"COME LACRIME NELLA PIOGGIA" RECENSIONE SU "MY BOOKISH PHILOSOPHY"!

Silvia ha firmato una nuova recensione per il mio romanzo, pubblicandola sul blog "My Bookish Philosophy"!

VOTO: 4/5

LINK ALLA RECENSIONE:
http://mybookishphilosophy.blogspot.i...

RECENSIONE:

Il mio commento: Ho appena concluso questo romanzo dopo un bel po’ di ore di lavoro (inutile dire che non sono esausta, di più!), ma ci tenevo a sapere come finiva.

La situazione... Sarah è fidanzata con Abhai, un indiano “americanizzato”, che ricorda poco o niente della sua patria natale. I due partono per un viaggio verso il villaggio, dove Abhai è nato. Una volta arrivati, attraverso gli occhi si Sarah, vediamo come vivono in India e come è difficile per un turista ambientarsi. Diciamo che Sarah non si abitua proprio. Lei capisce che le cose lì vanno male e vuole cambiare il destino degli abitanti del villaggio, in particolare delle donne, che lì non contano niente…

«Troppe donne in India non hanno una vita, non hanno dei diritti… non hanno niente.»

Sarah conosce Asha, che vive a Kailashpur, il villaggio dove Abhai è nato, e ci si affeziona. Le unisce il desiderio per la giustizia, la voglia di lottare. Suo padre vuole costringerla a un matrimonio combinato, ma quando anche Sarah decide di opporsi, le due si ritroveranno a lottare, non solo per la giustizia, ma anche per la propria vita.

Il romanzo è suddiviso in tre parti. Nella prima e nell’ultima la voce narrante è Sarah. Dapprima scopre un mondo per lei completamente nuovo. È il suo primo viaggio in India e scopre anche il suo lato combattivo. Nell’ultima parte invece Sarah è alle prese con il suo secondo viaggio, a un anno di differenza dal primo. Qui Sarah ha già qualche idea su come funzionano le cose e su come si comportano le persone (gli uomini, appoggiati dal governo corrotto) veramente in India. Si impegna più duramente, e viene anche punita più duramente. Nella seconda parte invece, troviamo Asha, che ci racconta delle sofferenze che è costretta a subire per essersi fidata delle bugie degli uomini del suo villaggio (suo padre compreso). È la parte più forte di tutto il libro, che, a volte, mi è stato difficile leggere.

Le mie emozioni… Mi hanno colpito particolarmente le crude verità che vengono descritte, essendo lì una realtà quotidiana, ma che, attraverso questo libro (e ovviamente anche attraverso le proteste, le associazioni che sono importantissime), impariamo. È stato anche abbastanza triste, soprattutto quando si leggevano le scene di violenza sulle donne, oppure quando le donne indiane con cui parlava Sarah, che non avevano alcuna voglia di ribellarsi.


«Col tempo avrei scoperto che quasi tutte le indiane hanno gli occhi tristi, quantomeno coloro che vivono a Kailashpur.»

Conteggi finali… È molto bella l’iniziativa di supportare queste cause scrivendo un libro (così si unisce l’utile al dilettevole, no?).
Il libro quindi mi è piaciuto e sono stata molto contenta di poterlo leggere, soprattutto perché non ho mai avuto l’occasione di approfondire quest’argomento. Come ho già detto, queste sono cose per cui, finché non ci toccano di persona, facciamo fatica a preoccuparci. È giusto? Ovviamente no. Però il mondo è pieno di cose sbagliate che capitano e, proprio come Asha e Sarah, bisogna lottare per ottenere un posto equo.

Dal libro: - Chi lo avrebbe mai detto… - sussurrò Asha.
- Che cosa? –
Lei si strinse nelle spalle, ma non alzò la testa.
- Tu ed io… -
Abbozzai un sorriso. Capivo quello che voleva dire.
- Tu sei americana ed io sono indiana – continuò comunque Asha – e adesso ci siamo trovate.
Tu hai ventidue anni ed io quindici, ma questo non è un problema. In effetti niente è un problema per
noi, le nostre culture diverse, le nostre abitudini diverse… anzi, è bellissimo. Adoro scoprire nuove
cose e tu… Sadie, tu mi hai aperto gli occhi. Tu stai facendo vivere la speranza dentro di me.–
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Published on June 13, 2014 11:06
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