Romanzi Storici discussion
ANTICHITA'
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Roma imperiale (27 a.C. - 476 d.C.)
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9 agosto 378. Il giorno dei barbari: interessante libro di Alessandro Barbero sulle cause che hanno portato alla fine dell'Impero Romano con interessanti riflessioni sulle migrazioni dei barbari che, per certi versi, aiutano a comprendere anche la storia più recente.
Non so se inserirlo qui o nel periodo immediatamente successivo, comunque Predatore di Gary Jennings è ambientato nel 476 d.c.
Ciao, fra i miei libri (letti o da leggere) segnalo:Vita brevis. La lettera d'amore di Floria Emilia a Sant'Agostino
Proseguirò un'altra volta. I romanzi storici sono talmente tanti che ho pensato di segnalarvi fra i miei letti solo quelli cui ho dato 3 stelle o più, anche se non è detto che tutti abbiano i miei gusti.
Ho scovato una serie dedicata a un pretore dell'imperatore Traiano che risolve vari intrighi e misteri nella Roma imperiale.
A. J. Flamel
La dea scorpione
La congiura di Iside
Il trono dei serpenti
A. J. Flamel
La dea scorpione
La congiura di Iside
Il trono dei serpenti
Ho finito di leggere, pochi giorni fa, "Masada" di Maria Grazia Siliato, archeologa e storica italiana.
Il romanzo è molto avvincente e si basa sull'intreccio di due storie: la rievocazione dell'ultima notte dei difensori della rocca erodiana, con la maturazione della drammatica decisione finale, e un viaggio di una settimana, ai giorni nostri, fatta da una ragazza, con la guida di uno studioso, attraverso i luoghi della Palestina e la rievocazione degli eventi del passato, loro filo conduttore: i rotoli di Qumran e l'enigma ad essi legato.
I rotoli con la loro scoperta ed il mistero che li avvolge, possono essere considerati i veri protagonisti del romanzo; fanno sorgere anche tanti dubbi sulla costruzione della fede cristiana nei secoli a partire da Costantino.
Lo consiglio caldamente!
Avevo letto in precedenza anche "Masada" di Bruno Tacconi, romanzo diverso da questo: avventuroso e contemporaneamente interessante perché rende viva la storia della Giudea degli anni '70 del primo secolo d.C., con le lotte fra le varie sette giudaiche, i patimenti degli ebrei succubi nella loro stessa terra, la distruzione del Tempio di Gerusalemme fino alla sconfitta finale di Masada.
Avevo già letto anche il saggio storico "La guerra Giudaica" di Flavio Giuseppe, il traditore ebreo che passò dalla parte dei romani e contribuì alla loro vittoria: dopo un primo capitolo dedicato agli eventi che hanno avuto luogo in Giudea in circa cento anni prima della guerra giudaica (tra l'altro non si parla mai della nascita del cristianesimo), in particolare approfondendo molto la figura del re Erode il grande e della magnificenza raggiunta dal paese sotto la sua guida (comunque furono anni di guerre civili e scannamenti all'interno delle stesse famiglie reali), fa la storia della rivolta giudaica dal suo insorgere, un po' in tutto il regno, fino alla distruzione di Gerusalemme ed alla caduta finale di Masada.
Veniamo così ad apprendere che non fu una guerra di una nazione contro l'altra, ma di città e territori, sconfitti poi uno alla volta, ed anche allora fu una guerra di alcuni ceti sociali contro altri, di sette religiose contro altre, di banditi contro persone pacifiche; una guerra in cui alcuni settori avrebbero preferito la pace ed altri, per motivi religiosi o di rapina erano inflessibilmente dediti alla guerra.
Dobbiamo comunque sempre tener presente che Flavio Giuseppe, che all'inizio era uno dei comandanti della resistenza ebraica contro i romani, dopo una catastrofica sconfitta e la perdita di una della città che difendeva, si rese conto che resistere all'esercito romano avrebbe portato alla distruzione del suo paese, per cui si arrese al nemico; ciò comporta che spesso, nel dare la sua interpretazione degli avvenimenti, tende a giustificare il suo "tradimento" addossando la colpa all'efferato comportamento dei responsabili dell'insurrezione (in particolare zeloti, sicari, ..), che avrebbe fatto perdere il favore del dio all'intero popolo, favore che avrebbe poi arriso alla parte avversa, per cui la vittoria romana e le sue conseguenze, erano da considerarsi come una meritata punizione divina.
Il romanzo è molto avvincente e si basa sull'intreccio di due storie: la rievocazione dell'ultima notte dei difensori della rocca erodiana, con la maturazione della drammatica decisione finale, e un viaggio di una settimana, ai giorni nostri, fatta da una ragazza, con la guida di uno studioso, attraverso i luoghi della Palestina e la rievocazione degli eventi del passato, loro filo conduttore: i rotoli di Qumran e l'enigma ad essi legato.
I rotoli con la loro scoperta ed il mistero che li avvolge, possono essere considerati i veri protagonisti del romanzo; fanno sorgere anche tanti dubbi sulla costruzione della fede cristiana nei secoli a partire da Costantino.
Lo consiglio caldamente!
Avevo letto in precedenza anche "Masada" di Bruno Tacconi, romanzo diverso da questo: avventuroso e contemporaneamente interessante perché rende viva la storia della Giudea degli anni '70 del primo secolo d.C., con le lotte fra le varie sette giudaiche, i patimenti degli ebrei succubi nella loro stessa terra, la distruzione del Tempio di Gerusalemme fino alla sconfitta finale di Masada.
Avevo già letto anche il saggio storico "La guerra Giudaica" di Flavio Giuseppe, il traditore ebreo che passò dalla parte dei romani e contribuì alla loro vittoria: dopo un primo capitolo dedicato agli eventi che hanno avuto luogo in Giudea in circa cento anni prima della guerra giudaica (tra l'altro non si parla mai della nascita del cristianesimo), in particolare approfondendo molto la figura del re Erode il grande e della magnificenza raggiunta dal paese sotto la sua guida (comunque furono anni di guerre civili e scannamenti all'interno delle stesse famiglie reali), fa la storia della rivolta giudaica dal suo insorgere, un po' in tutto il regno, fino alla distruzione di Gerusalemme ed alla caduta finale di Masada.
Veniamo così ad apprendere che non fu una guerra di una nazione contro l'altra, ma di città e territori, sconfitti poi uno alla volta, ed anche allora fu una guerra di alcuni ceti sociali contro altri, di sette religiose contro altre, di banditi contro persone pacifiche; una guerra in cui alcuni settori avrebbero preferito la pace ed altri, per motivi religiosi o di rapina erano inflessibilmente dediti alla guerra.
Dobbiamo comunque sempre tener presente che Flavio Giuseppe, che all'inizio era uno dei comandanti della resistenza ebraica contro i romani, dopo una catastrofica sconfitta e la perdita di una della città che difendeva, si rese conto che resistere all'esercito romano avrebbe portato alla distruzione del suo paese, per cui si arrese al nemico; ciò comporta che spesso, nel dare la sua interpretazione degli avvenimenti, tende a giustificare il suo "tradimento" addossando la colpa all'efferato comportamento dei responsabili dell'insurrezione (in particolare zeloti, sicari, ..), che avrebbe fatto perdere il favore del dio all'intero popolo, favore che avrebbe poi arriso alla parte avversa, per cui la vittoria romana e le sue conseguenze, erano da considerarsi come una meritata punizione divina.
Finito oggi di leggere Augustus di John Edward Williams, è un romanzo epistolare che narra appunto la vita di Augusto dalla morte di Cesare in poi. Ottimo da leggere dopo il ciclo I Signori di Roma di Colleen McCullough che si ferma alla fine della guerra fra Ottaviano e Marco Antonio.
Focus del romanzo sono lo spirito e i sentimenti di Augusto e dei personaggi a lui più vicini; abbiamo così l'impressione di averli conosciuti personalmente nella loro intimità. Molti fatti poco chiari della vita di Augusto trovano qui una possibile spiegazione (vedi l'esilio nella deserta Ventotene dell'amata figlia Giulia).
Focus del romanzo sono lo spirito e i sentimenti di Augusto e dei personaggi a lui più vicini; abbiamo così l'impressione di averli conosciuti personalmente nella loro intimità. Molti fatti poco chiari della vita di Augusto trovano qui una possibile spiegazione (vedi l'esilio nella deserta Ventotene dell'amata figlia Giulia).




- 9 agosto 378. Il giorno dei barbari di Alessandro Barbero
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- Pompei: L'incubo e il risveglio di Angelo Petrella