Sfide lunatiche per lettori eclettici discussion

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message 1: by Stefano (last edited Dec 15, 2023 07:05AM) (new)

Stefano Ecco la mia check-list

Punteggio Totale: 46/48

Riepilogo mesi:
- GENNAIO: 3 punti
- FEBBRAIO: 8 punti
- MARZO: 3 punti
- APRILE: 5 punti
- MAGGIO: 3 punti
- GIUGNO: 2 punti
- LUGLIO: 4 punti
- AGOSTO: 4 punti
- SETTEMBRE:
- OTTOBRE: 6 punti
- NOVEMBRE: 4 punti
- DICEMBRE: 4 punti

X 1.1 Adatto al te adolescente: Dieci piccoli indiani di Agatha Christie
X 2.1 Autore che ti ispiri antipatia: Il cigno nero: Come l'improbabile governa la nostra vita di Nassim Nicholas Taleb
X 3.1 Autore argentino: I vent'anni di Luz di Elsa Osorio
X 4.1 Con meno di 100 pagine: L'amico ritrovato di Fred Uhlman
❑ 5.1 Con più di 800 pagine:
X 6.1 Copertina gialla e blu: La vita immortale di Henrietta Lacks di Rebecca Skloot
X 7.1 Da una serie con più di 4 volumi: Fumo e cenere di Abir Mukherjee
X 8.1 Opera prima ed unica al 2022: I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni
X 9.1 Film/serie tv in uscita nel 2023: Poirot e la strage degli innocenti di Agatha Christie
X 10.1 <100 valutazioni in GR: La trama della vita. La scienza della longevità e la cura dell'incurabile tra ricerca e false promesse di Giulio Cossu
X 11.1 >400K valutazioni in GR: Coraline di Neil Gaiman
X 12.1 Scelto per nessun altro punto: La caduta di un uomo. Indagine sulla morte di Alan Turing di David Lagercrantz
X 13. Che sia per tutti (+7): La storia infinita di Michael Ende
X 14. Che ti intriga da tempo: Il cerchio di Dave Eggers
X 15. Consigliato da (...): Flatlandia di Edwin A. Abbott
X 16. Da/per un'altra sfida: La morte non sa leggere di Ruth Rendell
X 17, Del tuo genere favorito: Ora dormono: Storia vera e immaginaria dei miei antenati tedeschi di Alessio Cremonini
X 18. Di autore già letto: The Every di Dave Eggers
X 19. Atmosfera anni '80-'90: Sotto il sole di mezzanotte di Keigo Higashino
X 20. Finalmente ho letto (NARRATIVA): La luna e i falò di Cesare Pavese
X 21. Finalmente ho letto (NON NARRATIVA): Omero nel Baltico. Le origini nordiche dell'Odissea e dell'Iliade di Felice Vinci
X 22. Fuori dalla tua zona di comfort: Chronicles. Volume 1 di Bob Dylan
X 23. Già in possesso all'1/1/23: Homo Deus: Breve storia del futuro di Yuval Noah Harari
X 24. Lettura mancata nel 2022: Helter Skelter. Storia del caso Charles Manson di Vincent Bugliosi
X 25. No, non avevo mai letto...: Colazione da Tiffany di Truman Capote
X 26. Non in possesso all'1/1/23: Ipazia. La vera storia di Silvia Ronchey
X 27. Piacerebbe a Mercoledì Addams: Dove porta il fiume di James Dickey
X 28. Punk/irriverente: Comma 22 di Joseph Heller
X 29. Scelto da catalogo di casa editrice: Il tesoro greco di Irving Stone
X 30. In lingua originale: Al di qua del fiume di Alessandra Selmi
X 31. Scelto per le illustrazioni: Le buone maniere di Daniel Cuello
X 32. Scritto sotto pseudonimo: Maledetti da Dio di Sven Hassel
X 33. Tradotto da (NON INGLESE): La notte prima di Natale di Nikolai Gogol
X 34. Uscito nel 2023: Spare: Il minore del Prince Harry
X 35. Storia di formazione: Uomo invisibile di Ralph Ellison
X 36. Volume unico: Arsene Lupin vs. Sherlock Holmes: 'The Blonde Lady' & 'The Jewish Lamp'. di Maurice Leblanc


message 2: by Stefano (new)

Stefano Per il target 35 ho letto Uomo invisibile di Ralph Ellison.
La storia di formazione di un giovane uomo di colore negli Stati Uniti post-segregazione che si scontra con la dura realtà per la quale la segregazione non è mai finita e, sopratutto, non sembra tanto vicina alla conclusione. Questo lo spoglia di tutte le illusioni sul concetto di razza che gli sono state alternativamente inculcate, fino a renderlo l'uomo invisibile del titolo.


message 3: by Stefano (new)

Stefano Per il target 28 ho letto Comma 22 di Joseph Heller.
L'autore in modo irriverente e burlesco ironizza sull'insensatezza della guerra e della burocrazia militare, tanto che la stessa espressione "Paradosso del Comma 22" è arrivata nel gergo corrente anglosassone a definire proprio un circolo vizioso per il quale, grazie a motivi logici nascosti ed insensati, un'apparente possibilità di scelta è in realtà ridotta ad un'unica strada percorribile.


message 4: by Stefano (new)

Stefano Per il target 14 ho letto Il cerchio di Dave Eggers, che avevo puntato parecchio tempo fa dopo aver visto il film omonimo.
Pur senza particolari picchi narrativi, devo ammettere che si fa leggere tutto d'un fiato.
L'ho approcciato per curiosità dopo aver visto il film, e ci ho anche guadagnato un piacevole colpo di scena finale.
I personaggi sono ben delineati, anche se parecchio unidimensionali, e la protagonista è uno dei caratteri più odiosi capitatimi di incontrare in un libro (e far odiare un personaggio in leggeratura è una vittoria tanto quanto farne amare uno).
Non entro particolarmente nel merito della condivisibilità del contenuto. L'inquietudine che vuole veicolare l'autore è palpabile in ogni pagina e sicuramente spinge a riflettere chiunque viva in un mondo come il nostro, nel bene o nel male. Personalmente ritengo importante non perdere di vista la linea che divide privato da pubblico, la quale può essere individualmente anche spostata in favore di maggiore sicurezza o altro, ma credo non debba mai essere eliminata.
Proprio come trovo sexy un pò di mistero in una donna e sana una chiara percezione della propria privacy, ritengo che chiunque impari a gestire la propria interiortià anche privatamente si arricchisca di qualcosa come individuo. E solo chi si migliora come persona può pensare di essere migliore nel rapporto con gli altri, arricchendo tutti.


message 5: by Stefano (new)

Stefano Per il target 18 ho letto The Every di Dave Eggers, del quale avevo già letto Il cerchio.
Piacevole ma non molto altro.
Come sequel di Il cerchio, l'ho trovato molto meno raffinato e sottile del predecessore. Quelle che rappresentano le abnormità di una società dominata da un'azienda privata, assetata di profitti e della privacy delle persone, qui sono presentate in modo troppo esplicito per suscitare le riflessioni che il volume precedente risvegliava. Non c'è ambiguità nella narrazione e questo, secondo me, toglie molto appeal al romanzo.
Per un momento ho sperato che il finale riservasse un colpo di scena definitivo, di quelli che ti fanno rivalutare il romanzo complessivo. Invece la chiave di lettura si è rivelata essere quella che ci si apettava da pagina dieci in avanti.
Resta comunque la possibilità di soffermarsi su alcuni argomenti legati alla direzione del mondo moderno, e tutto sommato la lettura è rilassante.


message 6: by Stefano (new)

Stefano Per il target 12.1 ho letto La caduta di un uomo. Indagine sulla morte di Alan Turing di David Lagercrantz.
Ne sono rimasto onestamente un pò deluso.
Non tanto per la qualità della narrativa, che in realtà è ben rifinita, ma per la frustrazione che ha ricevuto la mi aspettativa pre-lettura.
La storia di Turing e di Bletchley Park è intrigante e non ha bisogno di nessun ritocco per essere una perfetta spy story, con risvolti umani unici. E da un romanzo che si intitola "Indagine sulla morte di Alan Turing" mi sarei aspettato proprio questo, un'indiagine. Invece il romanzo è la storia del detective che si trova ad affrontare le ricerche per la morte di Alan, che di per sé non hanno gran colpi di scena, se non quelli appunto legati alle vicende del detective Corell.
Mi è parso una gran occasione persa per confezionare un romanzo al cardiopalma e al contempo profondo e toccante.
Se non sapete niente della storia di Turing, ne consiglio la lettura per capire con un romanzo dilettevole se possiate avere interesse a saperne qualcosa di più. Se invece avete già un'infarinatura, non aspettatevi niente di particolarmente approfondito, rivelatore o investigativo, perché non lo troverete e rimarrete a bocca asciutta.


message 7: by Stefano (new)

Stefano Per il target 11.1 ho letto Coraline di Neil Gaiman, con 619.727 recensioni.
Un romanzo breve per giovanissimi con una punta horror, giusto quanto basta.
Il messaggio centrale del libro è che coraggioso non è chi non abbia paura, ma chi riesca a combatterla. E credo sia un messaggio prezioso per i più giovani, considerato che nella vita di cose paurose ce ne sono fin troppe.
Un piccolo gioiellino dai risvolti inaspettati.


message 8: by Stefano (new)

Stefano Per il target 19 ho letto Sotto il sole di mezzanotte di Keigo Higashino, ambientato negli anni '80 e '90. Un romanzo in cui i personaggi usano comunemente le cabine telefoniche, ci si stupisce del successo di un nuovo videogioco, Super Mario Bros, e i cabinati spopolano nei locali di intrattenimento.
Un thriller investigativo di tutto rispetto.
La trama è complicata al punto giusto, ma non tanto da non riuscire, con la giusta dose di attenzione, a cogliere i particolari che durante il romanzo riescono a far intuire lo svolgimento dell'intrigo. Il finale, con la risoluzione da parte del detective di turno, arriva a coronare o stroncare le congetture del lettore.
Credo che ogni buon romanzo di investigazione dovrebbe essere così: non di impossibile deduzione da parte del lettore, ma nemmeno evidentemente auto-risolto.
L'unica pecca per un lettore occidentale (o almeno per me è stato così) è che in un romanzo così lungo e ricco di personaggi, i nomi giapponesi rendono difficile identificare immediatamente un personaggio che, magari dopo centocinquata pagine di latitanza, ritorna sulla scena. Onestamente a volta non capivo neanche se si trattasse di un uomo o una donna, finché non si usavano degli aggettivi differenzianti. Fortunatamente l'esperienza dell'autore torna in aiuto e, solitamente in pochi capoversi, ogni personaggio che riappare viene esplicitamente ricollegato al filone di trama o alle vicende che lo avevano visto attore.


message 9: by Stefano (new)

Stefano Per il taget 31 ho letto la graphic novel Le buone maniere di Daniel Cuello.
Dopo i vivaci quadri di Sandman, è stato un bel relax.
Divertente e irriverente in alcune sue sfumature, con un tratto piacevole.
Mi sono trovato bene con linee perlopiù morbide e colori tenui a fare da contraltare a temi forti e incisivi. Anche l'atmosfera leggera degli stereotipi da ufficio credo che si abbini bene all'idea generale della narrazione, come ad intendere che il male ha le sue radici anche nella banalità più letterale.


message 10: by Stefano (new)

Stefano Per il target 16 ho letto La morte non sa leggere di Ruth Rendell, che ho usato anche per un'altra sfida di un altro gruppo, dove era richiesto che l'autore avesse la stessa iniziale per nome e cognome.
Un libro ben scritto con molte riflessioni, ma forse una sola morale.
Tratta di crudeltà, che a volte non ha bisogno nemmeno di un terreno troppo fertile per sbocciare, e di istruzione, che non salva e non redime. Quello che per qualcuno può essere una piccolezza da nulla, per altri può invece rappresentare una macchia indelebile di vergogna e risentimento, e giudicarlo non ci aiuterà a sopportarne gli eventuali sviluppi.
Eppure, in definitiva, mi è sembrato che l'unico messaggio sotteso a tutto il romanzo sia che basta un soffio, un colpo di fortuna o una serie di sfortunati eventi, a cambiare il corso delle nostre vite irrimediabilmente in un senso o nell'altro. E che quel soffio, la maggior parte delle volte, non lo sentiamo arrivare, né ci accorgiamo che è passato e cosa abbaimo schivato e, se anche lo notassimo, non potremmo prevederne gli sviluppi.


message 11: by Stefano (new)

Stefano Per il target 20 ho letto La luna e i falò di Cesare Pavese, che non avevo mai letto nonostante abbia divorato gli altri romanzi di quella generazione di scrittori.
La scrittura di Pavese è sempre semplice e, allo stesso tempo, fortemente evocativa. Quasi come se lanciasse il lettore verso il mondo aperto dal romanzo, ma lasciasse a lui l'onere di arredare quel mondo.
Sono convinto sia una tappa fondamentale nelle letture legate ai tempi della seconda guerra mondiale, per quanto sia breve e tocchi gli eventi bellici solo come echi lontani. Tratteggia però il trascorrere del tempo - e, in parte, l'emotività - di tutta quella folla grigia che non si è schierata su nessun fronte durante la guerra (partigiani, fascisti o repubblicani), cercando di proteggere e traghettare vite e averi oltre la tempesta in corso. Quella maggioranza che è scesa a compromessi per salvare se stessi e i propri cari, che ha fuggito il pericolo come poteva, a volte allontanandosi da tutto con l'emigrazione, e che credo rappresenti la maggioranza di chi ce l'ha fatta.


message 12: by Stefano (new)

Stefano Per il target 2.1 ho letto Il cigno nero: Come l'improbabile governa la nostra vita di Nassim Nicholas Taleb. Non ero partito con la lettura pensando a questo abbinamento, ma l'arroganza dell'autore mi ha fatto quasi mollare il saggio, quindi se lo merita.
L'idea di fondo è interessante e anche, in alcuni casi, condivisibile. Anche solo concettualmente, l'idea che l'impatto dell'imprevedibile sia maggiore di quanto siamo pronti ad affrontare è chiara e con implicazioni ramificate.
Inoltre trovo di ispirazione l'idea che, anche nella quotidianità, sia spesso più importante (o almeno egualmente importante) essere preparati al più possibile di eventualità (sopratutto se potenzialmente distruttive) piuttosto che cercare di prevedere e di costruire un unico obiettivo statisticamente più probabile.
Detto questo, le note dolenti. Personalmente ho trovato la "narrativa" davvero egocentrica, tanto da rendere in alcuni casi antipatica la lettura. Capisco che l'autore creda fortemente nella sua idea e che abbia trovato diffidenza nell'ambiente scientifico, ma quando si legge ogni dieci righe un'invettiva contro economisti, giornalisti, scienziati che non abbiano il suo stesso orientamento ideologico, filosofi ed in generale chiunque non manifesti entusiasmo immediato nei confronti dell'empirismo di Taleb, la lettura inevitabilmente si appesantisce. Dare apertamente degli stupidi a studiosi che hanno contribuito al nostro mondo infinitamente più dell'autore e screditare il premio Nobel e chiunque ne abbia ricevuto uno senza incorporare il pensietro dell'autore, e farlo in continuazione, lo trovo ai limiti del tentativo di lavaggio del cervello.
L'idea che il suo successo e la sua intelligenza rendano Taleb, insieme a chi la pensa come lui, uno dei pochi pensatori degni di nota è come minimo discutibile. Se poi per avvalorare questa ipotesi si utilizzano una serie di esempi che calzano a pennello su quanto si vuole dimostrare, tralasciandone o minimizzando altri contrari, allora credo che si cada nel bias di conferma che tanto fa inorridire Taleb stesso. Inoltre, per quel poco che vale, senza tutte queste ironie forzate e senza le continue ripetizioni il libro sarebbe stato lungo meno della metà, alla faccia degli economisti che pensano solo al profitto.


message 13: by Stefano (new)

Stefano Per il target 32 ho letto Maledetti da Dio di Sven Hassel, pseudonimo di Willy Arberg, nato Børge Willy Redsted Pedersen.
La narrazione non ha particolari picchi, ma anche solo per il tema narrato e i contenuti merita una mezza stella in più.
Non ero al corrente dei reparti di disciplina nell'esercito germanico durante la seconda guerra mondiale, i battaglioni dei cosiddetti "maledetti da Dio", ma la cosa non mi stupisce, sopratutto considerato che, in particolare nella parte finale della guerra, venivano reclutati bambini e anziani indiscriminatamente e senza un minimo di addestramento.
Un'altra delle prove che mostrano come per il regime nazista le persone non fossero altro che strumenti per un fine, già tristemente evidente coi campi di concentramento. Le vicende sono a dir poco rocambolesche e, in alcune occasioni, al limite del fiabesco per quanto inverosimili. Eppure credo sia ormai tristemente noto che, nell'abominevole bolgia della guerra totale, anche le azioni più incredibili potrebbero aver visto la luce, almeno una volta.
Val la pena di essere letto anche solo per le esperienze di comunità che l'autore mette in narrazione, coi compagni di battaglia e coi civili, tra perdite, tragedie e sprazzi di umanità nei luoghi più inaspettati che, per quanto già incontrati in altri contesti narrativi, credo valgano sicuramente una lettura in più.


message 14: by Stefano (new)

Stefano Per il target 10.1 ho letto La trama della vita. La scienza della longevità e la cura dell'incurabile tra ricerca e false promesse di Giulio Cossu, che al momento ha 14 recensioni su Goodreads.
Ho trovato la tematica abbastanza interessante e la narrazione sufficientemente scorrevole da non appesantire il discorso, pur non tralasciando digressioni specialistiche.
L'autore si concentra in particolare (purtroppo, ma comprensibilmente) sul campo di ricerca della sua esperienza, con specifico riferimento alla distrofia di Duchenne. Tuttavia il discorso è abbastanza ampio da dare una panoramica chiara e complessiva sui prograssi e sullo stato della medicina rigenerativa in Italia e nel mondo. Sono molto interessanti anche le prospettive future, dove le possibilità di cura potrebbero essere enormemente ampliate, e la vita di migliaia di persone restitituita a uno status accettabile, se si investisse in quegli ambiti di ricerca.
Come anche in tutti gli altri settori pionieristici, purtroppo, ciarlatani ed eccessivo orientamente al profitto sono alcuni dei nemici da affrontare.
Lo consiglio a chiunque voglia farsi un'idea più chiara e libera da ambiguità e dietrologismi sull'argomento.


message 15: by Stefano (new)

Stefano Per il target 24 ho letto Helter Skelter. Storia del caso Charles Manson di Vincent Bugliosi, che avrei voluto leggere nel 2022 dopo aver visto il film aggiunto su Netflix, salvo poi rimandarne la lettura.
Una vicenda che ha dell'incredibile, raccontata in modo coinvolgente da uno dei protagonisti.
Fa rabbrividire il pensiero di persone tanto disturbate e che, per una serie di convergenze causali, si sono trovate a condividere un lucido sogno di una follia talmente estrema da risultare quasi disturbante. E tutto questo senza contare gli omicidi in sè, che già da soli sono abominevoli sotto tutti i punti di vista, dai moventi alle modalità.
È un libro che solleva moltissime riflessioni: quanto il disagio psicologico di persone che hanno avuto un'infanzia travagliata possa incidere sulle loro scelte future; quanto la mancanza si strutture sociali spinga alcuni individui ad identificarne altre estreme; quanto la capacità di persuasione di una persona può avere la meglio sul libero arbitrio dei seguaci; quanta, infine, sia la possibilità di redenzione di persone che compiono crimini tanto abominevoli, e quanto coscienze tanto abbrutite possano/debbano essere recuperate.
Senza dimenticare la questione giudiziaria, anch'essa paradossale in alcune espressioni, e la definizione della pena. Quale è la giusta punizione per un crimine di questa portata?


message 16: by Stefano (new)

Stefano Per il target 26 ho letto Ipazia. La vera storia di Silvia Ronchey, in possesso dall'aprile 2023.
Il personaggio di Ipazia è sicuramente affascinante, una specie di Marie Curie del quinto secolo dopo Cristo. Indipendente in un periodo in cui l'indipendenza delle donne era quantomeno malvista; colta e rispettata quando l'accesso all'istruzione femminile era difficoltoso e dimostrare ripetto a una donna era visto come avvilente; arrogante al punto giusto e irriverente, in un contesto culturale dove la pericolosità di questo comportamento era concreta. Sicuramente non dev'essere stato un carattere facile da frequentare, ma il prezzo pagato che per questa indipendenza (seppur derivato anche da altre questioni più meramente politiche) è sicuramente stato troppo salato e resterà una delle macchie della cristianità delle origini.
Il saggio in sé non mi è tuttavia piaciuto troppo. La figura di Ipazia viene trattata brevemente nelle pagine iniziali e, in seguito, solo negli ultimi capitoli. Tutto il resto tratta del contesto culturale del periodo in cui Ipazia ha operato. Il che non è di per sé un difetto, considerato che della filosofa si hanno relativamente poche indicazioni tramandate, e di certo non sufficienti e crearne una descrizione più che abbozzata e affascinante. Tuttavia le ripetizioni sono veramente moltissime, come anche le insistenze su alcuni temi (il carattere del vescovo Cirillo, per citarne uno), che diventano sicuramente ridondanti dopo l'ennesima ripresentazione della stessa questione da un'angolazione leggermente diversa, sopratutto se si tratta di osservazioni non così complesse da non essere perfettamente chiare già al primo passaggio.


message 17: by Stefano (last edited May 02, 2023 05:49AM) (new)

Stefano Per il target 21 ho letto Omero nel Baltico. Le origini nordiche dell'Odissea e dell'Iliade di Felice Vinci, che volevo leggere dai tempi del liceo sull'onda della fascinazione per i poemi omerici.
Se siete interessati alla mitologia classica, vi consiglio senz'altro la lettura di questo saggio.
È estremamente affascinante vedere come l'autore sia riuscito a scovare tutta una serie di indizi per delineare un percorso che trasporti le vicende dei poemi omerici nelle regioni del Baltico. Riferienti topografici e geografici curiosissimi, assonanze evocative e tutta una serie di ragionamenti (di per se stessi non balzani) storici, climatici e antropologici portano Achille, Odisseo e compagnia bella nel Mare del Nord, facendo quindi derivare la civiltà micenea e, di consuenza, anche parte del nostro mondo occidentale da una migrazione di popoli dal nord dell'Europa fino in Grecia.
Se dovessi però fare un discorso di merito sul contenuto, non soffermandomi sulla pura teorizzazione ma presentandolo come "cosa certa" (come per altro fa l'autore), mi pare che l'esposizione soffra di un forte bias di conferma, nella misura in cui l'autore, sicuramente volontariamente, ignora tutta una serie di studi, approfondimenti e ricerche che invece confutano, o quantomeno rivalutano, le possibilità di una simile teoria, basandosi anch'essi su ricerche e studi antropologici e archeologici spesso consolidati e condivisi.
Non ne faccio una questione di veridicità, perché spesso la storia ci ha abituati a capovolgimenti di prospettiva anche radicali, ma forse l'entusiasmo dell'esposizione, per quanto affascinante, ha offuscato parzialmente l'imparzialità dello studioso.


message 18: by Stefano (new)

Stefano Per il target 29 ho letto Il tesoro greco di Irving Stone, scelto direttamente dal catalodo di Corbaccio dopo essermi appassionato al primo romanzo biografico di Stone incontrato (e averli quindi comprati tutti, mannaggia a me).
Come anche gli altri romanzi di Stone sulle vite di personaggi celebri, l'ho adorato.
L'approfondimento delle fonti è indiscutibile, ma mi immergo sopratutto nella compresione che sembra avere l'autore delle diverse psicologie dei personaggi trattati - tanto Schliemann e la moglie, quanto i personaggi di contorno -, i quali, proprio come ognuno di noi, alterna lati positivi ad aspetti profondamente antipatici.
La vita dello scopritore dei presunti resti della città di Troia e di altre località dell'epica greca classica non ha invece bisogno di abbellimenti di sorta. Movimentata, ricca di avvenimenti e di indiscusso successo, la parabola della vita di Scliemann lo ha portato dall'indigenza alla ricchezza, dalla solitudine al successo planetario, scontrandosi con i detrattori e con gli intoppi del quotidiano come farebbe uno schiacciasassi: senza fermarsi.
Non credo che nella vita Schliemann mi sarebbe risultato simpatico, sopratutto per quel tratto di boria e di profonda miopia con cui trattava tutte le sue idee. Eppure è indiscutibile che, molto spesso, queste idee difese fin quasi alla paranoia si siano rivelate (per quanto ancora discusse e messe in dubbio) in qualche modo corrette e abbiano coronato di successo praticamente tutte le imprese attuate da Schliemann, come uno di quei moderni imprenditori dal tocco d'oro tanto osannati.


message 19: by Stefano (last edited Jun 15, 2023 01:19AM) (new)

Stefano Per il target 27 ho letto Dove porta il fiume di James Dickey che, se avete visto il film Deliverance tratto dal romanzo, sarebbe sicuramente piaciuto a Mercoledì Addams.
Una storia inquietante di disagio, tortura e morte, ma anche di rivalsa e forza morale.
La foresta e il fiume sono luoghi idilliaci ma che possono trasformarsi rapidamente in veri e propri inferni grazie ad una progressione della trama ben fatta e a un ritmo incalzante.
Ho apprezzato molto anche lo stile di narrazione, nel quale ho ritrovato un fondo di verità, che si presenta a tratti onirico, quasi lirico, rispecchiando la confusione del personaggio narrante il quale, in alcuni momenti, complici gli orrori vissuti e la debilitazione fisica, disperde compeltamente la propria attenzione in divesi focus contemporaneamente. Proprio come un fiume si divide in diversi flussi lungo le rapide.
Inevitabile, poi, immedesimarsi in quelle pagine arrivando a chiedersi se noi, in una situazione simile, avremmo avuto il coraggio (o la follia, secondo i punti di vista) di agire nello stesos modo.


message 20: by Stefano (new)

Stefano Per il target 22 ho letto Chronicles. Volume 1 di Bob Dylan. Premetto che non leggo mai biografie di musicisti e che non sono un fan di Dylan o della sua musica in generale, quindi la mia zona di comfort letteraria è decisamente un'altra.
L'inizio della carriera di Bob Dylan, per come rappresentato in queste pagine, è sicuramente affasciante. Non mi trovo invece a mio agio con lo stile di scrittura.
Non che sia particolarmente scritto male o zeppo di chissà quali errori, ma inevitabilmente l'autore ha portato "il cantante" all'interno de "lo scrittore", coi un risultato altalenante.
Probabilmente per i fan di Dylan è un capolavoro evocativo e familiare, dove il godimento dello stile amato può essere prolungato oltre la lunghezza di un disco. Per il me profano, invece, alcuni lunghi brani avevano tutte le caratteristiche delle supercazzole più riuscite: discorsi involuti e infiniti, farciti di metafore oscure e rimandi misteriosi a eventi di non facile collegamento, con il risultato di rendere la lettura scorrevole ma di difficile comprensione, e brani di questo tipo un mero esercizio di stile o sfoggio di virtuosismo.
Insomma, mi è parso che quello che rende una canzone di quattro minuti godibile, ricca di interpretazione personale e immedesimabile, rende un libro di 270 pagine spesso confusionario e ridondante.


message 21: by Stefano (new)

Stefano Per il target 25 ho letto Colazione da Tiffany di Truman Capote, un grande classico che fino ad oggi mi era sfuggito.
Truman Capote dimostra che con una scrittura rapida e una narrazione breve, pur con leggerezza e senza pretese, è possibile creare un gioiellino della letteratura.
I personaggi vengono creati tramite le loro azioni e, già dopo poche pagine, sembra di conoscerli e riconoscerne i pensieri. La vicenda, tra sorrisi e parti più drammatiche, è molto godibile dalla prima all'ultima pagina.


message 22: by Stefano (new)

Stefano Per il target 13 ho letto La storia infinita di Michael Ende.
Un piccolo gioiello della letteratura fantasy per ragazzi (e, credo, al un livello superiore, non solo per ragazzi).
L'idea che il regno della fantasia (Fantàsia) sia un luogo fisico nato e sostenuto dai desideri degli esseri umani che lo visitano è molto affascinante. Il fatto che il regno sia raggiungibile da alcuni ingressi, tutti legati al mondo della fantasia, è ancora più intrigante, sopratutto per un giovane che trova proprio nei libri una via di fuga dalla realtà. Se poi il libro parla di te - proprio di te! - e la storia è una bomba di avvenimenti entusiasmanti, allora il cerchio è completo.
Però poi, per quanto sia bello sfuggire al mondo nella fantasia, al mondo bisogna tornare, ed anche in questo il romanzo dà un piccolo insegnamento, costruendo una interdipendenza tra quello che è reale e quello che è fantasia, due facce della stessa medaglia che si alimentano e si arricchiscono a vicenda.


message 23: by Stefano (new)

Stefano Per il target 34 ho letto Spare: Il minore del Prince Harry.
L'ho letto unicamente perché volevo saggiare (di nuovo) la capacità di ghostwriter di Moehringer, e non sono rimasto deluso. La scrittura è scorrevole, le connessioni tra gli eventi sono chiare e l'incedere è anche brillante, senza tuttavia indorare la pillola sul carattere dell'oggetto dell'autobigrafia.
Per questo le stelline sono due invece che una.
Continuo invece a non spiegarmi una biografia di questo tipo nel modo in cui è presentata, dal punto di vista del protagonista. A meno che il Principe Harry non l'abbia riletta prima della pubblicazione. Dico questo perché la sua personalità (un plauso alla sincerità, in questo caso) emerge veramente come quella di un ragazzo lagnoso e leggermente dipendenta da alcolici e stupefacenti. Posso immaginare lo stress di essere sempre al centro dei riflettori, e credo di poter immaginare come in un giovane l'odio per questa situazione possa compromettere un carattere. Detto questo, vedo una miopia, onestamente inguistificabile in alcuni casi in un adulto, che rasenta la malafede tutte le volte in cui Harry debba attribuire una responsabilità peronale a se stesso.
Credo che il giusto e lo sbagliato siano spesso abbastanza netti, ma il torto e la ragione difficilmente hanno contorni così poco sfumati da riuscire ad attribuire solo torto a qualcuno e solo ragione a un altro.
Quando poi a se stessi si attribuisce solo la ragione, o un torto pienamente giustificato, allora si sfida anche la statistica. Mi vesto da nazista? - non mi hanno educato abbastanza da consocere la storia che stavo insultando. Metto le mani addosso a mio fratello da adulto? - lui sa come farmi irritare fino al limite. Urlo in faccia alla mia futura moglie in modo aggressivo? - ho avuto questo esempio da piccolo.
Capisco che abbia vissuto una tragedia terribile da molto giovane, con un carattere sensibile e in un contesto molto ansiogeno, ma il mondo è pieno di gente che ha vissuto tragedie, anche molto peggiori, che non ha potuto ripetutamente rilassare la mente in safari alcolici, vancanze o finesettimana da migliaia di sterline ed eventi patrocinati molto gratificanti a livello personale. Capisco che sia stressante non riuscire a stare in un posto di vacanza più di un mese prima che venga scoperto e assediato dalla stampa, ma c'è gente che in vacanza per un mese non ci va in tutta la vita.
Non voglio sopravvalutare o esagerare il privilegio di quel genere di vita, e nemmeno minimizzarne l'impatto emotivo tralasciando la componente di carattere personale. Credo però che, anche per rispetto alla gente comune, con disponibilità e possibilità comuni, se avesse voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di stampa e famiglia avrebbe anche potuto farlo in modo più dignitoso (anche se, capisco perfettamente, meno remunerativo).


message 24: by Stefano (new)

Stefano Per il target 30 ho letto Al di qua del fiume di Alessandra Selmi.
Sono un appassionato di romanzi storici e questo ne ha tutti i crismi.
Innanzitutto è ben scritto. La prosa è elegante e chiara, senza ragionarsi sopra o appesantirsi, ma permettendo al lettore di farsi una chiara idea di fatti e personaggi direttamente dalla giusta commistione tra descrizioni e dialoghi.
La storia dei Crespi e della nascita del villaggio operaio di Crespi d'Adda è coinvolgente. Fa impressione vedere come il mondo del lavoro sia evoluto sotto molti punti di vista ma anche involuto, se guardato da altra prospettiva.
Mi è piaciuto molto seguire le vicende dei personaggi, padroni e operai, lungo tutto l'arco narrativo, constatando in definitiva come nessuno fosse solo positivo o solo negativo, proprio come le persone che popolano le nostre vite di tutti i giorni.
I rimandi ai periodi storici attraversati in più di cinquant'anni, tra rivolte del pane, grande guerra, moti sindacali e periodo fascista, arricchiscono ulteriormente la narrazione dandole contesto e struttura.


message 25: by Stefano (new)

Stefano Per il target 15 ho letto Flatlandia di Edwin A. Abbott, consigliato da Sheldon Cooper in uno degli episodi di The Big Bang Theory.
Breve ma molto piacevole.
L'autore immagina gli esseri viventi come delle forme geometriche bidimensionali che vivono in un mondo bidimensionale, come potrebbero essere una membrana o un foglio, e che lì vedono relegati tutti i loro sensi. Tutto quello che possono percepire è solo una linea orizzontale, che grazie a numerosi stratagemmi possono scoprire come un quadrato, un cerchio o un esagono, tutti loro concittadini. Il tutto in una società fortemente stratificata e gerarchizzata.
Ma cosa succede se un mondo di questo tipo viene visitato da una sfera? Come si troveranno gli abitanti bidimensionali di Flatlandia a confrontarsi con un essere tridimensionale?
Oltre alla satira politica e sociale, è interessante ragionare sul modo in cui noi stessi potremmo percepire, o anche solo immaginare, quelle dimensioni, ulteriori a quelle che sperimentiamo ogni giorno, che sono ormai salite alla ribalta nelle concezioni più moderne di universo, come la teoria della relatività o la teoria delle stringhe.


message 26: by Stefano (new)

Stefano Per il target 4.1 ho letto L'amico ritrovato di Fred Uhlman.
Il racconto di un'amicizia inconsueta che diventa impossibile quanto la Storia, quella con la S maiuscola, intralcia il cammino dei due giovanissimi protagonisti.
Romantico e commovente, questo gioiellino riesce ad appassionare in poche pagine e lascia spazio anche per un finale inaspettato. La riflessione è d'obbligo su un periodo storico che, oltre a provocare sconvolgimenti globali, ha intaccato irreparabilmente anche milioni di piccole esistenze pacifiche.


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Stefano Per il target 7.1 ho letto Fumo e cenere di Abir Mukherjee, parte della serie del detective Sam Wyndham formata da 5 volumi.
Da fan della narrativa storica, non posso che essermi appassionato a questo giallo investigativo ambientato nella Calcutta del primo dopoguerra.
Il contesto storico è molto ben delineato, mentre le indagini e gli intrighi si incastrano perfettamente nelle vicende e nell'ambiente indiani, quello dell'impero britannico in disgregazione e dell'India travolta dalle proteste per l'indipendenza, con il futuro Edoardo VIII (al secolo solo Principe di Galles e lontano dall'abdicazione) in visita nella regione del Bengala.
Il romanzo di per sè ha tutto quello che da un giallo si potrebbe desiderare: un protagonista cinico ma onesto, come un moderno Sherlock Holmes con tanto di braccio destro indigeno; una città caotica, multiforme e labirintica; omicidi apparentemente inspiegabili, almeno fino alla conclusione nella quale tutte le trame convergono a chiudere la tela della narrazione.
Come unico piccolo neo, mi sarebbe piaciuto che fosse più ipotizzabile per il lettore arrivare ad una conclusione prima degli indizi definitivi a fine libro. Non che manchino assolutamente delle piccole briciole lasciate con noncuranza tra le pagine che, col senno di poi, potevano essere rivelatrici, ma sono soltanto abbozzate ed è un peccato per il godimento di un giallo d'indagine.


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Stefano Per il target 33 ho letto La notte prima di Natale di Nikolai Gogol.
Un racconto lungo divertente, in puro stile Gogol, con quel pizzico di satira sociale che non guasta mai.
In fondo, quando un diavolo ci mette lo zampino, ma qualcuno quello zampino lo sgambetta, non si può che farsi una bella risata. Aggiungete anziane ubiache, gente che viene rinchiusa in sacchi di carbone, altra gente che viene richiusa in sacchi di carbone già occupati, il tutto per nascondere maldestri tentativi di adulterio, non può che prefigurarsi una vigilia di Natale movimentata.
Una lettura leggera per farsi una risata, ma per il resto credo sia troppo anacronistica per apprezzarla a pieno.


message 29: by Stefano (new)

Stefano Per il target 1.1 ho letto Dieci piccoli indiani di Agatha Christie.
Trovo sempre piacevole leggere un giallo della Christie. Più leggo e più trovo che diventi raro trovare qualcosa di ben scritto, piano e scorrevole, che senza bisogno di circonvoluzioni allucinanti o colpi di segna a raffica riesca a coinvolgere il lettore.
Detto questo, ho apprezzato maggiormente altri lavori dell'autrice, dove gli indizi fossero disseminati con più maestria e, con un occhio attento, fosse possibile immaginarsi lo svolgimento dei fatti, come se il lettore indossasse effettivamente i panni del detective.
Anche il colpo di scena finale - immancabile - qui mi pare un pò sottotono, giustificato solo da se stesso nella trama e non rivelatore di tutta una serie di indizi precedenti, magari al momento insignificanti, ma che risulta molto gratificante poi ricollegare in serie.
Per gli amanti del giallo alla Poirot, inoltre, manca la figura forte di un personaggio che faccia da bandolo per l'intricata matassa del delitto.
Quando una scrittrice nel suo genere è una maestra, l'asticella inevitabilmente risulta molto alta.


message 30: by Stefano (new)

Stefano Per il target 9.1 ho letto Poirot e la strage degli innocenti di Agatha Christie, da cui è tratto il film appena uscito Assassinio a Venezia, terzo della trilogia con Poirot interpretato da Kenneth Branagh.
Questi sono i gialli che val la pena leggere.
Personalmente non l'ho trovato il lavoro migliore della Christie, ma questo non toglie nulla alla qualità generale della trama. Tutti gli indizi sono presenti nella narrazione e il lettore può, per la gran parte, farsi un'idea o intuire il finale del romanzo durante il suo svolgersi, come un vero detective.
Niente clamorosi coslpi di scena o trame aggrovigliate da far drizzare i capelli, ma solo un delitto e alcuni indizi, scoperti alla vecchia maniera con dialogo e intuizione.
Credo sia molto piacevole, per un lettore, poter ogni tanto sentirsi al centro delle indagini e in grado di "arrestare il colpevole" ma, anche quando questo non avviene e il delitto resta un mistero per il lettore fino alla spiegazione finale, è bello rendersi conto che tutti gli indizi erano lì, nero su bianco, e che con la giusta impostazione mentale avremmo potuto coglierli anche noi, senza fallo.
Se posso aggiungere solo un appunto, senza fare spoiler, in un paio di casi forse l'autrice ha insistito troppo su alcune caratteristiche di un paio di personaggi, tanto da instradare forse un pò troppo il lettore verso un dubbio che si poteva rivelare decisivo nella trama, togliendo un pò di pepe alla scoperta autonoma.
La figura di Poirot, invece, non si discute e resta uno dei grandi detective della letteratura.


message 31: by Stefano (new)

Stefano Per il target 36 ho letto Arsene Lupin vs. Sherlock Holmes: 'The Blonde Lady' & 'The Jewish Lamp'. di Maurice Leblanc.
Molto piacevole da leggere per un amante del romanzo giallo.
Questo volume raccoglie due avventure in cui il ladro gentiluomo Lupin si scontra con il miglior investigatore di sempre, Sherlock Holmes (con il nome leggermente modificato per esigente editoriali di diritti d'autore), in una lotta all'ultima deduzione ed a colpi di doppi-giochi fino all'epilogo finale.
Le personalità dei due personaggi non si discutono, sempre affascinanti (seppur con qualche licenza poetica nei confronti di Holmes), e perfettamente complementari in una storia di furti ed investigazioni.
Lo svolgimento della vicenda è a metà strata tra un giallo alla Poirot, dove tutti gli indizi sono sempre messi in tavola e sta al lettore dedurne il gran finale, e uno invece dove non sarebbe in alcun modo possibile per il lettore risolvere il mistero, se non tirando ad indovinare. Qui un lettore attento potrebbe, più che effettivamente capirlo, parzialmente dedurre il mistero e parzialmente ipotizzarlo, con una bella dose di soddisfazione.


message 32: by Stefano (new)

Stefano Per il target 23 ho letto Homo Deus: Breve storia del futuro di Yuval Noah Harari.
Un ottimo saggio. Ho dato tre stelline perché l'ho trovato un gradino inferiore al predecessore Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia dell'umanità, ma sempre una lettura molto positiva.
Le previsioni sul futuro dell'umanità sono per loro stessa natura molto aleatorie e, in alcuni casi, ho trovato che la personalità dell'autore emergesse un pò troppo tra una riga e l'altra. Eppure è molto affascinante provare a definire chi siamo e, di conseguenza, cosa potremo diventare in futuro.
Sempre, ovviamente, che non verremo superati e travolti da qualcosa che, magari, stiamo costruendo noi proprio oggi.


message 33: by Stefano (new)

Stefano Per il target 3.1 ho letto I vent'anni di Luz di Elsa Osorio.
Un romanzo come non ne leggevo da un po'. Consigliatissimo.
Se siete, come me, fan della narrativa storica, o comunque di quella narrativa che presenta una solidissima base storica, non potete farvi mancare questo gioiellino.
Il periodo è quello della dittatura militare in Argentina, concentrandosi sulle vicende dei desaparecidos. La ricerca delle sue origini porterà una giovane ragazza a dubitare di se stessa, per poi ritrovarsi insieme alla verità sulla sua vita.
Il tema è affascinante e in parte (sono certo) inedito per chi non si sia informato su quel periodo storico. La scrittura è piacevolissima, scorrevole che più scorrevole non si può, ed alterna punti di vista e persona narrante in modo che ogni personaggio abbia il suo punto di vista, per quanto rivoltante nel caso di alcuni personaggi, e la sua propria voce.


message 34: by Stefano (new)

Stefano Per il target 17 ho letto Ora dormono: Storia vera e immaginaria dei miei antenati tedeschi di Alessio Cremonini, romanzo storico (mio genere favorito) con spunto biografico.
Un bellissimo romanzo d'esordio.
La storia delle ascendenze tedesche dell'autore è a dir poco affascinante, per quanto tragica. Il tutto si svolge tra Germania e Italia a cavallo della Seconda Guerra Mondiale e tra le fila famigliari dell'autore si apre un modo fatto di tutte le contraddizioni dell'epoca, dove sfilano nella stessa foto di famiglia anti-nazisti, convinti fedeli a Hitler e semplici imboscati e conniventi per paura, facendo di questa storia la cartina tornasole di quello che significava vivere in quell'epoca.
Per un ragazzo come me appassionato di biografie e di romanzi storici, affascinato dai cimeli e dalle storie di famiglia ma pronipote di generazioni di braccianti di paese, un'ascendenza vissuta nell'occhio del ciclone della storia è romanzesca. Per quanto la scoperta di essere nipote anche di collaborazionisti e parente di nazisti delle prime file sarebbe un miserabile premio per una ricerca così puntuale della propria storia famigliare.
Sulla scrittura c'è poco di approfondire. Cinematografica e coinvolgente, credo sia il pefetto contraltare per una vicenda come quella narrata.


message 35: by Stefano (new)

Stefano Per il target 6.1 ho letto La vita immortale di Henrietta Lacks di Rebecca Skloot, nell'edizione Adelphi 2011.
Un saggio monografico e reportistico interessante e ben scritto, frutto di una sicuramente molto approfondita ricerca, encomiabile se si immaginano (e si leggono) le condizioni in cui è stata realizzata.
La storia di Henrietta Lacks è speciale sotto molti punti di vista.
Innanzitutto la componente scientifica, quantomeno curiosa se si pensa alla mole di proliferazione e agli utilizzi del materiale biologico prelevato da Henrietta. Ma anche, e forse sopratutto, per la dimensione morale ed etica della vicenda. Il fatto che le sue cellule le siano state sottratte senza consenso e che siano valse da un lato miliardi di dollari per le compagnie farmaceutiche e dall'altro progressi scientifici unici per i centri medici ha dell'incredibile, se si pensa che la famiglia Lacks per generazioni a malapena riusciva a mettere insieme il pranzo con la cena (tralasciando poi che si trattasse di una famiglia afroamericana negli anni Cinquanta, quindi non esattamente in un'epoca progressista sui diritti civili). E lo sbigottimento diventa ancora più marcato quando si apprende che fino almeno al 2009 (anno di pubblicazione del libro) la stragrande maggioranza di chi ha subito un intervento o un check-up con asportazione di tessuto ha visto le sue cellule finire in qualche frigorifero a disposizione di scienziati e aziende farmaceutiche.
Da un lato queste cellule, senza che i donatori fossero al corrente, hanno reso letteralmente miliardario qualcuno (ma non i donatori), e dall'altro questa pratica ha portato allo sviluppo di vaccini, di medicine e di procedure terapeutiche che magari noi stessi o qualche nostro caro ha sperimentato con beneficio. Quindi il dilemma etico è evidente: sacrificare privacy e consenso informato per salvare delle vite, o sacrificare potenzialmente moltissime vite per un'etica medica più trasparente (ma lenta)?
Forse non c'è caso migliore di questo per dirlo: ai posteri l'ardua sentenza.


message 36: by Stefano (new)

Stefano Per il target 8.1 ho letto I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni.
Un bellissimo esordio.
La scrittura è delicata nella sua fluidità ma anche dura e aspra per i contenuti e le scelte lessicali.
La storia potrebbe essere intesa come una favola, con gli animali umanizzati come protagonisti. Eppure sono animali ben consci delle loro pulsioni animalesche, la qual cosa crea un dualismo teso tra lettura e immaginazione che credo sia il fulcro del magnetismo del libro.
Eppure non credo ci sia una vera e propria morale, ma un qualche tipo di percorso formativo del protagonista che avvicina il tutto più a una fiaba, seppur anche questo vestito stia stretto e il dubbio esistenziale faccia da padrone alla vicenda.
Un dubbio esistenziale, quello che accompagna la faina protagonista delle vicende, che lo porta a conoscere l'umanità in una volpe, di conseguenza a percepire la propria esistenza animale e, infine, a riconoscere forse un pò di quella umanità in se stesso. Perché credo che alla fine il messaggio sia proprio questo: quello che ci rende umani è un diritto di nascita o una serie di sensazioni e pensieri? E ancora: quanto siamo meno umani se, qualche volta, ci ricordiamo che in fondo anche noi siamo nient'altro che animali?


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