RECENSIONE: Le verità di Numeesville

Sophie Park torna dopo dieci anni a Numeesville, cittadina canadese di provincia nella quale ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza.
Le autrici, fin dalle prime pagine, ci mettono a conoscenza di un’antica leggenda siksika che narra di tre sorelle che furono sempre inseparabili… finché una di loro sparì nel Black Lake, profondo e seducente lago poco fuori dal paese. La leggenda delle tre numees (sorelle, appunto) sembra inspiegabilmente legata alla realtà: Sophie, Claire e Beth, “sorelle” non di sangue ma per scelta, erano sempre state unite, indivisibili… finché Beth non sparì nel lago. Caso archiviato in breve come suicidio. Eppure la protagonista, Sophie, dieci anni dopo non è ancora convinta e, con un matrimonio fallito alle spalle, torna a Numeesville per scoprire finalmente la verità.

Il romanzo presenta un nutrito set di personaggi – più di una quindicina – che viene introdotto pian piano, senza forzature, attraverso una serie di incontri spontanei e naturali: Sophie passeggia per Numeesville e rivede così luoghi e persone del suo passato. Ogni personaggio ha il suo momento di adeguata introduzione: le autrici impiegano infatti una tecnica che sa molto di Agatha Christie, ovvero presentano una panoramica su tutta la variegata umanità che partecipa allo spettacolo – perché, come in ogni storia di mistero che si rispetti, tutti mettono in scena qualcosa, tutti nascondono, fingono, recitano.
Anche l’atmosfera che caratterizza il paese ricorda un po’ Agatha Christie o, ancora meglio, le cittadine sperdute de L’ispettore Barnaby, con pub, piccoli negozi, pettegolezzi, vecchie conoscenze e qualche rancore.

La natura gioca un ruolo vitale nelle vicende, non si limita a fare solo da sfondo bensì diventa protagonista a tutti gli effetti: il lago – che ha del sublime: inquieta e incanta al contempo, come nella miglior tradizione romantica –, il bosco, i suoi segreti, i luoghi d’infanzia, di sicurezza, di avventura, di pericolo… Sophie vive una relazione di simbiosi con la natura, quei luoghi sono il suo passato, la sua casa.
Anche per questo Sophie Park è un personaggio che ammalia, con l’evoluzione del suo carattere, la sua capacità di ritrovare stessa, superare i suoi demoni e riconquistare la sua libertà. Lei aveva bisogno di risolvere il mistero della morte di Beth, ne aveva bisogno come si ha bisogno di respirare: la sua vita non sarebbe andata avanti altrimenti.
Mi piacerebbe dirvi qualcosa di più dei personaggi, ma temo di cadere nello spoiler… perciò mi limito a riportarvi un nome (che vi invito a non dimenticare): Noah Jackson.

Vorrei fare i complimenti alle autrici, Simona Di Iorio e Ilaria Ferraro, per la maestria con cui hanno gestito gli intrecci, arricchendo la trama principale di alcune sottili sotto-trame, condendo il tutto con una buona dose di mistero, ansia e adrenalina.
Mi sento davvero di consigliare questo libro a tutti gli amanti del thriller e non solo: sono rimasta piacevolmente colpita da ogni aspetto di questo romanzo, dalla trama ai personaggi, dallo stile coinvolgente all’assenza di refusi (il testo è assolutamente curato!).
L’effetto droga è garantito: proverete un bisogno impellente di scoprire il colpevole.

Recensione pubblicata su VCUC: https://www.vuoiconoscereuncasino.it/...

Le verità di Numeesville
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Published on March 17, 2020 13:29 Tags: thriller
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