Al contrario, la sorpresa l’hai fatta tu a noi, amara. E oggi, frastornati dalla commozione, non saremo probabilmente capaci di rendere giustizia alla tua carica umana, al tuo continuo incitamento a fare meglio, alla tua determinazione a superare qualunque ostacolo.
Continuare il tuo lavoro, ricordandoci ogni giorno di quell’uomo genuino dai sogni grandi che ci ha indicato la strada, sarà il nostro modo di dirti grazie.
Ciao a te, Giovanni Silvani. Ciao a te.
Il comunicato del G.S. Hockey PordenoneL'articolo Ciao a te, Giovanni Silvani proviene da Sergio Maistrello.


