Irena Pasvinter’s Reviews > Viva il Latino: Storie e bellezza di una lingua inutile > Status Update

Irena Pasvinter
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Il latino senecano, che professa la spontaneità, rifugge dalla rifinitura e considera la concinnitas (ovvero, la raffinata e ponderata eleganza di Cicerone) segno di effeminatezza (Lettere a Lucilio, 115, 2), non è il latino di uno che declama di fronte ai posteri, ma di uno che medita, o meglio: di uno che forma le sue idee e le trasforma in regola di vita.
Aug 23, 2025 01:51AM
Viva il Latino: Storie e bellezza di una lingua inutile

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Irena Pasvinter
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Chiamare morta una lingua scritta non più parlata è negare i poteri della lettura, è fare torto alle pratiche del sapere, anzi: è usare violenza, una violenza ottusa e presuntuosa, come dar fuoco agli Uffizi. Ti dico morta perché non ti credo viva, perché non mi importa che tu viva, e dunque ti seppellisco e non do il minimo ascolto all’eco della tua voce. Ma morto o moribondo è chi non ascolta, non chi parla.
Sep 03, 2025 11:40AM
Viva il Latino: Storie e bellezza di una lingua inutile


Irena Pasvinter
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Tutta la letteratura, a voler usare il criterio del parlato, è morta, perché è arte, cioè costruzione, calcolo, messa in stile, come la musica o la pittura. Note e colori esistono dovunque intorno a noi, ma la Nona di Beethoven o le Stanze di Raffaello non si trovano se non in quell’unica combinazione intenzionale e geniale che certi individui hanno saputo dare, selezionando e combinando secondo un preciso programma.
Sep 03, 2025 11:34AM
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[...] il latino della letteratura non è mai stato lingua parlata. Nessuna lingua letteraria lo è mai veramente. Quale contemporaneo parlava nello stesso modo in cui scriveva Cicerone? Nessuno. Neppure lui, che rivedeva con assidua cura la versione scritta dei discorsi pronunciati in tribunale.
Sep 03, 2025 11:32AM
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No, lo studio del latino –impegnativo, certo, agonistico, faticoso e, come una bella passeggiata su per i monti, ritemprante di per sé –non deve essere finalizzato a rendere semplicemente più agili le meningi. Sarebbe come dire che al Louvre o al Metropolitan Museum si va per acuire la vista o alla Scala per tener vivo l’udito.
Sep 03, 2025 07:07AM
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Irena Pasvinter
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La ricchezza morfologica eserciterebbe la memoria, la sintassi stimolerebbe le capacità logico-deduttive e così via... Tutto vero. Ma se il latino fosse solo questo, una palestra, allora tanto varrebbe studiare altre lingue complesse, come il tedesco, il russo, l’arabo, il cinese, che sono pure utilizzabili nella comunicazione corrente. [...] l’algebra non basterebbe da sola a rafforzare la memoria e la logica?
Sep 03, 2025 07:03AM
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Da un antico noi possiamo apprendere interpretazioni e risposte, ma bisogna sempre tenere a mente che quelle interpretazioni e quelle risposte corrispondono a tempi e a contesti culturali diversissimi, e dunque non si possono applicare letteralmente ai nostri bisogni. Gli antichi ci parlano di sé. Noi, imparando chi sono loro, impariamo, in sostanza, a parlare di noi stessi; [...]
Sep 02, 2025 11:09PM
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Credere che un autore antico possa ancora dirci qualcosa è sicuramente un gesto critico di grande importanza, anzi, è necessario, ma le attualizzazioni, le addomesticazioni vanno evitate: lo studio del latino e la lettura degli autori antichi istruiscono e devono istruire al fondamentale valore della distanza storica, perduto il quale si perde anche il senso della nostra collocazione temporale e culturale.
Sep 02, 2025 11:06PM
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anche “discursus”: contiene la radice di curro (“corro”); è il correre di qua e di là, senza una meta precisa. È, tra l’altro, un po’quello che fa la stessa scrittura di Giovenale. (Curioso che l’esito italiano “discorso”indichi, invece, un procedere ordinato e coerente verso un dato fine.)
Aug 27, 2025 10:11PM
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Quando Giovenale scrive, il latino si riempie di cose;
e le cose stanno per condizioni dello spirito e della mente:
quidquid agunt homines, votum, timor, ira, voluptas, gaudia, discursus, nostri farrago libelli est. tutto

quello che vivono gli uomini, desiderio, timore, ira, piacere, gioie, andirivieni, è foraggio del mio libro. Questi due versi esemplificano bene la tendenza all’accumulo [della satira].
Aug 27, 2025 10:09PM
Viva il Latino: Storie e bellezza di una lingua inutile


Irena Pasvinter
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Eppure Agostino ricorre proprio a una metafora corporea –una delle sue metafore più audaci –per raffigurare una simile distinzione:

memoria quasi venter est animi, laetitia vero atque tristitia quasi cibus dulcis et amarus...

la memoria è come il ventre dell’anima, la letizia invece e la tristezza come un cibo dolce e amaro...
Aug 24, 2025 02:59PM
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