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Cos'è una vita? E cosa ne rimane, alla fine? I ricordi, naturalmente, e un'impronta trasmessa su altre vite [...] Rimangono anche gli oggetti. Un sacco di cose! Lettere, fotografie, cartoline, biglietti, come quelli che vedi qui o che potresti trovare in un baule.

All'ombra degli alberi alti non cresce nulla

La pittura, la scultura, la fotografia, la letteratura, la musica e il teatro smuovono gli stati più profondi di ciò che siamo e li esasperano, ansie comprese.

A volte, l'attesa angosciosa del ritorno di un problema, in un periodo in cui tutto fila liscio e la felicità dovrebbe splendere senza ostacoli, rende la vita insopportabile quanto l'esperienza diretta del problema stesso. 

La malinconia è una tristezza che non ha una ragione precisa ed è difficile da consolare: è una sensazione più vaga, più intensa e dolorosa, talora al limite della follia, una sensazione per cui nulla ha più senso e tutto ciò che si sta costruendo per il futuro sembra destinato a scomparire [...] La malinconia si prova quando non succede nulla al di fuori di ciò che succede. 

Non è facile liberarsi delle persone che si ammirano

Quando gli anziani non ci sono più, non ci chiedono di misurarci con ciò che hanno realizzato, ma ci invitano a essere degni di ciò che sono stati. 

[Caspar David Friedrich] ripeteva che per non odiare gli uomini, evitava di frequentarli.

Canaletto ha messo in pausa il mondo, incoraggiandoci a fare lo stesso [...] dobbiamo fermare il mondo per non trasformarci nei suoi burattini, per dominarlo e non subirne gli innumerevoli capricci. 

Con gli occhi non possiamo abbracciare un orizzonte tanto ampio. L'angolo della visione umana è di circa centottanta gradi. [...] Per sopperire a questa carenza Canaletto si dedicò prima a studi molto precisi, utilizzando la camera oscura di cui abbiamo già parlato con Vermeer. La sua era portatile, lo accompagnava per le strade, ma anche sull'acqua.