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Raga ma che tristezza

Mancano 60 pagine e ancora non ho capito dove voglia andare a parare questa storia.

"Essere inaccessibili genera dipendenza. Vogliamo quello che non possiamo avere, il territorio che non possiamo abitare. [...] Bisogna dire di no per assumere valore, eppure io faccio fatica. E' un difetto grave, lo so. Nasce all'incrocio tra il senso del dovere e il desiderio di compiacere per essere amata - un desiderio sordo alla sua continua, evidente frustrazione." mio dio ma parla di me

Ma, esattamente, qual è il vostro problema con i marcatori dei dialoghi, non lo capirò mai

Scelto quasi a caso per una breve vacanza, lo sto divorando.

Sì però Giacinto datti una cazzo di svegliata

Dio quanto mi era mancato! Se le parole sono un'arma, quelle di Andric sono bombe atomiche.

Nina che per imparare lo svedese si è fatta assistere dal console dello zar in Norvegia e si rende conto dopo mesi che le ha insegnato il norvegese ZIA MA TUTTO A POSTO

[Giugno 1943] I bombardamenti notturni fanno tremare la casa. L'usignolo gorgheggia. Più terribili sono i bombardamenti, più il trillo dell'usignolo è alto e appassionato.

C'è un non so che di dannunziano nella trattazione di Sablich: immagini poetiche bellissime alle quali però corrispondono informazioni fumose, persino per me che mastico la musica di Schubert in maniera molto approfondita da due mesi. Peccato davvero.

Tutto mi aspettavo tranne di veder Rossini definito come un infame amico delle guardie ahahaha

"Tutto ciò che coltiviamo in noi ha uno sviluppo. È l'eterna legge della natura. In noi c'è l'organo della cattiva volontà, dell'insoddisfazione come pure quello del dubbio e della resistenza. Quanto più lo alimentiamo, tanto più forte diventa e alla fin fine si trasforma in una piaga che corrode e distrugge tutto. [...] Tanto più diventiamo ingiusti verso noi stessi e verso gli altri." (Goethe)

"La lettura [dei testi dei lieder] non mi aveva per nulla indotto a mutare il mio modo di concepire l'interpretazione musicale. Al contrario, mi resi conto che sebbene non avessi conosciuto il testo poetico, ne avevo colto il contenuto, quello vero, forse ancora più profondamente che se mi fossi strettamente attenuto alla superficie dei puri e semplici pensieri espressi dalle parole." (Schoenberg)

«Un interrogativo inquieta Bunin: ha veramente fatto tutto quello che poteva fare? Ha detto alcune volte che anche Rachmaninov è tormentato dallo stesso pensiero: fare tutto e conoscere tutto. In altre parole, ha espresso pienamente il suo talento nei libri che ha scritto? [...] "Tutta la vita è passata, come aver finito un pranzo! Sono stato stupido, stupido! Ora voglio la giovinezza, l'incanto della vita!"»

Sono cinque mesi che mi porto avanti questo mattoncino e un sacco di volte ho pensato che non l'avrei finito, non era il periodo giusto. Eppure eccoci qui, all'ultimo capitolo.

Lorenza ha la depressione post-partum, è stanca, è esasperata, nessuno sembra fare caso a lei e A CHI POTEVA DIRLO, COME SI SENTIVA DAVVERO? *rullo di tamburi* Al Gabibbo? No, ad Anna ovviamente, a chi altri sennò?

Meno male che c'è la sottotrama di Lorenza e Daniele, unico motore di una storia che si trascina come un corpo morto (ogni riferimento a Carlo è puramente casuale).

Raramente ho trovato personaggi femminili così insopportabili. Forse perché non sembra una persona reale, ma un fantoccio creato ad hoc per essere la mosca bianca. Le sue idee, le sue convinzioni, il suo stesso lavoro... tutto buttato lì senza alcun preambolo e senza alcuna evoluzione. In tutto questo poi è bellissima e perfetta, per cui altri 10 punti in meno.

"Oh no, siamo alle soglie della Seconda Guerra Mondiale, come se la caveranno i personaggi, cosa gli capiterà" ah no, salto temporale tattico di 6 anni, how convenient

Gesù, Carlo, aspetta almeno di essere presentato per i tuoi pregi prima di diventare il classico omm e merd