Dafne★

“When I suddenly see myself in the depths of the mirror, I take fright. I can scarcely believe that I have limits, that I am outlined and defined. I feel myself to be dispersed in the atmosphere, thinking inside other creatures, living inside things beyond myself. When I suddenly see myself in the mirror, I am not startled because I find myself ugly or beautiful. I discover, in fact, that I possess another quality. When I haven't looked at myself for some time, I almost forget that I am human, I tend to forget my past, and I find myself with the same deliverance from purpose and conscience as something that is barely alive. I am also surprised to find as I gaze into the pale mirror with open eyes that there is so much in me beyond what is known, so much that remains ever silent.”
― Clarice Lispector, Near to the Wild Heart

“Lock up your libraries if you like; but there is no gate, no lock, no bolt that you can set upon the freedom of my mind.”
― Virginia Woolf, A Room of One’s Own

“I piccoli gesti e le vecchie abitudini gli piacevano come vestiti usati, in cui si muoveva con serietà e sicurezza. [...] Per questo lavorare davanti agli altri era un supplizio. Temeva il ridicolo dei piccoli gesti e non poteva farne a meno, lo sostenevano quanto una superstizione. Proprio come per vivere si circondava di consensi e di tabù, di formule e di concessioni. Tutto diventava più facile, più ammaestrato. Ciò che lo affascinava e terrorizzava in Joana era proprio la libertà in cui lei viveva, amando improvvisamente certe cose oppure cieca verso altre, senza neanche averle usate.
Perché lui, di fronte a ciò che esisteva, si vedeva obbligato. Aveva detto bene Joana, che lui aveva bisogno di essere posseduto da qualcuno...”
― Clarice Lispector, Near to the Wild Heart

“Quegli enormi occhi azzurri brillavano come fosforo nell'acqua purissima attraverso la trasparenza vitrea del recipiente, e erano di un terso blu pallido così limpido che l'iride stessa pareva di cristallo, quasi un coagulo d'acqua. Nel fondo celavano un fresco umore, una luce latente ma sublime che sembrava emergere dal profondo di un'anima fisa nell'eternità. Vi si poteva scorgere un'ombra fioca e lontana, colma di mistero, e un riflesso brillante, chiaro e leggiadro ma mesto, diverso da quello degli uomini”
― Tanizaki Jun'ichiro