I Miserabili Quotes
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“L'istinto di Cosette cercava un padre, come quello di Valjean cercava un figlio, e incontrarsi, per essi, significò trovarsi; nel momento misterioso in cui le loro mani s'incontrarono, si saldarono. Quando quelle due anime si scorsero, riconobbero di essere ciascuna quel che abbisognava all'altra e s'abbracciarono strettamente.”
― Les Misérables
― Les Misérables
“Il giorno in cui una donna che vi passa davanti sprigiona luce camminando, siete perduto, amate. Non vi rimane da far altro che una cosa: pensare a lei così intensamente da costringerla a pensare a voi.”
― Les Misérables
― Les Misérables
“non c’è niente più pericoloso del lavoro discontinuo; è un’abitudine che se ne va. Abitudine facile a lasciarsi, difficile a riprendersi.
Una certa quantità di fantasia è buona come un narcotico a dose discreta. Calma le febbri, talvolta forti, dell’intelletto che lavora, e fa nascere nella mente un vapore molle e fresco, che corregge i contorni troppo aspri del pensiero puro, colma qua e là lacune e intervalli, lega i concetti, smussa gli angoli delle idee. Ma il troppo fantasticare affoga e annoia. Guai al lavoratore della mente che cade completamente dal pensiero nella fantasticheria! Crede di poter risalire agevolmente e pensa che alla fine è la stessa cosa. Errore!
Il pensiero è il lavoro dell’intelletto, la fantasticheria ne è la voluttà; sostituire l’una all’altro è confondere il veleno col nutrimento.
Già sappiamo che Marius aveva cominciato così. Poi era sopravvenuta la passione e aveva finito di precipitarlo in chimere senza scopo e senza fine. Non usciva più di casa che per andare a fantasticare. Procreazione oziosa, gorgo tumultuoso e stagnante. E a misura che il lavoro diminuiva crescevano i bisogni. E’ una legge. L’uomo fantasioso è naturalmente prodigo e cedevole; la mente sbrigliata non può controllare la sua vita. C’è, in questo modo di vivere, il bene commisto al male, giacché se la mollezza è funesta, la generosità è sana e buona. Ma l’uomo povero, generoso, nobile, se non lavora, è perduto; si inaridiscono le risorse, e sorgono le necessità.
China fatale, su cui i più onesti e i più forti sono trascinati come i più deboli e i più viziosi, e che mette capo a uno di questi due precipizi, il suicidio o il delitto.
A forza d’uscire di casa per andare a fantasticare, viene un giorno che si esce per andarsi a buttare in acqua. Il sogno eccessivo forma gli Escousse e i Lebras.”
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Una certa quantità di fantasia è buona come un narcotico a dose discreta. Calma le febbri, talvolta forti, dell’intelletto che lavora, e fa nascere nella mente un vapore molle e fresco, che corregge i contorni troppo aspri del pensiero puro, colma qua e là lacune e intervalli, lega i concetti, smussa gli angoli delle idee. Ma il troppo fantasticare affoga e annoia. Guai al lavoratore della mente che cade completamente dal pensiero nella fantasticheria! Crede di poter risalire agevolmente e pensa che alla fine è la stessa cosa. Errore!
Il pensiero è il lavoro dell’intelletto, la fantasticheria ne è la voluttà; sostituire l’una all’altro è confondere il veleno col nutrimento.
Già sappiamo che Marius aveva cominciato così. Poi era sopravvenuta la passione e aveva finito di precipitarlo in chimere senza scopo e senza fine. Non usciva più di casa che per andare a fantasticare. Procreazione oziosa, gorgo tumultuoso e stagnante. E a misura che il lavoro diminuiva crescevano i bisogni. E’ una legge. L’uomo fantasioso è naturalmente prodigo e cedevole; la mente sbrigliata non può controllare la sua vita. C’è, in questo modo di vivere, il bene commisto al male, giacché se la mollezza è funesta, la generosità è sana e buona. Ma l’uomo povero, generoso, nobile, se non lavora, è perduto; si inaridiscono le risorse, e sorgono le necessità.
China fatale, su cui i più onesti e i più forti sono trascinati come i più deboli e i più viziosi, e che mette capo a uno di questi due precipizi, il suicidio o il delitto.
A forza d’uscire di casa per andare a fantasticare, viene un giorno che si esce per andarsi a buttare in acqua. Il sogno eccessivo forma gli Escousse e i Lebras.”
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“Vi sono cose che non si deve neppure tentare di dipingere: il sole è fra queste.”
― Les Misérables
― Les Misérables
“Comporre il poema della coscienza umana, foss'anche per un solo uomo, foss'anche per l'infimo degli uomini, significherebbe fondere tutte le epopee in un'epopea superiore e definitiva. La coscienza è il caos delle chimere, delle cupidigie e dei tentativi, la fornace dei sogni, l'antro delle idee di cui ci vergogniamo, il pandemonio dei sofismi, il campo di battaglia delle passioni. Penetrate in certe ore attraverso il liquido volto di un essere umano che riflette e guardate dentro, guardate in quell'anima, guardate in quell'oscurità. Sotto il silenzio esteriore, si svolgono là lotte di giganti come in Omero, zuffe di draghi e di idre e vi sono nugoli di fantasmi come in Milton, gironi popolati da visioni come in Dante.
Cupo infinito che ogni uomo porta dentro di sé e sul quale regola disperato le volontà del suo cervello e gli atti della sua vita!”
― Les Misérables
Cupo infinito che ogni uomo porta dentro di sé e sul quale regola disperato le volontà del suo cervello e gli atti della sua vita!”
― Les Misérables
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