Passaporto Quotes
Quotes tagged as "passaporto"
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“Se il mio passaporto austriaco era mio di diritto, questo documento consegnatomi dalle autorità inglesi era l'oggetto di una mia richiesta, un favore che ero andato a chiedere e che, per di più, poteva essermi negato in qualunque momento. Da un giorno all'altro ero sceso ancora di un gradino: da ospite straniero e in un certo senso gentlemanche lì spendeva i suoi guadagni internazionali e pagava le tasse da emigrante, a refugee. Inoltre, da quel momento avrei dovuto fare richiesta per ogni visto straniero da apporre su quel documento bianco perchè tutti i paesi si dimostravano sospettosi nei confronti di quel "genere" di persone al quale all'improvviso appartenevo anche io, quello delle persone senza diritti nè patria, che non si potevano scacciare e rispedire a casa loro come gli altri. Non facevo che pensare a quello che un esiliato russo mi aveva detto molti anni addietro: "Un tempo l'uomo non era che anima e corpo. Oggi, se vuole essere trattato da essere umano, gli serve anche un passaporto".
E forse non c'è nulla che renda più esplicito l'incredibile passo indietro compiuto dal mondo nel periodo postbellico delle restrizioni imposte alla libertà di spostamento degli individui e più in generale ai loro diritti. Prima del 1914 la terra era di tutti gli uomini, ognuno andava dove credeva e vi restava per tutto il tempo che desiderava. (...) Soltanto dopo la guerra il nazionalsocialismo cominciò a sconvolgere il mondo e il primo sintomo attraverso il quale si manifestò l'epidemia morale del nostro secolo fu la xenofobia - l'odio o perlomeno il timore dell'altro. Dovunque ci si proteggeva contro lo straniero, dovunque lo si evitava. (...) Tuttavia è solo registrando questi piccoli sintomi che l'epoca futura potrà stabilire con esattezza il quadro clinico delle condizioni spirituali e degli sconvolgimenti intellettuali che hanno colpito il nostro mondo tra le due guerre.”
― Stefan Zweig. Das Gesamtwerk.: In chronologischer Auflage. Neu bearbeitet. (Gesamtwerke der Weltliteratur 4)
E forse non c'è nulla che renda più esplicito l'incredibile passo indietro compiuto dal mondo nel periodo postbellico delle restrizioni imposte alla libertà di spostamento degli individui e più in generale ai loro diritti. Prima del 1914 la terra era di tutti gli uomini, ognuno andava dove credeva e vi restava per tutto il tempo che desiderava. (...) Soltanto dopo la guerra il nazionalsocialismo cominciò a sconvolgere il mondo e il primo sintomo attraverso il quale si manifestò l'epidemia morale del nostro secolo fu la xenofobia - l'odio o perlomeno il timore dell'altro. Dovunque ci si proteggeva contro lo straniero, dovunque lo si evitava. (...) Tuttavia è solo registrando questi piccoli sintomi che l'epoca futura potrà stabilire con esattezza il quadro clinico delle condizioni spirituali e degli sconvolgimenti intellettuali che hanno colpito il nostro mondo tra le due guerre.”
― Stefan Zweig. Das Gesamtwerk.: In chronologischer Auflage. Neu bearbeitet. (Gesamtwerke der Weltliteratur 4)
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