pianobi: Lettere da Vecchi e Nuovi Continenti discussion
I GdL del pianobi
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gdl Digressione - 7a tappa
Tittirossa wrote: "o forse è il contrario, giusto. Griffi ha intercettato il fenomeno, gli ha dato un nome, un contesto, e lo ha reso "accettabile")."
Questo direi di sì, mi pare proprio che il nodo sia aver reso, più che accettabile, scoperto quello che nell nostra realtà è strisciante (sempre meno strisciane e sempre più scoperto però).
Tittirossa wrote: "e quindi scrive tanto."
Qui però non capisco quale sia il nesso causa-effetto.
Io comunque ho apprena iniziato questa tappa e continua a piacermi moltissimo. Continuo anche a commentare quando riesco, anche quando ero influenzato come la settimana scorsa.
Forse il numero minore di commentanti rispetto a FdM è dato anche dalla maggiore dispersione: quello era più breve e si andava allo stesso ritmo, questo ci sta facendo andare a velocità molto diverse.
Questo direi di sì, mi pare proprio che il nodo sia aver reso, più che accettabile, scoperto quello che nell nostra realtà è strisciante (sempre meno strisciane e sempre più scoperto però).
Tittirossa wrote: "e quindi scrive tanto."
Qui però non capisco quale sia il nesso causa-effetto.
Io comunque ho apprena iniziato questa tappa e continua a piacermi moltissimo. Continuo anche a commentare quando riesco, anche quando ero influenzato come la settimana scorsa.
Forse il numero minore di commentanti rispetto a FdM è dato anche dalla maggiore dispersione: quello era più breve e si andava allo stesso ritmo, questo ci sta facendo andare a velocità molto diverse.
non so bene perchè, a me suscita pochissimi commenti, al di là del fatto che sia rimasta indietro di una tappa.e questo nonostante mi stia piacendo molto.
comunque grande Griffi, sono convinta che si sia divertito a scrivere questo libro almeno quanto noi a leggerlo. forse di più.
Catoblepa wrote: "Tittirossa wrote: "o forse è il contrario, giusto. Griffi ha intercettato il fenomeno, gli ha dato un nome, un contesto, e lo ha reso "accettabile").."
refuso, il costrutto iniziale era:
quello che frega Griffi è la sua incredibile - veramente fantasmagorica - capacità di scrittura. Griffi scrive bene,
e quindi scrive tanto
poi pure io digredisco :-)
refuso, il costrutto iniziale era:
quello che frega Griffi è la sua incredibile - veramente fantasmagorica - capacità di scrittura. Griffi scrive bene,
e quindi scrive tanto
poi pure io digredisco :-)
Dirò una cosa che potrebbe fare spoiler ma posso farlo perché riguarda la tappa precedente A me continua a piacere moltissimo, anzi è uno dei migliori libri che ho letto negli ultimi dieci anni, come si passi da situazioni grottesche, amaramente comiche, a capitoli di una umanità struggente una delle ultime l'incontro di Arturo nella RSA con Tilde, a descrizioni di situazioni che abbiamo visto conosciuto decine di volte come quella dell'alluvione del Tanaro, a cui Griffi da un taglio unico "spalare il fango per ridare ordine al mondo per ristabilire un confine tra il regno del fiume e il regno della terra" e quella pentola a pressione che esce dal fango, vale più di tante interviste a possibili sfollati.
Anche l'episodio della madre di Arturo, Griffi avrebbe potuto farci una narrazione strappalacrime farsi prendere la mano e invece il punto di vista di Arturo è totalmente assente, c'e solo il punto di vista di lei che sta morendo la vita che si srotola all'indietro come pare accade in punto di morte quando rivedi tutto come un film concentrato in pochi istanti:
"Mentre morivo ho pensato a chi avrebbe cucinato la cena a Arturo quella sera, e poi ho smesso di morire e sono morta."
Riguardo la superfetazione di Griffi che effettivamente c'è ma lo ritengo un pregio, mi viene da paragonarlo a "Tehodorus" di Cartarescu anche lì c'era una sovrabbondanza di immagini (che sono anche la cifra stilistica dell'autore di Cartarescu intendo) di isterismo descrittivo ma secondo me era tutto davvero slegato, come una scheggia impazzita infatti un po' che dovevo restituire il libro in biblioteca un po' che mi sentivo oppressa avevo mollato il colpo.Griffi è diverso perché ha un'architettura in testa che a noi un po' sfugge, perché i lati del poligono sono davvero tanti da abbracciare con la mente e con la memoria, ma le digressioni non sono mai fini a se stesse ma coerenti con il progetto narrativo, lancia dei fili saldi che legano i capitoli ed è modernissimo anzi direi futuribile siamo già nel 2027...che manco Orwell...
Causa settimane da incubo non sono riuscita a starvi dietro. Avendolo letto questa estate speravo di seguirvi con le mie note, ma il kobo e le pagine cartacee non corrispondono. Io ad un certo punto ho cominciato a segnarmi i capitoli dove lo avrei baciato, e quelli in cui lo avrei mandato a... e mi sarebbe piaciuto confrontarmi. provate a dirmi come si chiama qualcuno dei capitoli della tappa, che provo a orientarmi. Grazzzzie.
Gattalucy wrote: "Causa settimane da incubo non sono riuscita a starvi dietro. Avendolo letto questa estate speravo di seguirvi con le mie note, ma il kobo e le pagine cartacee non corrispondono. Io ad un certo punt..."La tappa si apre con il capitolo 53 "Cartoline, o l'ultimo giorno a Villa Persefone prima di uscire a riveder le nubi (martedì 2 marzo 2027)"
Raggiunge dei picchi di fastidio indicibile. Forse è proprio un suo obiettivo. Poi stempera, torna indietro, cambia registro, riconciliandosi con noi.
grazie Evi. ci sono. siamo al capitolo di Tilde all'ospizio. è uno dei più belli e riusciti. uno di quelli che mi hanno commosso. ho sottolineato un sacco di frasi. bellissimo.
Paulusque wrote: "Raggiunge dei picchi di fastidio indicibile. Forse è proprio un suo obiettivo.
Poi stempera, torna indietro, cambia registro, riconciliandosi con noi."
a me non infastidisce la pagina/sezione/capitolo in sè. Cioè, la scrittura di Griffi non mi infastidisce mai in sè, ogni capitolo è un piccolo capolavoro. Ma è il senso generale, e l'economia interna.
Ad esempio, il capitolo delle parole da salvare, bellissimo. Una serie di enunciati perfettamente incastrati gli uni negli altri, con un sottofondo etico ma non moralistico (la libertà è bella e importante, e la vita vale la pena di essere vissuta a prescindere). Ma sono credibili - per come vengono enunciati - in bocca a quei personaggi? cosa nella costruzione del personaggio giustifica quegli enunciati? cosa nella costruzione del testo porta a quel capitolo?
Il capitolo successivo, quello del tasso, è uno dei più belli. Con una capacità ellittica di narrare un mondo - e un modo - di sentimenti, emozioni - che lascia ammirati. Ma (c'è sempre un ma :-) ) a me sembra un altro "bel" capitolo, una prova di stile. Superata nel capitolo in sè, non so se nell'economia generale del libro. I rimandi al resto ci sono, le mollichine di pane anche, basteranno a tenere il tutto insieme? boh, vediamo alla fine (ho ingranato il turbo, non credo di riuscire a centellinare le prossime 2,5 tappe :-)
Poi stempera, torna indietro, cambia registro, riconciliandosi con noi."
a me non infastidisce la pagina/sezione/capitolo in sè. Cioè, la scrittura di Griffi non mi infastidisce mai in sè, ogni capitolo è un piccolo capolavoro. Ma è il senso generale, e l'economia interna.
Ad esempio, il capitolo delle parole da salvare, bellissimo. Una serie di enunciati perfettamente incastrati gli uni negli altri, con un sottofondo etico ma non moralistico (la libertà è bella e importante, e la vita vale la pena di essere vissuta a prescindere). Ma sono credibili - per come vengono enunciati - in bocca a quei personaggi? cosa nella costruzione del personaggio giustifica quegli enunciati? cosa nella costruzione del testo porta a quel capitolo?
Il capitolo successivo, quello del tasso, è uno dei più belli. Con una capacità ellittica di narrare un mondo - e un modo - di sentimenti, emozioni - che lascia ammirati. Ma (c'è sempre un ma :-) ) a me sembra un altro "bel" capitolo, una prova di stile. Superata nel capitolo in sè, non so se nell'economia generale del libro. I rimandi al resto ci sono, le mollichine di pane anche, basteranno a tenere il tutto insieme? boh, vediamo alla fine (ho ingranato il turbo, non credo di riuscire a centellinare le prossime 2,5 tappe :-)
Titti, quando arriverai al capitolo del teatro, per dirne uno, ti verrà voglia di scaraventare il tomo (anche digitale).Poi, dopo l'esasperazione, ci riprende per mano.
Rimane un bravissimo scrittore, nonostante le mille pagine (prediligo la sintesi).
Intervengo poco ma viaggio in sincrono, sebbene in alcuni casi abbia avvertito il desiderio di andare oltre la tappa programmata e altre volte di rimanere indietro. Prevale in me il piacere della lettura di gruppo e ringrazio chi commenta e tira le fila con puntualità.
Mi viene da pensare che i pochi interventi siano dovuti proprio al fatto che la lettura non sia complessa. E' molto scorrevole anche quando si perde nei meandri della fantasia di Griffi.
Alcune digressioni le ho amate moltissimo (l'Ordine dei digressori di Creta è tra le mie preferite anche per quel retrogusto gotico che sempre mi affascina), qualcuna invece me la sarei risparmiata volentieri ma va bene.
Quando parte con i suoi infiniti elenchi a volte sorrido, a volte mi verrebbe voglia di dirgli: abbiamo capito, il concetto è chiaro, possiamo andare oltre :)
Quello che mi colpisce è che domina ogni possibile registro di scrittura, maneggia così bene le parole da semplificare il compito al lettore. Questo lo rende ai miei occhi una Scrittore con tanto di maiuscola.
Qualche giorno fa ho rintracciato you tube una sua intervista su FdM e credo di aver capito perchè il focus su Pinocchio in Digressione. Provo a recuperarla e la posto per quanti fossero interessati
.
Buon proseguimento!
https://youtu.be/mfyZKC8M7s8?si=be5Y9...Poco dopo il minuto 2 si affronta il tema Pinocchio e Griffi sembra illuminarsi.
posso confessare una cosa? io Arturo non lo sopporto :-)
finita la tappa, e capisco che sia stato abbandonato dal padre e rimasto orfano della madre, ma i suoi capitoli sono ombelicali (che magari è proprio l'effetto che vuole Griffi, ma alla fine li trovo urticanti)
Dei libri citati nell'ultimo capitolo, visto che ne conosco due per averli letti (Un lungo fatale inseguimento d'amore di Alcott e lLe quattro ragazze Wieselberg di Cialente) e uno per averlo visto (la guida alle discoteche del ministro De Michelis), ho cercato anche gli altri ed esiste (La pratica del Dott. Urbantschitsch ed il sistema ortofonico Giampietro nella cura dei sordomuti, del 1895), mentre non ho trovato la Vita di Mussolini di Dario Ombra e neanche Il Golf etc.
Sulle date, da quando ne abbiamo parlato le cerco tutte, in questa tappa solo il 16 maggio 1978 ha fatto risuonare il ricordo (anche se la morte viene attribuita a un giornalista) del ritrovamento del corpo di Moro.
Infine, la poesia sul frontespizio ,
Con ogni parola scritta in queste pagine
sei tutte le mie fami, tutte le mie seti
etc.
vi dice qualcosa? mi riverbera ricordi ma da una ricerca su google non esce niente
finita la tappa, e capisco che sia stato abbandonato dal padre e rimasto orfano della madre, ma i suoi capitoli sono ombelicali (che magari è proprio l'effetto che vuole Griffi, ma alla fine li trovo urticanti)
Dei libri citati nell'ultimo capitolo, visto che ne conosco due per averli letti (Un lungo fatale inseguimento d'amore di Alcott e lLe quattro ragazze Wieselberg di Cialente) e uno per averlo visto (la guida alle discoteche del ministro De Michelis), ho cercato anche gli altri ed esiste (La pratica del Dott. Urbantschitsch ed il sistema ortofonico Giampietro nella cura dei sordomuti, del 1895), mentre non ho trovato la Vita di Mussolini di Dario Ombra e neanche Il Golf etc.
Sulle date, da quando ne abbiamo parlato le cerco tutte, in questa tappa solo il 16 maggio 1978 ha fatto risuonare il ricordo (anche se la morte viene attribuita a un giornalista) del ritrovamento del corpo di Moro.
Infine, la poesia sul frontespizio ,
Con ogni parola scritta in queste pagine
sei tutte le mie fami, tutte le mie seti
etc.
vi dice qualcosa? mi riverbera ricordi ma da una ricerca su google non esce niente
No, a me non dice niente.
Io sono arrivato al capitolo del tasso, la cui prima metà mi ha ricordato una scena di Pulp Fiction (quella in cui Travolta e Jackson vanno a casa di Tarantino per pulire la macchina e sbarazzarsi del cadavere).
Verso la fine del capitolo Remo cita Zanzotto, cosa non da poco e che mi ha fatto pensare: questi personaggi sono estremamente contemporanei perché assai colti ma spiantati e costretti a lavori sottopagati e orribili, che è una cosa molto da millenial (e gen Z). Le generazioni precedenti probabilmente (salvo rare eccezioni) se erano colte erano anche benestanti (a parte qualche bohemien) vedete voi quale fosse il rapporto causa/effetto (cioè se si potevano permettere di essere colti in quanto benestanti o se la cultura li portava ad elevarsi socialmente).
Io sono arrivato al capitolo del tasso, la cui prima metà mi ha ricordato una scena di Pulp Fiction (quella in cui Travolta e Jackson vanno a casa di Tarantino per pulire la macchina e sbarazzarsi del cadavere).
Verso la fine del capitolo Remo cita Zanzotto, cosa non da poco e che mi ha fatto pensare: questi personaggi sono estremamente contemporanei perché assai colti ma spiantati e costretti a lavori sottopagati e orribili, che è una cosa molto da millenial (e gen Z). Le generazioni precedenti probabilmente (salvo rare eccezioni) se erano colte erano anche benestanti (a parte qualche bohemien) vedete voi quale fosse il rapporto causa/effetto (cioè se si potevano permettere di essere colti in quanto benestanti o se la cultura li portava ad elevarsi socialmente).
Catoblepa wrote: "No, a me non dice niente.
Io sono arrivato al capitolo del tasso, la cui prima metà mi ha ricordato una scena di Pulp Fiction (quella in cui Travolta e Jackson vanno a casa di Tarantino per pulire..."
anche a me ha ricordato quella, ma poi non prosegue nella citazione, inoltre il tasso non è morto :-)
Io sono arrivato al capitolo del tasso, la cui prima metà mi ha ricordato una scena di Pulp Fiction (quella in cui Travolta e Jackson vanno a casa di Tarantino per pulire..."
anche a me ha ricordato quella, ma poi non prosegue nella citazione, inoltre il tasso non è morto :-)
Quattro meritatissime stelle, per l'immane lavoro.Mi è piaciuto? Non lo so. Sono perplesso come Flaminia.
Ci penso.
〽️onicae wrote: "https://youtu.be/mfyZKC8M7s8?si=be5Y9...Poco dopo il minuto 2 si affronta il tema Pinocchio e Griffi sembra illuminarsi."
Grazie Monica per ora ne ho ascoltato circa la metà, è dedicato principalmente a Ferrovie del Messico ma è comunque estremamente interessante perché Griffi afferma che i suoi modelli letterari provengono essenzialmente dalla letteratura italiana e questo mi fa estremamente piacere e disconosce Pynchon come suo modello e anche questo mi fa piacere ho avuto una sola esperienza con questo autore fallimentare...
Aggiungo anche che il tema del suicidio deve essere qsa che arrovella Griffi da sempre dal momento che la sua prima raccolta di racconti "Più segreti degli angeli sono i suicidi" vi è dedicata e a questo punto li leggerò.
E un monumento perenne a Giulio Mozzi senza il quale un talento come Griffi sarebbe ancora rinchiuso in una Golf House di Asti, dove sembra svolgere il suo lavoro ufficiale.
Aggiungo che sui suicidi è proprio fissato, e il Ponte Soleri di Cuneo che esiste veramente (ne parla verso la fine della tappa,) mi ha ricordato il suicidio di Edoardo Agnelli gettatosi dal viadotto sulla Torino Savona.
Catoblepa wrote: "Sono arrivato al punto in cuila veggente da quattro soldi prevede che Arturo morirà a diciotto anni. Mi chiedo: è quello il momento in cui cominciava a vedere dettagli leggermente diversi aggirand..."
Anche io non ricordo.
@evi anche io ho cercato il ponte per verificare che non fosse quello di Edoardo Agnelli. tutta la descrizione fa pensare veramente a quell'episodio tragico.
@cato all'inizio si parla della possibilità della caduta di una tartaruga tra le cause/probabilita di morte, non ho il libro sottomano poi cerco meglio
@cato all'inizio si parla della possibilità della caduta di una tartaruga tra le cause/probabilita di morte, non ho il libro sottomano poi cerco meglio
😀 facciamo le 12?
appena metto le mani sul PC la apro, nel pomeriggio (sono andata ad attraversare il ponte di barche per andare a San Michele).
cmq sono anche io a metà del 2027, peccato che la mole mi abbia impedito il trasporto
appena metto le mani sul PC la apro, nel pomeriggio (sono andata ad attraversare il ponte di barche per andare a San Michele).
cmq sono anche io a metà del 2027, peccato che la mole mi abbia impedito il trasporto
Elalma wrote: "Mi è venuta voglia di marmellata di fichi"
Scherzi a parte, anch'io faccio tutti i giorni colazione con la marmellata (non sempre di fichi, però).
Scherzi a parte, anch'io faccio tutti i giorni colazione con la marmellata (non sempre di fichi, però).
io la facevo, ho smesso, troppi zuccheri (e cmq solo marmellata di agrumi per me, possibilmente arance amare con i pezzi)
c'è anche la marmellata senza zucchero (e comunque si dovrebbe chiamare confettura)io sono a metà di questa tappa (sto recuperando!) e il primo pensiero è che voglio una tazza con sopra scritto "infelice a modo mio dal 1877" (anche se non sono affatto infelice).
comunque io sono arrivata a uno stadio in cui non sono più una lettrice partecipe da un punto di vista emotivo. nel senso che sono d'accordo che il capitolo del tasso sia intenso e commovente e mi sono dispiaciuta per il tasso (non so nemmeno che aspetto abbia un tasso), ma non mi sono commossa, non mi ha toccato. Non mi ha toccato nemmeno la morte della madre di Arturo, anche se era un personaggio simpatico, non mi ha emozionato il capitolo di Tilde (che ho trovato un po' una strizzatina d'occhio ai lettori di FdM, ma fatta con arte).
non lo sto dicendo come critica, ma come semplice constatazione.
nel mio percepito i personaggi sono diventati dei simboli, anche quando sono molto umani (tipo il padre di Arturo che se la cava con qualche lettera e col dare il nome del figlio a un fiore, bello sforzo) e cercano il senso della vita dove non c'è (non c'è secondo me, ovviamente).
in particolare Arturo mi sembra il simbolo dell'uomo medio, con opinioni e comportamenti medi e che non ha nessun valore (infatti il padre di Arturo lo dice che non è vero che ogni vita vale, che anzi la maggior parte delle vite sono a somma zero, vado a memoria, esprimo il concetto, non le parole precise).
Infatti Arturo non interviene nel pestaggio di Tommaso Sconocchini, ha idee mainstream ("anche gli uomini soffrono" quando parla con Angelica), non fa niente che valga la pena di fare, a parte andare a Roghudi dove comunque non combina niente, anche se non per colpa sua.
poi ci sono anche personaggi fuori media, ma sono quasi tutti orribili (non in quanto mal riusciti, ma nel senso che rappresentano brutte persone), a parte Guillermo, che fa una vita avventurosa e riesce a mantenersi perbene.
lise.charmel wrote: "c'è anche la marmellata senza zucchero (e comunque si dovrebbe chiamare confettura)"
A livello legislativo sì, ma a livello linguistico quello legislativo è un abominio, sia se guardiamo all'etimologia (dal portoghese "marmelo", ovvero mela cotogna, eppure se si produce una marmellata di mela cotogna si ha l'obbligo di chiamarla "confettura") sia se guardiamo alla sociolinguistica (una lingua la fanno i parlanti, non i legislatori che a un certo punto decidono che certe marmellate vanno chiamate confetture, e se il 99% dei locutori la chiamano marmellata, evidentemente è marmellata).
Detto ciò, forse non ci sei ancora arrivata, ma a un certo punto ci sarà un personaggio che farà notare come tecnicamente si tratti di confettura.
A livello legislativo sì, ma a livello linguistico quello legislativo è un abominio, sia se guardiamo all'etimologia (dal portoghese "marmelo", ovvero mela cotogna, eppure se si produce una marmellata di mela cotogna si ha l'obbligo di chiamarla "confettura") sia se guardiamo alla sociolinguistica (una lingua la fanno i parlanti, non i legislatori che a un certo punto decidono che certe marmellate vanno chiamate confetture, e se il 99% dei locutori la chiamano marmellata, evidentemente è marmellata).
Detto ciò, forse non ci sei ancora arrivata, ma a un certo punto ci sarà un personaggio che farà notare come tecnicamente si tratti di confettura.
ahahaha, allora aspetto.comunque lo so: noi vegani siamo abbastanza sul piede di guerra per questa faccenda che non si possono più chiamare burger o polpette i prodotti a base vegetale e certi produttori di formaggi vegetali si sono visti arrivare delle multe salate perché chiamavano ancora i prodotti "formaggi vegetali" (che poi formaggio deriva da "forma" non da latticino)
A tal proposito, eri al MiVeg il weekend scorso? Io ci sono stato sabato, ho fatto incetta di prodotti vari.
sabato ero a venezia, sono andata domenica nel pomeriggio e avevano finito un sacco di cose (la pasticceria soprattutto, sigh), ma ho comprato anche io un paio di cosine davvero appetitose.
lise.charmel wrote: "c'è anche la marmellata senza zucchero (e comunque si dovrebbe chiamare confettura)
io sono a metà di questa tappa (sto recuperando!) e il primo pensiero è che voglio una tazza con sopra scritto "i..."
ho terminato il libro e quindi faccio un po' fatica a commentare le tappe precedente senza la consapevolezza del finale.
però condivido questa tua scollatura dai personaggi, non sono affezionata a nessuno di loro (mentre lo ero di Cesco e Tilde - ma, la Tilde di D mi sembra una macchietta rispetta a FdM)
Continua la stratificazione, la superfetazione delle storie, ognuna portatrice di capitoli scritti molto bene (quasi tutti, ogni tanto qualcuno insulso c'è - vedasi più avanti quello matematico, ma forse sono io che non ho le conscenze matematica necessarie a comprendere i riferimenti), ma l'economia del tutto è straripante. Tipo la mortadella fritta in crosta di pane fritta (doppia frittura, tipo le patatine belghe)
io sono a metà di questa tappa (sto recuperando!) e il primo pensiero è che voglio una tazza con sopra scritto "i..."
ho terminato il libro e quindi faccio un po' fatica a commentare le tappe precedente senza la consapevolezza del finale.
però condivido questa tua scollatura dai personaggi, non sono affezionata a nessuno di loro (mentre lo ero di Cesco e Tilde - ma, la Tilde di D mi sembra una macchietta rispetta a FdM)
Continua la stratificazione, la superfetazione delle storie, ognuna portatrice di capitoli scritti molto bene (quasi tutti, ogni tanto qualcuno insulso c'è - vedasi più avanti quello matematico, ma forse sono io che non ho le conscenze matematica necessarie a comprendere i riferimenti), ma l'economia del tutto è straripante. Tipo la mortadella fritta in crosta di pane fritta (doppia frittura, tipo le patatine belghe)
lise.charmel wrote: "c'è anche la marmellata senza zucchero (e comunque si dovrebbe chiamare confettura)io sono a metà di questa tappa (sto recuperando!) e il primo pensiero è che voglio una tazza con sopra scritto "i..."
Secondo me si dimentica che Griffi scrive un romanzo distopico ucronico surreale grottesco, le coordinate per interpretarlo non sono quelle del principio di realtà, ovvio che un padre così non se lo augura nessuno,ma la gita per mostrargli - finalmente - le mucche quell'intestardirsi per consegnare una "esperienza" al figlio secondo me è molto tenera oltreché rocambolesca.
Come tutte le altre situazioni che hai elencato e che ti lasciano fredda...
Arturo uomo medio.... tutt'altro, ha in sé un senso di responsabilità di colpa per il suicidio di Tommi così forte da "fottersi" tutta la vita per cercare una redenzione che non so se giungerà, così forte da somatizzare la colpa con una vitiligine visibile solo a lui stesso.
Abbiamo visioni molto diverse Lise :-)
Io ho amato moltissimo anche e soprattutto le parti ambientate in Messico hanno un sapore di realismo magico sudamericano che me le ha rese particolarmente piacevoli.
romanzo distopico ucronico surreale grottesco
d'accordo, e nelle economie dei singoli capitoli ci sta tutto, nell'economia complessiva io lo definirei un romanzo carsico ma finchè non lo avete finito non si può capire :-)
d'accordo, e nelle economie dei singoli capitoli ci sta tutto, nell'economia complessiva io lo definirei un romanzo carsico ma finchè non lo avete finito non si può capire :-)
vorrei però specificare che il fatto che il protagonista sia un uomo che rappresenta la medietà e alcuni comprimari anche per me non è una critica, anzi. sul fatto che il romanzo non mi coinvolga emotivamente eh, che ci posso fare? vedo l'arte, ma per me finisce lì. devo tuttavia aggiungere che gli aspetti emotivi ed empatici non sono per me un prerequisito fondamentale per apprezzare un testo.
letto il capitolo Morirai, ho pensato la stessa cosa dello spoiler di Cato. e penso che il finale ci porterà lì (ma non ho sbirciato le ultime pagine, giuro!)due cose che ho percepito come citazioni nel capitolo dedicato a 'Zina:
- quando vede il libro a Parigi, sembra quasi l'aneddoto di Esercizi di stile e ho pensato che forse Griffi si prendeva anche un po' in giro :)
- il tizio cui fallisce l'azienda e si mette(rebbe) a fare il muratore mi ha ricordato un pochino la trama di Giorni e nuvole con Albanese
Ho pensato anche (ma questo vale per tutto il romanzo) che alcune citazioni che potremmo intravedere (intendo quelle meno ovvie) potrebbero esserci come no e che in fondo così il romanzo diventa non solo dell'autore che lo ha scritto, ma anche del lettore, che ci mette del suo. Ed è sempre così, per qualsiasi romanzo (mi pare che questa cosa la dica Manganelli a proposito di Pinocchio: toh "tout se tiens"), ma con Digressione più di molti altri.
lise.charmel wrote: "letto il capitolo Morirai, ho pensato la stessa cosa dello spoiler di Cato. e penso che il finale ci porterà lì (ma non ho sbirciato le ultime pagine, giuro!)
due cose che ho percepito come citazio..."
quella delle citazioni è una parte intrigante-irritante, nel senso che se partiamo dall'assumo che in Griffi tutto è citazione (e lo è, visto che dal GdL ne emergono tantissime, molte che io proprio non sarei in grado di cogliere, altre che vengono in mente a posteriori), mi chiedo quale sia il loro valore. Ovvero sono una sorta di link, ipertesto, che dovrebbe arricchire di sfaccettature la narrazione? o sono un cligne-d'oeil al lettore? o magari tutte e due. O forse nessuna, semplicemente un virtuosismo di Griffi, se lo cogli bene se non lo cogli lui si è divertito a metterlo (quindi è inutile per l'economia complessiva).
Perchè se sono necessarie alla comprensione complessiva, tutte quelle che mi perdo mi sottraggono un pezzo dell'esperienza di lettura. Se invece sono un gioco tra griffi e i lettori, sono inutili dal punto di vista narrativo ma trasformano il testo narrativo in un gioco à clé che però manco il librino estivo di Bartezzaghi io ho letto e a me già infastidisce il giochino Digressione lanciato da Mozzi.
due cose che ho percepito come citazio..."
quella delle citazioni è una parte intrigante-irritante, nel senso che se partiamo dall'assumo che in Griffi tutto è citazione (e lo è, visto che dal GdL ne emergono tantissime, molte che io proprio non sarei in grado di cogliere, altre che vengono in mente a posteriori), mi chiedo quale sia il loro valore. Ovvero sono una sorta di link, ipertesto, che dovrebbe arricchire di sfaccettature la narrazione? o sono un cligne-d'oeil al lettore? o magari tutte e due. O forse nessuna, semplicemente un virtuosismo di Griffi, se lo cogli bene se non lo cogli lui si è divertito a metterlo (quindi è inutile per l'economia complessiva).
Perchè se sono necessarie alla comprensione complessiva, tutte quelle che mi perdo mi sottraggono un pezzo dell'esperienza di lettura. Se invece sono un gioco tra griffi e i lettori, sono inutili dal punto di vista narrativo ma trasformano il testo narrativo in un gioco à clé che però manco il librino estivo di Bartezzaghi io ho letto e a me già infastidisce il giochino Digressione lanciato da Mozzi.
io credo che Griffi si sia divertito a scrivere questo libro almeno quanto noi ci stiamo divertendo a leggerlo.ed è un bene, perchè la sua scrittura splende anche per questo.
credo che le varie citazioni siano una possibilità di digressione offerta al lettore, una strada laterale che si può scegliere di percorrere, che porterà ad altre strade, in una serie di percorsi (e relative digressioni) potenzialmente infiniti.
ognuno sceglierà cosa cercare, cosa approfondire, da cosa farsi incuriosire.
oppure sceglierà (come me, quasi sempre) di smettere di googlare e godersi la lettura anche con i punti interrogativi. e magari di avere illuminazioni tardive grazie ai vostri commenti :-)
quindi le citazioni non sono strettamente utili da un punto di vista narrativo, ma non sono "inutili", sono un'opportunità, diciamo così.
Anch'io leggo procedendo senza farmi troppi problemi: quel che colgo, colgo, tanto qui ....'ndo cojo, cojo :-)))). Personalmente non sento di perdere del senso, nè percepisco un atteggiamento supponente di Griffi, e trovo molto piacevole l'aspetto ludico. Mi convince la definizione di "digressioni/opportunità": come per tutto il libro spesso sono eccessive, ma Griffi sa farvi perdonare continuamente riafferrandoci per i capelli, per le mani, per i piedi, per la giacchetta, per la ... borsa o la vita....
posto che non credo ci sia un'interpretazione giusta e una sbagliata, per come la vedo io, l'ipercitazionismo di questo romanzo ti ingloba in un universo in cui percepisci di essere immerso nello stesso contesto dell'autore.Griffi ha messo o non ha messo una citazione a Esercizi d'autore? forse sì, forse no, ma è ti fa sentire parte dello stesso mondo in cui avete letto lo stesso libro, visto lo stesso film e quindi attiva certe sinapsi nel lettore, di familiarità.
infatti ho pensato "immagina un giapponese a leggere Digressione, poveretto!"
ad ogni modo io sono arrivata alla conclusione che quasi niente di questo romanzo (sto esagerando) sia connesso alla trama, quindi va tutto un po' letto per il piacere di leggerlo, fregandosene dell'economia complessiva (cosa che a me riesce difficilissima). volevo quasi dire che si dovrebbe leggere come un divertissement, ma mi parrebbe di sminuirlo perché ci leggo dei contenuti profondi, importanti, sia a livello individuale per quanto concerne Arturo, sia per quanto riguarda la nostra società nel complesso.
lise.charmel wrote: "posto che non credo ci sia un'interpretazione giusta e una sbagliata, per come la vedo io, l'ipercitazionismo di questo romanzo ti ingloba in un universo in cui percepisci di essere immerso nello s..."
in parte la penso come te, ma secondo me fino a un certo punto era connesso alla trama, poi ha mollato (consapevolmente o meno, questo non lo so - cioè, ho una mia idea, ma la esprimerò nel commento e nella tappa 10)
in parte la penso come te, ma secondo me fino a un certo punto era connesso alla trama, poi ha mollato (consapevolmente o meno, questo non lo so - cioè, ho una mia idea, ma la esprimerò nel commento e nella tappa 10)
Ho terminato questa tappa, che mi sta prendendo molto di più, non so se è perché l’ho letta di fila o se il cambio di registro, concentrandosi sulle vicende di Arturo & co., invece di saltabeccare da un possessore all’altro tramite Guillermo, rende il tutto più coeso. Capitoli bellissimi, il bordello svizzero, Tilde in RSA e il tasso su tutti. Gilberte Balbec, che istruisce la pseudo veggente sul libro e sul futuro, mi ha fatto sorridere, fra le mille citazioni.






siamo arrivati alla 7a tappa e purtroppo a fronte di un testo caratterizzato dalla superfetazione non ci sono - quasi - commenti.
che ci succede? per FdM correvamo qui a scrivere e discettare, mentre D sembra abbia spento un po' questa voglia.
io sono a metà di questa tappa, questo fine settimana ho avuto tempo per leggere, e a differenza delle altre - che anche se avevano un contenuto più caotico mi erano molto ben presenti - non mi ricordo quasi niente (e l'ho letta due giorni fa).
Sto elaborando un pensiero :-) ma attendo la fine, che magari le ultime 200 pagine sono quelle che risolvono
in generale, però queste 1000 pagine sono troppe per il mio stomaco, l'effetto è bulimico, piuttosto che digerire tendo a rigettare. Per due citazioni che mi sono note, ce ne sono dozzine, centinaia che proprio non avverto (e quindi mi chiedo, saranno state necessarie?
in pubblicità, quando facevo il copywriter, la regola era: se togli quella parola, aggettivo di solito o avverbio, o quella frase - una inutile ma bellissima ridondanza - funziona lo stesso? meglio? peggio?
non credo che esistano delle misure standard, è il testo che detta la lunghezza, qua però mi sembra come se l'autore e i due editor (mozzi&co) si siano innamorati del gioco della digressione e non abbiano avuto il coraggio? la voglia? di chiuderlo.
quello che frega Griffi è la sua incredibile - veramente fantasmagorica - capacità di scrittura. Griffi scrive bene, costruisce meccanismi perfetti di cui non ci si avvede, evita tutte le trappole dell'italico-bello-scrivere (da DeCarlo a DeGiovanni) con una levità e insieme profondità che lascia sbalorditi (autori che in due pagine, riescono a fare tesi-antitesi-sintesi, vedi il capitolo di Angelica e Arturo).
ma .... ma è tutto qua? il catalogo dello scibile e dell'ucronico (ieri sera al tg ho visto un servizio su dei picchiatori fascisti che sembrava uscito dal libro, e dalle gesta dei rievocatori. o forse è il contrario, giusto. Griffi ha intercettato il fenomeno, gli ha dato un nome, un contesto, e lo ha reso "accettabile").
e quindi scrive tanto.