Chiave di Lettura discussion
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Il cacciatore di aquiloni (other topics)Mille splendidi soli (other topics)
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Inizio la recensione del mese, un po’ in ritardo ( sorry!), con una poesia di Gioconda Belli, scelta dalla responsabile della nostra Biblioteca, Valentina.
La dedichiamo a te Annamaria, al tuo dolce ricordo. La dedichiamo a te che ci hai suggerito di parlare anche di poesia nei nostri incontri, che ci hai invitato a recuperarne l’intuito in una parola arrivata magari in un istante e adagiata su rime da costruire, ma che potrebbe durare per sempre, se compresa e vissuta nelle nostre sfide quotidiane.
Le rime trasposte sulla pagina con formattazione centrale, sembra quasi che giochino per formare un vaso, un vaso di consigli e memorie. Che siano amiche combattive per chi vorrà assaporarle!
Se sei una donna forte
proteggiti da coloro che vorranno nutrirsi del tuo cuore.
Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra:
si vestono da sensi di colpa, da opportunità,
da prezzi che si devono pagare.
Non per illuminarsi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie
Non perdere l’empatia, ma temi ciò che ti porta a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva
e ti promette un regno terrestre in cambio
di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte
preparati alla battaglia:
imparare a stare sola
a dormire nella più assoluta oscurità senza paura
che nessuno ti tiri una fune quando ruggisce la tormenta
a nuotare contro corrente.
Educati all’occupazione della riflessione e dell’intelletto.
Leggi, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi però fagli ampie porte e finestre.
È necessario che coltivi grandi amicizie
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei,
che tu faccia un circolo di roghi e accenda al centro della tua stanza
una stufa sempre accesa dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Fai sapere che sei un campo magnetico.
Proteggiti, però proteggiti per prima.
Costruisciti. Prenditi cura di te.
Apprezza il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
Qualcuno, non ricordo l’autore disse che la poesia è un eco, che chiede all’ombra di ballare.
Mi servo di questo piccolo aforisma per introdurre l’ultimo libro letto dal nostro gruppo di lettura ossia: “E l’eco rispose” di Khaled Hosseini, il cui titolo – combinazione!- è anch’esso ispirato da una poesia di William Blake intitolata “Il canto della sirena”.
Probabilmente avete già sentito parlare di quest’autore.
Due precedenti suoi romanzi, Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli sono divenuti bestseller internazionali in poco tempo. Hosseini afghano naturalizzato statunitense, è medico oltre che inviato dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Di recente ha dato vita alla Khaled Hosseini Foundation, un ente non profit che fornisce assistenza umanitaria alla popolazione afghana.
Anche in questo libro ci sussurra dell’Afghanistan, porta dell’Asia con la sua terra polverosa e povera, remota come la sua forma a foglia d’albero. L’Afghanistan terra di incroci, di tormentate strategie e storie di poteri, è terra in cui, come dice il nostro autore esistono tanti bambini, ma non esiste più l’infanzia. Eppure nella copertina di “E l’eco rispose” ci sono piume che sembrano delicate ad alleggerire l’impatto con questa terra senza mare e con impervie montagne.
Ma lo sono davvero o sono investite di altro significato?
Partendo dall’autunno del 1952, nel piccolo villaggio di Shadbagh, Hosseini con penna sensibile e uno stile narrativo inconfondibile ci narra le vicende dei due protagonisti della storia, Abdullah di dieci anni e di Pari, la sua sorellina di tre. Orfani di madre vengono cresciuti dal padre Sabur e dalla matrigna Parwana. I due ragazzini sono legati da un amore fortissimo, viscerale ma il loro legame è destinato a spezzarsi. Si rincontreranno?
Forse… non lo svelo ma certo è che il gomitolo del racconto si confonderà in diversi momenti narrativi con altre trame, altri luoghi, altri personaggi legati comunque da uno stretto rapporto d’amicizia o parentela. Ciò ha lasciato alcuni di noi un po’ confusi e persi come se si dovesse ricostruire un grande puzzle di storia familiare. Tuttavia è evidente che il tema centrale del libro è l’amore, la sua dignità, il suo sacrificio. Nel libro Hosseini sottolinea l’importanza delle scelte personali che possono irrimediabilmente condizionare la vita di chi c’è accanto ben sapendo che: - e concludo con la poesia del poeta persiano Jalaluddin RumiJalaluddin Rumi ( che Hosseini inserisce, a mò di esergo nel suo romanzo):
Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù.
Scritto da Arianna Pascetta