PLPL
Appongo i miei eventi a PLPL nel primo commento perché ci sono cose più importanti da dire prima. Prima di tutto: penso che nazisti e fascisti non dovrebbero trovare cittadinanza alle fiere del libro, dato che della cultura del libro essi sono strutturalmente nemici, anche quando si mettono a impaginare e stampar libelli (va da sé revisionisti, negazionisti e di propaganda). Restando sull'immediato contemporaneo, senza neanche arrivare a censure e roghi anni '20 e '30, ricordiamo solo che l'estrema destra USA sta mettendo in atto la più grande campagna di ’book banning’ di sempre (16'916 casi di messe al bando singole e multiple solo negli ultimi due anni; tra gli autori colpiti, George Orwell, Stephen King, Harper Lee...) e che a Parigi molte liberie indipendenti sono state sottoposte a una manovra a tenaglia, prima i nazi le hanno vandalizzate e poi la destra (anche quella 'non estrema’, sì) è riuscita a far passare un emendamento per tagliare il supporto a 40 di esse, va da sé scelte tra quelle colpevoli di vendere libri 'sgraditi', di area anarchica, LGBTQ+ o anche solo anti-colonialista. I casi citabili nel mondo sono decine, poi nel caso si pol tirar fuori di nuovo Popper e il paradosso della tolleranza...
Aprendo il discorso in modo più ampio, credo che la soluzione definitiva a questo problemuccio ormai ciclico (qualcuno ricorderà che qualche anno fa riguardò il Salone del Libro, con un'altra casa editrice 'di area’) sia introdurre un meccanismo di direzione artistica che non riguardi solo gli eventi ma anche gli stand ammessi (a Testo, se non sbaglio, c'è già): in questo modo non solo ci risparmieremmo queste e altre brutture – solo per dirne una, da sempre a Torino uno dei primi stand che dà il benvenuto ai visitatori è quello di un paese che decapita la gente, fa a pezzi i giornalisti sgraditi con la motosega (e ora pure il placet di Trump) e naturalmente applica la censura ai libri pubblicati nei propi confini –, per di più senza polemiche al seguito, ma si riuscirebbe finalmente a far sparire dalle più importanti vetrine librarie del paese tutta quella massa di EAP (case editrici a pagamento) del tutto inesistenti in libreria, che si prendono uno stand al Salone o a PLPL proprio per fingersi 'vere' e così gabbar meglio i malcapitati. Certo, ciò significherebbe rinunciare all'obolo-stand di chi truffa la gente o fa la guerra ai libri... e sarebbe *davvero giusto*.
Aprendo il discorso in modo più ampio, credo che la soluzione definitiva a questo problemuccio ormai ciclico (qualcuno ricorderà che qualche anno fa riguardò il Salone del Libro, con un'altra casa editrice 'di area’) sia introdurre un meccanismo di direzione artistica che non riguardi solo gli eventi ma anche gli stand ammessi (a Testo, se non sbaglio, c'è già): in questo modo non solo ci risparmieremmo queste e altre brutture – solo per dirne una, da sempre a Torino uno dei primi stand che dà il benvenuto ai visitatori è quello di un paese che decapita la gente, fa a pezzi i giornalisti sgraditi con la motosega (e ora pure il placet di Trump) e naturalmente applica la censura ai libri pubblicati nei propi confini –, per di più senza polemiche al seguito, ma si riuscirebbe finalmente a far sparire dalle più importanti vetrine librarie del paese tutta quella massa di EAP (case editrici a pagamento) del tutto inesistenti in libreria, che si prendono uno stand al Salone o a PLPL proprio per fingersi 'vere' e così gabbar meglio i malcapitati. Certo, ciò significherebbe rinunciare all'obolo-stand di chi truffa la gente o fa la guerra ai libri... e sarebbe *davvero giusto*.
Published on December 03, 2025 02:02
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