Luisa’s Reviews > La donna gelata > Status Update

– Uscivo, se così si può dire, con la stessa parola di prima. Per me non esisteva più un fuori, era prosecuzione del dentro, con le stesse preoccupazioni, il bambino, il burro e i pacchi di pannolini da comprare sulla via del ritorno. Né curiosità né scoperta, soltanto la necessità.

– La vera maternità non è scesa su di me sentendolo scalciare la sera, e nemmeno nel portarmi a spasso il pancione per strada, un genere di orgoglio che non vale più di quello per un’erezione.

– Soprattutto star attente ai ragazzi, che «hanno reazioni fisiche molto diverse dalle tue», vittime di un «impulso brutale, imperioso, che non possono dominare». Noi, invece, a quanto pare non proviamo granché, e se ci facciamo fregare vuol dire che ce la siamo cercata. Questione di sfumature.

– Bella o brutta, graziosa o meno, mi piace guardarmi allo specchio con addosso solo le mutandine a vita alta e la camicia, mentre sgambetto al ritmo della mia musica interiore. (…) Quell'anno ero ancora libera e felice.

– Ho vent'anni e sono in preda a uno spaesamento che mi dà le vertigini, e ancora, a passeggio in via Servio Tullio, tra gli alberi di villa Borghese, ma già interrotta dalle volgarità degli scocciatori, frantumatori di sogni, palle al piede da seminare insieme ai loro fraulein, signorina, signorina, oh la la!, french, francesa, fransé, e però davanti a me le strade sono ancora libere.