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La biblioteca > [Spoiler Alert] Uncanny Avengers 5

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message 1: by Renato (new)

Renato Vincenzo | 367 comments Linko una intervista fatta allo scrittore dopo il polverone suscitato dal discorso che lui fa tenere ad Alex Summers e da una sua risposta piccata su twitter riassumibile in "un avete capito un ca**o 'mbecilli".

http://www.newsarama.com/comics/rick-...

Il discorso che ha generato il polverone è nella seconda immagine. Ed è riassumibile (oggi tendo a ripetermi) più o meno così "le etichette non mi piacciono, smettete di chiamarmi/ci mutante/i. Io sono Alex Summers, ed è questo che conta, non le etichette".

Ok, lo ammetto, è leggermente più articolato il discorso.

Eppure l'autore è stato accusato di essere razzista ed intollerante.

Voi che ne pensate?


message 2: by Sage (new)

Sage | 274 comments non ho modo di vedere ora la vignetta, ma dal tuo riassunto mi sembra il discorso che Claremont fece fare a Kitty Pride in "stavamo solo scherzando", in cui per l'appunto elencava tutta una serie di etichette quali mutante, lesbica, ebrea (tutto provocatoriamente riferito a se stessa) e alla fine concludeva con "io sono Kitty Pride, il resto sono solo etichette".

Personalmente mi sono emozionata a quel discorso.

Si vede che negli anni 80 eravamo meno demagogici.


message 3: by Renato (last edited Apr 10, 2013 09:54AM) (new)

Renato Vincenzo | 367 comments Avevo dimenticato quella bellissima storia. Avevo le lacrime agli occhi quando finii di leggerla.

Sono d'accordo con te sulla demagogia o forse il politicamente corretto. Gli anni ottanta erano ancora ben lungi dall'essere travolti dal famigerato (seppur benintenzionato) politically correct.

Mi è venuto in mente ora che l'idea dell'essere Statunitensi ma conservando la propria identità culturale sembra essere un argomento che è radicatissimo negli USA. In Modern Family vi è un continuo battibeccare tra la bellissima Gloria, colombiana, e suo marito, ed ugualmente una delle preoccupazioni di Cameron e Mitchell è il fare in modo che la piccola Lilly riesca ad abbracciare, crescendo, le proprie radici asiatiche (vietnamite).

Un discorso che a me sfugge parecchio. Ovvero io sono sudamericano, meridionale, italiano. E tutte queste parti controbuiscono a fare di me quello che sono.

Il dire che sono Harold di certo non va a sminuire il mio essere colombiano, molisano, italiano.


message 4: by Devero (new)

Devero | 976 comments Questo discorso sembra più attuale oggi, con una nera ministro dell'integrazione, con Kobobo che piccona a morte 3 persone, e via discorrendo.

Tra qualche mese leggeremo in Italia come è stata tradotta UAv 5, ma in generale l'autore ha il solo torto di avere una parte del pubblico composta da troll o da coglioni (non che una cosa escluda l'altra).

Sul discorso che a te sfugge parecchio, ovvero quello dell'appartenenza ad una identità culturale diversa da quella nazionale, credo che dovremo abituarci sempre più ad affrontarlo.
Perché non tutti gli immigrati vogliono integrarsi, anzi.
Ed anche perché chi ce li manda qui, tende a manovrarli per scopi non sempre chiari nemmeno a lui.

Comunque Harold, prova a vederla così: sostituisci a "mutante" le parole "gay" o "ebreo" e prova a riporti la domanda.
Vedi, non è che chiamandoti Harold io sminuisco il fatto che tu sia sudamericano, meridionale, italiano. Semplicemente ti identifico per tutto quello che sei e non solo per alcune caratteristiche, che magari cambiano col cambiare del tempo o delle mode.


message 5: by Prozac (new)

Prozac (prozacnation) | 331 comments Ci sarebbero così tante cose da dire che non so nemmeno da dove cominciare.
Posso iniziare con Havok è un idiota o suona troppo forte?

Ok in realtà Havok non è un idiota e Remender nemmeno. Anzi il discorso di Alex, da un punto di vista narrativo, è perfetto, la divisione da Ciclope non potrebbe essere più netta e definitiva.
Remender dice che in bocca ad Havok non mette il suo punto di vista, ma uno dei punti di vista possibili, e questo lo salva totalmente come scrittore, è il suo lavoro e dato il momento le parole di Havok ci danno una caratterizzazione interessante e credibile, sempre per la questione di Scott.

Ma non è che sia un discorso più di tanto intelligente eh.
Non ha niente a che vedere con il discorso di Kitty in "Stavamo solo scherzando"; ricordo che era un discorso ad una commemorazione funebre, e il valore emotivo era fortissimo. Il senso non era quello di annullare le differenze, né le definizioni, ma solo di dimostrare quanto vuoto può essere giudicare qualcun altro per un etichetta -ebreo, gay, mutante- senza considerare l'interezza della persona. Perché l'etichetta è nella testa di chi giudica e discrimina (e uccide e spinge al suicidio addirittura), l'etichetta annulla la persona perché di quella persona null'altro conta né può contare, di conseguenza la sua umanità viene cancellata. L'Olocausto insegna, con i suoi numeri tatuati. Non è l'etichetta ad essere sbagliata (non è sbagliato che l'ebreo si chiami ebreo) ma l'uso di quella etichetta nella testa razzista.

Mentre il discorso di Havok è ad una conferenza pubblica come portavoce dei mutanti integrati tra i "buoni"; dice che ha iniziato ad odiare la parola mutante e chiede ufficialmente di smettere di usarla. Se l'odio per la parola può essere compreso, e aggiunge un tocco di emotività, la richiesta di abolizione è talmente miope che non so nemmeno da che parte iniziare per contestarla.
A parte che impoverire il linguaggio impoverisce anche il pensiero, Havok dovrebbe semmai tendere ad un mondo dove le parole non abbiano un peso, dove la differenza tra mutante e umano sia la stessa che tra biondo o moro, o tra mancino e destrorso; cioè una società dove le differenze sono riconosciute e denominate, ma rientrano nell'ambito delle normali possibilità umane senza causare scandalo o ribrezzo o altro, insomma senza causare nessuna particolare conseguenza.
Se non hai una parola da usare per definire te stesso, come farai a sapere chi sei?

Per il resto non sto qui a sfiorare i temi dell'integrazione e i pericoli dell'assimilazione e dell'omogalazione, ben lontani in questo caso ma da tenere presenti.
A Devero al volo: le cose cambiano con il tempo, magari l'orientamento sessuale è una delle poche che, in alcuni casi, le persone vivono come fluide, e parimenti alla religione le persone possono rinunciare o cambiare (anche se i razzisti non se ne preoccupano più di tanto), ma le cose che hai citato, provenienza geografica, orientamento sessuale, difficilmente possono cambiare per moda. IMHO.


message 6: by Sage (new)

Sage | 274 comments premetto che non ho letto la storia in questione e non la leggerò perchè ho smesso di acquistare la serie dopo il numero 3.
Detto questo mi trovo d'accordo con quel che dici Prozac, in tutto.

Solo che adesso mi viene in mente la vecchia x-factor, quando Guido diceva che la parola mutanti era razzista e quindi non andava usata.

Loro non erano mutanti ma diversamente dotati geneticamente (o qualcosa dle genere, ora non ricordo i termini esatti) XD


message 7: by Prozac (last edited Sep 22, 2013 07:45AM) (new)

Prozac (prozacnation) | 331 comments Era Portatori di Anomalia Genetica (PAG)
Solo hai omesso che X-Factor era sotto attacco durante una conferenza stampa e Forzuto doveva distrarre i giornalisti, infatti dopo dice "Ho sparato la prima stupidata che mi è venuta in mente"
XD XD
Peter David ne sa una più del diavolo, una scena divertente e un colpo al politically correct in una sola volta - santo subitooooo


message 8: by Sage (last edited Sep 22, 2013 01:44PM) (new)

Sage | 274 comments Giusto! PAG!
e tra l'altro la presa in giro era andata anche avanti per qualche numero.

Infatti, comunque, non mi era venuto in mente per somiglianza di concetto, ma perchè il fatto di non voler venir chiamati mutanti perchè è un'etichetta richiama forzatamente l'ironia di David.

Lui però c'era arrivato più di dieci anni prima...


message 9: by Devero (new)

Devero | 976 comments Letta ieri sera.
A me sembra che Havock abbia detto principalmente che non vuole essere chiamato "mutante" bensì col suo nome, e quindi essere considerato come la persona che è e non come un appartenente ad una categoria. Per inciso trovo legittima questa posizione.

Prozac scrisse A Devero al volo: le cose cambiano con il tempo, magari l'orientamento sessuale è una delle poche che, in alcuni casi, le persone vivono come fluide, e parimenti alla religione le persone possono rinunciare o cambiare (anche se i razzisti non se ne preoccupano più di tanto), ma le cose che hai citato, provenienza geografica, orientamento sessuale, difficilmente possono cambiare per moda. IMHO.
Possono anche non cambiare per moda, l'importante è non dargli importanza ne permettere ad altri di attribuirla.
L'errore non è categorizzare, sia "mutante" sia "Alex Summers" sono categorie ben definite nel contesto Marvel. L'errore è dare una importanza alle categorie quando non ce l'hanno.


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