Letteratura Postmoderna discussion
Kafka sulla spiaggia
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Secondo GDL - Kafka sulla spiaggia - Murakami Haruki - Terza tappa
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"— Allora stammi a sentire, ragazzo. Gli dèi vivono solo nella mente delle persone. In particolare nel caso del Giappone, sono esseri estremamente flessibili e versatili. Ne vuoi una prova? L’imperatore, che prima della guerra era una divinità, quando il generale MacArthur gli ha ordinato: “D’ora in avanti tu non sarai più un dio”, ha dichiarato: “Io sono una persona comune”, e dal 1946 in avanti ha smesso di essere un dio. Più adattabili di così! Esseri che al primo ordine di un militare americano con gli occhiali da sole e una pipa da quattro soldi in bocca cambiano radicalmente il proprio status. Un perfetto esempio di post-modernismo. Se pensi che esistano, esistono. Se pensi che non esistano, cessano di esistere. Quindi non è il caso di farsi tanti problemi per loro."
Paolo wrote: "E' un grande"Non saprei bene: mi sembra che ci siano troppi elementi mischiati insieme (soprattutto come stili narrativi) ma aspetto di leggerlo tutto per capire se poi i vari elementi si compongono in un quadro armonioso.
Sicuramente "Kafka sulla spiaggia" mi sembra più interessante di "Norwegian wood" ma non ho ancora deciso se io e Murakami abbiamo un futuro insieme ;)
in tal caso il mio consiglio, prima di decidere in tal senso, è di leggere L'Uccello che girava le viti del mondo, è il solo e unico Murakami che non puoi non leggere, prima di decidere eventualmente di salutarlo per sempre ;-)
Mircalla64 (free Liu Xiaobo) wrote: "in tal caso il mio consiglio, prima di decidere in tal senso, è di leggere L'Uccello che girava le viti del mondo, è il solo e unico Murakami che non puoi non leggere, prima di decidere eventualmen..."Potrebbe essere il prossimo Murakami!
Ho terminato di leggere questa terza parte praticamente domenica stessa ma non so bene che impressioni comunicare: credo che dovrò arrivare sino alla fine per capire se questo libro mi piace o no. Se comunque non cerco un quadro completo e mi soffermo sui particolari, mi ha colpito la costante demolizione del senso comune (ogni volta che Hoscino formula il suo pensiero con un proverbio, Nakata ne evidenzia l'assurdità) che probabilmente è una delle tematiche più o meno sotterranee del romanzo.
Non mi è piaciuto lo stile parodistico/ironico utilizzato nella parte in cui Hoscino incontra il colonnello Sanders perché mi sembra una forzatura che stride con "l'atmosfera" generale delle vicende narrate.
bè in America il colonnello è un'istituzione, credo sia questa la chiave di lettura di quel passaggio, non credi?
non so, io ci ho letto tutta l'ostilità dei giapponesi verso gli americani, ma magari me lo sono immaginato...
Può essere che hai ragione; il punto per me è che passare da uno stile metaforico, dove tutta appare lieve e rarefatto, a un altro sardonico e beffardo è una stonatura. Come ipotizzi tu probabilmente è voluto per mettere in contrasto il sentire giapponese con quello americano ma a me non è piaciuto.
capisco quel che intendi, dal mio punto di vista ipotizzavo che Murakami volesse proprio quell'effetto, quello di dare fastidio con gli stivali chiodati in un giardino giapponese, non so se rendo l'idea...come se volesse far sentire al lettore tutto lo stridore di cui tu parli, come se l'avesse ricercato come effetto, nel senso di farlo proprio sentire al lettore come un fastidio...ma ovviamente è una mia illazione...
Ho finito anch'io la terza parte.Al momento ho sentimenti contrastanti, perché la parte riguardante Nakata e Hoshino mi piace, mi tiene "incollata" alle pagine e entrambi i personaggi mi piacciono molto, così come le vicende che li coinvolgono. Kafka invece non lo sopporto, mi piacciono i suoi dialoghi con Oshima, mi piace Oshima in generale, ma Kafka mi dà sui nervi. Non so bene perché e di solito, anche se un personaggio mi sta antipatico, la cosa non influisce sul mio parere sul romanzo, ma in questo caso sì.
Comunque, la parte che avete sottolineato voi l'ho sottolineata anch'io (:
@Patrizia:
Se comunque non cerco un quadro completo e mi soffermo sui particolari, mi ha colpito la costante demolizione del senso comune (ogni volta che Hoscino formula il suo pensiero con un proverbio, Nakata ne evidenzia l'assurdità) che probabilmente è una delle tematiche più o meno sotterranee del romanzo.
Scusa se ti quoto, ma ho trovato questo aspetto molto interessante.
Poi, in generale, anche noi siamo abituati a proverbi, a ragionare secondo certi schemi e a reagire di conseguenza. Un personaggio come Nakata, completamente "bianco" da questo punto di vista, non è condizionato da niente e per quanto lui dica di essere stupido, offre sempre punti di vista interessanti, diversi.
in effetti a rileggerlo questo pare un elemento importante...il senso comune in Giappone è considerato fondamentale, è la norma e il sentire a cui tutti si rifanno e Nakata rappresenta la voce fuori dal coro, quella che pare interessare a Murakami...almeno così mi pare...




da pag. 285 a 406
cap 27/39