Londra e i suoi quartieri in epoca vittoriana, quando la zona in cui si viveva era uno status symbol


Fin de Siècle. Amore proibito
Fin de Siècle. Passione proibita
Fin de Siècle. Matrimonio proibito
Oggi vorrei parlare di donne ed Epoca Vittoriana. Di donne, di XIX secolo e di Londra, città principale che fa da sfondo alla prima quadrilogia della mia saga vittoriana di historical romance Fin de Siècle. Londra e l'atelier Bramby luogo che fa da fulcro alle avventure e alle sventure dei protagonisti della mia serie di romanzi e che nasce in una Londra divisa dalle differenze di ceto, in un quartiere di lusso, nella rinomata Regent Street, zona prediletta per gli acquisti dalle nobildonne dell’epoca.
Ma oggi vorrei parlarvi anche proprio di Londra e dei suoi quartieri, giusto per avere un’idea della scenografia che circonda i nostri intrepidi personaggi e fa da sfondo alle loro coinvolgenti storie d’amore…
Verso la metà del XIX secolo Londra apportò molte modifiche in diverse aree della città. Era passata la seconda rivoluzione industriale ed erano cresciute costruzioni anche adibite a fabbriche e magazzini per lo stoccaggio delle merci. Un’area, quella commerciale, che stava necessitando di un’espansione necessaria. Così fiorirono magazzini nella zona dei Docks, rapidamente accessibili dalle navi e non troppo distanti dalla City. Il nascere di tutte quelle costruzioni aveva però reso la zona poco appetibile per poterci abitare. Rumore, traffico, via vai di persone continuo, ben poco gradevole come locazioni abitative, soprattutto per i ricchi che decisero di spostare le loro dimore molto più verso la periferia. Londra subì ben presto una ricollocazione dei quartieri che vennero suddivisi in quartieri di lusso, quartieri destinati alla classe media, quartieri commerciali e quartieri poveri.
I quartieri di lusso erano Chelsea, Kensington e Mayfair, vantavano le strade più prestigiose come Regent Street e Bond Street e la vicinanza a Piccadilly ideale per lo shopping. Qui si potevano trovare dimore elegantissime e parchi splendidi. Ville corredate dall’immancabile e curatissimo giardino all’inglese, serre di vetro e gazebo. Tra le case vi erano addirittura parchi privati raggiungibili da vialetti curatissimi accessibili lungo strade alberate e lastricate. Qui vi erano le case delle persone appartenenti alle classi sociali più elevate e qui, proprio in Regent Street nasce l’Atelier Bramby dove si snodano le vicende e gli amori della mia saga.
Nei quartieri della classe media sorgevano le abitazioni di famiglie borghesi, quali notai, contabili e negozianti. Le case avevano comunque un aspetto signorile con i loro giardinetti d’ingresso e le finestre decorate, spesso chi vi abitava poteva permettersi anche qualche domestico che viveva con la famiglia. Non avevano però parchi né giardini ma, spesso, sul retro erano dotati di un piccolo spazio adibito a entrata di servizio, circondato da steccati o piccole cinte.
Nei quartieri commerciali le abitazioni erano di solito unite ai negozi, generalmente sopra. Spoglie e spartane non avevano né giardini d’ingresso né rifiniture di pregio, addirittura costruite senza basamenti e le condizioni degli inquilini sfioravano la povertà. La maggior parte di queste case, definite di lusso per poveri, si potevano trovare in Covent Garden ed era già fortunato chi possedeva un negozio e il relativo appartamento soprastante, situazione di chi aveva un’attività che funzionava bene, altrimenti i commercianti vendevano direttamente le proprie merci su un banchetto in strada.
Infine c’erano i quartieri poveri. Il più famoso, per tante motivazioni tra cui le inquietanti storie legate a Jack the ripper, è Whitechapel. Una delle zone più sporche e degradate di Londra. Dove arriva l’olezzo del Tamigi, all’epoca ancora più inquinato di oggi. Popolato dai veri poveri. Quelli che non avevano da mangiare e vivevano nel fango e nella sporcizia. Le case, qui, potevano arrivare anche a quattro piani e ogni piano era occupato da più famiglie, incredibilmente numerose (all’epoca le famiglie non erano composte mediamente da quattro persone, si arrivava anche ad avere dieci e più membri a famiglia). Lo spazio vitale per ogni famiglia era ridottissimo, avevano affitti bassi ma per quel tipo di persone comunque esorbitanti. Solitamente occupavano questi condomini, se così li possiamo definire, erano lavoratori di bassa manovalanza, come scaricatori di porto, operai nelle fabbriche o, a volte, verdurai. Nonostante le condizioni disumane e impensabili per i nostri standard, però, all’epoca era considerata una fortuna poter occupare uno di quegli appartamenti perché il livello sottostante sarebbe stata inevitabilmente la baracca.
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Published on August 23, 2019 05:09 Tags: carragh-sheridan, epoca-vittoriana, fin-de-siècle, london, londra, victorian-age, xix-secolo
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