Fine dell'anno. Un po' di cose

Siamo agli ultimi giorni di un anno difficile, pieno di conflitti, ottuso. Eppure perfino un anno per cui essere grata per ogni cosa che riesco a tenere nello sguardo un po' più a lungo, anche se viene nel dolore e nella paura. Dovremmo imparare la gratitudine per ciò che ci sconvolge. Non dirò che sia un'opportunità - ne faremmo e ne farei volentieri a meno, ma è così, ogni cosa brilla nella sua fine, nel suo ineluttabile decadere. Dire: sono grata perché la morte esiste, non significa essere lieta di accoglierla, ma non voltarsi davanti a tutto il suo portato di sensi di colpa, smarrimento, tristezza per coloro che restano. Se non riesco a fare spazio per questo non posso amare e non c'è altro che valga di essere appreso come l'amore. Si apprende con una resa, perché non ha niente di vittorioso in sé.
Ho copiato e appeso fuori dal mio cancello questa poesia sotto le luci di Natale, scritta da un autore palestinese ucciso il 7 dicembre nella guerra orribile che sta massacrando la gente di Gaza.
Se dovessi morire,
tu devi vivere
per raccontare
la mia storia
per vendere le mie cose
per comprare un po’ di carta
e qualche filo,
per farne un aquilone
(fallo bianco con una lunga coda)
cosicché un bambino,
da qualche parte a Gaza,
guardando il cielo
negli occhi
in attesa di suo padre che
se ne andò in una fiamma
senza dare l’addio a nessuno
nemmeno alla sua stessa carne
nemmeno a sé stesso
veda l’aquilone, il mio
aquilone che tu hai fatto,
volare là sopra
e pensi per un momento
che un angelo sia lì
a riportare amore.
Se dovessi morire,
fa che porti speranza
fa che sia una storia
RefaatAlareer, poeta, professore di letteratura
23 settembre 1979, Shejaiya –7 dicembre2023, Striscia di Gaza
Non è molto. Ma è qualcosa. Tenere viva la testimonianza, la poesia, perché nelle storie ci avviciniamo, azzeriamo spazio e distanza.

Sono stata nel bosco per la vigilia di Natale e sento il bisogno di tornarci, cosa che avverrà molto presto. Ho bisogno di quel silenzio, della foschia che viene con la sera, del perdermi guardando in alto tra i rami nudi. Intanto in questi giorni ho finalmente abitato di nuovo un altro tipo di "bosco", quello da dove affiorano le voci della mia poesia che mi permettono di scrivere. Tornare a scrivere è la mia forma più autentica di magia ed è bello farlo mentre nella stanza accanto i miei compagni di vita e di avventura si proteggono l'un l'altra.

Chiudo questo semplice post con alcune segnalazioni.
Su L'indiscreto sono usciti i consigli di lettura invernali, fra cui i miei che riguardano tre opere scritte da donne, poesia, saggio, romanzo. Si possono leggere qui:
https://www.indiscreto.org/i-consigli-di-lettura-per-natale-del-2023/
La poetessa e amica Laura Di Corcia racconta della magia delle candele in questo prezioso podcast della radio svizzera, ve lo segnalo, mentre abbassate le luci elettriche e lasciate brillare la fiamma:
E infine una playlist di canzoni ascoltate molto di frequente in questo periodo, qui:
https://open.spotify.com/playlist/35S2MNsBpbzBHN8VzHSl3k?si=8c546f2c74fb41fb
Buon ritorno della luce a tutte e tutti e che sia forte e duraturo.